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Autore: MihaChan    20/09/2010    2 recensioni
Un affare grosso in pentola, una parola di troppo, usata per fare una bella impressione, per dimostrarti una persona matura, seria, intenta a crearsi un futuro, quando in realtà il tuo unico pensiero è divertirti. Peccato che poi le belle parole ti si ritorcano contro. La paura che tutto vada in fumo t’invade, già t’immagini, nonostante la maggiore età, le ramanzine di tuo padre, e ti maledici mordendoti la lingua, dannatamente eloquente.Fortunatamente c’è lui, il tuo caro vecchio –e ottimo- amico, che, saputa la notizia, trova con rapidità la soluzione, e ovviamente, quando ti spiega il suo “geniale” piano, rimani molto perplesso, ma controvoglia, ti ritrovi costretto ad accettare la cosa, poiché forse, è l’ultima –e unica- ancora di salvezza –anche se non ne sei pienamente convinto- per il casino che TU hai creato. Sei nella merda, ragazzo mio… Complimenti.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
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Capitolo 02

Istruzioni e... Aaaaazione!.

Quella mattina mi sarei incontrato con Elliot, e ovviamente con Demyx.
Io e lei dovevamo dire le stesse identiche cose al Signor Murphy, quindi dovevamo metterci d’accordo su tutto, prepararci il copione per ogni cosa, dal primo incontro al giorno del matrimonio, al viaggio di nozze all’arredamento della casa, eccetera eccetera.
Anche se mi ero reso conto –in tempo, per fortuna- che non avevamo nemmeno mezza foto che confermasse il nostro convoglio a nozze… Quindi, dovevamo anche fare un paio di foto, in abiti nuziali… Per fortuna avevo un gruppetto di amici che mi avrebbero aiutato all’istante anche per questo.
Eh sì, potevo ritenermi fortunato, avevo allacci dappertutto, e forse era per quello che m’infilavo spesso e volentieri nei casini… Sapevo di poter contare sempre su qualcuno.

Quando arrivai a casa di Dem, verso le nove, già vi trovai Elliot, ovviamente in compagnia del piccolo Sora che, appena mi vide, mi corse in contro sorridendo felice.
«ACEL!» Urlò, avvinghiandosi alle mie gambe, come se non mi vedesse da chissà quanto tempo, o come se fossi un amico che vedeva tutti i giorni. Mi chinai vicino a lui, scompigliandogli i capelli già incasinati.
«Axel! A-X-E-L! Got it Memorized?»
«A-C-E-L! Cat Memoice!»
«Ahahahahahahah!» Ovviamente Demyx si fece sentire con tutta la sua immensa grazia, mentre Elliot rideva in modo più composto. Sbuffai, arrendendomi. Quel piccolo mi prendeva deliberatamente in giro, ed era uno spasso, a essere onesti.
«Buongiorno» Dissi, rivolto agli altri, che ricambiarono il saluto. «Allora, andiamo? Abbiamo molte cose da fare.»
«Sì, però devo chiederti se possiamo mettere questo passeggino dietro al cofano e se posso montare questo seggiolino in auto… Per Sora, mica posso tenermelo in braccio tutto il giorno, pesa il signorino.» Chiese Elliot, mostrandomi i due oggetti, ovviamente le dissi di sì, ci mancava pure che rifiutassi.
Quando fu tutto pronto, partimmo verso la prima meta: Parrucchiere e Estetista. Nel tragitto, iniziammo a discutere su alcune cose.
«Allora, Axel… Quando ci siamo incontrati?» Mi chiese lei, guardandomi dallo specchietto retrovisore.
«Un anno fa’.»
«Dove?»
«Hm… In una discoteca?» Proposta banale.
«Nah, troppo banale…» Appunto «Che ne dici di… Di…» Di? Aw, rimanemmo in silensio per diversi minuti, pensando ad un primo incontro.
«A una festa di un amico in comune?» Propose Demyx, lo guardai con la coda dell’occhio, sorridendo. Sapeva rendersi più utile di quanto pensassi, davvero.
«Ottimo! E l’amico sei proprio tu, Dem, che ci fai anche da testimone!» Esultò Elliot, dando un paio di pacche sulla spalla di Dem, che gongolò soddisfatto.
«Fantastico… Un imbecille come Testimone…» Proruppi, roteando gli occhi.
«Ehi!!!»
«Andando avanti…» Lo stoppai prima che potesse continuare porgendo un'altra domanda essenziale. «La nostra prima volta?» A quella domanda, entrambi mi guardarono spalancando gli occhi, Demyx diventò rosso come i miei capelli, ed Elliot lo seguì a ruota libera.
Che ho detto?? “La nostra prima volta?” ….Ops.
Mi ero espresso male.
«Cioè! Volevo dire… Il nostro primo appuntamento…?»
«Ah…» Entrambi tirarono un sospiro di sollievo. «Hm… Fuori a cena e poi… A una partita di Basket?» Propose Elliot, fantastico! Accettai all’istante, adoravo il basket!
«Ovviamente si tifa la stessa squadra, spero…» Ti prego, ti prego…
«I Lakers!»
OH YEAH! «Yep. Poi… Dopo un mese ci siamo messi insieme e dopo altri sei mesi, ti ho chiesto di sposarmi.»
«Ok. E dove me lo hai chiesto? E come?» Eccola. La parte peggiore… Non ci avevo ancora pensato.
«Eh… Che ne so… Come si chiede una cosa simile, Dem?»
«E io cosa ne so!!» Disse, facendo spallucce.
«Elliot?»
«Io… Ci devo pensare, non voglio che sia la solita cosa banale…»
«Ok, non c’è fretta, c’è tutta la giornata per pensarci.»
Dopo diversi minuti, entrammo nel negozio della mia amica Naminè, che ovviamente mi fece una partaccia perché non andavo a trovarla da qualche tempo –che poi, perché, lei non poteva venire da me??.
Le dissi che Elliot, un’amica, aveva bisogno di un’acconciatura da sposa per l’indomani, non mi fece domande, il che andò benissimo, non avevo voglia di spiegarle tutto.
«Ma perché mi devo fare un’acconciatura da sposa per domani? Non è esagerato per una cena?» Mi chiese Elliot quando fummo fuori, diretti all’altra meta.
«Ehrm… Ecco… Ci pensavo ieri sera…»
Le spiegai la mia idea di scattare delle foto “Tarocche”, per avere delle prove concrete del nostro “matrimonio”, insomma, era più che normale che una coppia di sposi tenesse una foto del giorno più bello esposto in casa, i miei ne avevano un casino. E quale prova migliore di quella poteva mai esserci? Il Signor Murphy ci sarebbe cascato come una pera cotta, yep.
«Wow. Hai pensato proprio a tutto, eh?» Chiese, stupita da quella mia minuziosa precisione.
«Certo. Mica sono il primo imbecille che capita a tiro, io!» Dissi, vantandomi. Sì, ero vanitoso!
«Deve essere importante quest’uomo per non voler tralasciare niente…»
«Direi proprio di sì.» Mi accesi una sigaretta, ne offri una anche a lei, ma rifiutò, mentre Dem ne approfittò subito prendendosene ben tre. Scroccone.
«Posso sapere chi è? O devo chiamarlo “Signor importante”?»
«Oh, certo. Si tratta di William Murphy.» Dissi tranquillamente
«…W-William Murphy??» Sussurrò, con un velo di incredulità nella voce. La guardai annuendo. «Quel William Murphy?» Domandò, sempre con lo stesso tono di voce, riconfermai sempre annuendo.
«Oh cielo… E tu chi sei?» Chiese poi, afferrandomi per un braccio.
«Come chi sono?» Domandai perplesso «Axel Smith…»
«Si, sì, lo so ma… Cioè, come fai ad averci a che fare? Che lavoro fai?»
«Ah già, non lo sai. Io sono il Vice-Direttore dell’Hotel “Radiant Garden”» A quella mia risposta, la ragazza spalancò gli occhi a livelli disumani. «Cosa c’è? Qualcosa che non va?»
«No, no, niente…» Sussurrò, capivo che magari avere a che fare con uno come me poteva esser… Strano? No, una novità! Però era esagerata come reazione, ero pur sempre un ragazzo normale, mah, le donne, valle a capire.
«Ora dove andiamo?»
«Beh, Demyx. Adesso dobbiamo comprare un bel vestito da sera e delle scarpe alla signora Smith»
«Ma veramente a casa io avrei un bel vestito, non è necessario com…»
«Ma no, ma no! Domani dovrai essere bellissima.» La interruppi, senza darle via di uscita «Non preoccuparti, te lo compro volentieri un abito! Magari ne compriamo uno anche a Sora, che ne dici, piccolo?» Dissi, abbassandomi per raggiungere il viso del moccioso, che sorrise.
«Non voglio la tua compassione.» Proruppe lei, guardandomi fisso negli occhi, rilanciai l’occhiata, per poi scoppiare a ridere.
«Compassione?! Adesso voler fare un regalo al figlio e alla donna di uno dei miei migliori amici è “compassione”?»
«Al figlio e alla donna di uno dei tuoi migliori amici?» Ripeté lei, aggrottando le sopracciglia. «Tu… Conoscevi Zack?» Chiese poi, sussurrando.
«Certo. Io, Dem e lui siamo cresciuti insieme.»
«Ah…»
«Guarda la cosa da questo punto di vista: Il vestito, i giocattoli o quello che preferisce che prenderò a Sora, sono il mio regalo per la sua nascita, della quale Zack se avesse potuto mi avrebbe avvisato mentre tu avevi sentito la prima contrazione…» Apparve un piccolo sorriso sul viso di Elliot, probabilmente, come me, si era immaginata la scena. «Mentre il vestito e tutta l’altra roba che comprerò a te, sarà il mio regalo per esser diventata mamma e per aver reso Zack papà.» Mi guardò un po’ scettica, per poi fare spallucce, come se rinunciasse. Meglio così.
«Oh, Axel! Ma quanto sei romantico! Quanto sei dolce!» S’intromise Demyx, afferrandomi per un braccio e sfoggiando un orribile paio di occhi lucci-cosi.
«Non pigliarmi per il culo, Demyx.»
«Non ho questi gusti, io!»
«Meno male…»
Riprendemmo a camminare tranquillamente, chiacchierando ogni tanto un po’ di tutto, anche se principalmente ero interessato a conoscere i gusti di Elliot, dovevo sapere più cose possibili di lei, e lo stesso doveva fare lei con me, scoprii che aveva una certa passione per il fuoco, non che fosse una piromane –cosa che io fui ai tempi delle superiori- ma l’attirava molto il movimento di quell’elemento tanto pericoloso. Fico, avevamo un’altra cosa in comune.
«Scusa.» Disse d’improvviso lei, mentre gironzolavamo all’interno di un negozio di Giocattoli, dove Sora si stava dando alla pazza gioia insieme a Demyx. Aw, quel ragazzo era un eterno moccioso.
«Eh? Riguardo a cosa?» Domandai, preso alla sprovvista.
«A prima… La storia della Compassione…» Sussurrò.
«Aw, non pensarci più!»  Risposi, dandole una pacca sulla spalla. «Ora pensiamo ad altro. Che ne dici, Sora se ne verrà senza fare capricci?»
«Sì… E’ Demyx il problema.» Risi a quell’affermazione, effettivamente, a guardarli, sembrava Dem il moccioso e Sora l’adulto, uno spettacolo unico.
Dopo diversi minuti, riuscimmo a portare entrambi fuori di li –acquistando per Sora una pista di Automobiline radiocomandate e un modellino di non so che robot di non so quale serie animata a Demyx (mi aveva convinto dicendomi che sarebbe stato il mio regalo per lui per il suo ormai imminente compleanno)-  e ci avviammo verso alcuni negozi di abbigliamento, intenti a comprare un abito per Elliot.
Visitammo alcuni negozi d’alta moda, con abiti un po’ troppo “esagerati”, almeno per i gusti di Elliot, e spesso aveva ragione, alcuni abiti erano davvero assurdi, roba che probabilmente solo Lady Gaga –amorevolmente soprannominata da me Lady Cacca- avrebbe indossato.
Finalmente entrammo in un negozio che sembrava piacere a Elliot, prendemmo alcuni vestiti, che la ragazza provò, peccato che li trovava o troppo scollati –però cacchio, mettevano ben in mostra le sue curve non stravolte dalla gravidanza- o troppo Chic.
«Sora! Non toccare!» Urlò improvvisamente, correndo verso il bambino che aveva afferrato un abito.
«Mamma! Bello tetto!» Disse, indicando l’abito sopranominato
«Sì, sì, Bell…» Vidi la ragazza osservare quel vestito, lo afferrò e lo ispezionò tutto. «Demyx! Axel!» Richiamò la nostra attenzione, e accorremmo –si fa per dire- da lei
«Sììì??»
«Che ne dite di questo?» Disse, mostrandoci l’abito.
«…Wow! Che bello! Semplice ma bello!!! Mi piace!» Esultò Demyx, afferrandolo anch’esso. «Che ne dici, Ax?»
«Sì, può andare.»
«…Cacchio, costa milletrecento dollari e sessanta centesimi! E’ troppo!!» Proruppe lei, pronto a posarlo.
«Ma che ti frega! Tanto paga Axel!» Disse Dem, afferrandola e portandola con se alla cassa.
«Eh sì, tanto paga Axel…» Sussurrai io, prendendo per mano Sora, che mi seguì senza tante cerimonie. Mi piaceva quel bambino.
Quando l’abito fu di nostra proprietà, andammo a comprare delle scarpe, più precisamente, delle Decolletè nere a tacco alto –tanto che il viso di Elliot arrivava pari al mio- da abbinare al vestito, e… Beh, si poteva dire che la missione “Shopping” fosse finalmente arrivata alla conclusione.
«Mamma… Fame…!» Urlò Sora, mentre eravamo di ritorno verso casa. Guardai l’orologio, e cacchio! Erano le Due, e iniziavo a sentire anche io i primi ululati del mio stomaco che richiedeva cibo.
«Pranziamo?» Chiesi.
«Sì, ho un certo appetito anche io… Dove andiamo?»
«MacDonalds?» Propose Demyx, ovviamente Sora, come tutti i bambini, credo, appena udì quelle magiche parole, si illuminò emanando luce propria.
«MacDoald! MacDoald!»
«E sia!»
Detto fatto, andammo al primo McDonalds che trovammo, peccato che di posti liberi neanche l’ombra, sicché, per non deludere Sora, lo prendemmo da portare via e andammo a casa mia, così che Elliot potesse vederla e imparare a conoscerla. Rimase già stupita quando vide la zona, e lo rimase ancora di più nel vedere la casa.
«Vieni, te la faccio vedere tutta, così sai come muoverti domani, devi dimostrarti spensierata» Dissi, portandola con me in tutte le stanze, rimase piacevolmente meravigliata da tutto, la colpì in particolar modo la grandezza dei bagni.
«Davvero una bella casa Axel, non c’è che dire.»
«Grazie, mi fa piacere che ti piac…» Non riuscii a terminare la frase, poiché la mia attenzione venne attirata da Sora, che stava cercando di afferrare un vaso Cinese da uno sgabello, situazione pericolosa! «S-Sora!» Urlai, allungandomi per evitare il peggio, se quel vaso gli fosse caduto in testa, l’avrebbe ammazzato!
«SORA!»
L’urlo acuto di Elliot fece girare di scatto il piccolo che subito la fissò, nel farlo mollò la presa dallo sgabello, mentre questo si rovesciò portandosi dietro il vaso, che si frantumò in mille pezzi.
«M… Mamma…!!!» Dagli occhi di Sora iniziarono ad apparire delle lacrime, che subito si fecero strada sul suo volto appena la madre si avvicinò arrabbiata… No, arrabbiata non era la parola giusta, INCAZZATA, sì, quella era la parola adatta per descriverla.
«Non si toccano le cose degli altri!» Sbraitò, afferrando per un braccio il piccolo «Scusa, Axel!» Disse, prima di portare Sora verso le scale, iniziando a sgridarlo.
«Non preoccuparti… Non è necessario che lo sgridi così, non era imp…» Volevo calmare le acque, ma niente, mi bloccò prima che potessi continuare.
«NO! Non può fare tutto quello che vuole!» Urlò, lanciandomi un’occhiata per niente raccomandabile. Era la prima volta che provavo paura per via di una donna che non fosse mia Zia Larxen. Elliot tornò da noi lasciando Sora solo sulle scale, che piangeva e urlava disperato.
«MAMMAAAAA!!!! MAMMMAAAAAA!!!!»
«E’ colpa mia, Elliot, dovevo tener…»
«Demyx, non considerarlo e non scusarti, non voglio le tue scuse.» Lo stoppò… Era brava a impedire alle persone di finire le proprie frasi. «Torniamo alle cose serie…» Disse, avvicinandosi al vaso e recuperando i pezzi rotti. Mi avvicinai per aiutarla. «Ci siamo incontrati ad una festa di un amico comune» Annuii, recuperando i pezzi insieme a lei «Poi tu mi hai chiesto se volevo uscire con te, e mi hai portata a cena fuori e poi a vedere una partita dei Lakers…»
«S-sì…»
«Mammaaaa!!!»
«…Dopo un mese che ci frequentavamo, mi hai chiesto se volevo stare con te, e dopo altri sei mesi, mi hai chiesto di sposarti… Giusto?»
«Mammaaaaaaaaa!!!!»
«Esatto…»
«MAMMAAAAAAAAA!!!»
«Ci siamo sposati…» Si interruppe di botto. Mi abbassai quel po’ che bastasse per guardarla in viso, e fu in quel momento che le notai. Piangeva? Perché?
«Elliot»
«I-io non ce la faccio…» Sussurrò, portandosi una mano a coprirsi gli occhi. «Mi sento una pessima mamma…»
«Ehi! No! Non è vero, Elliot!» Urlò Demyx, avvicinandosi –finalmente, forse non l’aveva fatto prima per paura- e afferrandola per una spalla. «Non devi neanche pensarla una cosa simile!»
«Sì che è vero! Se continuo così… Mi odierà…»
«No! Impossibile! Non dire stronzate, Elliot!»
Continuarono così per diversi minuti, nella quale io pensai alla sua situazione.
Era una ragazza giovane con un figlio di un compagno che aveva perso per colpa di un’imbecille che non aveva di meglio da fare se non bere… Si era ritrovata sola con un bambino da portare avanti, con un negozio che, stando a quello che mi disse Demyx, non andava proprio bene… Doveva essere pesante come situazione.
Abbassai lo sguardo, indeciso su cosa fare o non fare, finché non sentii il bisogno improvviso di dire qualcosa che, onestamente, non mi sarei mai aspettato da me.
«Dem ha ragione…» Sussurrai, afferrando i pezzi del vaso dalle mani di Elliot. «Tu fai solo il tuo dovere, e credimi, lo fai benissimo. E’ giusto che Sora impari cosa si può o cosa non si può fare, e metterlo in punizione è il modo migliore che potessi scegliere per educarlo.» Finalmente alzò lo sguardo per incrociarlo con il mio «E credimi, Sora non potrà mai odiarti, mai. Anzi, ti vorrà sempre più bene ogni volta che gli spiegherai perché l’hai messo in punizione e lo coccolerai.» Conclusi alzandomi «Vado a prendere la scopa e la pala.»
«Già, Axel ha ragione! Non fare così… Guarda, si è già calmato e ti guarda, in attesa che tu vada da lui, come potrebbe odiarti? Non devi nemmeno pensarlo!» Mi diede man forte Demyx, continuando a dirle altro che però non riuscii a sentire, visto che ero lontano. Lanciai un occhiata a Sora, che aveva la boccuccia inclinata verso il basso, le guancie tutte arrossate, così come gli occhi… Sembrava davvero dispiaciuto. Avrei voluto dirgli qualcosa, ma non era compito mio.
Tornai in sala, mentre Elliot si avviava verso Sora. Passai la scopa e la paletta a Demyx, che le afferrò senza dire niente.
«Wow, Axel… Tutte quelle belle frasi da dove ti sono uscite?» Disse d’improvviso, mentre entrambi guardavamo verso i due sulle scale.
Ci pensai un po’ su, finché non mi arrivò la risposta. «Qualcosa dentro mi ha detto che quelle sarebbero state le stesse identiche frasi che gli avrebbe detto Zack.» Sussurrai.
«Sicuro.» Rispose, dandomi una pacca sulla schiena.
Quando Sora si addormentò, e quindi le acque si calmarono, io e Dem aspettammo, accomodati sul divano, il ritorno di Elliot.
«Uff… Scusate, sia per aver rotto il vaso, sia per le urla di Sora, e sia per… Per il mio sfogo improvviso…» Disse la ragazza, appena appari da dietro le scale.
«Nah! Non devi scusarti, Elliot!» Proruppe subito Demyx.
«Già, non è necessario, davvero. Non era niente di importante, e anzi, se posso essere onesto… Mi faceva anche abbastanza schifo quel vaso.» Sussurrai, per rassicurarla, e poi beh, sì, era vero. Quel vaso –regalatomi da un amico- mi faceva schifo, ed ero contento di essermene liberato in quel modo, voglio dire, poteva capitare a chiunque, no? «Continuiamo?» Chiesi, per cambiare argomento, la ragazza sorrise e si accomodò accanto a me.
Ripetemmo tutto, dal primo incontro al primo appuntamento, dalla mia proposta di mettersi con me a quella del matrimonio –che decidemmo nei dettagli più assoluti-. Decidemmo anche dove avevamo fatto la Luna di Miele.
Ripetemmo così tante volte tutto, che ci accorgemmo che si fecero le Sei solo quando Demyx urlò disperato.
«Cavolo! Sono in ritardo!! Raga, io devo andare, mi devo preparare per lo spettacolo di questa sera!! Ci vediamo domani, ok? Dai un bacio a Sora per me! CIAO!»
Disse tutto ad una velocità incredibile, scappando e lasciandoci soli.
«E’ il caso che svegli Sora, è tardi.» Annuii mentre la guardavo andare verso la camera. Mi alzai e andai a prendermi qualcosa da bere, nel frattempo mi venne un dubbio… Come sarebbero tornati a casa?
Tornai in salotto e provai una strana sensazione nel vedere Sora intento a dare tanti baci a Elliot, come a volersi fare ancora perdonare del casino combinato prima. Aw… Era adorabile.
«Ben svegliato, dormiglione!» Dissi, sedendomi sul divano accanto a loro, il moccioso mi salutò con un enorme sorriso, che ricambiai. «Elliot, come torni a casa?»
«Prenderò un bus» Rispose subito lei, senza esitazioni.
«Ti accompagno io» Dissi, alzandomi per recuperare le chiavi dell’auto.
«Cosa? Grazie ma, non disturbarti»
«Ma che disturbo. Ti accompagno volentieri»
Continuammo così per non so quanto tempo, ci misi davvero un casino per convincerla, ma alla fine ce la feci! Cavoli se era testarda.
Rimanemmo in silenzio ascoltando la radio per quasi tutto il viaggio, di tanto in tanto lanciavo delle occhiate a Sora, che giocava divertito con un Peluche a forma di stella, e fu proprio lui a rompere –finalmente!- il silenzio.
«Maaammmaaaa…»
«Sì?»
«Fame!»
«E te pareva…» Sussurro Elliot, roteando gli occhi. Iniziò a trafficare nella sua borsa, da dove tirò fuori un pezzo di focaccia… Anche mia madre mi zittiva con quello quando mi lamentavo per la fame! «Posso…?» Mi chiese.
«Sì, sì, certo che puoi.» Risposi, ci mancava pure che impedissi a quel moccio setto di mangiare qualcosa, vabbé che l’auto era costosa, ma si poteva sempre lavare.
Quando gli passò la focaccia, Sora iniziò a divorarla, per poi fermarsi e staccarne un pezzo, passandolo –o almeno, provandoci- alla madre.
«Mangia tu, Sora, la mamma non ha fame.» Disse lei, sorridendogli dolcemente. Visto il rifiuto della madre, decise di offrirla a me, e accettai, avevo un certo languorino anch’io. Sembrò soddisfatto.
«Ehi, Sora» Dissi d’improvviso, continuando a guardandolo dallo specchietto retrovisore, dove incrociò il mio sguardo. «Non sporcare la macchina a zio Axel, ok?» Dissi, facendogli l’occhiolino. Annuì convinto, visto che aveva la bocca piena, sembrava uno di quei bambolotti, tipo… Come si chiamava? …Ciccio Bello! Ma più bello.
«Dimmi un po’, Axel» Proruppe improvvisamente Elliot, guardando diritto davanti a se. «No, niente.» Disse poi, scuotendo la testa.
«No, dimmi. Sono curioso ora! Cosa c’è?» Chiesi, non poteva reclamare la mia attenzione e poi non dirmi niente!
«Perché non hai la ragazza?» Domandò di botto. Feci spallucce.
«Non ho mai trovato quella giusta… Ne ho avute diverse, ma molte erano solo interessate ai soldi, oppure speravano di avere contatti con persone del cinema importanti e cose simili» Risposi tranquillamente.
«Ah. Beh, credo sia il prezzo da pagare per uno ricco come te, no?»
«Purtroppo sì. E pensa, spesso ho avuto alcune proposte indecenti anche dagli uomini» Confessai, gesticolando con quel pezzetto di focaccia tra le dita, che portai poi alle labbra.
«Oh Cielo…» Sussurro lei, stupefatta.
«Già… Ma cosa vuoi farci? Nessuno resiste al mio fascino!» Dissi, quando mandai giù l’ultimo boccone e sorridendo marpione.
«Che modesto…» Rispose, lasciandosi scappare un sorriso divertito, per poi tornare -peccato che le riuscisse male- seria.
«Veeero???» Chiesi, continuando a sorridere, fu in quel momento che finalmente si abbandonò in una risata divertita e… Dovevo ammetterlo, era una bella risata, e il suo sorriso era contagioso, e le sue labbra… Sembravano così morbi… !!!
Cosa cazzo vado a pensare?! Axel, no! Non fare l’imbecille, pensa ad altro e ritorna in te, ORA! Got it Memorized?!
Pensa ad altro, pensa ad altro… PENSA AD ALTRO! P-E-N-S-A A-D A-L-T-R-O! Got it Memorized?! EH?!
«Zio Acel!» Scossi la testa, guardando Sora, lo ringraziai mentalmente per avermi distratto da quell’attimo di pazzia.
«Sì?»
«No poccato brum brum io!!» Esultò, alzando le braccia al cielo soddisfatto. Sorrisi.
«Bravissimo.» Gli dissi, facendogli il segno del okay con il pollice. Continuai a guardarlo per un po’, mi piaceva osservarlo mentre stringeva a se quel peluche, mentre ci parlava –amico immaginario?- e rideva divertito.
Quando fummo ormai vicino alla meta, mi assalì un dubbio… Come sarebbero tornati domani?
Hm… Idea!
Richiamai l’attenzione di Elliot appena mi fermai sotto casa sua. «…Senti» Si fermò dall’uscire, rivolgendomi uno sguardo interrogativo. «Perché non rimani da me, questa notte?» Chiesi forse un po’ troppo diretto.
«C-cosa?!» Urlò, arrossendo.
«Non pensare male!» Dissi immediatamente gesticolando, mi ero di nuovo espresso male. «E che pensavo… Domani come fai a venire da me?»
«Come ho fatto oggi?» Me l’aspettavo quella risposta ovvia.
«Prendendo il bus?»
«Veramente mi ha accompagnato il mio vicino…»
«A-ha…»
«E domani mi ri-accompagna sicuramente, visto che deve tornare a LA per lavoro. Non preoccuparti, è tutto ok! Grazie comunque dell’invito.»
«Ok… Figurati»
Li salutai, prendendoci di nuovo appuntamento per l’indomani alla stessa ora. Sul cammino verso casa, mi resi conto che il mio era stato un invito davvero troppo esplicito da fare ad una ragazza che conoscevo da… Un giorno e mezzo. Aw, mi ero rincretinito, avevo bisogno di una vacanza, e quando tutto questo sarebbe finito, quando il contratto sarebbe stato finalmente nelle mie mani, me ne sarei andato per un mese a godermi una meritata vacanza.

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«Eccoci. Qui sceglierai l’abito da sposa e faremo le foto “prove” del matrimonio.» Eh sì, eravamo arrivati al tanto atteso giorno, quello dove tutto sarebbe finalmente finito. Stavo andando in compagnia di Elliot –che già era stata da Naminè per acconciatura, manicure e trucco- nel negozio del mio amico, esperto di abiti da sposa e fiori, dove ci attendeva anche il fotografo. Dem e Sora ci avevano preceduti.
Entrammo nel negozio –chiuso giusto per l’occasione- e richiamai l’attenzione del proprietario, che ci chiese di raggiungerlo nel retro. Appena apparimmo da dietro la porta, mi corse incontro, ma riuscii a bloccarlo prima che facesse chissà cosa.
«Axel, tesoro! Lei è la tua amica?» Chiese, quando finalmente si rese conto che non doveva neanche pensarci. Annuii soddisfatto. «Però, mica male… Sempre l’occhio fino, eh? Bravo!» Disse, dandomi una pacca sulla spalla. «Mademoiselle. E’ un onore, incontrarla. Io sono Marluxia, un amico di questo deficiente…»
«EHI!»
«Ma mi chiami pure Marly.»
«Oh! Ok. Io sono Elliot, piacere. E… Possiamo darci del tu?»
«Certo!»
«Ahahah! Sei stupendo, moccioso!» Fummo entrambi incuriositi da quelle risate, che conoscevo bene, ci avviammo verso uno stanzino, dove vi trovammo Demyx, il fotografo e…
«Sora? Ma cosa…!»
«Ehi, Elliot!» Demyx le corse incontro, afferrandola e avvicinandola al figlio, intento a giocare con un velo appeso al soffitto. «Guarda, guarda! Non è adorabile??» Disse, indicandolo.
Sora notò la nostra presenza, e sorrise felice come una pasqua. «Mamma! Guadda! Zio Iggy fare foto!» Disse sorridendo.
«Lei è la madre?» Demyx annuì.
«Salve, sono Xigbar, dammi subito del tu che il lei mi sta sui co…» Elliot gli lanciò un occhiata ben comprensibile, e Xigbar si stoppò in tempo, correggendosi –strano da parte sua!- «… Cosiddetti, sono amico di Axel e di quest’altro qui. Stavo facendo due foto a Sora, appena l’ho visto mi ha colpito la sua espressività che non ho resistito, spero non sia un problema.»
«Figurati. Sora adora fare le foto. Vero, Sora?» Il bimbo annuì, e Xigbar ne approfittò per fargli un'altra foto.
«Si vede! Si è messo subito in mostra!»
«E’ adorabile!» Costatò Marly, portandosi le mani congiunte vicino al viso «Però, pensiamo a noi… Elliot, devi sceglierti il vestito! Vieni, li ho il magazzino pieno, scegli quello che più ti piace!»
«O-ok…» Sussurrò Elliot, poco convinta. «Sora, rimani qui con Demyx e Xigbar?»
«Sì! Zio Iggy e Zio Demy fa foto!»
Annuì e si fece guidare da Marly verso la zona interessata, sparendo dietro la porta, cosa che feci anche io entrando nella zona maschile.

Dopo diversi minuti –insomma, per essere precisi, passò almeno un ora…- tutto era pronto, a parte Elliot che non voleva saperne di uscire.
«Uff… Ma quando arriva?» Mi stavo annoiando, vabbé che era presto, ma per fare quelle foto ci voleva tempo, e ce ne voleva ancora di più per svilupparle e sistemarle al pc per aggiungergli gli sfondi adatti. Finalmente si fece vedere e…
Oh, Dio Mio.
Rimanemmo tutti immobili a fissarla, nel silenzio più assoluto. Era… Era…
«Ehrm… Perché mi fissate? S-sto male?» Chiese titubante.
Oh, no… Sei…
«OHH! Tesoro! Sei STUPENDA!» Urlò Marly, correndogli contro e abbracciandola.
«Bella Mamma!» Sora.
«Sì! Fantastica!» Demyx, che urlò quasi come una donnetta.
«Sì, proprio una bella sposa.» Non si spinse oltre, Xigbar, e fece bene, perché conoscendolo poteva dire ben altro. «Ottimo. Iniziamo?»
Annuimmo, e iniziammo le foto, un po’ fredde inizialmente, ma era anche per colpa di Xigbar, che ci faceva mettere in pose stupide.
«Xigbar… Mi sto rompendo le scatole.»
«Che pa… Palloni! Trovala tu qualche posa, di solito sono gli sposi che scelgono come mettersi!» Si lamentò, ma andava benissimo così. Mi lasciava la libertà che volevo.
Afferrai, senza che capisse davvero cosa stavo facendo, Elliot in braccio, a mo’ di “Principe che salva la sua bella”
«A-Axel?! Mettimi giù!» Urlò lei, contrariata.
«Oh, avanti! Se continuiamo a dare ascolto a quello, rimaniamo qui per l’eternità! Su, scogli ti un po’!» Mi guardò per un attimo male, finché non fece spallucce e decise di collaborare, e lo fece nel modo migliore, dandomi un leggero bacio sulla guancia. Ovviamente Xigbar ne approfittò e scattò la foto.
Continuammo così per un po’, iniziando a divertirci seriamente sulla cosa, finché, non feci… Un’altra delle mie stronzate…
La strinsi a me prendendola dalla vite, le afferrai il mento con la mano libera e feci aderire, anche se per pochissimo –il tempo giusto per dare a Xig la possibilità di fare la foto- le nostre labbra.
Quando ci staccammo –anzi, quando MI staccai- le sorrisi convinto, ma durò poco, visto l’espressione poco raccomandabile che le ornava il viso.
«S-scusa! Non volevo! Mi è venuto spontaneo!» Ed era vero! Mi ero fatto prendere dall’atmosfera e dalla situazione! «Sono serio, giuro!»
Non commentò, ma agì, schiacciandomi il pollice –il mio pooovero pollice!- con il tacco delle scarpe. Trattenni a stento un urlo, in fondo, me l’ero cercata, non potevo ribellarmi. Evidentemente la schiacciata del pollice non mi bastò, visto che feci un commento che potevo risparmiarmi.
«Hai delle labbra molto soffici» La guardai di sbieco, e lo riconfermo, potevo risparmiarmelo quel commento.
Fortunatamente ci pensò Demyx a salvarmi, infilandosi tra di noi. «FATE SPAZIO AL TESTIMONE!»
«D-Demyx!»
«Cosa?? Una foto con il testimone ci vuole, vero, Xig??»
«Ovvio! Sorridete!»
Quando finimmo, Xig ci disse che per le diciotto le foto sarebbero state completate, incorniciate e pronte per esser messe in bella mostra. Lo ringraziai di tutto –così come ringraziai Marly per il prestito dei vestiti- e ci demmo appuntamento per quell’ora nel suo studio.
Ovviamente, come mi aspettavo –e com’era giusto che fosse- Elliot non mi rivolse la parola per tutto il tempo, ci misi tanto tempo per farmi perdonare spiegandole più e più volte che non volevo, che era stata una reazione improvvisa, e mi scusai centinaia di volte per il commento sulle sue labbra… Anche se non capivo perché se la prendeva tanto, insomma, era un innocente bacio sulle labbra, un bacio a stampo, niente di importante o rilevante, e poi, doveva esser felice che le avessi fatto un complimento!
Mah, donne… Valle a capire –sì, lo so che l’ho già detto, ma quando ci vuole, ci vuole!-

***

«E’ l’ora. Vado a prendere Mr. Murphy, torno tra un po’.» Disse, avvicinandosi dalla porta, senza però uscire, in attesa di una mia risposta.
«Ok…» Sussurrai, giusto per togliermelo da davanti agli occhi. Sparì dietro la porta, e Meno Male, aggungo.

Quell’imbecille! Deficiente! Idiota! Stupido! Decerebrato! Psicotico! Come si è permesso di baciarmi?

Ma che dico? Quest’evenienza l’ho messa in conto dal primo momento!

Sì, ma era una cosa che, SE DOVEVA CAPITARE, doveva succedere davanti a William Murphy, non così!

Però quella foto è un ottimo modo per rendere la cosa più reale… E poi, era un bacio a stampo, da bambini.

Ma non doveva permettersi comunque!

Aw… Eh vabbé… Alla fin fine mi ha fatto anche un complimento… E si è scusato almeno mille volte...

AH! E va bene! Gliela lascio passare! Tanto dopo questa sera, chi lo vedrà più?! Si salva giusto per questo motivo.
Ma questo non leva che sia un Deficiente patentato e… e… Maniaco! E traditore!

Ok, sto esagerando.

D’improvviso sentii la porta aprirsi… Oh, cacchio! Era già tornato?! Ma non ero pronta!
Mi alzai di scatto dalla poltrona, controllando che fosse tutto a posto.

Ora, Elliot, calmati e pensa al tuo lavoro.


«Prego, prego, entri! Tesooooroooo!!!» Oddio, c’eravamo. Era arrivato il momento del giudizio, non si poteva più tornare indietro… Era finita. Axel mi fissava, in attesa di una risposta, di un segno che ero ancora viva, ma la gola si era seccata completamente. Mi si avvicinò sorridendo, leggermente nervoso.
«Ellioooott… Riprenditi!» Mi sussurrò ad un orecchio. Voltai la testa di scatto verso di lui, fissandolo spaventata quando si avvicinò pericolosamente al mio viso. Un altro bacio, no!
Chiusi gli occhi, e rimasi stupita quando, invece di avvicinare le nostre labbra, avvicinò i nostri nasi, facendoli strofinare.* Mi feci scappare una risata divertita.
«Bentornato, caro!» Proruppi, finalmente tornata in me.
«Tesoro, ti presento William Murphy» Disse, avvicinandomi all’uomo di mezz’età che era rimasto –pazientemente- ad attendere la mia “rinascita” dal coma temporaneo. «Signor Murphy, lei è mia moglie, Elliot Baker, ora Signora Smith.»
Gli porsi la mano «Salve, Mr. Murphy. E’ un onore incontrarla e averla nella nostra umile casa» Dissi, sorridendo sinceramente.
«Il piacere è tutto mio, Signora Smith.» Rispose l’uomo, afferrandomi la mano ed eseguendo un elegante baciamano. «Complimenti, ragazzo mio, ti sei preso proprio una bella moglie.» Aggiunse, rivolto a Axel, che iniziò a gongolare soddisfatto.
«Grazie, Signore! Elliot tesoro, mostra la casa al Signor Murphy!» Disse poi, invitandomi a trascinarlo per tutta la casa, annuii sicura.
«Certo! Prego, venga!» Proruppi, afferrando Mr. Murphy sotto braccio. Mi voltai quel poco che bastasse per intravedere il viso di Axel, che fece il segno del okay seguito da un occhiolino.
Bene. Si dia inizio alla sceneggiata.

Continua.

L’angolino dell’Autrice:

Note:

* Questa parte l’ho ripresa dalla FF di _Ella_ “Morsi Morbosi”, che mi è piaciuta tanto (anche se lo yaoi non è il mio genere, se una storia è bella, è bella, punto!)
Spero non ti spiaccia >.<’’

Sigh… Sob… *soffia il naso* Scusate… Sigh… T_____T
Ho finito KHBBS, e ho visto il video segreto…. Sigh…. Stupendo! T____T Nomura è un Fottutissimo Genio! Amo quell’uomo. T____T
Ora aspetto impazientemente KHIII *______* Sora!!! Ti aspetto a braccia spalancate, ciccino mio coccoloso spupazzoso *____*
E poi, devo confessare una cosa… Mi sono innamorata! (ANCORA!) *___*
Di chi? Ma di Xigbar/Braig *Q*
Lo trovo così… Così… Così… Sexy! Ehi! NON GUARDATEMI COSì!!! Non sono pazza ç_ç Mi piace, che posso farci?!
Ho deciso che, appena finirò questa (e l’altra FF), ne scriverò una su di lui *___* Anche Xiggy merita l’ammore! <3
Ok, basta. Ora parliamo alla storia… Hmm… CACCHIO! Ma quanto ho scritto O____O
Mi sono data alla pazza gioia…. Uff, uff… @____@
Spero vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato XD
Ora passiamo alle cose SERIE! I Ringraziamenti *_*

Ringraziamenti:
_Ella_:
Sono contenta che il mio aggiornamento ti abbia teoricamente salvato la vita dalla noia assoluta XD
Per quanto riguarda la storia che Sora ricorda ad Axel qualcuno, mi riferisco al padre, a Zack, sì XD Anche perché non so te –e tutte le altre-, ma io tra i due ci vedo una certa somiglianza… E forse la noterai –noterete- quando giacerai a KHBBS… Poi boh, sono io che vedo le cose al contrario XDDD
Ma figurati, anzi, grazie mille per l’avviso!!! Dopotutto, sono stata io a dire che se notavate qualcuno di avvisarmi, hai fatto solo il tuo “dovere” di lettrice, e ti ringrazio ^O^
Grazie ancora di tutto, Mi fa un enorme piacere ricevere i tuoi commenti!! E spero di sentire la tua anche su questo cap!!!
Un Kiss!

ka93:

Sono contenta che la storia per ora ti piaccia, e sono ancora più contenta che, l’idea di Sora bebè, piaccia ^O^
Per la macchina credo che… insomma, costi un bel po’ XD Ma se tua madre te la compra, vedi di lasciarmi il suo numero di telefono, che magari riesco a convincerla a comprarla anche a me XDDDD
Sora ha perso il paparino, zi… Sigh ç_ç
Comunque, grazie mille per il commento, ho molto gradito! Spero di sentire la tua anche su questo cap.
Un kiss!

OOOOK! Ora vi saluto!!
Grazie e alla prossima!

MihaChan

P.S: Devo essere onesta, non ho riletto in modo serio il cap... Quindi se ci sono errori grammaticali, perdonatemi (e fatemelo sapere, eh! XD) ç_ç



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