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Autore: HopelessGirl    18/09/2010    9 recensioni
Una storiella che mi è stata ispirata da un immagine trovata su un sito che purtroppo non ho il permesso di pubblicare in accompagnamento alla mia storia.
Certi periodi della vita sono i più belli, spensierati e felici, nei quali non si è condizionati e non si è costretti a prendere decisioni importanti... per altri invece questi momenti sono insostenibili e già ostacolati da scelte imposte contro volontà.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il vento fresco della notte soffiava con prepotenza contro il vetro della finestra facendola vibrare di un suono sinistro e cupo. Andrè fissava con espressione assorta il soffitto mentre le braccia incrociate dietro la nuca lo aiutavano a stiracchiarsi donandogli un piacevole formicolio per tutta la schiena. La sua attenzione fu catturata dalle ombre che la luce della luna disegnava con sfrontata impertinenza sul pavimento della sua camera. Decisamente troppo inquietanti per fargli solo prendere in considerazione l'idea di scendere dal letto e prendere la brocca con l'acqua poggiata sulla scrivania a pochi passi da lui.


Un improvviso scricchiolio fuori dalla propria porta lo fece rabbrividire e voltato lo sguardo verso di essa, la osservava con insistenza, bramando quasi di potervi vedere attraverso. Avvertì il rumore di passi lenti e calibrati tuttavia stranamente impacciati. Con un espressione grave e uno sguardo affilato scese dal letto cercando di fare il minimo rumore possibile. Avvertì il freddo del pavimento pizzicargli fastidiosamente le piante dei piedi. Si morse un labbro mentre un improvvisa immobilità freddava la sua determinazione. La paura gli attanagliò le membra lasciandolo impietrito al fianco del letto, con un pugno strinse il lenzuolo del letto fino a farsi diventare le nocche bianche.


Lo scricchiolio improvvisamente cessò e il bambino avvertì con un sussulto l'aria fredda scivolargli sul corpicino nudo, ad eccezione per un paio di pantaloni che lo fasciavano. Si mosse con passi lenti facendo attenzione a non produrre il minimo rumore e quando fu di fronte al legno massiccio e scuro della porta la paura tornò a cessare i suoi movimenti. La mano sollevata verso la porta e l'espressione tesa dipinta sul viso mentre un ombra di disagio andava via via disegnandosi sempre più nitida nei suoi lineamenti.


Un improvviso picchiare contro la sua porta lo fece saltare indietro di qualche passo. Tuttavia preso dalla curiosità e rassicurato da quel tocco che gli suonava famigliare piegò la maniglia regalando la luce della luna al buio corridoio oltre alla porta.


I raggi argentei illuminarono dei capelli corti biondi, due occhi luminosi di un blu denso e luminoso nel quale Andrè annegò per qualche istante tanta la sorpresa di trovarsi la piccola Oscar a pochi passi con un lenzuolo poggiato sulle spalle.


-...Oscar?!-


Esalò in uno scatto di rabbia e sorpresa dovuto alla paura che aveva provato a causa della bambina solo pochi istanti prima. Lei chiuse gli occhi alzando le spalle leggermente intimorita ma anche pienamente consapevole della ragionevole rabbia dell'amico. Avvertendo solo i rispettivi respiri agitati e un silenzio irreale interrotto solo dall'ululare frenetico del vento la bambina dai riccioli biondi aprì prima un occhio per essere più cauta. Studiata l'espressione dell'amico apparentemente meno rabbiosa di prima si permise di regalargli quelle sue due gemme di mare puntando lo sguardo dritto in quello smeraldino del bambino.


-Sei sveglio allora... pensavo stessi dormendo.-


Asserì tranquillizzata la bambina mantenendo il tono di voce pari ad un sussurro. Andrè la scrutò leggermente incerto mentre si domandava per quale motivo la ragazza girasse sveglia a quell'ora per il palazzo. Osservò la veste da notte che indossava e sorrise divertito vedendo lo strascico che il lenzuolo le faceva. Incrociò le braccia al petto e si poggiò con fare “virile” contro lo stipite della porta assumendo uno sguardo tra il divertito e il burlone.


-Si, non riesco a prendere sonno a causa del mal di schiena e tu? Perchè giri a quest'ora di notte per il palazzo?-


Oscar lo affettò con lo sguardo e si strinse meglio nel lenzuolo per poi voltare il capo leggermente indignata nella direzione opposta alla quale si trovava Andrè. Avvertirono entrambi una porta sbattere con violenza al piano superiore e la ragazza rabbrividì sussultando con forza mentre Andrè lanciava uno sguardo contrariato alle scale buie che portavano al piano superiore. Il bambino voltò di poco il viso e con non poco sorpresa notò le mani di Oscar tremare con forza strette sul lenzuolo mentre i suoi lineamenti esprimevano con forza disagio e agitazione. La ragazza tuttavia immobile di fronte a lui dimostrava determinazione e coraggio.


-Il vento mi impedisce di dormire. Credo... credo che la mia finestra sia leggermente rotta perchè emette un rumore alquanto fastidioso.-


Affermò con voce decisa la biondina mentre un leggero tremito le avvolgeva le gambe. L'espressione di Andrè si tese nuovamente nell'espressione furbetta di poco prima e si scansò leggermente permettendo a Oscar l'accesso alla sua camera e mentre lei frettolosamente entrava sollevata dalla luce della luna che illuminava pienamente la camera dell'amico, il moretto le disse con un espressione divertita.


-Torno subito vado a controllare questa finestra, così domani comunicherò la sua eventuale rottura alla nonna che la riparerà. Almeno non disturberà più il tuo sonno.-


La biondina aprì la bocca per parlare ma la richiuse subito quasi boccheggiando. Andrè inarcò un sopracciglio per quel gesto ma dopo un mormorato “D'accordo” da parte della ragazza scomparve per le scale salendo al piano superiore.


Pochi minuti dopo riscese ridacchiando leggermente. La finestra di Oscar non aveva nulla, funzionava perfettamente. Rallentò l'incidere dei passi e si fece più accorto nel non farsi scoprire così da cogliere l'amica di sorpresa e spaventarla a morte. Si appiattì contro la parete mentre il fascio di luce argenteo della luna illuminava una fetta di corridoio grazie della porta della propria camera lasciata aperta. Giunto ormai in prossimità di essa si preparò a scattare quando improvvisamente avvertì un mormorio provenire dalla propria stanza.


-...sono un uomo, non devo avere paura. Gli uomini non hanno paura. Andrè torna subito Oscar, non fare la fifona. È solo il vento che fa sbattere la finestra. Tu sei un uomo Oscar non devi avere paura. Non devi.-


La voce tremante della bambina gli giunse come uno schiaffo e il moretto rimase appiattito contro la parete con un espressione tra il colpevole e lo stupefatto. Sospirò impercettibilmente e pestò rumorosamente i piedi a terra per un paio di volte avvertendo un fruscio improvviso di lenzuola e finalmente la cantilena di Oscar cessò. Si gonfiò il petto con fare tranquillo e entrò nella stanza con espressione corrucciata.


Alzò lo sguardo sul letto e la trovò seduta su di esso con le gambe incrociate e l'espressione tranquilla, rilassata e decisa. Se non avesse sentito il tremito della sua voce e quelle parole sussurrate in preda all'agitazione di sicuro non si sarebbe mai immaginato che Oscar avesse così paura di rimanere sola. Avvertì una grande tristezza stringergli le membra e si chiese quali altri segreti la bambina gli nascondeva.


Chiuse la porta sotto lo sguardo di lei e poi si avvicinò all'enorme letto mantenendo sempre il tono della voce basso e cospiratore.


-Si avevi ragione Oscar. La tua finestra è leggermente allentata nei cardini e non si chiude più bene come dovrebbe. Domani mi occuperò personalmente di riferirlo alla nonna.-


Le disse sorridendole mentre l'espressione della bambina si faceva sollevata mantenendosi sempre austera. La fissò leggermente pensieroso mentre la vedeva mordersi un labbro e ascoltare il vento fuori dalla sua finestra. Gattonò sul letto raggiungendo il cuscino e mentre lei era voltata verso la luna la colpì a tradimento trovando il primo pretesto per farla rimanere ancora un po' nella sua camera così da farle compagnia.

Oscar colpita dal cuscino si voltò indignata verso di lui afferrando con un sorriso libero da ogni paura l'altro cuscino colpendolo in pieno viso. Andrè cadde steso sul letto con un piccolo gemito, avvertì oscar muoversi furtiva attorno a lui e non appena riaprì un occhio scrutando la posizione dell'amica una nuova cuscinata lo colpì alla pancia facendolo piegare in due per istinto. La bambina con una risata si preparò a colpirlo nuovamente ma fu bloccata da una cuscinata in pieno viso che la fece ricadere stesa sul letto. Andrè ridendo le si gettò sopra colpendola di nuovo.


Mentre una cascata di piume ricadeva sui due corpi stesi sul letto Andrè respirò con rapidità in cerca di ossigeno fissando il soffitto. Oscar nella medesima posizione liberò una risatina che subito istigò le risa di Andrè. Rimasero per qualche istante così a ridere e a riprendere fiato mentre il vento si attenuava leggermente fuori dalla finestra della camera di Andrè.


-Andrè?-


La voce leggermente affannata di lei lo richiamò distraendolo dalla sua contemplazione del soffitto. Si voltò appena verso di lei e due occhi grandi blu lo scrutavano felici e sereni.

Rispose a quello sguardo immergendosi con il suo smeraldo negli occhi della bimba mentre sorrideva mormorando un “Si?”.


-Grazie.-


Sussurrò la ragazza chiudendo gli occhi mentre Andrè si perse nel profilo dell'amica. Il ragazzo ebbe un sussulto avvertendo la mano calda e morbida della bambina stringere la propria e passando lo sguardo alternativamente dal visino di lei alle loro mani sorrise raggiante. Chiuse gli occhi e si lasciò andare.


Fu così che parecchie ore dopo l'alba li colse: mano nella mano ancora ignari del futuro che spettava loro.

  
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