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Autore: BluCobalto    20/09/2010    0 recensioni
Immaginate un ragazzo che aspira ad una vita perfetta cadere vittima degli scherzi del destino e veder sfumare poco a poco ogni sua certezza. Questa è una storia divertente ma triste, un racconto di sincerità ed amicizia, un racconto di disperazione e amore...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prevedibile sarebbe stata la scenata cui il povero Nico sarebbe andato incontro, il direttore del prestigioso conservatorio gliene avrebbe cantate di cotte e di crude vedendosi parare dinanzi il ragazzo che per poco non si era fatto investire per strada. Magari avrebbe annullato il concerto, congedato i professori e se ne sarebbe andato come fosse stato “ferito nell’orgoglio”. Tuttavia il vecchio si limitò a fissare Nico e a indicarlo sorpreso e dopo qualche secondo interrotto nel suo stupore, si sarebbe ricomposto per stringere la mano al ragazzo. Il direttore squadrò Nico un’ultima volta e gli suggerì di dare del suo meglio per il concerto.

Inverosimilmente il ragazzo era scampato al suo terrore più grande e ora si trovava seduto a fissare il soffitto. Il pianista gli si avvicinò incerto per chiedergli se ci fosse stato qualche genere di problema di cui non erano a conoscenza. Nico si limitò a raccontargli i fatti per com’erano accaduti aggiungendo “le sue buone ragioni” alla storiella. In fondo Nico avrebbe dovuto aspettarselo, chi altri se non un famoso direttore (che quel giorno si sarebbero diretti per l’unica strada verso il suo liceo) avrebbe utilizzato un’auto sportiva del genere per viaggiare. Il vecchio si era dimostrato comprensivo e aveva evitato una scenata. Lo aveva lasciato impalato a osservarlo uscire dal retroscena del palco con l’ammonimento (perché era difficile che ormai si trattasse di un semplice augurio) di fare del suo meglio in ciò che era più bravo. Ma non si trattava di questo, Nico sarebbe dovuto essere necessariamente il migliore se voleva farsi perdonare dall’unica persona che gli avrebbe assicurato un futuro. Quella sarebbe stata l’ennesima motivazione per andare avanti. Mentre Nico rifletteva, la presentatrice stava già annunciando i prossimi e la sua band si trovava dinanzi al sipario in attesa che esso mostrasse loro, quanta gente era la per acclamarli meritatamente o per fischiare delle cattiverie. Il discorso era quasi finito, Nico si schiarì un attimo la voce e represse ogni sorta di timore o emozione, gli era stato insegnato a calmarsi e a respirare profondamente nelle situazioni più ardue. Nico era là per cantare, il resto oramai non contava più; si affiancò ai tre musicisti con i quali aveva tanto provato e li osservò uno ad uno per infondergli sicurezza.

Una sicurezza che Nico stentava anche a considerare e riconoscere come sua.

-Ed è con grande gioia che il nostro liceo vi presenta il meglio della sua musica!-

Il meccanismo del sipario si mosse per rivelare la band che di lì a poco avrebbe suonato per coloro venuti ad ascoltarli. Nico chiuse un secondo gli occhi sperando di riaprirli per osservare decine e decine di mani che applaudivano per lui, per i violinisti, per lo sciatto ma bravissimo pianista alla sua destra..

Invece Nico vide solo la tenda rossa così come la aveva lasciata. Eppure il meccanismo avrebbe dovuto come di consueto spalancare il sipario, possibile che non funzionasse?

Nico rimase ad osservare le tende ondeggiare tranquille e provò a immaginare la moltitudine oltre quel rosso fluente. Altri trenta secondi, il pianista guardò distrattamente alla sua destra sussurrando non so che cosa al macchinista che di tutta risposta si scrollò le spalle spaesato quanto lui.

Pessimo segno.

Intanto qualcuno oltre il sipario aveva cominciato a sghignazzare e a parlottare vivacemente. Si potevano sentire le professoresse ammonire i burloni e le prime file mormorare silenziosamente le loro erronee ipotesi sul ritardo.

Altri trenta secondi, il sipario non voleva proprio aprirsi. Ma cosa stava succedendo? Alle spalle di Nico alcuni alunni addetti alla manutenzione e progettazione della scenografia correvano disorientati alla ricerca del problema fino a ché uno di loro parlò a Nico bisbigliando che non si trovava colui che avrebbe dovuto alzare il sipario.

-E alzatelo voi no?-

-Certo, guarda si è già aperto per metà!-

Mezzo uditorio lo stava fissando interessata al fatto che il telone si fosse aperto quel che bastava per presentare il solista. Nico si sforzò di non tradire nessuna sorpresa e fu capace di sostenere lo sguardo di tutti quelli che studiavano il ragazzo sulla scena.

In contabile il numero delle imprecazioni che affollavano la mente di Nico in quel fatidico momento. Ma sul viso egli non mostrò nulla, a detta di chi lo osservava, il ragazzo aveva uno sguardo preparato: come se fosse a conoscenza di ciò che stava avvenendo.

Finalmente il sipario si aprì del tutto e un sonoro applauso accolse la sfortunata band. C’era una qualche ammirazione negli sguardi del pubblico, e in particolar modo chi lo conosceva gli stava applaudendo perché lo aveva già sentito cantare dal vivo; stava augurandogli buona fortuna…

La musica del pianoforte fu la prima a chetare la sala, le luci si spensero rimanendo per illuminare i membri sul palco: si comincia, Nico si bagnò le labbra avvicinandosi al microfono.

Lui doveva solo cantare, come aveva sempre fatto, nulla di più…

  
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