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Autore: Ezrebet    19/09/2010    1 recensioni
A L.A. Spike affronta i suoi fantasmi, e non solo. La vita lo costringe a capire che niente finisce per davvero.Vi racconto questa storia, prendendo spunto da una bellissima poesia di Pablo Neruda.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mascherato da fiducia negli altri, il sadismo di Angelus sopravviveva benissimo nel Presidente della Wolfram&Hart. Per quanto tentasse di chiudere fuori dal cervello quegli scomodi pensieri, Spike non poteva fare a meno di arrovellarsi e giungere alla stessa conclusione. Ma certo, per quale altro motivo si era scomodato a venire fin lì a dirgli che Lei sarebbe stata a Los Angeles domani stesso? Perché avrebbe potuto tacere, dal momento che non gli sarebbe mai passata per la testa l’idea di andare alla W&H, in pieno giorno e con le mani fasciate.

Un ghigno si disegnò sulla sua faccia. Per fortuna che certe cose non cambiavano. Angelus, il flagello, che tormenta Spike. Decisamente, quell’abitudine era dura a morire. L’ironia era che Angel era convinto del contrario..

Si sollevò dal letto, si avvicinò alla finestra ed appoggiò le mani sul vetro, guardando la notte di Los Angeles e le sue luci. Beh, la visuale che aveva era molto limitata.. vedeva i lampioni della strada, i fari delle auto che sfrecciavano, il semaforo che alternava le sue luci.. La voglia di uscire era tanta, ma, odiava ammetterlo, si sentiva debole. Con le mani fasciate non avrebbe potuto difendersi al meglio in caso di uno scontro e non voleva che questo stato di cose, sebbene temporaneo, si sapesse in giro rendendolo un facile bersaglio. Così, erano giorni che non usciva, passando il suo tempo a guardare la televisione, giocare con la playstation, bere il sangue di maiale che Fred gli portava ogni volta che veniva per la fisioterapia.. Che misera situazione per il feroce William The Bloody!

La notizia comunque era vera, Buffy era in arrivo. Per chiarire con Angel.., Stava arrivando per sapere da lui perché si trovava al comando del ritrovo per demoni più conosciuto al mondo e non l’avrebbe fatto usando i guanti. Rise tra sé, oh, no di certo..

Il ricordo dell’ultima volta che l’aveva vista lo assalì con la forza di un uragano, bloccandolo in mezzo alla stanza. Rivide gli occhi di lei, umidi, che risplendevano tra le fiamme.. Non li avrebbe mai scordati. Non era dolore, né paura, né frenesia.. Ciò che ricordava era lo sguardo di pura ammirazione che gli aveva rivolto quando aveva capito che non si sarebbe mosso di lì, che sarebbe andato fino in fondo, lasciando che il fuoco incenerisse il suo corpo freddo. Ancora adesso, il flash di quell’istante lo fece rabbrividire.. La sua mente non volle soffermarsi sulle parole che gli aveva detto. Sapeva che in momenti estremi si dicono cose estreme e Buffy non si era sottratta a quella tendenza umana.. Ma lo sguardo.. Non l’avrebbe mai dimenticato.

Cercando di ignorare l’agitazione che gli strizzava le viscere, prese una a caso delle riviste di motori che Fred gli aveva portato e sprofondò sul divano, immergendosi nella lettura.

 

L’uomo lo fissa attraverso il sangue che gli ha inondato il volto. Fa fatica a respirare, perché ha i polsi stretti in una corda saldamente fissata ad un palo e la testa ciondola in avanti, sprofondando tra le clavicole. Una lenta agonia.. Il terrore che illumina i suoi occhi è l’ultimo barlume di umanità che gli rimane.. Il ghigno della creatura dalle fauci spaventose che gli gira intorno come un felino è sbiadito e tuttavia lui lo sente nelle ossa.. Uccidimi, vorrebbe gridargli, ma niente più aria, niente più fiato.. Neanche una goccia di sangue è scivolata a terra. Con precisione e diligenza, la creatura uscita dall’inferno che l’ha catturato ha praticato fori e tagli da cui spillare comodamente e aveva bevuto tutto. Era evidentemente che era una tecnica affinata in anni di pratica.. Prima di perdere i sensi, l’uomo abbassò gli occhi al pavimento e l’ultima immagine che ebbe fu quella di alcuni chiodi neri abbandonati in un angolo della stanza.

 

Si svegliò si soprassalto, un urlo represso nella gola secca, gli occhi che scattavano intorno, alla ricerca della fonte del pericolo. Le mani provarono a stringersi intorno al lenzuolo, ma il dolore lo trafisse. Maledette ferite, maledette bende..!

E poi, capì che si era trattato di un incubo. Raro, ma possibile. I vampiri possono sognare ed i loro sogni sono incubi efferati e tanto realistici da lasciare segni sulla pelle. Spike si guardò il petto nudo e sussultò quando vide i graffi.. Spostò lo sguardo acceso sulle dita che sporgevano dalle bende e ricostruì quanto era successo.. Queste mani fuori uso sanno fare solo questo, bucare la mia pelle per strapparmi via le viscere.. E dai tagli che aveva, pensò che erano stati gli artigli del demone a ferirlo.

Ricadde esausto tra i cuscini, fissando lo sguardo al soffitto. Sapeva che non si sarebbe più addormentato, per questa volta.

 

Ringrazio tutti coloro che leggono. Spero di non deludervi.. Buona lettura.
Ezrebet
   
 
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