Ho riscritto la poesia, tutta a metafore, qualche sineddoche e altre piccole figure retoriche.
Dovrei scrivere una parafrasi perché il significato è leggermente sfumato, rispetto alla poesia precedente, quest’ultima riprende con attenzione alcuni aspetti degli ultimi profondi momenti che ho passato…intanto vi chiedo di leggerla e spero che vi piaccia anche con questo abito più diciamo “primaverile”...lasciate qualche commento, di tutti i tipi, oltre che piacevole sarà utile
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È l’istante,
il sospiro diventa
Lamento,
e il rintocco del cuore
si fa lento.
Proseguire vorresti
Ma di un motivo,
i resti.
È solitaria la vita
Quando il fiore ammalato
sogna
il mare azzurro
Oltre il grigio monte.
E quando il gregge
Te rinnega
Per quell’occhio
etereo
Che il loro
non coglie.
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Guarda l’insipido sale,
Non ti vede.
Guardati,
te stesso,
la tua lacrima,
e guarda l’orizzonte,
oltre i monti
non scolorendo
le tue iridi.
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Vola,
oltre il colle.
Vola,
aldilà del prato.
E la lacrima riderà.
E vedrai i dolori
Divenire fiori.
Rimirerai
Il verde,
il vento,
il gelo,
il sole
il calore,
il suo amore.
E te, fresca,
rosa,
Viva.
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Freddo,
notte,
odio,
calore
alba,
amore.
Ormai,
sei migliore.
…E poi,
vedrai,
il mondo
guarderà
te.