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Autore: Chamomile    21/09/2010    6 recensioni
Credono di sapere tutto. Pensano di poter giudicare con un'occhiata le persone e poi stabilire se queste ce la faranno o meno. E il guaio è che tutti noi ci arrendiamo al loro responso, ci lasciamo abbattere e ci convinciamo di essere dei perdenti.
Tu no, invece. Non ti sei mai lasciato scoraggiare da quello che ti dicevano. In un mondo di persone disincantate, che credono all'esistenza di un destino già segnato e ti dicono di lasciar perdere, tanto non hai i requisiti, di lasciar perdere, tanto quel posto è già di qualcun altro; ci sei tu, sognatore, testa dura, forse illuso. [Seconda classificata al contest Wicked and lovely - Incantevole e pericoloso]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rock Lee, Tenten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Pick yourself up / and dust yourself off / get back in the saddle  {Shakira - Waka waka}
Rialzati / spazza via la polvere di dosso / rimonta in sella

 

L'aria cominciava a riempirsi di suoni mentre il sole sorgeva maestoso su Konoha, quella mattina di primavera.

Gli uccellini facevano capolino tra le foglie degli alberi, alcuni saltellavano allegri per terra, in cerca di qualche briciola, altri, meno pigri, spiccavano il volo e cominciavano la giornata cinguettando come sempre.

Anche gli altri animali erano svegli, e si potevano già vedere i primi scoiattoli che, velocissimi, si rincorrevano su e giù lungo i rami di un albero.

I fiori si riaprivano dopo il gelo della notte, mostrando i loro meravigliosi colori, e dappertutto nel bosco ne sbocciavano di nuovi.

Era uno spettacolo affascinante, il risveglio della natura.

Peccato che ci fossero risvegli molto meno poetici, nei paraggi.

Da una tenda verde scuro montata in mezzo a una radura provenivano delle grida. Un ragazzo in tuta verde sfrecciò via riparandosi la testa con le braccia, e sparì tra gli alberi in pochi secondi. Un attimo dopo uscì fuori, armata di kunai, una ragazza dai lunghi capelli castani che le ricadevano spettinati sulle spalle. Era ancora in pigiama, e dall'espressione che aveva dipinta sul viso traspariva chiaramente il suo desiderio di essere ancora al calduccio a dormire.

Se lo prendo lo ammazzo con queste stesse mani - pensò rabbiosa, facendo correre tutt'attorno a sé lo sguardo minaccioso - lui e i suoi allenamenti mattutini del cavolo!

Tenten aveva perso il conto di tutte le volte che Rock Lee l'aveva svegliata all'alba chiedendole di allenarsi insieme.

"Facciamo dieci giri del Villaggio sulle mani prima che sorga del tutto il sole!" proponeva ogni mattina con un sorriso che, secondo lui, doveva essere invitante.

Ogni mattina, però, riceveva sempre la stessa risposta: Neji si voltava imperturbabile dall'altra parte, gli occhi ancora chiusi, e Tenten gli tirava addosso la prima cosa che le capitava sottomano.

Tuttavia non sembrava avere intenzione di demordere, e il giorno dopo tornava puntuale con lo stesso invito.

"Tra poco cominceranno gli esami dei chunin" diceva, "dobbiamo fare del nostro meglio per riuscire bene!"

"Esami un corno" rispondeva Tenten, " che bisogno c'è di perdere quattro ore di sonno, Lee? abbiamo tutto il giorno per allenarci…"

"E chi dorme più, adesso?" sbuffò quel mattino la ragazza, cominciando mestamente a raccogliere i capelli "prima o poi dovrò fargli capire che ci deve dare un taglio se non vuole finire soffocato nel suo sacco a pelo. Ma dove la prende tutta quell'energia?!"

 

 Un mese dopo.

Tenten era seduta lì da chissà quanto, ormai; l'angoscia non le dava pace e la teneva inchiodata al terreno, immobile come una statua.

Si era rigirata nel letto per tutta la notte, senza riuscire a chiudere occhio, e ai primi raggi del sole si era vestita ed era uscita di casa.

Aveva tentato di ritrovare la calma allenandosi con gli shuriken e i kunai: fino a quel momento impegnarsi si era rivelato essere il modo migliore per non pensare.

Eppure questa volta neanche correre fino allo sfinimento era servito a qualcosa, e la ragazza era oppressa dalla preoccupazione.

L'idea che in quello stesso momento si stesse decidendo la sorte di Rock Lee le impediva di agire razionalmente.

Così era arrivata al limitare del bosco come un automa, e si era lasciata cadere ai piedi dell'albero sul quale di solito si allenava il compagno.

Con lo sguardo fisso nel vuoto si tormentava le mani in grembo, aspettando che il maestro Gai venisse a darle il responso dei ninja medici.

 

 Ma che speranze abbiamo? Per poco non è morto, in quel maledetto incontro!

Con un moto di impazienza lanciò con forza il kunai, che andò a conficcarsi sul tronco di un vecchio albero, a venti centimetri dal bersaglio. Era la prima volta che sbagliava un tiro, ma non ci fece neanche caso.

Nelle sua mente si affollavano mille domande: perché nessuno l'aveva fermato? perché gli avevano permesso di affrontare quel Gaara del Deserto?

I tre ninja della Sabbia erano terribili solo a vedersi, tutti sapevano che chi li incontrava per la strada o lungo i corridoi si affrettava ad allontanarsi da loro. Nessuno era stato visto rivolgere la parola ai tre fratelli, che neanche tra loro sembravano essere in buoni rapporti.

Non ci voleva un genio per capire che la ragazza e il tipo delle marionette erano terrorizzati dal più giovane.

E del resto, come dar loro torto, visto e considerato che aveva dimostrato di essere disposto a uccidere chiunque gli avesse dato fastidio?

Erano davvero spaventosi, la crudeltà con cui infierivano sugli avversari era spaventosa.

Il giorno stesso del loro arrivo al Villaggio, Kankouro era stato sul punto di picchiare Konohamaru, e l'avrebbe fatto se non fosse stato fermato.

Durante il loro incontro, poi, Temari non si era limitata a batterla: l'aveva fatta a pezzi.

Che cosa avevano pensato tutti, quando avevano visto i nomi di Rock Lee e Gaara sul tabellone? credevano che il ninja della Sabbia sarebbe stato da meno rispetto alla sorella? credevano che avrebbe teso la mano all'avversario, una volta finito l'incontro?

Shikamaru e Naruto le avevano raccontato di essere arrivati nella stanza dove giaceva Lee giusto in tempo per impedire che questo venisse assassinato.

 

 Non avrebbero dovuto permettergli di scendere nell'arena. Come hanno potuto restarsene lì a guardare mentre Lee utilizzava una tecnica così pericolosa?

Era proprio da lui, rischiare la vita per uno stupido incontro.

Doveva per forza dimostrare che il suo credo non era impossibile da realizzare!

 

 Non pensi che sarebbe un finale interessante, se il fallito battesse il genio grazie alla sola forza di volontà?

Tu e i tuoi sogni, Lee - pensò, mentre le compariva in mente l'espressione risoluta del compagno. Sorrise suo malgrado: il pensiero di Lee e della sua incrollabile determinazione le faceva sempre quell'effetto.

In qualche modo aveva sempre considerato Lee e i suoi folli allenamenti come qualcosa di immutabile, una di quelle cose sulle quali si può sempre contare, come il sorgere del sole e l'arrivo delle piogge monsoniche.

E si era sempre sentita incoraggiata da questo.

Il fatto che da qualche parte c'era lui che correva e saltava, che tirava duemila calci contro un tronco o che faceva cinquecento flessioni, tutto con la stessa grinta, le aveva infuso sempre un senso di sicurezza.

Avere davanti, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, l'esempio di una così grande determinazione, la figura di una persona così disperatamente decisa a realizzare il proprio sogno, l'aveva spinta a fare sempre meglio, a non mollare mai e soprattutto a credere che anche il suo sogno era possibile.

E adesso era lì, come una nave che ha visto il faro a cui puntava spegnersi improvvisamente.

Rock Lee era stato il suo punto di riferimento da sempre, l'aveva aiutata ad essere più forte e sicura senza accorgersene, con le sue lotte quotidiane contro il pregiudizio e lo scetticismo della gente del Villaggio.

 

Credono di sapere tutto. Pensano di poter giudicare con un'occhiata le persone e poi stabilire se queste ce la faranno o meno.

E il guaio è che tutti noi ci arrendiamo al loro responso, ci lasciamo abbattere e ci convinciamo di essere dei perdenti.

Tu no, invece. Non ti sei mai lasciato scoraggiare da quello che ti dicevano.

In un mondo di persone disincantate, che credono all'esistenza di un destino già segnato e ti dicono di lasciar perdere, tanto non hai i requisiti, di lasciar perdere, tanto quel posto è già di qualcun altro; ci sei tu, sognatore, testa dura, forse illuso.

E adesso saranno contenti, loro. Quelli che dicevano di gettare la spugna alzeranno le spalle, scuoteranno la testa e diranno " Io gliel'avevo detto ''

Lo diranno anche a me, Temari mi ha fatta a pezzi di fronte a tutti, no?

Ma non mi lascerò abbattere da loro, io. E neanche tu lo farai, Lee.

Non importa cosa dicono, non importa se ti danno per spacciato: tu ce la farai, devi farcela.

Perché se molli ora non andrà in frantumi solo il tuo sogno, ma anche il mio. Senza di te non posso andare avanti a lottare.

Ho bisogno della tua testardaggine, delle tue discussioni infervorate sulla giovinezza, della tua fede nella possibilità di realizzare l'incredibile.

Perciò rialzati, Lee, scrolla la polvere di dosso e rimonta in sella.

Voglio rivederti prendere a calci quest'albero.

Voglio arrabbiarmi perché mi hai svegliata all'alba per l'ennesima volta.

 

 

 Spazio Autrice  (che bello, mi fa sentire importante ^^)

Questa shot si è classificata seconda al contest Wicked and Lovely, che aveva come tema principale l'essere incantevole e pericoloso. Stranamente, come avete visto, ho scelto Rock Lee, che alle apparenze può sembrare tutto tranne che questo XD

Ma, dato che lo trovavo incantevole, per la sua personalità così particolare, ho voluto tentare con lui, e ho preso un momento della storia in cui è anche pericoloso.

La canzone Waka waka, che ho scelto come citazione, per me è il sountrack di Rock Lee :) E' una canzone allegra, che da' una grande carica, e invita a lavorare sodo e a rialzarsi quando si cade, senza mai arrendersi.

Spero che la storia vi sia piaciuta, e vi invito a lasciarmi il vostro parere, mi farebbe molto piacere sapere cosa vi ha trasmesso :) *ammesso che l'abbia fatto XD*

 

 Qui di seguito riporto il giudizio della giudice Ro-chan, che ringrazio per il lavoro svolto e i consigli <3

Grammatica e stile: 9/10
Trama: 8/10
Caratterizzazione: 9/10
Rispetto del bando e degli obblighi: 9/10
Parere personale: 0,6/1

La prima cosa che posso affermare di aver apprezzato, nel tuo lavoro, è la divisione tra il ricordo – il tempo in cui Rock Lee era ancora pimpante, in cui adirarsi con lui era cosa di tutti i giorni – e il presente.
Prima presenti una mattina qualsiasi: nessuno immaginava quello che sarebbe successo, e Tenten si limitava a rincorrere Lee, decisa a rimproverarlo per averla svegliata così presto. Un’immagine quasi scontata, nella sua semplicità, ma che non va però erroneamente scambiata con un momento inutile o banale.

Poi c’è Gaara, e Gaara c’è la distruzione.

La seconda scena, collocata cronologicamente un mese dopo la prima, è una post-esame dei chunin.
Protagonista è nuovamente Tenten – questa volta, però, l’umore della ninja è pensoso. L’ansia l’attanaglia, perché Rock Lee è in ospedale e nessuno sa cosa gli succederà – eppure, quello stesso Lee era stato l’esempio che Tenten aveva seguito tante volte.
Questa tua interpretazione mi è piaciuta: Lee è un ninja fallito, secondo i più, perché la sua incapacità di usare il chakra gli impedisce di progredire come gli altri. Non è un genio – alla categoria dei geni appartiene Neji –, eppure proprio questa sua incapacità di crescere come i suoi coetanei lo spinge a dare sempre il massimo, a prefissarsi obiettivi altissimi e dare tutto se stesso per raggiungerli.
Questo suo modo di affrontare il mondo ha, nella tua storia, colpito a tal punto Tenten da spingerla a considerare Lee un vero esempio da seguire – se lui può realizzare il proprio sogno, certamente anche a lei è concesso di realizzarsi. Ci crede e si impegna, e quando Lee cade, anche Tenten, che tanto affidamento aveva fatto sul compagno di squadra, va in crisi.
La tua interpretazione del concetto di «incantevole» – non soltanto un ragazzo bello a vedersi, ma anche una persona capace di incantare il prossimo con la forza dei propri valori – e di «pericoloso» – nel tuo caso, se Lee cede anche Tenten è obbligata a mollare, e dunque il pericolo sta nel fatto che la ninja potrebbe trovarsi priva di tutto, se solo lui sparisse – è parecchio interessante, e ti assicuro che sulle prime mi sono trovata a doverci riflettere un po’: l’ho trovata nuova, distante dallo stereotipo del «bello e impossibile».
Anche la citazione di «Waka Waka» è ben usata, per quel che mi riguarda: alzati, ricomincia a lottare, non arrenderti. Il messaggio è sia diretto a Lee sia a Tenten, poiché sono entrambi immobilizzati, in un modo o nell’altro.

Lo stile era interessante: l’ho trovato un po’ acerbo, come se dovesse ancora evolversi totalmente, ma comunque uno stile buono.
Non ho apprezzato totalmente, lo ammetto, il modo in cui sono apparsi nella storia alcuni pensieri di Tenten: «Tu e i tuoi sogni, Lee – pensò», per fare un esempio. Non è affatto scorretto, anzi, e lo preferisco a formule quali «"Tu e i tuoi sogni, Lee", pensò», ma forse avrei gradito maggiormente l’uso del corsivo, con un risultato simile a questo: «Tu e i tuoi sogni, Lee, pensò». Ribadisco che è parere personale, nulla più di un’impressione da me avuta e che ho riportato.
Sempre per questa ragione, ti suggerisco di inserire della punteggiatura nelle frasi tra due discorsi diretti: tu scrivi «"[…]esami dei chunin" diceva "dobbiamo[…]"». Ti consiglierei, al fine di rendere più scorrevole il testo, di utilizzare formule del tipo: «"[…]esami dei chunin", diceva, "dobbiamo[…]"», o anche «"[…]esami dei chunin" diceva, "dobbiamo[…]"». Ribadisco che non sono critiche al tuo stile – l’ho trovato in linea di massima abbastanza fluido, e comunque buono –, ma semplici consigli che potrebbero migliorare la lettura.

Riguardo alla grammatica, posso solo far notare un «Nelle sua mente», chiaramente frutto di distrazione. Di quando in quando, poi, la maiuscola è stata omessa – ho immaginato che fosse una scelta stilistica, per quanto forse poco gradevole a vedersi.

Passando all’IC, devo dire che la Tenten che ci hai presentato mi è parsa davvero coerente col personaggio, e che persino il Lee che emerge dai suoi ricordi mi è piaciuto: hai ben tratteggiato i due ninja, dando loro la possibilità di esprimersi.

 

  
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