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Autore: sailormoon81    18/09/2010    8 recensioni
Usagi è stanca di vedere la sua vita svolgersi secondo un copione scritto da altri. Ha un solo desiderio: una vita normale.
Sarà mai possibile?
E se sì, come cambierà la sua vita e quella delle persone che le sono vicine?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Usagi/Bunny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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12.

 

 

Il ballo organizzato dal Municipio per il venerdì successivo, il giorno dell’antivigilia, arrivò in fretta. Il giorno dopo Keiji e i suoi genitori sarebbero partiti per Okinawa e Mamoru per Yokohama. Quella sera Usagi andò alla villa dei Sakage direttamente dal lavoro per prepararsi per la serata e andare al ballo assieme al fidanzato e ai futuri suoceri nell’auto ufficiale.

La sensazione di gelo che si era impossessata del suo cuore non l’aveva abbandonata un attimo dalla domenica precedente. Si vestì lentamente, incapace di provare un briciolo di entusiasmo per la serata che le si prospettava. Si truccò con gesto meccanico, raccolse i capelli in una graziosa coda lasciando alcuni riccioli ad incorniciarle il volto e solo dopo si vestì; l’abito era molto semplice, quasi severo: la tunica di seta bianca, molto sobria e lunga fino alle caviglie, aveva un ricco drappeggio che seguiva le curve gentili del seno lasciando visibile parte della scollatura; le spalle e la schiena erano scoperte, e una cintura dorata le cingeva i fianchi stretti, mentre ai piedi si intravedeva in paio di eleganti scarpe con un tacco terribilmente alto.

Usagi sapeva di essere attraente, ma guardandosi allo specchio prima di uscire non provò nessun piacere. Il blu dei suoi occhi era messo in risalto da un tocco di ombretto e dal mascara. Era dimagrita molto in quella settimana e il suo viso aveva assunto un’aria di fragile vulnerabilità che le conferiva un aspetto ancora più femminile.

Quando Usagi aveva deciso di comprare quel vestito, Keiji aveva mosso qualche obiezione perché lo riteneva troppo provocante. Lei era riuscita a convincerlo del contrario, ma ora guardandosi con gli occhi di Mamoru Endou  non ne era più molto sicura.

 

Si trovava accanto a Keiji e ad un gruppo di amici loro a pochi passi da dove l’avvocato Sakage e sua moglie accoglievano gli ospiti, quando Mamoru arrivò tenendo Rei Hino a braccetto. Usagi provò un tuffo al cuore e dovette appoggiarsi ad una sedia perché le gambe le cedettero all’improvviso.

Mamoru indossava un impeccabile smoking e una camicia bianchissima, ma nessuno dei presenti si muoveva con quella grazie felina che lo contraddistingueva. Si fermò a salutare l’avvocato Sakage e mormorò un complimento a Hoshie che arrossì come una scolaretta, per allontanarsi poi con Rei salutando Usagi con un glaciale cenno del capo.

Usagi si strinse al braccio di Keiji quasi volesse sentirsi protetta, ma con lo sguardo seguì Mamoru e Rei che raggiungevano alcune ragazze: non ne era sicura, ma le pareva di conoscerle tutti…

Finse di ascoltare la conversazione del suo fidanzato, ma aveva la testa molto lontana… dove le aveva già viste? Forse al liceo… no, avevano frequentato scuole diverse, di questo ne era assolutamente certa…

Guardò ancora verso di loro, e per un solo istante le parve di vederle indossare delle marinarette, simili a quella che, nei suoi sogni, indossava lei stessa: solo i colori della gonna parevano diversi, quasi a formare un arcobaleno.

E Rei… anche Rei aveva una marinaretta, con il gonnellino rosso.

Chi erano?

E perché non riusciva a distogliere da loro la sua attenzione, anche dopo che Mamoru e Rei si erano allontanati dal gruppo?

 

Un’ora più tardi vide Mamoru abbracciato a Rei mentre ballava. Notò i suoi capelli scuri che si armonizzavano in modo del tutto naturale a quelli della ragazza e provò una gelosia senza fine.

Usagi serrò i pugni conficcandosi le unghie nel palmo della mano, ma il dolore fisico non riuscì a contrastare quella desolata inquietudine che aveva cercato di lenire con parecchie coppe di champagne, che però l’aveva aiutata a sorridere nonostante la profonda tristezza che provava. Riuscì a rispondere con cortesia a tutte le domande che le facevano sull’imminente matrimonio, senza mai tradire quel panico che continuava a prenderla ogni volte che pensava che sposare Keiji avrebbe significato vivere nella menzogna.

Usagi fece un paio di balli con Keiji, che sospirò di sollievo non appena ritornò al tavolo. Fu allora che Mamoru si unì a loro.

«Buona sera, Keiji… Usagi…» salutò Mamoru, presentando a Keiji la giovane che l’accompagnava: «Lei è Rei Hino, sacerdotessa del tempio scintoista.»

«Buona sera, signor Sakage» salutò educatamente la ragazza.

«Piacere di conoscerla, signorina. Ma la prego, mi chiami Keiji… non credo che la differenza di età sia molta tra di noi… Devo dire che la sua compagna è molto bella, caro Mamoru: le altre donne presenti rischiano di sfigurare al suo confronto…»

«La ringrazio, Keiji… ma anche Usagi è molto elegante stasera» rispose Rei con falsa modestia. «Sa, Usagi ed io andavamo assieme al liceo: abbiamo seguito lo stesso corso d’arte e il nostro professore era…»

Usagi si sentì persa: Rei stava per rovinare tutto! Doveva assolutamente fare qualcosa. «Rei, credo che il signor Endou e Keiji abbiano alcune faccende da discutere… forse è meglio lasciarli parlare d’affari…»

 

Mentre si allontanavano, Usagi notò che i due uomini iniziarono a parlare e dalle loro espressioni l’argomento doveva essere molto interessante; sperò solo che nessuno dei due toccasse il passato…

«Usagi» la chiamò Rei, indirizzandola verso un gruppetto di ragazze… le stesse con le quali lei e Mamoru avevano parlato per gran parte della serata, «volevo presentarti alcune mie amiche: Mizuno Ami e Kino Makoto…»

«Rei, finalmente…» salutò la donna dai capelli blu. Era veramente molto bella: i capelli erano lisci e le cadevano delicatamente sulle spalle; indossava un abito color del cielo, non molto aderente ma che le fasciava il corpo e seguiva ogni sua curva, lungo fin sotto le ginocchia.

«Ami ha ragione. Ti avevamo data quasi per dispersa» si intromise la ragazza con i capelli castani; anche lei non era da meno: i capelli erano corti fino a sfiorare le spalle, e Usagi non poté fare a meno di pensare che sarebbe stata meglio se li avesse portati più lunghi e raccolti in una coda… o almeno così le sarebbe piaciuta vederla… indossava un aderente abito verde smeraldo, senza bratelline, lungo fino alle caviglie, con uno spacco vertiginoso…

«Ragazze, lei è Tsukino Usagi: eravamo compagne di corso al liceo…»

«Buonasera, piacere di conoscervi…» salutò Usagi osservando attentamente le tre giovani; «ma… ci siamo già incontrate? Sapete, da quando vi ho viste ho come avuto un déjà vu’…»

«Probabilmente ci siamo incontrate in qualche nostra vita passata» scherzò Makoto.

Risero insieme a quella battuta, e la tensione scivolò via dal corpo di Usagi: si sentiva a suo agio con le tre donne, quasi fossero delle vecchie amiche.

Non le andava di analizzare quel sentimento di familiarità che l’aveva colpita nel momento in cui aveva posato gli occhi su di loro: qualsiasi ragionamento, specie dopo lo champagne, non avrebbe portato a niente, e tanto valeva godersi la compagnia di quelle sconosciute.

 

«Tra poco finalmente sentiremo il nuovo pezzo di Kaiou» commentò Rei, indicando una coppia nel lato opposto della sala.

Una donna dai lunghi capelli color acquamarina stava sistemando la custodia del violino sulla panca accanto a sé. Ipotizzò fosse Kaiou Michiru, un nome conosciuto nell’ambito musicale da parecchi anni. Indossava un abito celeste, che le cadeva morbido fin sopra il ginocchio, accompagnando senza fasciare le forme gentili del corpo.

Il suo cavaliere era… una donna.

Ne era certa, benché la figura alta e snella che stava aiutando la musicista a sistemare meglio la custodia indossasse un abito giacca-pantalone color beige più adatto ad un uomo che a una donna.

«E l’altra persona chi è?»

«Si tratta di Tenou Haruka» rispose Makoto, seguendo il suo sguardo. «È la prima donna ad aver vinto per tre volte consecutive i campionati F1. Anzi, è la prima donna in assoluto ad avervi preso parte…»

«E voi?» domandò Usagi. «Raccontatemi qualcosa…»

Se le tre donne rimasero stupite da quella richiesta, non lo diedero a vedere.

In poco tempo seppe che Rei si era presa cura del tempio scintoista fin dalla morte del nonno, Makoto aveva dato l’avvio ad un a catena di pasticcerie molto rinomate in tutto il Paese ed Ami era un medico di fama mondiale, laureatasi in Germania con la specializzazione in pediatria.

Usagi annuì, colpita da quelle rivelazioni.

Erano delle ragazze eccezionali, ma nessuna di loro sembrava averne piena consapevolezza.

Forse per loro era normale parlare di “fama mondiale”, ma per lei era qualcosa di… super. Non sapeva trovare altre parole per descriverlo, ma quel termine rendeva l’idea meglio di mille altri.

Si ritrovò a sorridere mentre ascoltava i racconti: quelle tre donne avevano realizzato i propri sogni, e per questo lei non poteva non esserne contenta.

Ma io che ne posso sapere dei loro sogni? si trovò a riflettere, Le ho appena conosciute… anche se è come se fossi a casa mia… tra amiche…

Mentre le altre continuavano a chiacchierare, Usagi lasciò vagare lo sguardo per la sala, alla ricerca di qualcosa. O qualcuno.

Fu quando vide una giovane donna dai lunghi capelli scuri appoggiata alla parete, a pochi metri da lei, che sentì un tuffo al cuore, come se si fosse aspettata di trovarla lì. Era bella, con il suo abito verde, molto corto, che le fasciava il corpo evidenziandone le curve. Tuttavia, quella mise non le sembrò provocante.

La sconosciuta sembrò riconoscerla: le fece un lieve inchino con un semplice movimento della testa e sorrise, e Usagi, titubante, ricambiò.

«Pluto. Setsuna…» mormorò come in trance.

E la vide.

Un’immensa porta le sbarrava la strada e quella donna, inginocchiata davanti a lei in segno di rispetto, le stava parlando.

Non capiva cosa stesse dicendo la guardiana – perché Usagi era certa che quella donna custodisse qualcosa di essenziale – e non riusciva a prestarle attenzione.

Avvertì le lacrime premere prepotentemente per uscire.

Non sapeva cosa le stesse succedendo, ma era come se non ci fosse qualcuno. Tutto sarebbe stato perfetto, se solo non mancasse la persona più importante della sua vita.

Sua figlia.

Con un rapido gesto della mano scacciò una lacrima che le rigava il viso e sperò che nessuno de ne fosse accorto.

Guardò nuovamente di fronte a sé, verso la sconosciuta, e la vide voltarsi leggermente a sinistra e tendere la mano a qualcuno.

Un istante dopo, una manina paffuta strinse quella affusolata della donna e una testolina rosa fece capolino tra i tulle e gli abiti variopinti dei presenti.

La donna prese in braccio una bambina di uno o due anni al massimo e le posò un lieve bacio sulla guancia.

La piccola si voltò a guardare Usagi e protese verso di lei un braccino, salutandola; l’altra manina si staccò dalle spalle della donna che la teneva, si spostò fino alla bocca rosea e poi, con uno scatto, si mosse in avanti.

Usagi si sentì riempire il cuore di gioia: quella bimbetta le stava mandando un bacio.

Ora era tutto perfetto.

Se il tempo si fosse fermato in quell’istante, lei non si sarebbe lamentata: stava bene, circondata dalle persone più importanti della sua vita.

E per un istante si immaginò vivere per sempre al loro fianco: loro, le sue amiche, sarebbero state sempre lì per lei, e la bambina, quella bambina che con un semplice gesto le aveva donato una gioia immensa, sarebbe stato il giusto coronamento di un sogno che aspettava ancora di essere vissuto.

 

 

 

 

 

Ooooooooooookay, mi metto faccia al muro e aspetto la fucilazione.

Non aggiorno da… urgh, luglio… e mi merito tutte le bastonate che vorrete darmi U_U

In questo aggiornamento non c’è niente di particolare ai fini della storia, però mi piaceva l’idea di dare qualche altra scossa alla nostra Usagi...

Chi ha letto la prima versione della storia, si sarà accorto che il capitolo è quasi del tutto diverso da quello che avevo scritto in precedenza: rileggendolo mi sono accorta che era troppo infantile, e stanotte mi è venuto un flash per cambiarlo… senza stravolgerlo del tutto ^^

 

Ringrazio di cuore chi legge e chi segue questa storia, chi l’ha inserita tra i preferiti e chi trova sempre un po’ di tempo per commentare.

Un bacio a tutte, ragazze, e grazie di cuore per la pazienza che avete <3

Ci risentiamo (spero) presto con il capitolo 13, che è quasi completamente restaurato ^^

 

Bax, Kla

   
 
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