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Autore: Antalya    21/09/2010    1 recensioni
“Evelyn..hai bisogno di pace e tranquillità, staccati da questo mondo fatto di cellulari e citofoni e fai in modo che le tue orecchie possano ascoltare il suono del nulla…” l’avevo guardata un po’ scioccata al suo dire. “Viky…da quando ti sei sposata con il filosofo…mi stai diventando filosofa a tua volta?” le domandai stranita ma atterrita dal fatto che infondo…aveva ragione. Evelyn è una studiosa impegnata in alcune ricerche ma dopo una discussione con la sua amica decide che è davvero arrivato il momento di trovare la pace e la tranquillità che merita e lo fa trasferendosi in un casolare in Irlanda ma li... potrà stare tranquilla?anche se un uomo misterioso apparirà nella sua vita stravolgendola?è questo che vuole? Lo scopriremo passo dopo passo....
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel mondo c'e' quanto basta per le necessita' dell'uomo, ma non per la sua avidita'.

Mi sveglio proprio mentre il furgone imbocca il vialetto di una casa, no una villa e non siamo più in città ma in una campagna… non mi troveranno mai lo so. Mi sento in una pressa, una pressa senza freni che mi sta rovinando la vita.

Che cosa vogliono da me queste persone? Che cosa posso avere di così importante, che cosa posso sapere? Sento che stiamo passando sopra un sentiero di ciottoli, il furgoncino sobbalza e subito l’uomo che sta alla mia sinistra mi mette una mano sulla schiena.

“Ehi… fa piano…non vorrai mica che partorisce qui…”

“Sto facendo il possibile…” sono stordita, come mai tanta gentilezza? Chi li manda? Mille domande nella mia mente e nessuna risposta.

Il furgoncino si ferma e l’uomo accanto a me mi mormora, senza farsi sentire dagli altri presenti.

“Devo metterle questo… non faccia resistenza non li trattengo per molto…!” detto ciò mi mette un cappuccio di feltro sopra la testa e mi spinge verso fuori.

Sento l’aria fredda sulle mie mani e non posso fare a meno di sentire un odore familiare, un odore che mi richiama alla mente gli ultimi mesi, è l’odore dell’erba bagnata, di terra umida e di campagna.

Sono in campagna…da qualche parte…Come mi possono trovare? Posso essere ovunque.

“cammina bellezza…” l’autista mi incita e sento il suo fiato sul collo ma l’uomo che mi è stato accanto per l’intero viaggio lo spinge da parte in malo modo.

“Ehi… non ti azzardare… non è roba per te…” dice il mio “amico”

“E di chi sarebbe per te?” risponde l’altro sputando per terra, una cosa che mi fa rabbrividire.

“Non è per nessuno!” ribatte l’amico mentre mi fa entrare in casa, o almeno penso perché l’aria è più calda e meno umida e sento legno sotto le mie scarpe e poi il rumore di una porta che si chiude dietro di me dopo che mi viene tolto il cappuccio. Sono in una stanza da letto…

 

 

**

 

“Jos…che cosa sta succedendo?” non riesco a trattenere l’ansia e la rabbia mentre il mio amico sembra alquanto tranquillo e pacato. Lo sguardo va da Vic a lui e negli occhi della migliore amica di mia moglie vedo la stessa apprensione che ho io.

“E’ incinta dannazione…”

“Vic… sta tranquilla… Ray… dimmi esattamente che cosa ti hanno detto…”

“Non lo so Jos, so solo che lei era spaventata e che mi… hanno detto di non chiamare la polizia…”

“Va bene… questo è chiaro… tu mi avevi detto di stare attento a lei… adesso lascia fare a me…”

“Va bene ma…loro hanno detto…”

“Giuro sulla mia vita che non si accorgeranno di me o dei miei uomini, tua moglie sarà al sicuro…non la metterei mai in pericolo…!”

“Va bene… mi voglio fidare” la mia mano si ferma sul viso mentre lo sguardo si ferma su Victoria.

“Voglio sperare che stia davvero bene…” mi dice guardandomi fissa negli occhi.

“Credimi… non ho mai voluto uccidere prima di adesso…”ed è la pura verità.

 

 

**

 

 Credo di essermi addormentata, sento gli occhi appiccicaticci e anche le labbra stoppose, non bevo da un po’. Mi sollevo a sedere lentamente per via del giramento  di testa che mi viene e mi stravolge per pochi attimi e mi guardo attorno alla ricerca di acqua e sul tavolo davanti a me trovo un vassoio con acqua e pollo arrosto con delle verdure. Che razza di rapimento è? Non so spiegarlo…tantomeno capirlo. Bussano alla porta…qualcuno entra…

“Buonasera Eve…come stai?la cena non è di tuo gradimento?”

“Che diavolo ci fai qui? E che cosa c’entro io?”

“Eve… c’entri eccome… siamo più simili di quanto sembra…”

“No, non mettermi a paragone con te Worren…che cosa vuoi? Perché mi hai fatto rapire?”

“ No…no no… non capisci…!” si è avvicinato al tavolo ma io non ci ho fatto caso presa come sono a disprezzarlo e nel vederlo così vicino non mi aspetto certo che afferri il mio volto con un gesto brusco e repentino.

“Non parlarmi così Evelyn o sarò costretto a fare qualcosa per la quale mi odierai…”

“Sei un lurido…”

“Non sei nella posizione di poter dire quello che pensi tesoro… sai bene a cosa andiamo incontro e che cosa  voglio… fino ad ora ti ho trattata bene ma non puoi pretendere che sia sempre così…quindi collabora Evelyn e non farmi fare cose per le quali puoi chiamarmi come stavi per fare…” mi sta minacciando… sento il sangue gelare nelle mie vene perché ha ragione… sa perfettamente che sono in sua balia e non vuole perdere l’occasione.

“Che cosa vuoi?”

“Ciò che mi spetta…”

“Non ti spetta proprio niente…”

“Dici? Non credo che le cose stiano così…”

“E tu che ne sai?”

Questa discussione comincia a darmi sui nervi, ma devo stare attenta… non posso agitarmi per Declan e per me stessa…non posso proprio agitarmi.

“Credo che sia meglio che tu riposi…hai bisogno di dormire…” non rispondo alla sua finta gentilezza, non ho bisogno di lui.

Worren rimane un po’ li a fissarmi e poi prende la strada per la porta ma non prima di averla sbattuta per bene.

 

 

**

 

Le ore passano e non mi piace sentire questa sensazione dentro, l’impotenza. Non posso fare niente per Eve se non stare qui a passare e ripassare le mani fra i capelli sperando di poter scoprire cosa le è successo e il perché.

Jos fa telefonate e non mi mette al corrente di niente e per uno come me che sono sempre stato io a dirigere, questo ruolo da spettatore mi viene stretto.

“Ottimo… va bene Michael…capisco…bene!” Jos continua a non dire nulla ma alla fine ecco che finalmente parla e diretto a me.

“Ray...va tutto bene…uno dei miei uomini, un infiltrato si è fatto passare per uno degli uomini della banda… sta cercando informazioni sul mandente ma continuano a definirlo il Califfo… non usano nomi propri e non ha ancora scoperto niente che possa ricondurre…Eve è trattata bene, lui stesso la tiene d’occhio!” Jos mi sorrise e così anche Vic ma io mi sento solo sollevato…ma a metà.

“Grazie al cielo… non potevo sperare di meglio… almeno non è sola…dov’è?”

“Non sappiamo con certezza, non può comunicare spesso con noi per paura di far saltare la copertura… sapremo pian piano… almeno ora sappiamo che sta veramente bene…!”

Vic mi viene incontro e mi abbraccia, mi serviva ma in questo momento mi sento solo un inutile peso.

“La troveremo…Jos è il più bravo!”

“Me lo auguro…” si sentono dei passi sulla porta d’ingresso e subito corro verso la porta uscendo come se dovessi trovarmi li davanti il colpevole.

“Ispettore… abbiamo trovato questa…” non sapevo che fuori da casa mia ci fossero i poliziotti e subito mi volto a guardare Jos.

“Ottimo lavoro Kyle…lascia a me!” la lettera passa dalle mani dell’uomo a quelle del suo amico.

 

 

Tua moglie sta bene,

persino tuo figlio…sta bene e scalcia…se vuoi, un giorno, gustare la sensazione di un piedino che si mostra cerca di fare le cose per bene e senza scherzi.

Consegnami l’atto di proprietà e non le verrà torto un capello, ti avverto Olsen, se fai scherzi questa volta non mi limito ad un incendio.

Ti farò recapitare l’ora e il luogo dell’appuntamento.

 

Mentre Jos legge sento una rabbia ceca nascere dentro di me…Worren, è stato lui…è disposto a tutto pur di mettere in difficoltà me e per avere la mia terra.

“Ray… Ray… va tutto bene?”

“Quel figlio di puttana…” mi sento girare la testa e ho voglia di spaccare la faccia a qualcuno.

“Calmati… intanto ricordati che ogni mossa avventata può essere nociva per Eve e per il bambino…sta calmo e lascia fare a noi della polizia!”

“Come puoi chiedermi di stare così, fermo ad aspettare?” grido nel pieno della mia angoscia.

“Ray… non fare così è peggio per te e ti fai solo del male… ascolta cosa ti dice Jos e vedrai che una soluzione la troveremo… ora devi riposare!” Vic, la temeraria Vic, la osservo per un momento stordito ma forse ha ragione, non posso uscire e farmi giustizia da solo.

“Va bene… facciamo come dite voi…”

“Ottimo amico mio… adesso riposa e noi lavoreremo per te…” Jos sembra sicuro di se e io vorrei tanto credergli ma sono preoccupato.

Riposare mi è impossibile, ci ho provato, ho fatto una doccia ma non riesco a stare li steso a riposare. La sveglia al mio fianco segna le 3.15 del mattino, scendo al piano di sotto e noto che Jos è ancora li fra carte e telefonate.

“Ehi… non dormi?”

“Tu dormiresti se Vic fosse incinta e rapita dall’unica persona al mondo che vorresti uccidere?”

“No… ma se ti chiedo di star buono un motivo c’è…”

“Lo so…” mi siedo accanto a lui, è stanco e ha gli occhi cerchiati anche lui.

“Jos… non facciamo eroismi… se vedi che non c’è altra via d’uscita, consegniamo i documenti…e andiamo a prendere Eve!”

“Ne sei sicuro?”

“Si.”


Perdonatemi l'assenza, ma ho avuto un pò di cose da fare, volevo ringraziare in particolar modo  Pirilla88 per avermi incitato a scrivere ancora... perdonami!!!!

   
 
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