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Autore: ElizabethBennet    18/09/2010    7 recensioni
Solo una semplice parodia sull'ormai "stra" Draco Malfoy.
Genere: Demenziale, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco, Malfoy, Il, trio, protagonista, Serpeverde
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Istruzioni per l'uso: questa ff è semplicemente una parodia, ricca di citazioni "potteriane", della vita del nostro Malfoy. Scoprite le ansie che lo angustiano, il suo mondo e i suoi "amici". Assicuratevi di essere soli, mentre leggerete, perchè non sono responsabile delle conseguenze delle vostre risate in luoghi pubblici.


Una giornata tipo: Draco Malfoy

Draco aprì gli occhi, svegliandosi nel dormitorio di Serpeverde. Si ravvivò la chioma platinata, già in posizione senza l’uso di alcun pettine e cominciò a vestirsi, borbottando insulti a Tiger e Goyle, che dormivano ancora, russando come due ubriaconi della peggiore specie.
“Maledetto Potter!”  Pensò, dedicandogli il primo pensiero della giornata.
Sorrise malignamente, ricordando il sogno che aveva fatto la notte precedente, ossia uno dei suoi preferiti: Harry appeso a testa in giù dalla torre di Divinazione con un Ungaro Spinato pronto a infilzarlo con uno spiedo gigante, che sarebbe stato poi abbrustolito a fuoco lento per circa dieci minuti.
Raccolse i suoi libri, veramente pochi, perché lui, il Principe delle Serpi, non aveva bisogno di fare quelle cose banali che fanno tutti i comuni mortali, come studiare, e si diresse verso la Sala Grande.
La Sala era già brulicante di studenti, denotando l’ora già tarda per un risveglio, ma Draco non se ne curò. Lui non amava rispettare quelle piccole e insignificanti norme come le regole, per cui perché preoccuparsene?
Come in qualsiasi altra svenevole ff sul suo personaggio, appena fatto il suo ingresso trionfale nella Sala, decine di ragazze, dal Primo al Settimo Anno, cominciarono a fissarlo. Alcune, in preda ad attacchi di isterismo, tipici delle fan di qualche demente pop-star per giovani, cominciarono a sbracciarsi, cercando di attirare la sua attenzione, mentre altre, sospiranti più di un mantice davanti ad un camino, arrossivano, cercando di nascondere le loro brufolose facce da adolescenti nei colletti delle camicie.
 “Giorno Blaise, giorno Theo.” Bofonchiò il bello ai suoi, altrettanto splendidi, amici.
“Buon giorno Draco. Hai letto la Gazzetta del Profeta?” Esclamò gioviale il giovane Zabini, mentre si specchiava i denti perfetti nella lama del coltello, che reggeva con la mano destra. Con la sinistra sventolava il giornale.
Draco lo afferrò, con le sue fredde e lunghe dita, candide come un lombrico albino. Sorrise malignamente, mentre ad un paio di ragazzine del Primo Anno mancò un battito, andando in arresto cardiaco.
Il titolo era come una soluzione di Purvincoli in salamoia sulle ferite, per lui. A grandi caratteri, che spiccavano su quel giornale, obiettivo quanto un politico in campagna elettorale, vi era il motivo di tanta allegria:  “Trovati altri Babbani torturati e uccisi. Il ministero, preoccupato, apre in anticipo la stagione di caccia, per cercare di prendere l’indiziato numero uno: l’orso Yoghi.”
“Hai visto? Non ci hanno sgamato!” Ululò Theodore, levando il calice, stracolmo di Whisky Incendiario di contrabbando.
“Per i Mangiamorte uno per tutti e tutti per Voldy!” Gridarono in coro i tre ragazzi, coinvolgendo l’intera tavolata di Serpeverde in un brindisi improvvisato.
Qualche docente, al tavolo dei Professori, sospettò di aver sentito la parola “Mangiamorte”, ma non se ne curò. Infatti, stando alle parole dell’affidabile e onesto Professor Piton, i ragazzi avevano detto “ Mangia torte”, riferito ad un nuovo gioco, molto in voga fra i Serpeverde. Così gli insegnanti, Preside compreso, ritornarono al loro ordinario torpore, degno di quello di uno Schiopodo di Hagrid, dopo che, naturalmente, si è nutrito delle dita di qualche incauto studente.
Draco si alzò e insieme ad i suoi amici, a cui si erano aggiunti Tiger e Goyle, che nel frattempo si erano praticamente divorati da soli tutti i resti della colazione, si avviarono al sotterraneo di Piton, dove si sarebbe svolta l’odierna lezione di Pozioni. Prima di lasciare la Sala, però, lanciò uno sguardo di puro disprezzo a Potter, che rispose con un’altrettanto sfrontata occhiataccia.
“Quanto odio Potter e quella marmaglia puzzolente che si porta dietro! Weasley ha la divisa più stinta di un cappotto nero lasciato troppe ore al sole! Che pezzente! Che si compri una divisa con i buchi, almeno non li paga! Quanto a quella Mezzosangue della Granger, che si compri un balsamo. Ha la stessa acconciatura di un cavernicolo! Che sciattona!” Pensò Malfoy, il figo, mentre lasciava la Sala, mentre un paio di ragazze gli lanciarono delle rose.

Il Professor Piton entrò in classe e Neville, senza essere visto, raccolse un po’ di unto, che era colato dalla chioma dello sfuggente professore. Usò quel prodotto fisiologico per oliare i ganci del suo calderone, che erano un po’rigidi.
Draco sorrise ossequiosamente al docente e, senza nemmeno ascoltarlo, cominciò a preparare la sua pozione. O meglio, Pansy cominciò a preparargli la pozione, scoccandogli sguardi adoranti.
Piton strisciava fra i banchi, come una piattola in un letto non pulito, e guardando Potter, sorrise, maligno.
“Dieci punti in meno a Grifondoro, Potter.”
“Ma perché? Non ho fatto nulla!” Rispose il ragazzo, mentre quella babbuina della Granger gli mollava un sonoro calcio negli stinchi.
“Perché respiri.” Sentenziò il Professore, fornendo un motivo più che valido.
“Non è giusto!” Grugnì Weasley, mentre riceveva una pedata nel sedere da parte della Grifondoro.
“Hai ragione, Weasley. Altri dieci punti in meno a Grifondoro!”
“Ma perché? Mica ho fatto qualcosa!”
Piton corrugò la fronte, su cui comparve la cartina della pianta di Villa Malfoy, tracciata dalle sue rughe. Sembrava accigliato e con uno sguardo truce si preparò ad esporre al ragazzo il motivo di quel trattamento.
“Perché esisti.”
“Professore, mi scusi se mi intrometto, ma credo che non sia un atteggiamento corretto nei confronti di Grifondoro!” Disse sghignazzando Theodore.
“Hai ragione, Nott! Ci sono già troppe dicerie in giro che sostengono che io sia fazioso, per cui troviamo una soluzione equa! Dieci punti in meno a Tassorosso e dieci punti in meno a Corvonero! Contenti?”
La classe imprecò sottovoce, mentre i Serpeverde si battevano il cinque fra loro.
Hermione alzò un sopracciglio e incrociò lo sguardo di Malfoy. Siccome questa non è una mielosa fan fiction, in cui i due si innamorano e vivono un amore contrastato, doloroso e passionale, l’occhiata che si scambiarono non aveva secondi fini. Si limitarono ad incenerirsi, desiderando ardentemente che l’altro potesse soffrire più di uno Snaso con il naso chiuso, raffreddato, nel deposito di Zio Paperone.
La lezione terminò e il Professore, dopo aver tolto almeno altri cinquanta punti a Grifondoro, li lasciò andare.
Draco si alzò elegantemente dal suo banco, schioccò le dita e i suoi due gorilla, Tiger e Goyle, comparvero diligentemente al suo fianco, raccogliendogli i libri e tutto il resto.
Dopo aver trascorso l’ora di Incantesimi a tormentare Paciock, facendogli volare libri, piume ed altri corpi contundenti in testa, senza magia, i Serpeverde andarono in Sala Grande, dove consumarono un lauto banchetto, insieme agli altri studenti.
Draco, visibilmente scocciato dagli sguardi delle sue fans, in preda a deliri e a crisi di pianto, lasciò in fretta la Sala. Prima di uscire dedicò un’occhiataccia a Potter.
“Maledetto Sfregiato!” Bofonchiò sottovoce.
Draco andò in Biblioteca accompagnato da Tiger e Goyle, sperando di trovare un po’di solitudine. Dato la grandezza del cervello degli altri due era inversamente proporzionale al loro grasso, non si preoccupò di aprire la bocca. Se il suo barbagianni fosse stato dotato di parola avrebbe tranquillamente potuto prendere il loro posto a scuola e prendere voti migliori.
Proprio in quel momento si accorsero che un piccolo e insignificante ragazzino del Primo Anno stava cercando di prendere un libro da uno scaffale particolarmente alto.
“Uh-ohhh! Guarda chi c’è! Un marmocchio del Primo Anno!” Ululò Malfoy, passandosi seducentemente una mano fra i capelli, che erano talmente ingellati da sembrare cementificati.
“Lasciatemi in pace!” Mormorò la vittima designata, che ovviamente portava gli occhiali ed era pure sfigato.
“Spiacenti! Siamo Serpeverde e, fra le nostre qualità, abbiamo quella di essere simpatici quanto uno Schiopodo che ti sta mordendo in mezzo alle gambe. Quindi porgi l’altra guancia e fatti picchiare degli ignobili Verdi-Argento!” Rispose il Principe delle Serpi.
“Ma anch’io sono Serpeverde!” Obiettò il ragazzino, che si scoprì essere niente di meno che un secchione della peggior specie. Classico.
“Allora sei un Mezzosangue!” Ribattè Draco, cercando nuovi argomenti per avvalorare la sua tesi.
“Mezzosangue sarà tua madre!” Controbattè l’intrepido martire.
Goyle si illuminò, fece cozzare gli ultimi due neuroni funzionanti che gli erano rimasti e, con espressione corrucciata per lo sforzo di quell’azione così rara per lui, elaborò una soluzione.
“Vedi, ragazzino, noi non vorremmo picchiarti…” esordì.
A Malfoy per poco non caddero i capelli per lo stupore.
“A no?” Chiese Tiger, sorpreso.
“No. Noi non vogliamo picchiarti. Ma dobbiamo farlo lo stesso. Vedi, secondo la zia Rowl noi Serpeverde dobbiamo picchiare, infastidire o peggio torturare almeno un primino al giorno! E’ scritto qui.” Concluse con semplicità.
Poi allungò una mano verso uno scaffale, dove vi era la raccolta completa dei libri di Harry Potter.
“Che cos’è sta roba?” Chiese Malfoy, afferrando un volume.
Per poco non gli venne un infarto.
“Hanno scritto un libro su quella mammoletta di Potter? E non su di me? Non su di me che sono il più figo, il più bello, il più intelligente ed….”
“E il più idiota di Hogwarts! Lascia stare quel ragazzino!” Urlò Hermione Granger, ponendosi davanti al piccolo. Questi mormorò a bassa voce qualcosa come “Non mi toccare sudicia Mezzosangue!”, ma lei lo ignorò.
Potter e Weasley comparirono al suo fianco.
Malfoy si girò di scatto per afferrare i volumi che Goyle aveva in mano fino ad un secondo prima, ma erano spariti. Tutto merito della zia Rowl che, accortasi dell’incongruenza, aveva cancellato l’errore.
“Cosa c’è Furetto? Hai perso la lingua?” Chiese Potter, scrutandolo con quegli occhietti verdi come il fango di una palude colerica.
“E tu? Hai perso il cervello? Ops! Te lo ha fuso Voldy con la sua maledizione! Che sant’uomo!” gridò, Malfoy, giulivo.
Alla parola “Voldy” Weasley tremò più di Neville in presenza del Professor Piton, mentre la Granger e Potter lo guardarono sprezzanti. Invece Tiger e Goyle si portarono una mano sul cuore, simulando un saluto militare.
“Stai zitto Malfoy!” Gridò Hermione, sguainando la Bacchetta.
Naturalmente non furono visti da Madama Pince. La cara bibliotecaria, dolce quanto una zitella di ottantanni, proprio in quegli istanti aveva avuto aveva avuto un’improvvisa voglia di andare a vedere l’erba del Campo da Quidditch ed era uscita di corsa. Ovviamente Potty&company e Malfy e gli Allegri Amici non ricevettero nemmeno una punizione.
“Cosa mi farai Granger? Mi renderai i capelli come i tuoi? Sembra che tu abbia in testa un Ippogrifo che sta facendo la muta!” Esclamò Draco.
“Sciattona! Sciattona! Sciattona!” Cantarono in coro i due gorilla, sembrando due bambine dell’asilo intrappolate nel corpo di due oranghi.
Hermione era sul punto di piangere.
“Questo non glielo dovevi dire! Chiedile subito scusa, brutto spazzolone per pulire i pavimenti!” Strillò l’intrepido Cavaliere Weasley, che si slanciò a proteggere la sua bella.
“Uh-oh-uho! Weasley straccione se la fa con la Granger Zannuta!” gorgogliò Malfoy, garrulo.
“Weasley ama la Granger! Weasley ama la Granger!” Intonarono le due improbabili coriste.
Il Magico Trio scappò via in lacrime, mentre Hermione strillava: “Glielo diremo alla Maestra McGranitt!”
Almeno in questa demenziale parodia Malfoy aveva sconfitto la sua nemesi: Harry Potter. Per ora.
“Bene ed ora torniamo a noi…” Si girò, ma non vi era più alcuna traccia del piccolo Serpeverde.
“Poco Male!” Concluse soddisfatto Draco.
Avevano messo in fuga Potty&company, che era molto meglio.
La sera stava rapidamente calando e, dopo aver fatto innumerevoli dispetti ad Hagrid, complottato con Voldy per uccidere Silente, picchiato un paio di Grifondoro, corsero nei sotterranei.
Nel dormitorio furono acclamati come eroi. Fino a tarda notte, l’intera Casa, compreso il piccolo secchione del Primo Anno, intonò cori da stadio come: “ Malfoy uno di noi!”, “Potty che ci sei venuto a fa’!” e, l’evergreen,  “Sotto la curva! Le Serpi sotto la curva!” .
Draco scivolò nel suo letto, mentre accanto a sé i suoi, diciamo, si fa per dire “amici”, stavano demolendo l’intera Foresta Proibita a suon di russate. Prima che un corroborante sonno ristoratore lo cogliesse, pensò al suo sogno preferito: Harry appeso a testa in giù dalla torre di Divinazione con un Ungaro Spinato pronto a infilzarlo con uno spiedo gigante, che sarebbe stato poi abbrustolito a fuoco lento per circa dieci minuti.



Note dell'autore: Et-voilà! Malfoy è servito. Spero abbiate apprezzato questo piccolo antipasto a base di Serpeverde in salsa al Cianuro. I vostri commenti sono sempre graditi! Alla prossima! Lizz B.

  
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