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Autore: BloodyIris    17/09/2010    0 recensioni
"I suoi occhi, tondi ed espressivi, erano grigi, tendenti al verde. Sua nonna materna li descriveva come un qualcosa di speciale, a metà tra una perla preziosa e uno smeraldo. Tutti rimanevano affascinati dai suoi occhi."
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   Liza Mary Myers, Miza per famigliari e amici, sin da bambina aveva avuto tutto ciò che si può desiderare dalla vita: una famiglia benestante, una grande casa con giardino, due Collie, nessun fratello, genitori e due coppie di nonni innamorati di lei. La tipica ragazza comunemente definita “viziata”. Così si diceva nel suo liceo, almeno.

Si diceva, inoltre, che fosse la più bella e irraggiungibile tra le studentesse dell'ultimo anno. Snella, non troppo alta, Miza aveva dei capelli mossi e ramati che le ricadevano lungo le spalle arricciandosi alle estremità. I suoi occhi, tondi ed espressivi, erano grigi, tendenti al verde. Sua nonna materna li descriveva come un qualcosa di speciale, a metà tra una perla preziosa e uno smeraldo. Tutti rimanevano affascinati dai suoi occhi.

Pertanto, a causa dei giudizi degli estranei, già dal primo anno di liceo tutte le sue amiche si erano allontanate da lei, chi per invidia e chi per irritazione.

Il primo giorno dell'ultimo anno scolastico, così, Miza si ritrovò in macchina con Gabriel, il suo migliore amico, guidando verso il liceo.

«Non mi sembra vero, Gabriel. Mi sembra ieri che abbiamo varcato per la prima volta quel cancello». Cominciò Miza, seduta al posto del conducente.

«Già. “L'ultimo primo giorno”. Da non crederci». Gabriel indicò con l'indice la William J. Maclintyre High School, a cui si stavano avvicinando. «Eccolo lì, il luogo dove siamo cresciuti».

«Spero che quest'anno passi presto», disse Miza seccamente. «Non ne posso più, davvero. Ogni giorno mi sento tutti gli occhi puntati addosso».

«Magari qualcosa è cambiato. Guarda, lì c'è un posto libero».

Miza fece una smorfia di disapprovazione e parcheggiò l'auto regalatale dal padre nel posticino indicato da Gabriel. Prelevò la sua borsa dal sedile posteriore e chiuse il veicolo.

«Eccoci qua. Ci vediamo dopo, Gabriel. In bocca al lupo».

Il ragazzo, da bravo animalista, non rispose “crepi” e si limitò a sorridere.

«Buona fortuna. Ci vediamo al pub stasera».

Miza gli sorrise e lo guardò allontanarsi, mentre si dirigeva verso un gruppo di ragazzi che lo accolsero con violente pacche sulla spalla e sorrisetti ironici.

Bene, il mio migliore amico mi ha abbandonato e sono sola. Coraggio, in fondo cosa saranno mai sette ore di asocialità?, pensò.

Entrò nell'istituto, pentendosi di aver lasciato andare Gabriel dai suoi amici. Gli studenti presenti nel corridoio la fissarono, per poi cominciare a bisbigliare tra di loro. Tentò di attraversare il corridoio con disinvoltura, guardando dritto davanti a sé per non incrociare lo sguardo di nessuno. Arrivò al suo armadietto, lo aprì e vi inserì alcuni libri.

«Scusami, scusami tanto».

Miza chiuse lo sportello e si trovò davanti una ragazza minuta, persino più bassa di lei, con un caschetto nero e una frangia che le incorniciavano il viso rotondo e pallido. I suoi occhi, vispi e castani, erano appesantiti dal trucco nero che portava.

Sarebbe davvero carina, senza quel trucco pesante.

«Scusa se ti disturbo... sai, sto cercando... l'aula di storia... storia, sì... Sono appena arrivata, sai... Mi hanno dato una... mappa... ma non riesco ad orientarmi lo stesso...». La sconosciuta aveva un tono imbarazzato, la voce tremante.

«Anche io sto per andare a lezione di storia», rispose Miza cercando di essere rassicurante. «puoi venire con me, se ti va».

«Oh, sì... cioè, va bene, credo».

«Io sono Liza Mary, Miza per gli amici». Sorrise e la ragazza arrossì.

«Oh, io sono... Rose».

La campanella suonò e Miza fece cenno a Rose di seguirla. Arrivate nell'aula, si sedettero una accanto all'altra e la lezione cominciò.

  
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