Una vita insieme
Capitolo VIII
Il primo appuntamento
Rose era nel suo ufficio, in teoria aveva delle cose da
sistemare, ma effettivamente aveva girato la poltrona verso la grande finestra
e guardava su in alto verso le stelle, ripensò alla prima volta che salì sul
Tardis, pronta a viaggiare con quello sconosciuto che le aveva già salvato la
vita. Ripensò a tutte le meraviglie che aveva visto, a tutte le volte che si
era ritrovata a scappare stringendo la mano di quell’alieno, di quell’uomo che
ha amato sin dal primo momento.
Le rivenne in mente nuovamente il discorso che Chris le
aveva fatto solo qualche giorno prima, la paura si diffuse nuovamente nel suo
cuore, il pensiero di perdere nuovamente il Dottore la spaventava
terribilmente, sapendo fin troppo bene, di non poter sopportare nuovamente quel
dolore, che aveva provato quel terribile giorno.
Qualcuno bussò alla porta distraendola da quei tristi
pensieri, scosse la testa, si voltò cercando di dare l’idea che stava
lavorando.
“Ehi.” Salutò il Dottore, facendo spuntare la testa tra
le due porte, con un sorriso che avrebbe contagiato chiunque.
“Stai ancora lavorando?” chiese entrando.
“In teoria. Avrei un sacco di documenti da controllare.”
Si lamentò guardando la pila di fogli sulla scrivania.
“Quello lo può fare anche Ianto.” Le ricordò lui.
“Preferisco controllarli io, lo sai.” Gli rispose.
“Come mai sei qui?” chiese cambiando discorso.
“Pensavo avessi finito di lavorare, così tornavamo a casa
insieme.” Le rispose quasi speranzoso, Rose sospirò stancamente, voleva tanto
tornare a casa farsi un bel bagno caldo e rilassarsi davanti alla tv, magari
con la sua compagnia.
“Vorrei tanto, ma come vedi, devo finire prima qui.”
Disse mettendo un po’ il broncio, lo vide riflettere in silenzio per qualche
secondo, sapeva bene che stava pensando a qualcosa, conosceva troppo bene
quell’espressione, Infatti il Dottore senza dire altro, prese in mano il
telefono.
“Che stai facendo?” gli chiese.
“Ora vedrai.” Le rispose, schiacciò un tasto per parlare
con qualcuno.
“Ianto, scusa so ch’è tardi e stai per andartene, ma
prima potresti chiamare per ordinare la cena per me e la signorina Tyler.”
Disse al telefono, sorprendendo Rose.
“Ok grazie, puoi andare. Buona serata.” Disse staccando
il telefono.
“Che hai in mente?” gli chiese confusa.
“Ti faccio compagnia.” Disse come se fosse la cosa più
logica al mondo.
“Sì, ma tu odi questo genere di lavori.” Gli ricordò
“Anche tu.” Le rispose sorridendo, sapeva fin troppo bene
che il Dottore non l’avrebbe lasciata lì da sola tanto facilmente, non riuscì a
non sorridere anche lei.
Alla fine i due avevano cenato e lavorato sulla moquette
dell’ufficio, anche se era piuttosto scomodo. Per sua fortuna, il Dottore non
si era rivelato solo una buona compagnia, ma l’aveva anche aiutata a sistemare
tutti i documenti.
“Credo che con questo abbiamo finito.” Annunciò Rose
orgogliosa, mentre metteva via l’ultima pila di documenti.
“Abbiamo fatto in fretta.” Disse il Dottore, le offri
l’ultima porzione di patatine.
“Ti prego basta, sono piena come un uovo.” Scherzò lei
lasciandosi cadere sul pavimento, il Dottore la seguì mettendosi accanto.
“Sono esausta, non vedo l’ora di tornare a casa a farmi
un bel bagno caldo e rilassarmi.” Disse chiudendo gli occhi.
“Con tua madre che grida e tuo fratello che mi rincorre
per casa, non credo che ti saresti riuscita a rilassare più di tanto.” Scherzò,
Rose scoppiò a ridere seguita dal Dottore.
“Tony va pazzo per le tue storie.” Gli disse una volta
che riuscì a fare calmare le risate.
“A tutti i bambini piacciono le storie avventurose.”
Rispose lui.
Si rotolò mettendosi a pancia sotto accanto a lui,
appoggiando il mento sul suo petto.
“Credo sia nel nostro DNA.” Disse improvvisamente, il
Dottore la guardò confuso.
“Di che parli?” chiese.
“Intendo noi Tyler. Credo sia nel nostro DNA, amare i
viaggi e le storie avventurose.” Iniziò a decantare quasi con orgoglio.
“Cacciarsi nei guai in meno di un minuto. Si, credo che
bisogna essere proprio predisposti a questo.” Le rispose con ironia.
“Senti chi parla.” Scherzò affondando il dito contro il
suo petto. Rimasero in silenzio per qualche secondo, ad assaporare tutta quella
tranquillità.
“Ci hai più pensato?” chiese lui improvvisamente.
“A cosa?” chiese curiosa.
“A quella storia dell’appuntamento?” continuò a chiedere
imbarazzato, Rose sorrise, certo che ci aveva pensato, le capitava di
immaginare quest’appuntamento tra loro, anzi sperava proprio di parlarne,
perché non vedeva l’ora.
“Certo, e tu?” chiese lei sperando che fosse impaziente
quanto lei.
“Beh … si …. Vorresti ancora … ecco … uscire con me?”
chiese evitando di guardarla.
“Certo che vorrei, hai già mente qualcosa?” chiese
curiosa di vederlo in questa nuova veste.
“Qualcosina.” Disse divagando un po’.
“Davvero? E di cosa si tratta?” chiese ancora più
curiosa.
“Che ne pensi di questo sabato?” chiese ignorando la sua
domanda.
“Penso che sia perfetto.” Disse sorridendo mordendosi il
labbro inferiore, lei e il Dottore avevano ufficialmente un appuntamento.
Si guardò ancora allo specchio per assicurarsi che tutto
era a posto, per quella sera aveva abbandonato la cravatta, aveva scelto un
abbigliamento più semplice e comodo, una camicia con una t-shirt semplice e i
jeans che ormai, grazie a Rose si era abituato ad indossare, ma non era
riuscito ad abbandonare le sue converse.
Pete gli aveva suggerito un paio di ristorati carini dove
portarla, ma lui aveva già in mente altro, Rose meritava qualcosa di più di un
semplice appuntamento o un semplice ristorante. Sospirò nervosamente per la
millesima volta, non gli era mai capitato di sentirsi così nervoso, si prese di
coraggio e uscì dalla sua stanza, si fermò davanti a quella di lei, non sapendo
bene cosa fare se bussare o meno, si stava dirigendo verso le scale, ma tornò
indietro fermandosi nuovamente davanti alla porta, e stavolta bussò.
“Rose sei pronta?” chiese ad alta voce, cercando di
sembrare tranquillo.
“Un attimo è arrivo.” Gli rispose da dietro la porta, il
Dottore sbuffò sapendo che la ragazza perdeva ancora un bel po’ di tempo.
“Ti aspetto di sotto.” Disse infine allontanandosi.
Doveva distrarsi, doveva cercare di non pensare alla
serata che si prospettava. Sceso le scale, si ritrovò Chris che parlava a
Jackie, proprio davanti alla porta di entrata, possibile che quel ragazzo era
sempre tra i piedi.
“Buonasera Dottore.” Lo salutò, lo guardò attentamente
mentre si avvicinava.
“Chris, che sorpresa vederti qui a quest’ora!” esclamò
senza nascondere il suo fastidio.
“Doveva portare dei documenti a Pete. Gli ho detto che
lavora troppo, ma non mi vuole ascoltare.” Spiegò Jackie sorridendo.
“Cerco di solo di aiutare il signor Tyler.” Aggiunse il
ragazzo, il Dottore avrebbe volentieri evitato di subirsi questa scenetta tra
quei due.
“Secondo me dovresti trovarti una bella ragazza da
portare fuori a cena.” Suggerì Jackie dandogli una gomitata.
“Magari una che non è già impegnata.” Borbottò il Dottore
sottovoce.
“Come scusa?” chiese il ragazzo non riuscendo a capire
cosa il Dottore aveva detto.
“Nulla.” Rispose frettolosamente sorridendogli.
“Perché non ti fermi a cena?” chiese Jackie con
gentilezza.
“Oh … non vorrei essere motivo di disturbo.” Rispose, il
Dottore alzò gli occhi al cielo, quel ragazzo lo infastidiva molto.
“Non essere stupido, non disturbi per niente.” Insistette
ancora la donna.
“Immagino che Rose non è ancora pronta!” esclamò Jackie
rivolgendosi al Dottore.
“No, infatti, la sto aspettando.” Le rispose.
“Tipico di noi Tyler facciamo sempre aspettare i nostri
uomini.” Scherzò la donna.
“Visto Chris, dovresti fare come il Dottore che stasera
porterà fuori Rose.” Continuò la donna, Chris guardò con sorpresa il Dottore,
che sorrideva compiaciuto della faccia del ragazzo.
“Ma davvero? E dove la porterà?” chiese senza nascondere
il suo fastidio.
“Oh un posto che sono sicuro le piacerà.” Rispose
dondolandosi sulle gambe, entusiasta dell’idea di infastidirlo.
“Lo spero, so che Rose ha gusti davvero particolari.”
Continuò con provocazione, ma il Dottore non era per nulla preoccupato.
“Oh lo so bene.” Disse tranquillamente, senza smettere di
sorridere.
“Conosco molto bene la mia Rose.” Continuò, enfatizzando
l’ultima parte.
“Beh si, ma sa com’è … con il tempo le persone possono
cambiare.” Gli rispose guardandolo dritto negli occhi, il Dottore stava per
rispondergli, ma fu anticipato.
“Non essere ridicolo, non sono cambiata poi così tanto.”
Giunse la voce divertita di Rose dalle scale, sia Chris che il Dottore alzarono
gli occhi su di lei.
Il Dottore rimase piacevolmente sorpreso quando la vide
scendere le scale, avvolta in un vestitino nero, con un’ampia scollatura sul
davanti e una gonna un po’ a palloncino, molto corta, i capelli arricciati
lasciati sciolti sulle spalle.
“Rose è sempre bello vederti.” Disse Chris colpito anche
lui dalla ragazza.
“Scusa, se ti ho fatto aspettare.” Disse la ragazza
avvicinandosi, ignorando completamente Chris, il Dottore deglutì a fatica.
“Beh … né valsa la pena …” disse osservandola rapito.
“Sul serio?” chiese imbarazzata.
“Sei bellissima.” Continuò soffermandosi sui suoi occhi,
Rose arrossì imbarazzata.
“Neanche tu sei male.” Gli disse sorridendo.
“Meglio andare o rischiamo che facciamo tardi.” Disse lui
cercando di riprendere il controllo di sé.
“Vedete di non fare troppo rumore quando tornate,
intesi?” li avvertì Jackie, ricordando ai due che non erano soli, si guardarono
divertiti e imbarazzati.
“Buona cena.” Disse il Dottore con provocazione verso
Chris, prese la mano di Rose e insieme uscirono.
Durante tutto il tragitto aveva cercato di capire dove il
Dottore la stesse portando, ma non c’era stato alcun modo per farlo parlare.
Anche se doveva ammettere che si stava divertendo, erano usciti solo da qualche
minuto, ma la serata si stava rivelando davvero divertente.
“Perché non vuoi che sappia dove mi stai portando?”
chiese di nuovo per l’ennesima volta sorridendo.
“Se ti dico dove andiamo, mi spieghi che gusti ci trovi.”
Cercò di spiegarle.
“Sai meglio di me che è più divertente non sapere.” le
disse facendole l’occhiolino. Dopo si voltò a guardare fuori dal finestrino
chiuso.
“Puoi fermarti qui, grazie.” Disse all’autista che esegui
la sua richiesta, il Dottore scese di corsa e aprì lo sportello a Rose
aiutandola a uscire.
La ragazza si guardò attorno, erano in una zona che non
conosceva, ai lati della strada sembrava ci fosse un boschetto, quindi doveva
trattarsi della periferia della città, a illuminare il posto c’erano solo i
lampioni della strada, l’auto con il loro autista si allontanò.
“Dove siamo?” chiese guardandosi attorno.
“Conosco una scorciatoia per arrivare al ristorante” disse
iniziando a camminare verso il parco.
“Aspetta vuoi passare attraverso il bosco?” chiese la
ragazza sorpresa.
“Sì, perché?” le rispose come se fosse ovvio.
“Guardami, non sono proprio vestita per una scampagnata
in mezzo agli alberi.” Disse indicandogli il suo abbigliamento.
“Tranquilla, puoi fidarti.” Le disse avvicinandosi.
“Non ti rovinerai il tuo vestito.” Le disse prendendole
la mano, non riusciva a dirgli di no, soprattutto quando era così vicino a lei.
“D’accordo andiamo.” Disse sconfitta.
“Spero per te che il ristorante valga questa piccola scampagnata.”
Disse seguendolo.
Camminarono per un altro po’, non riuscì a capire per
quanto tempo e neanche quanto avessero realmente camminato, lei per velocizzare
si era tolta le scarpe con il tacco.
“Se sapevo, mi sarei messa jeans e scarpe da tennis.” Si
lamentò fermandosi un attimo, il Dottore si allontanò da lei, spostò un
cespuglio e si voltò verso di lei.
“Allora te ne stai lì.” Disse porgendole la mano, Rose
sorrise sospirando, finalmente erano arrivati al ristorante.
“Non vedo l’ora di potermi s ….” cercò di dire, ma non
appena superò il cespuglio, le parole si fermarono in gola, non c’era un
ristorante ad aspettarli, bensì una tovaglia stesa su un prato, su di essa due
bicchieri e una bottiglia di vino con accanto un cestino per il pic-nic, ma a
colpirla maggiormente era soprattutto la vista che riusciva a vedere dalla loro
posizione, ai loro piedi avevano l’intera città illuminata dalle luci notturne.
Il Dottore si avvicinò con un sorriso soddisfatto sul volto.
“Guarda in alto.” Le disse, la ragazza fece come gli
aveva chiesto, alzò la testa e notò le meravigliose stelle che splendevano in
quello splendido cielo notturno.
“Ho pensato che questo era meglio del ristorante.” Disse
senza smettere di sorridere tenendo lo sguardo su di lei che ancora guardava il
cielo.
“Direi che hai ragione.” Disse la ragazza a corto di
fiato per la sorpresa.
“La cena ci aspetta.” Disse stringendole la mano.
Erano lì sdraiati sulla comoda coperta a mangiare e
scherzare tra loro, con la luce delle stelle e della luna che splendevano sulle
loro teste, mai avrebbe pensato che il Dottore potesse essere così romantico, e
le avrebbe potuto regalare una serata così meravigliosa. Finalmente erano loro
due, niente Torchwood, niente Jackie, niente Tony che assilli il Dottore per
ascoltare altre storie da lui, e soprattutto né Chris né Ianto che potevano
interromperli da un momento all’altro, almeno sperava.
“Sai tutto questo mi ricorda, il pic-nic che abbiamo
fatto sul quel pianeta ….” Disse improvvisamente spezzando il loro silenzio,
alzandosi sui gomiti.
“Aspetta, come si chiamava. Quello che aveva gli abitati
che sembravano peluche viola.” Disse sforzandosi di ricordare.
“Khashoggi!*” disse il Dottore evidentemente anche lui
ricordava quell’avventura.
“Sì, esatto proprio quello, solo che invece delle stelle
c’erano quei tre soli che si muovevano in modo strano.” Disse la ragazza
tenendo gli occhi al cielo.
“Ah … speravo proprio di non ricordarmi di quello.” Si
lamentò lui.
“Oh … vero è stato quando il re voleva che spossassi la
sua unica figlia.” Disse divertita la ragazza.
“Si si ridi pure … se non ricordo male, eri tu che stavi
per sposarti con un Purple, senza neanche averlo
visto.” Scherzò lui di rimando alzandosi un po’.
“Non è stata colpa mia, avevo solo bevuto da quella strana
coppa senza sapere di cosa si trattava.” Si giustificò, il Dottore comunque non
riuscì a smetterla di sorridere divertito da quel ricordo, lo vide prendere un
bicchiere e versare del vino per poi porgerlo a lei, versandosi del vino anche
per lui.
Rose non riuscì a ripensare a quello che Chris le aveva
detto, bevve un sorso di vino dal bicchiere osservando attentamente il Dottore
accanto a lei.
“Ti manca vero?” chiese improvvisamente, la guardò
confusa.
“Di che parli?” chiese sorseggiando il suo vino.
“I viaggi. Correre tra le stelle, alzarsi la mattina
senza sapere dove trovarsi e cosa aspettarsi.” Disse, ricordando ogni emozione
provata nel viaggiare sul Tardis.
“Non sempre.” Le rispose sinceramente guardando davanti a
sé, una risposta che le fece tornare il timore, quel timore che non se ne
andava mai, ma che invece restava sopito in fondo al suo cuore.
“Adesso sono qui. Con te!” Le disse improvvisamente,
voltandosi verso di lei sorridendole.
“E questo mi basta.” Le disse, ricambiò il sorriso rimettendo
in fondo al suo cuore quella paura.
Lo vide avvicinarsi a lei con esitazione, il cuore le
prese a battere all’impazzata, con la mano le accarezzò la guancia, chiuse gli
occhi sentendo un brivido che le percosse la schiena, quanto era bello sentirlo
così vicino.
“Sei così bella.” Le disse sfiorandole le labbra con gli
occhi fissi nei suoi. Quegli occhi che conosceva bene, e che in quel momento le
stavano trasmettendo tutta la sua passione e il suo desiderio di baciarla.
Quando le loro labbra finalmente si toccarono, un altro
brivido le attraversò la schiena, sentì il suo cuore perdere un battito.
Dischiuse le labbra per assaporare meglio quel bacio così tanto voluto, così
disperatamente cercato per tanto. La mano del Dottore affondò tra i suoi ricci biondi,
mentre lei si aggrappò a lui con tutta se stessa.
Il Dottore si allontanò di poco da lei, solo per
riprendere un attimo il respiro, i due si sorrisero.
“E’ valsa la pena aspettare così tanto.” Disse lui in un
sussurro, ma prima che riuscì a riprendere possesso delle sue labbra il
cellulare di lei suonò, con il dispiacere di entrambi.
“Non posso crederci.” Si lamentò lei chiudendo gli occhi.
“Non rispondere ti prego.” La pregò lui sussurrando.
“Sai bene che non posso.” Gli disse con l’amarezza che cresceva
in lei.
“Era solo un tentativo.” Disse allontanandosi, Rose prese
il cellulare dalla sua borsa notando che era una telefonata di Chris.
“Dimmi Chris che succede?” rispose, vide il Dottore
borbottare qualcosa mentre bevve un altro sorso dal suo bicchiere.
“D’accordo stiamo arrivando.” Disse per poi staccare la
chiamata, si morse il labbro maledicendo di lavorare per il Torchwood.
“Mi dispiace.” Disse rivolta a lui sorridendo.
“Ah non preoccuparti, in fondo è il nostro lavoro.” Disse
alzandosi, le porse la mano aiutandola ad alzarsi.
“Dovremmo dare una sistemata prima di andare.” Disse Rose
guardandosi attorno.
“Domani manderò qualcuno, occupiamoci del nostro lavoro.”
Disse lui.
“Comunque è stato una serata davvero meravigliosa.” Disse
la ragazza sorridendogli, il Dottore si avvicinò a lei e appoggiò un dolce
bacio sulle labbra, Rose non resistette, passò le mani sulla nuca,
approfondendo ancora quel bacio a lui non restò altro che stringerla ancora di
più a se.
“Recupereremo non appena risolveremo quest’altra crisi.”
Disse lei, non appena si staccò da lui.
“Certo, non ho alcuna voglia di mollare.” Le rispose
prendendole la mano, dopo si avviarono verso quella che si prospettava un'altra
crisi aliena.
Fine
VIII Capitolo
Revisione
Settembre 2011
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