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Autore: BeGD    19/09/2010    1 recensioni
una fuga d' amore mette scompiglio nel mondo della musica e all' interno dei Green Day. Vecchi rancori emergono nella preoccupazione, mentre la compagna d' avventura di Billie Joe, Eleonora, vive esperienze straordinarie con colui che credeva essere solo un sogno. E' la mia prima ff.. gradita clemenza..
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Joey! Che è successo?- chiese Livia,spaventata.

-nulla, ti racconto dopo.- ribattè secco l’ altro.

-e mi rispondi così? A me, Joey?? Mi pare che ci sia qualcosa di particolare tra noi, Joey, o mi sbaglio? Mi pare che l’ altra notte ci sia stato QUALCOSA, o per te non significa nulla? Aspetta, adesso ti devo parlare- sbraitò furibonda, prendendolo saldamente per un braccio –cerchiamo di chiarire. Io dovrei farmi i cazzi miei e starmene zitta mentre ti vedo piagnucolare? Certo, ovvio, è così che funziona per te! Sei come tuo padre!-

-come ti permetti a giudicare mio padre in questo modo? Chi te ne dà il diritto, eh?! Non ti permettere mai più, capito? MAI PIU’! Tu non sai nulla di lui! Nessuno lo capisce, nemmeno io lo capivo!- singhiozzò il ragazzo, prima di liberarsi da Livia con uno strattone e andare via.

Non era possibile, non poteva finire così. A Livia crollò il mondo addosso. Perché si comportava così con lei? Aveva fatto qualcosa di male? Era stata sgarbata l’ altra notte, quella magica notte in cui aveva fatto l’ amore per la prima volta, e aveva scelto lui, Joey? Cosa c’ era che non andava, perché sembrava che la loro intesa non funzionasse più? Perché Joey era così distante, e cosa diceva ora di suo padre? Lo stava difendendo a spada tratta quando, solo poche ore fa, lo odiava con tutto se stesso. Perché la sua vita era così incasinata? E perché era nata sieropositiva e non era riuscita a fermarsi con Joey?

-Diane, Diane, mi vuoi dire perché sei stata così.. sorpresa?- incalzò Clarissa, decisa a scoprire tutta la verità. Diane era confusa, cosa che le impediva tassativamente di mentire, il che concedeva a Clarissa una opportunità irripetibile.

-non mi ha detto chi era. Il padre, dico. Mi ha detto che era incinta e di non romperle le palle in caso l’ avessi vista all’ università. Ha detto che era sistemata e che avrebbe portato a termine la gravidanza serenamente. Le si vedeva già il pancione, sai? Non mi ha detto di chi era il bambino. Non me lo ha detto. Di Billie, accidenti. Come ha fatto? Me ne sarei accorta.-

-come te ne saresti accorta? Scusa, Diane, tu andavi a letto con Billie?-

-no, diciamo che.. tentavo di avvicinarlo e.. non ho resistito. È un anno che lo pedino.-

-LO PEDINI?!- chiese Clarissa, sgranando gli occhi dallo stupore.

-lo so, lo so, è una cosa stupida, sì.. ma non ne posso fare a meno, è una specie di malattia. Mi piace troppo, e voglio scoprire le sue abitudini per.. per.. comprenderlo. Per avvicinarlo, per parlargli inventando interessi comuni, che poi sono i suoi che ho visto io. Tipo il gelato da Ghirardelli a San Francisco, o la vodka alla liquirizia.. sai, un modo per approcciarsi.. ma non mi sono mai avvicinata. Non ho mai avuto il coraggio. Allora lo studio. E mi basta.- prese un sospiro, come se si fosse liberata da un grosso masso che le gravava sul petto.

-e negli ultimi tempi lo hai visto strano.. sospetto?-

-ora sta sempre con Mike, a casa del bassista. Sinceramente avevo perso sue tracce da un po’, ma l’ ho rincontrato giorni fa, al cimitero. Stava con Mike, ma c’ era un altro uomo, dietro un cespuglio. Era moro, alto, e lo spiava.-

-lo hai riconosciuto?-

-sì, certo. Si chiama John Kiffmeyer, era il batterista dei Green Day, una volta.-

Era Adrienne alla porta, ma la sorpresa fu vedere, subito dietro di lei, la figura di un ragazzo che la seguiva a testa bassa.

-che c’ è, non mi odi più o sei venuto perché vuoi godere vedendomi soffrire?- mugolò Billie, non appena lo vide, rivolgendogli uno sguardo gelido.

-io..io son.. sono venuto per dirmi che mi dispiace.- soffiò Joey, tutto d’ un fiato. Era teso, come se stesse affrontando un esame difficile. Ma era solo una coltre di vergogna che lo assaliva. Si sentiva ingiusto, stupido, incosciente. Aveva distrutto tutto e aveva fatto soffrire una persona che, se ne accorgeva solo ora, amava più di chiunque altro. Lo voleva abbracciare, voleva dimostrargli l’ amore che aveva tenuto sotto chiave per anni, sepolto dal rancore.

-anche a me.- Billie era sfuggente, diffidente. In realtà, era ferito. Quella lettera lo aveva distrutto. Come dargli torto? Ma si rendeva conto di aver sbagliato, anche lui, di aver preso troppo alla leggera i sentimenti dei suoi figli, di aver preso poche precauzioni per non renderli, loro malgrado, partecipi dei suoi guai. Ma Joey era stato una vipera, e non gli andava di riaccoglierlo tra le sue braccia tanto facilmente. Doveva riguadagnarselo, il suo affetto. Anche se, nascosto tra le pieghe della sua anima, pulsava stoicamente.

-papà, io.. non sapevo, io.. non mi sono mai reso conto che.. beh, pensavo che fosse solo un divertimento, che..-

-un divertimento? Un divertimento, Joey? Sai che vuol dire questo? Che non ti sei mai fidato di me, mai. Che mi hai sempre disprezzato, pensando che quello che facevo fosse solo un passatempo, pensavi che non tenessi a te e a tuo fratello. È vero?- disse Billie, freddo. Il suo tono di voce era piatto, il suo volto inespressivo. Sembrava un automa, sebbene avesse il volto ancora rigato dalle lacrime.

Joey prese un lungo sospiro di incoraggiamento, prima di dire: -sì.-

-bene, vedo che non mi hai mai considerato un buon genitore. Sono felice, sai? Sì, lo sono davvero. Almeno apprezzo la sincerità. Ho sbagliato, Joey, lo so, ma è dipeso da me solo parzialmente. Non pretendo che tu capisca. Ma mi dispiace sapere che mi hai mostrato solo una faccia, in tutto questo tempo: non sei stato mai sincero, vero? Mai, nemmeno quando dicevi che mi volevi bene.-

-io..io.. ti voglio bene, ma.. dopo quello che ho visto.. pensavo che tu non ne volessi a me..-

Billie sbuffò dolcemente, e il suo volto si piegò in un debole, sarcastico, sorriso. –come posso non volere bene ai miei figli? Sei stato immaturo, Joey. Solo immaturo. Io voglio bene a voi, e non immaginate quanto, è a ME che non voglio bene. Io non mi amo, non mi amo da tanto, e ho sempre voluto annientarmi. Ma ho pensato di poter essere utile agli altri: ecco perché mi sono venduto. Ho considerato la mia parte materiale un oggetto, e l’ ho dato via sperando di liberarmene. Mi sono comportato male, lo so, e avrei dovuto lasciare te e tuo fratello fuori da tutto, ma quello che hai fatto tu, Joey, è la cosa più meschina che abbia mai visto e sentito. Io non riconosco mio figlio, vedo solo chi non guarda in faccia a nessuno, non tenta di comprendere, di guardare l’ altro lato della medaglia, ma pensa solo a se stesso. Mi hai deluso, Joey, perché non ti credevo così.-

-lo so, e.. spero di rimediare, ma..-

-come? Aiutandomi? Facendo il facchino? Scontando una punizione? No, Joey, vedi come sei materialista?! No, non è così che rimedierai ai tuoi errori. Agli errori che rimangono segnati sul cuore non si rimedia con le punizioni, ma con la fatica nel riconquistarsi la fiducia. E non credere che, dopo tutto quello che hai fatto sia facile. Mi dispiace, Joey.-

In quel momento, dalla cucina, si udì un ululato di rabbia.

 

 

Eheh, ecco il Billie duro!! Altra faccia del cantante dei Green Day, quella dell’ uomo ferito che concede un’ ultima, faticosa chance al figlio che lo ha in quella maniera ferito. Sarà giusto il suo comportamento, o sarà solo un misero tentativo di dimostrarsi adulto e “difficile”, cercando di smentire la reputazione che gli è stata ormai affibbiata?! Come si dimostrerà in seguito? E di chi è l’ urlo?! Da chi è causato?! Lo scoprirete solo leggendo!!

Grazie ancora a tutti i lettori e a chi recensisce!!

   
 
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