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Autore: Eleris    20/09/2010    3 recensioni
Visibilmente il titolo si riferisce ad Anna and the King. La storia ha preso qualche spunto da lì. "Com’era possibile che fossero passati così tanti anni? E che comunque lei non si pentisse di ogni minimo giorno? Erano stati felici in fondo. Fino a un certo punto… Il tempo era passato inesorabilmente, e lei si era ritrovata a passare i trenta e in più single, quando invece aveva immaginato di passare la sua vita con Ron."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione teneva ancora la mano in quella di Draco quando si materializzarono nel parco accanto casa sua.

Staccò brutalmente la mano da quella dell’uomo che le stava accanto e corse verso casa sua facendo attenzione ai tacchi che rischiavano di farla cadere a terra.

Di fronte casa sua c’era Harry, che parlava con quel nuovo Auror, Roberts. Appena la vide, liquidò il ragazzo e si incamminò verso di lei. Fu solo dopo esserle arrivato di fronte che fece una faccia disgustata.

-Malfoy – si limitò a dire, a mò di saluto.

-  Potter -  rispose il biondo.

- SI vabbè Harry, andiamo al sodo.  Cos’è successo? –  disse Hermione con una certa impazienza nella voce.

Harry, la scrutò da dietro i suoi occhiali. Elegante, col tacco, capelli in ordine. Che lei e Malfoy …?

Scacciò subito quell’idea che si faceva avanti nel suo cervello come le zanzare nelle notti estive, quando ronzano vicino alle orecchie. Le disse : 

- Vieni, Herm. Dobbiamo controllare se manca qualcosa. Io non ho notato niente di strano. Il bello è che chi si è introdotto in casa tua non lo ha fatto con l’uso della magia. Ha rotto un vetro. Poi però, al momento di uscire ha provato a smaterializzarsi. E li sono scattati gli allarmi. All’inizio pensavo fossi tu ad esserti smaterializzata per sbaglio, ma ho ricordato che James pomeriggio ci aveva detto che eri dai Malfoy – e quel nome suonò tanto come un’offesa -  e così sono venuto a controllare. C’era la porta scardinata, libri e quaderni sottosopra, cassetti aperti. Non so cosa cercassero, Hermione… -

La ragazza aveva un brutto presentimento anche se non sapeva spiegare il perché.  Si girò verso la facciata frontale di casa sua, e si incamminò verso le scale. Harry stava per seguirla, quando lo sentì sbraitare

– Malfoy,  grazie per averla  accompagnata, ma ora puoi pure tornare a casa tua. –

Hermione si girò verso i due.  Draco aveva gli occhi contratti come se volesse entrare nel cervello di Harry e comprendere cosa gli passasse per la testa. Harry, al quale non fregava niente sapere cosa passasse per la testa di Malfoy, aveva un’espressione strana… quasi… arrabbiata. 

 

-        Grazie per la concessione Potter, ma non ho intenzione di andarmene finché non lo crederò io. E poi, è casa della Granger, non tua. Che sia lei a mandarmi via… - disse sorridendole con aria di sfida.

 

Hermione non era in grado di pensare anche a loro due così disse  - Oh, al diavolo! – entrando in casa senza girarsi per accertarsi che i due uomini la seguissero.

 

Si avviò verso sinistra, dove c’erano la cucina e il soggiorno. Il mobile dell’entrata aveva i cassetti completamente aperti, ma non se ne curò, c’erano solo le bollette babbane.

In soggiorno, trovò tutti i suoi libri a terra. Ma ciò che la fece davvero infuriare, fu vedere pagine strappate e sgualcite per terra. Si abbassò a raccogliere uno dei libri più costosi che aveva comprato per le sue ricerche: la copertina rigida completamente staccata.

 

Harry, non era stato minimamente d’accordo con Hermione nella sua decisione di accettare il lavoro che le aveva proposto Malfoy. Aveva provato a farla desistere, ma lei da solita testarda non gli aveva dato retta. Aveva provato a usare la scusa “Ron uscirà di testa”, ma la cosa aveva sembrato peggiorare la situazione. Alla fine si era rassegnato, ma disprezzava Malfoy quasi come a scuola. Questo però non gli impedì di provare una certa compassione nel momento in cui vide Hermione in quelle condizioni: gli afferrò il braccio e lo spinse indietro dicendogli : - Malfoy, per il tuo bene, allontanati. –

 D'altronde lui la conosceva bene. Sapeva quello che le succedeva quando qualcuno le toccava i libri e – peggio ancora – glieli rovinava: magia involontaria di qualsiasi genere  e fatture scagliate di qua e di là.

 

 

*****

 

Hermione era girata di spalle, così Harry non poteva vederle il volto. Ma immaginò di che colore fosse diventata, quando le cose intorno a lei cominciarono a levitare. Fogli di carta, libri, sedie che sembravano non rispettare la forza di gravità, penne.

-          Ma cosa casp… - Draco non finì di parlare che Harry gli tirò una gomitata tra le costole. Lui si girò con fare minaccioso, ma Harry gli disse – fidati Malfoy, non dire un’atra parola, e allontanati lentamente dalla stanza. –

Il biondo fece come Harry gli aveva detto. Harry invece fece qualche passo avanti verso la ragazza.

-          Herm.. Herm? Hermione? – disse Harry, con un tono che voleva sembrare calmo ma che risultava teso come una corda di violino.

-          Cosa c’è Harry? -  disse l’amica con un tono che sembrava tutto fuorché disinteressato.

-          Co … co… come ti senti Hermione? - . ok, adesso aveva davvero paura di una fattura. Aveva avuto meno paura di fronte a Bellatrix Lestrange.

-          Bene, Harry, perché? -  si girò: aveva il viso rosso come lo aveva visto solo quella volta che Ron aveva buttato il thè sul suo libro di aritmanzia.  Lo superò, uscì dalla stanza e salì per le scale, con ancora fogli e penne che le levitavano intorno.

Harry si era calmato non appena lei era uscita dalla stanza. A quel punto si sedette sul divano, senza forze. Fu allora che sentì Malfoy parlare.

-          Potter, spiegami che genere di malattia magica ha la Granger. –

Non poté non scappare una risata al moro.

-          Malfoy,  nessuna malattia. Esce di testa se le vengono toccati o rovinati i libri. Ormai la conosco bene, è capitato anche di peggio. Forse sta solo aspettando di trovare la persona che ha fatto tutto questo… -

-          E … e lei … Fa così per i libri? E come mi spieghi le cose che le volteggiavano intorno, eh? – disse lui piuttosto restio a credere a quella spiegazione.

-          Magia involontaria, Malfoy. Le succede sempre quando è troppo nervosa o agitata. Al quinto anno l’abbiamo dovuta portare da Silente perché non riusciva a smettere di mandare scosse elettriche a chiunque le stesse a un metro di distanza…  -  e Harry sorrise, pensandoci.

-          Fai davvero, Potter? – : Draco era scioccato.

-          Oh si! E Silente ha detto che non ci sono modi per bloccarla se non calmandola. Diceva che la maggior parte dei maghi più brillanti avevano lo stesso problema seppur con stati d’animo differenti.  –

-          Quindi Silente crede che lei sia tra i maghi più potenti della storia? - 

-          Avevi dubbi Malfoy? – disse il moro con un’alzata di sopracciglia. – e … credeva. -  continuò ocn un tono diverso, più astioso.

-          Cosa stai dicendo Potter? – la tensione tra i due aumentava.

-          Parlo di Silente. Credeva. E’ morto, e proprio tu, non dovresti dimenticarlo…. –

Fu allora che il volto di Draco diventò una maschera di freddezza e astio. Si alzò, prendendo la bacchetta.

-          Potter, non azzardarti più a … -  ma non fece i tempo a finire che vide una sagoma entrare nel salottino. Era la Granger, che li interruppe con un  - cosa sta succedendo? -  così minaccioso che entrambi si sentirono come due undicenni di fronte alla McGrannit.

 

Erano entrambi preoccupati dal cambiamento improvviso di Hermione. Tutt’a un tratto era calma. Non sentì nemmeno ciò che avevano da dirle, ma si avvicinò in tutta fretta al tavolo. Girò tra le carte. Mancava qualcosa. Mancavano un sacco di appunti da lei accuratamente trascritti da quei libri: ergo, parte delle sue ricerche erano state vane.

-           So cosa cercavano. Harry, mancano i miei appunti, le mie ricerche.  –

e con queste parole si fiondò verso l’uscita del soggiornò, salì le scale e per mezz’ora né Harry, né Draco, ebbero notizie della ragazza.

 

 

*****

 

Quando scese dalle scale, cambiata con abiti comodi e coda di cavallo, Malfoy quasi non la riconobbe. Portava una borsa molto grande a tracolla. 

Li guardò con aria preoccupata, e al contempo con uno strano cipiglio.

-          Harry, so chi è stato. – disse, porgendogli una boccetta: c’erano i suoi ricordi dentro.

-          Guardali il prima possibile. – Continuò.

Harry prese la boccetta, e la guardò meglio: stava partendo.

-          Hermione, di preciso dov’è che stai andando? –

E lei, molto semplicemente rispose: - In Messico. - si girò verso Malfoy, che la guardava come se non credesse a quello che stava ascoltando e parlò: - Malfoy, adesso passiamo un attimo da casa tua. Non sarò presente per almeno una settimana, ma devo assegnare i compiti a Scorpius. – e lui senza battere ciglio ribatté con fare svogliato:

-          Va bene Granger. –

Al contrario, Harry non era d’accordo con l’idea di Hermione, e non mancò di farglielo notare.

-          Herm, almeno aspetta domattina. Questa notte puoi venire a dormire da noi, e in tutta calma ragionare sul da farsi. - . Il moro guardava con un cipiglio infausto Draco, che al contrario non lo degnava della minima considerazione.

-          Non posso Harry, passo a dare i compiti a Scorpius e uso una passaporta. Salutami James, Albus e Ginny – disse dandogli un bacio sulla guancia, a cui Draco rispose con uno sguardo disgustato.

Poi si girò verso la porta.

-          Malfoy, sbrigati, non posso  fare tardi. – e scese le scalette che conducevano all’esterno.

  
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