Categoria: Harry Potter
Titolo: Nightmares
Autrice: Juliet
Personaggi&Pairings: James Potter, Lily Potter, James/Lily
Rating: Giallo
Avvertimenti: One - Shot
Nightmares
Le tenebre la avvolgevano,
poteva sentirle sulla pelle come la seta, sembrava quasi che la accarezzassero.
Carezze appena accennate che le lasciavano addosso paura allo stato puro.
Respirò profondamente, cercando di calmarsi, cercando di controllare i battiti
troppo rapidi del suo cuore. Non riusciva a muoversi. Non riusciva a staccare i
piedi da terra. Non riusciva a vedere su che cosa poggiava. L'oscurità era
completa, silenziosa, perfetta. Reale.
Ad un tratto, una luce. Un
bagliore vicino, simile ad una lingua di fuoco; una sola differenza. Non
scaldava, non avvertiva il calore, le sue mani gelate erano sempre più
intorpidite. Scoprì che poteva muoversi. Le sue gambe avevano ripreso a
funzionare. Raggiunse la fiamma, osservandola attentamente, provando ad
avvicinare la mano sempre più, lentamente, con un misto di timore e cautela.
La toccò. La toccò e fu
sbalzata all'indietro, ricadendo nell'oscurità. La fiamma aveva assunto una
tonalità di verde.
Lily Evans si svegliò di
colpo, ritrovandosi seduta sul letto; le coperte erano attorcigliate attorno
alle sue lunge gambe rendendole impossibile qualsiasi movimento che si potesse
definire "libero". Ansimava ancora, come se avesse corso, come se
fosse caduta realmente nel vuoto, come se avesse davvero toccato quella fonte
di luce. Tremava, non riusciva a deglutire alcunché, aveva freddo e soprattutto
paura.
Sentì una mano calda fra i
capelli. Avvertì la sua testa che si adagiava contro il petto del marito. James
la teneva stretta, la cullava dolcemente quasi fosse stata una bambina. Un
fiotto di calore la percorse interamente, attenuando la sensazione di freddo e
terrore muto che aveva provato fino a pochi istanti prima. Chiuse gli occhi,
cercando di respirare con calma, tranquillizzata dai battiti tranquilli del
cuore di James.
"Ancora un brutto
sogno?" le domandò lui a voce bassa, passando una mano fra i lunghi
capelli lisci, sfiorando appena la sua nuca. Lei amava quella carezza, glielo
aveva detto moltissime volte. La faceva sentire in pace con il mondo, diceva
sempre. Lui rideva, diceva che se bastava così poco gliel'avrebbe fatta tutte
le volte in cui ne avrebbe avuto bisogno. Lei aveva sorriso e poi l'aveva
baciato.
Lily annuì, il viso
nascosto nell'incavo del collo di James. Lui percepiva il suo respiro, ancora
non del tutto tranquillo, sulla pelle. La strinse un po' di più.
"Cosa sognavi questa
volta?"
Lily si scostò da lui,
cercando gli occhi nocciola del marito. Catturandoli con i suoi, verde
smeraldo. Occhi tranquilli e occhi ancora turbati. Occhi rassicuranti e occhi
che avevano bisogno di quella rassicurazione.
"Lo stesso di
ieri...sempre quello, da diverse notti ormai"
James si passò
distrattamente una mano fra i capelli, scompigliandoli con grande maestria.
Lily, nonostante tutto, non potè evitare di commentare, come suo solito
scherzosamente, quell’abitudine che inizalmnte aveva odiato e che poi aveva
imparato ad amare.
“Sei già spettinato
perfettamente, per tua informazione!”
Il marito sorrise
maliziosamente, attraendola di nuovo a sé. La baciò dolcemente sulla fronte,
come se avesse paura di poterla spezzare, di poter infrangere la sua bellezza
di cristallo.
“Hai ancora paura, Lily?”
le domandò, spostandole con gentilezza i capelli dal viso per riuscire ad
accarezzare la sua pelle chiara e morbida. La strega scosse il capo.
“Io non ho mai paura,
quando sono con te” rispose semplicemente, appoggiando le labbra rosse a quelle
di lui “Rimani sempre con me, James… è tutto quello di cui ho bisogno”
***
Halloween
era sempre stata una festività di seconda classe, nella vita di Lily. Quando
era bambina non aveva mai percorso tutta la via nella quale abitava bussando di
casa in casa, mascherandosi e mangiando dolcetti. Petunia odiava quella festa,
come odiava tutte le situazioni in cui una persona poteva dar sfogo alla
fantasia, raccontare storie fantastiche e poterci credere veramente.
Anche
quando era arrivata ad Hogwarts, nonostante la festa venisse celebrata con
sfarzo e considerata da tutti gli altri studenti un’occasione irrinunciabile,
non l’aveva mai sentita parte di sé. Forse le ricordava le critiche rabbiose
della sorella, che la sera del 31 ottobre rifiutava categoricamente non solo di
uscire di casa ma anche di affacciarsi alle finestre, rischiando di vedere
gruppetti festanti di ragazzini che mangiucchiavano cioccolata e zucche
intagliate sui balconi dei vicini.
Ma
durante il settimo anno, proprio durante il giorno di Halloween, era stata
fissata un’uscita libera ad Hogsmeade. E lei aveva accettato, per la prima
volta, di uscire con James. Quella stessa sera, lungo la strada lastricata che
attraversava il centro del villaggio, circondata da moltissime zucche
intagliate e candele accese, aveva baciato quello che ora, a distanza di tre
anni, era suo marito.
Da
quel giorno, Halloween era divenuta la festa più significativa della sua vita,
forse seconda solo al Natale. Piena di ricordi meravigliosi. Il primo bacio che
suo marito le aveva preso, il giorno in cui, l’anno dopo, gli aveva detto di
essere incinta…Halloween.
Rideva
sempre del fatto che, la festività di Halloween non è propriamente la più dolce
delle celebrazioni. Del fatto che spiriti, demoni e presenze malvagie erano
onnipresenti, quella sera. Conscia del fatto che si diceva la notte di
Halloween le presenze più crudeli vagassero libere e indisturbate.
Forse
per il semplice fatto che non dormiva bene da più di una settimana, quel 31
ottobre del 1981, Lily Evans si era soffermata su quei pensieri, mentre
osservava la pioggia scrosciante battere il vialetto di fronte alla casa. Non
riusciva a capire perché la festa che da qualche anno a questa parte amava
tanto, quel giorno le stesse suscitando così ingombranti pensieri angosciosi.
***
Sirius
se n’era andato da poco, annunciando che sarebbe passato da Peter, per vedere
come se la passava, usando la sua stessa espressione. Aveva salutato Lily come
al solito, aveva dato la solita pacca sulla spalla al migliore amico e per
ultimo, si era dedicato ad Harry.
Pioveva
ancora quando se n’era andato, avvertendo che Silente li aspettava l’indomani,
al Quartier Generale. Avevano catturato un Mangiamorte, Rookwood, e
probabilmente avrebbe parlato. Sembrava intenzionato a non finire ad Azkaban,
aveva detto semplicemente Silente, giustificando così la sua più che rosea
previsione. Avrebbero saputo che cosa Voldemort cercava o aveva intenzione di
fare.
Sirius
non ne era convinto. Il suo sguardo si era fatto scuro, parlando della su
conversazione con Silente.
“Voldemort
mette al corrente pochissimi dei sui Mangiamorte, riguardo ciò che ha
intenzione di fare. Se catturassimo la mia bravissima e rispettabilissima
cugina, ammesso che qualcuno riesca farla parlare, potremmo sicuramente cavarne
qualcosa…ma Rookwood…troppo in basso nella gerarchia dei Mangiamorti più folli
per essere tenuto in tanta considerazione dal più pazzo di tutti!”
Lily
li aveva raggiunti, sulla porta, appena in tempo per sentire quelle parole,
appena in tempo per poter vedere la sua faccia preoccupata e scettica nello
stesso momento. Prima si era sempre sforzato di non far trapelare nulla, per
non preoccupare i direttio interessati. Che anche lui sentisse che qualcosa di
strano sarebbe successo, di lì a poco?
“Preferirei
che fossi tu il nostro Custode Segreto, lo sai, Sir…” aveva detto lei,
avvicinandosi a James che annuì, spalleggiandola. L’uomo aveva sorriso.
“Io
l’ ho fatto per voi…”
“Lo
sappiamo, ma forse Lily ha ragione…non potremmo cambiare Custode Segreto? Non
potremmo scegliere te?” aveva domandato James, circondando la vita della moglie
con un braccio. L’amico aveva annuito.
“Domani
ne parleremo a Silente, va bene?”
Lily
sorrise ampiamente. Abbracciò il ragazzo e lo baciò sulla guancia.
“Grazie
Sirius”
***
La
porta si era aperta con un cigolio. Poi un urlo. James.
Il
suo nome e un ordine. Perentorio.
“Lily,
è lui, prendi Harry e scappa!”
Suo
marito aveva estratto la bacchetta dalla veste. La puntava coraggiosamente sull’uomo,
completamente vestito di nero, il capo coperto, il viso in ombra. Solo la mano
che reggeva la bacchetta era visibile, pallidissima, scheletrica. Ferma,
controllata. La posa dell’uomo era quasi divertita. Lily avrebbe quasi potuto
giurare che sotto il cappuccio quella specie di uomo sorrideva.
Fu
accanto al marito in un attimo. La bacchetta sfoderata.
“Non
ti lascio qui da solo”
Voldemort rise. La sua
rista agghiacciante, fredda, cattiva le procurò quasi la nausea. Strine più
forte la bacchetta fra le dita. Non tremavano e ne fu sollevata.
“Commovente…due
morti per un bambino…che bella storia…quasi una favola!”
La
frase sarcastica a crudele era appena stata proferita che già Voldemort aveva
attaccato. James prese la moglie per un braccio e la spostò quasi di peso. Un
mobile si incendiò e cadde, provocando un tonfo che fece quasi tremare il
pavimento. Approfittando dell’attimo di pausa, James la spinse via.
“Salvati
Lily, salva Harry. Qui ci penso io”
Lily
tremava. Le tenebre l’avvolgevano, la carezzavano, le sentiva sulla pelle come
seta. E le lasciavano addosso terrore allo stato puro. Voldemort avanzò deciso,
la bacchetta pronta. James rialzò la sua.
Lily
salì le scale quasi volando, costringendo le gambe a rispondere ai suoi
comandi. E non a quello che avrebbe voluto il suo cuore. Interrompere la corsa.
Ritornare al fianco del marito. Si girò verso di lui, quando fu alla fine della
rampa.
Lo
vide evitare un fiotto di luce verde. Vide una fiamma fredda lambire una parte
della mobilia del salotto. Verde e fredda. Sperò per un attimo che fosse un
sogno. Vide suo marito bloccarsi improvvisamente, perfettamente immobile dove
si trovava. Per un solo istante. Un bagliore verde si poteva scorgere ancora
intorno al suo corpo. Poi cadde.
Troppo
sconvolta per muoversi. Troppo per piangere, troppo per urlare. Troppo anche
per cadere a terra. Tutto girava davanto a i suoi occhi, tutto era sfocato. Poi
qualcosa la svegliò improvvisamente. Un pianto.
Corse
da Harry. Lo prese fra le braccia, lo baciò sulla fronte, piangendo. Lo strinse
a sé, strinse quel corpicino caldo e baciò la sua manina che cercava di
afferrrare una ciocca rossa dei suoi capelli. La porta si aprì alle sue spalle.
Non si voltò neppure.
Appoggiò
Harry con cura nel suo lettino, gli sorrise. Poi si voltò. Non piangeva più,
nonostante dovesse lasciare suo figlio. Sapeva che cosa doveva fare, sapeva
qual era la cosa giusta. Sapeva che lui l’avrebbe capita. Pensò a Sirius, che
ignorava tutto quello che stava ed era successo, pensò a Peter che li aveva venduti.
Pensò
a James, che l’avrebbe aspettata.
***
Una delle mie primissime one – shot. Vi sono però parecchio
affezionata!^^
Che ne dite? Ogni recensione è benaccetta!