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Autore: Panenutella    18/09/2010    1 recensioni
Salve a tutti! Questa è una FF in cui protagonisti sono i pensieri del Dr. Cox, di Carla e di J.D. mentre riflettono sui momenti in cui hanno perso persone a loro care. Molto triste, lo ammetto ma, gente... era l'ispirazione del momento! Siate clementi, per pietà!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carla Espinosa, John 'J.D.' Dorian, Percival 'Perry' Cox
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri di Perry Cox. Te ne sei andato così all’improvviso, che ancora penso che questo non sia il tuo funerale, ma la festa di mio figlio. Jack… non ha neanche avuto il tempo di conoscere il suo fantastico zio. Se questo fosse uno dei tuoi soliti scherzetti o una delle tue entrate a sorpresa, giuro su Dio, ti ucciderei con le mie mani. Quasi t’immagino, che salti fuori dalla bara e urli “Ehilààààà” come eri solito fare. Ma non lo farai. Non pensavo di dire mai queste parole a nessuno, sai? Mi manchi. Mi manca già il tuo modo di rendere allegro il mondo, la tua mania di scattare foto a sorpresa, il tuo modo di mettermi in riga quando sono talmente adirato che potrei uccidere qualcuno come un serial killer. Ti avevo avvertito, te lo avevo detto che stare due anni dopo aver avuto la leucemia senza farti visitare da alcun medico sarebbe stato molto pericoloso, e ci avevo pure scherzato su! Sono stato un perfetto idiota. Ho scherzato, quando avrei dovuto prenderti per un orecchio e portarti da un medico. Sembra quasi che io sia più sconvolto di Jordan, seduta accanto a me. Con l’espressione indecifrabile, mi appoggia una mano su una spalla, cercando di consolarmi. Un momento, sto ancora una volta sbagliando tutto quanto: lei è tua sorella, non io. Dovrei essere io a consolare lei, non il contrario. Alla mia destra è seduto il Pivello, che sta cercando di confortarmi mettendomi anche lui una mano sulla spalla: se fossi stato lucido gli avrei urlato di tutto, come quando ha perso il paziente con il battito irregolare perché era in giro a portarti a fare gli esami. E dopo tre giorni…. Te ne sei andato. E lì, seduto su una sedia in un cimitero, con le lacrime che premono per uscire, fisso la tua bara come se potessi vederti per l’ultima volta attraverso il legno, ma non avrebbe senso. Non avrebbe senso non sentire la tua voce, non vedere il flash della tua macchina fotografica, non poter più fare con te quegli scherzi che ci divertivano tanto. Eri il migliore amico che avrei mai potuto trovare. E ti ringrazio per questo. Mi mancherai, Ben, più di ogni altra cosa.
   
 
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