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Autore: Oducchan    20/09/2010    4 recensioni
Pertanto, fu con sommo orrore e pietrificazione facciale che, quando spalancò la porta colmo di speranza, per poco non rischiò di restarci secco nel vedere un gigantesco mazzo di girasoli e camomilla stazionare appena sotto un angelico sorriso e un naso imponente, avvolti per metà in una sciarpa di lana.
Se sei canadese, non sperare mai che possa esserci per te un compleanno normale. Specie quando ti ritrovi un numero sproporzionato di pseudo-spasimanti che in teoria dovrebbero rammentarsi di te, ma il cui unico obiettivo è riempirti la casa di fiori.
[Canada day ♥][Presenza...hem...di insulti XD]
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Canada/Matthew Williams
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buon Compleanno… almeno, in teoria

Buon Compleanno… almeno, in teoria

 

♥♥

 

 

 

-Ahem…potreste cortesemente… ecco, smetterla?-

Parole vane, le sue. Piovvero nel caos generale come leggera pioggerellina primaverile, fine e delicata, di cui nessuno si avvede e nessuno si cura. Canada fece un passo avanti, angosciato nel vedere il suo bel salotto prossimo alla distruzione operata dai suoi ospiti, e cercò di richiamare in qualche modo la loro attenzione, agitando tremulo un braccio, tenendo stretto Kumajiro al petto con l’altro. Niente da fare neanche in questo caso: erano tutti impegnati in attività più interessanti.

No, non pensate male! La scena che si prospettava agli occhi sconsolati della povera nazione nordamericana era più o meno questa: sul secondo divano avevano preso posto nuovamente i baldi giovani venuti in visita, con l’ovvia aggiunta dei nuovi arrivati; tuttavia, di idillico nel quadretto non vi era assolutamente nulla: da circa un quarto d’ora, Cuba si stava adoperando per far passare il suo acerrimo nemico, America, a miglior vita, tempestandolo di pugni in testa e provando ad intervalli regolari a soffocarlo con potenti boccate di fumo. Pretesa vana: Alfred a malapena si accorgeva del disturbo, intento a strafogarsi dei piatti di biscotti che facevano mostra di loro sul tavolino; e se proprio avesse voluto inquietarsi per una certa animosità circolante nell’aere, sarebbe bastato voltare il capo a destra o sinistra, giusto per finire investito o dagli improperi degni di uno scaricatore di porto che uscivano dalle labbra di Inghilterra, o dalla sequela di termini poco lusinghieri in francese stretto con cui Francia replicava. I due, infatti, parevano aver tutta l’intenzione di rinverdire i bei tempi andati insultandosi in ogni modo possibile e cercando di arrivare alle mani noncuranti del terzo incomodo frapposto tra loro (e Canada non esitava a credere che se Inghilterra lo facesse per pura furia e desiderio di tirare il collo ad almeno uno dei due, Francis avesse assecondato la cosa proprio con la prospettiva di un manage à trois). A chiudere il tremendo siparietto, incuneato tra il francese e uno dei braccioli, Olanda beveva pacifico il suo bravo the, limitandosi a distribuire gelide occhiate, afferrando di quando in quando il colletto della camicia del suo vicino nei momenti culmine della litigata, oppure assegnando qualche tulipanata random in testa a uno del quartetto quando la situazione diventava insostenibile e il suo self-control andava a farsi benedire.

Matthew sospirò, rassegnato. Era davvero una pessima stella, la sua; la prossima volta, avrebbe dovuto provare ad indossare qualcosa di appariscente per risultare visibile: magari un bel maglione arancio fluorescente; o meglio ancora, una giacca gialla con inserti catarifrangenti. Quelle delle macchine, sì. Però ci voleva anche un bel faretto puntato addosso, sempre se il suo boss glielo concedeva. Oppure…

Il corso delle sue peregrinazioni mentali venne bruscamente interrotto da un fracasso di vetri infranti provenienti dal bagno, che lo fece sobbalzare dallo spavento a tal punto da rovesciare sul pavimento metà del contenuto della tazzina. I suoi cinque ospiti si bloccarono all’unisono, guardandosi a turno in viso per individuare chi tra loro potesse essere stato a creare il disastro; ma il padrone di casa non si fermò a contemplarsi la scena, preferendo scattare immediatamente in piedi e precipitarsi verso la zona del presunto incidente recuperando strada facendo una mazza da hockey dall’ingresso, con Kumajiro al seguito armato della sciabola delle Guardie a cavallo.

-Chi… chi c’è?-

La porta del locale toilette venne spalancata e, orrore! Alla vista del poverino si parò un corpo umano, infilato tra il water e il lavandino, i cui arti si agitavano orrendamente nel vano tentativo di liberarsi. Il mazzo di fiordalisi che teneva in mano di sicuro non lo aiutava nell’impresa, visto che a furia di venire sbatacchiato tra un mobile e l’altro aveva sparso petali e foglie praticamente ovunque.

In quel mentre, cinque baldi soccorritori giunsero in suo aiuto: ma purtroppo per lui, quattro rimasero incastrati nella porta per troppo ardore di aiutarlo, iniziando a bisticciare e a ricoprirsi d’insulti a vicenda, mentre il quinto aspettava paziente che si sgombrasse il campo d’azione. Canada, sconsolato, si avvicinò al nuovo arrivato, cercando di identificarlo

-Tutto bene?- si azzardò a chiedere, con un filo di voce. A quelle parole, l’invasore ebbe un ulteriore sussulto, dimenandosi convulso per riuscire a liberarsi. I fiordalisi sfrecciarono nel’aria, finendo per l’ennesima volta a stretto contatto col rubinetto e rischiando un incidente diplomatico con il suo naso; allarmato da questo comportamento, Matthew tentò di avvicinarsi in un altro modo, inginocchiandosi e strisciando accanto al malcapitato… giusto per vedere, spiaccicato contro i tubi di scarico, un volto familiare incorniciato da inequivocabili capelli albini.

-Prussia?!?-

Il disgraziato riuscì a ruotare in qualche modo il volto al suo indirizzo, rivolgendogli la parola con voce gutturale e cavernosa.

-Canada! Buon compleanno dal meraviglioso me!-

Il poverino per poco non rischiò il collasso. Fortunatamente, a prenderlo al volo evitandogli un contatto diretto con le piastrelle bianche e rosse ci pensarono le forti mani di Olanda, il quinti soccorritore che, visto che i suoi compagni di missione non volevano saperne di collaborare e rendersi utili e avevano preferito rinvangare decenni di guerre e insulti, si era rimboccato le maniche, aveva scavalcato il blocco con un balzo degno di un consumatore dell’Olio Cuore – in barba agli strilli di America sul suo essere l’eroe-, ed era giunto prontamente al fianco del pulzello in difficoltà.

-Posso fare qualcosa?-

Con un sospiro, Canada gli indicò il nuovo arrivato.

-Tiralo fuori di lì, per favore- pigolò, esausto, mentre si rimetteva in qualche modo in piedi. L’altra nazione annuì, senza scomporsi minimamente, e iniziò ad armeggiare con i piedi scalpitanti del tedesco intrappolato, cercando di acchiapparli e sfruttarli per farlo uscire dal punto in cui era incastrato. Matthew si diede una sistemata, spolverandosi rapidamente i vestiti, e lasciò contro il muro la mazza da hockey che, non se n’era accorto, ancora portava con sé. Proprio in quel momento, per l’ennesima volta nell’arco della giornata, il campanello squillò.

Allarmato, il padrone di casa rivolse un’occhiata alla porta, riuscendo per la prima volta a tirare un sospiro di sollievo: alla fine, aveva vinto la diplomazia, i contendenti avevano deposto le armi e si erano dati da fare per scardinarsi dagli stipiti –insomma, non potevano certo lasciar fare tutto a quel fumatore d’oppio da strapazzo! Quindi erano riusciti a disincagliarsi, giusto in tempo per permettergli di sfrecciare poco elegantemente fuori dalla stanza, lasciandoli con un palmo di naso, e correre nuovamente all’ingresso pronto ad accogliere il postino.

Oh, anima ingenua! Perché sì, Canada ancora sperava che ci fosse da qualche parte in quel mondo un qualche funzionario pubblico, statale, privato o chi per esso pronto a giungere in suo soccorso e capace di sgominare da solo la mandria di nazioni che stava andando ad formarsi in casa sua. Avrebbe accolto a braccia aperte chiunque, in quel momento, persino la Regina venuta a dirgli che gli toglieva lo status di dominio e che doveva tornare a vivere in Gran Bretagna, o un inviato di Discovery Channel che gli annunciava di essere stato cancellato dalle cartine mondiali. Andava bene anche Quebec-kun, in alternativa, bastava che facesse qualcosa.

Pertanto, fu con sommo orrore e pietrificazione facciale che, quando spalancò la porta colmo di speranza, per poco non rischiò di restarci secco nel vedere un gigantesco mazzo di girasoli e camomilla stazionare appena sotto un angelico sorriso e un naso imponente, avvolti per metà in una sciarpa di lana.

-Vuoi diventare tutt’uno con me, da?-

Un secondo. Due secondi, Tre secondi. Nessuna risposta celebrale. Funzioni vitali, quasi certamente assenti. Risposta muscolare, nulla. Incapace di muovere un solo muscolo, anche solo per togliersi l’espressione idiota dalla faccia o per richiudere la mascella spalancata, Canada rimase ad osservare pietrificato il volto sorridente di Russia per un tempo che gli parve interminabile. Quando riuscì a rientrare in possesso delle funzioni motorie, l’unica cosa che riuscì a fare fu chiudere la porta, premurandosi di farla sbattere, chiuderla a chiave con un numero sovrabbondante di mandate, posizionarci di fronte il mobiletto dell’entrata e poi accasciarvicisi contro, disperato.

Quello era un incubo. Punto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cielo. L’ho fatto davvero XD

Note random: il fiore nazionale della Russia è, a quanto pare, la camomilla. Il che mi ha lasciato molto perplessa…la nazione in sé non dev’esserne una gran consumatrice O_O (XD)

I fiordalisi invece sono uno dei fiori nazionali della Germania.

Bene. Se qualcuno ha da proporre altri spasimanti per il giovane Canada, lo faccia pure, vi vorrò molto bene XD Altrimenti, la mia lista personale si è esaurita e con il prossimo capitolo –sperando di sfornarlo in tempi brevi – avrei finito la pantomima.

 

Grazie per le recensioni a:

kymyt: spero che Olanda si sia riscattato abbastanza XD Un po’ di moto non può che fargli bene U_U Ahem, Danimarca con l’ascia era una gran bella idea (*___*), però ho ripiegato su Prussia dalla finestra del bagno. Spazio per aggiungere sempre c’è U_U grazie socia <3

Rota: non so se sia propriamente la WWIII, diciamo che hanno fatto le prove generali con manovre d’emergenza –leggi come: mettersi a dieta XD Che ci devo fare, cherie, torturare Canada è divertente. Dà soddisfazioni XD

Gracy110: stiamo contattando Svezia, ma all’ambasciata mi dicono che è misteriosamente sparito nel nulla… bisognerà recuperarlo di là del ponte XD Il fato, come Neji insegna, è inversamente più contrario tanto più incrociamo le dita ^^ (e tanto più la mia mente si scatena XD)

Prof: Grazie per le correzioni, purtroppo qualche svista mi sfugge sempre T_T credo che il poveretto sarebbe tanto felice di vederti, specie in questo momento *dalle sue spalle si eleva un pigolio… “Non mi sto divertendoooo ç_ç”*. Mi sa che qui l’abbiamo perso XD Grazie <3

Ballerinaclassica: mi scuso con il ritardo XD Questo capitolo ha vegetato per giorni nel mio pc in attesa di uno sviluppo decente XD Spero di non essermi fatta odiare per come l’ho trattato, povero Canada, invece di valorizzarlo gli sto facendo venire una crisi di nervi XD Grazie mille <3

 

Besitos a voi tutti, a presto (si spera)

wolvie

   
 
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