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Autore: Darik    18/09/2010    4 recensioni
A Neo-Tokyo 3 arriva un nuovo pilota, che darà il via ad una serie di grandi cambiamenti nella vita dei nostri.
In un graduale e continuo crescendo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rewriting of Evangelion'
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1° CAPITOLO

Da quanto tempo si trovava lì?

Non sapeva dirlo.

Nella vuota cella dalle pareti bianche non c’era nulla che potesse indicare lo scorrere del tempo.

E non c’erano finestre.

Perché si trovava lì?

Non sapeva dirlo.

Erano stati degli uomini in camice bianco a sbatterlo lì dentro senza dargli una sola spiegazione.

Chi era lui?

Non poteva dirlo.

Non riusciva a ricordare se aveva un nome e non aveva dati sul suo passato.

Chi lo aveva rinchiuso lì?

Questo lo sapeva.

Chi lo aveva creato.

Deluso dal risultato finale, qualunque fosse.

Sarebbe uscito da lì?

Forse.

“Che cosa sta facendo?” domandò un uomo intento a scribacchiare qualcosa su un quaderno.

Si trovava in una stanza buia e piena di monitor.

“Niente. Sta pensando come al solito, seduto in posa meditativa” rispose il suo collega fissando pigramente uno dei monitor.

Lo scribacchino si guardò un momento intorno, pose la penna e si avvicinò al collega del monitor. “Senti, ma tu non hai paura?”

“Di cosa?” domandò mezzo incuriosito l’altro.

“Di lui. Voglio dire, sono ormai sei mesi che sta cosi lì dentro. Passa tutto il tempo a fissare davanti a se. Non si lamenta mai, non si muove mai da quella posizione se non per prendere la pillola nutritiva. Chiunque al suo posto avrebbe già dato segni di squilibrio”.

“Non lui. Lui è diverso. Come lo erano pure gli altri”.

“E’ proprio questa diversità il problema. C’è qualcosa d’inquietante”.

“In questo posto, nei nostri capi, nei loro scopi, tutto è inquietante. A confronto quel tizio e del tutto normale. Non capisco perché ti spaventi”.

“Perché non l’hanno eliminato. E’ stato giudicato inutile, no? E allora perché non gli hanno aperto un buco in testa? Dopo quello che è successo sei mesi fa, fatto nove, si poteva pure fare dieci”.

“Pensano di potersene servire in qualche modo”.

“E’ troppo pericoloso mandarlo nel mondo” commentò quasi scandalizzato lo scribacchino “Ho tirato un sospiro di sollievo quando i suoi simili sono morti tutti, ma proprio tutti”.

“Ci sono già altri tre esseri dalla pericolosità mostruosa che i nostri capi hanno mandato nel mondo. E adesso sta per arrivare pure il quarto. Ora finisci il tuo rapporto, concludi il tuo turno e vai a farti una bella dormita” concluse l’uomo del monitor.

****

Il sole dell’alba cominciò a filtrare dalle finestre.

Con grande fastidio della donna che dormiva in maniera assai scomposta sotto un futon.

Qualcuno bussò alla sua porta e l’aprì. Un ragazzo di quattordici anni dall’aria mite e gentile.

“Signorina Misato, io vado a scuola” esordì.

Dalle coperte giunse un mugugno di approvazione. “Mmm, bene, bravo. E Asuka?”

“Lei è già uscita” rispose lui.

Una testa assonnata sbucò da sotto la coperta. “Perché non sei andato con lei?”

“Non mi ha aspettato”.

“Shinji, ma tu le hai chiesto di aspettarti?”

Shinji fece cenno di no.

“E allora vai, o rischi di fare tardi. Buona giornata”.

“Buona giornata a lei” si congedò il ragazzo con un inchino.

Shinji chiuse la porta.

Misato cercò il suo cellulare sepolto sotto qualche montagnola di riviste. “E’ appena uscito. Sorvegliatelo come al solito” ordinò con una risoluzione che stonava con il suo abbigliamento da dormigliona appena svegliata.

“Signorsì” rispose una sconosciuta voce dall’altra parte.

Fatto questo, Misato sbadigliò notevolmente e si rimise a dormire.

Il destino però aveva deciso altrimenti: perché poco prima di chiudere gli occhi, lo sguardo le finì su un foglietto appoggiato vicino al futon.

Il contenuto del foglietto era scritto a caratteri cubitali rossi.

Misato lesse e ci rimuginò sopra.

Un istante dopo una frase urlata risuonò nell’appartamento vuoto. “DEVO ANDARE A PRENDERE IL FOURTH ALLA STAZIONE!!!”


La ragazza non riuscì a trattenere uno sbadiglio. Il viaggio era stato davvero lungo.

Prima aveva dovuto prendere un aereo speciale che senza scalo l’aveva condotta dagli Stati Uniti in Giappone.

E una volta arrivata, per motivi di sicurezza l’avevano fatta salire in successione su ben tre treni pubblici, che però erano sempre stati vuoti.

Erano stati infatti riservati solo a lei.

Almeno dieci ore di viaggio e appena tre ore per dormire.

Un termine tra l’altro gonfiato: tre ore di sonno a intermittenza, disturbato prima dal rombo dei motori dell’aereo e poi da quello delle ruote del treno.

E per quale motivo aveva dovuto cambiare treno per la terza volta per percorrere solo quindici chilometri prima dell’arrivo a Neo-Tokyo 3?

Sospirò e si diede un’occhiata: il suo bell’abito bianco tutto di un pezzo era anche tutto spiegazzato.

“Mah, spero che dopo le presentazioni potrò farmi una bella dormita” pensò tra se e se.

“Yeahhh! Ce l’abbiamo fatta!” esclamò improvvisamente una voce maschile, seguita da altre tre voci.

La ragazza si spaventò: quelle voci provenivano da uno scompartimento dietro il suo.

Ma chi poteva essere? Quando era salita, le avevano assicurato che sul treno, oltre al controllore, ci sarebbe stata solo lei.


Quattro giovani entrarono nello scompartimento.

“Avete visto? Ce l’abbiamo fatta! Siamo riusciti a salire su un treno riservato!” esclamò raggiante quello che sembrava il capo.

“Per me abbiamo fatto una grossa sciocchezza” replicò un altro. “Questo è un treno governativo, o qualcosa di simile. Se ci beccano, potrebbero pure arrestarci”.

“Smettila, Yota” lo zittì il capo “Ci voleva una prova di coraggio e l’abbiamo fatta. Ora le gemelle Kitano e Kayano dovranno mettersi con noi per forza. Quattro ragazze, le più belle della scuola, hanno voluto che facessimo qualcosa di speciale. E l’abbiamo fatto. E anche il modo in cui l’abbiamo fatto: ci siamo nascosti in alcuni vani per il bagagliaio quando il treno è arrivato a capolinea ieri sera, e ci abbiamo passato tutto la notte dentro. Ora ci viaggiamo pure. Una doppia impresa. Perfetto per conquistarle! Hiroshi, Jiro, scattate delle foto come prova. Mi raccomando, si capisca bene dove siamo” ordinò agli altri due, che obbedirono prontamente tirando fuori delle piccole macchine fotografiche.

Yota si guardò intorno nello scompartimento. “Ehi ragazzi, guardate!”

Gli altri accorsero: Yota aveva trovato una borsa da viaggio su un sedile.

Allora quel treno non era vuoto come credevano.

E, in effetti, il loro amico alla stazione, quello che gli aveva fatto la soffiata, aveva detto solo che si trattava di uno speciale treno riservato, senza specificare il motivo.

Quindi poteva benissimo esserci un passeggero, da qualche parte.


Il treno arrivò nella stazione in perfetto orario, alle nove e mezzo.

Il controllore, un uomo sulla quarantina, attese che il mezzo si fermasse per andare ad avvertire la passeggera.

E fu sorpreso quando se la vide arrivare incontro mezza trafelata.

“Signorina, cosa le è successo?” domandò l’uomo.

La ragazza prese fiato. “Mi… mi è sembrato di sentire delle voci provenire dallo scompartimento dietro il mio. Mi sono preoccupata e sono venuta a cercarla”.

“Davvero? Questo è strano. Lei scenda e vada vicino all’ingresso, io vado a controllare. Li troverà l’inviato della Nerv”.

Le porte si aprirono, la giovane prontamente scese e usò il sottopassaggio per raggiungere l’ingresso della stazione mentre il controllore con passo veloce si diresse verso lo scompartimento.

La viaggiatrice arrivò sul piazzale antistante alla stazione, deserto.

Si guardò intorno smarrita.

Un forte rumore attirò la sua attenzione, un rumore che proveniva dalla strada che fiancheggiava la stazione.

Da dietro una curva sbucò sgommando una Alphine Renault di colore blu, percorse in un lampo la distanza che la separava dalla stazione e con un’ultima sgommata si fermò proprio affianco all’allibita ragazza.

Dall’auto scese Misato Katsuragi.

“Uff, perdona il ritardo, ho… avuto un problema con la macchina” si scusò mentendo la donna.

“Non fa niente” rispose la viaggiatrice.

Misato le andò incontro e le porse la mano. “Allora presentiamoci: io sono il maggiore Misato Katsuragi, ufficiale tattico della Nerv e tuo superiore nelle battaglie, piacere”.

“Ed io sono Mana Kirishima, il Fourth Children designato per l’Eva-03, lusingata di conoscerla” rispose Mana stringendo quella mano.

“Bene, allora adesso ti accompagno alla base. Ci sono altre persone che devi conoscere. Il servizio traslochi della Nerv trasporterà entro oggi pomeriggio i tuoi bagagli nell’appartamento che ti verrà assegnato”.

Mana rimase un po’ contrariata. “Oggi pomeriggio? Veramente io muoio dalla voglia di farmi una doccia. Mi sono fatta dieci ore di viaggio sballottata tra aerei e treni”.

“Tranquilla, nella base ci sono anche delle docce. E potrai approfittarne per indossare il Plug Suit” la tranquillizzò Misato.

“Benissimo! Allora possiamo andare”.

Dopo qualche passo, Mana si fermò. “Ehi, il mio bagaglio a mano!”

E come se lo avesse evocato, arrivò il controllore con la sua borsa. “Signorina, stava per dimenticare questa”.

Mana fece un inchino. “La ringrazio molto. Non ha trovato nessuno?”

“No. Ho controllato il treno da cima a fondo, e non c’era nessuno”.

Mana si mise una mano sul mento. “Strano. Me lo sarà immaginata?”

“Di che parlate?” chiese Misato.

“Prima sul treno, mi era sembrato di sentire delle voci maschili. Siccome su quel treno dovevo esserci solo, mi sono spaventata. Sono corsa via e ho pure lasciato indietro la borsa” spiegò la giovane.

Il controllore sorrise. “Come già detto, il treno è deserto. Sarà stata la sua immaginazione, signorina”.

“Mi sa che ha ragione lei. Mi scuso per averla disturbata”. Mana s’inchinò nuovamente.

“Non si preoccupi, nessun disturbo” disse allora il controllore.

Misato guardò l’orologio. “Ora muoviamoci. Molte persone non vedono l’ora di conoscerti”.

“Subito, maggiore Katsuragi” rispose prontamente Mana.

“Chiamami Misato”.

Salirono in macchina, Misato partì a velocità sostenuta.

Durante il tragitto, incrociarono un’ambulanza con le sirene accese.

“Qui ambulanza 7-29. Sono nei pressi della stazione” disse il guidatore parlando col vivavoce.

“Bene. Segui i binari sulla strada parallela andando in direzione ovest per circa cinque chilometri. Noi stiamo chiamando il centro ferroviario per chiedere di bloccare quel tratto. Se occorre, chiameremo anche la polizia” gli risposero dall’ospedale.

“D’accordo. Ma esattamente cosa è successo?”

“Alcuni passanti dicono che ci sono quattro corpi sulle rotaie. Non sanno se sono vivi o morti”.


Era da tanto tempo che non scrivevo un racconto lungo su Evangelion.

E siccome dall'ultima volta che l'ho fatto è passato parecchio, e in questo lasso di tempo è uscito molto materiale nuovo su Evangelion, ho deciso di riprovarci.

E di aggiornarmi, come potete intuire già dal titolo generale.

Dopo i Renewal e i Rebuild, arriva rewrintg, con la consapevolezza comunque che Evangelion resta un capolavoro al quale non potrò neppure avvicinarmi^^.

Anche se devo confessare che l'idea è in parte 'antica', perchè la ebbi tanto tempo fa vedendo un'immagine di Mana con indosso la Plug Suit nera.

Ci ho messo alcuni anni, ma infine sono riuscito a tirarne fuori un racconto.

Spero che lo leggerete in molti e spero che vi piacerà.

  
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