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Autore: Clovely    21/09/2010    6 recensioni
Gli occhi di Elena sono azzurri come il cielo. Quelli di Damon neri come la notte. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima... Elena e Damon sono tanto diversi, ma nel profondo, sono molto simili. Una fan fiction su questi personaggi, e su una storia d'amore per niente sempilce, ostacolata da vampiri millenari e legami indissolubili. Tra amore e odio, la mia storia sul malvagio vampiro Damon, e la bellissima umana Elena. Vi prego, leggete e commentate!
Genere: Romantico, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Light and Darkness

Capitolo 13

Passarono almeno altri dieci minuti prima che Stefan riuscisse a parlare. E Damon attese, senza fretta, gustandosi il momento, godendo delle espressioni di sorpresa, incredulità, rabbia, paura che passarono in sequenza sul volto del fratello.
Lui semplicemente continuò a sorridere, consapevole del fatto che quel suo gesto lo avrebbe fatto infuriare ancora di più.
«Cosa ci fai qui?»
Damon si prese la libertà di aspettare qualche secondo prima di rispondere, si diede una lieve spinta, allontanandosi dallo stipite della porta, le braccia intrecciate all’altezza del petto, il sorriso arrogante sempre al solito posto.
«Non sei felice di vedermi, fratellino?» Si avvicinò a Stefan di qualche passo. Ora erano uno di fronte all’latro, con solo qualche passo di distanza a dividerli.
«Non fare l’idiota.»
Era evidente, pensò Damon, che Stefan stava trattenendo a stento la rabbia. Questo rendeva tutto ancora più divertente agli occhi del vampiro.
«Dimmi cosa accidenti sei venuto a fare in questo posto.» Lo attaccò di nuovo Stefan.
Damon allargò le braccia, con fare innocente.
«Sono a venuto a trovare il mio fratellino!»
Stefan non rispose, un bagliore d’ira a stento repressa attraversò i suoi occhi verdi come le foglie d’estate.
«Ok, non è vero.» Disse Damon, tornando d’un tratto serio. «Dobbiamo parlare. E’ importante.» Aggiunse quando lo sguardo di Stefan divenne isterico. Dopo qualche occhiata torva al fratello, Stefan accettò, sospirando.
«Ti ascolto.» Stefan si appoggiò mollemente alla scrivania, osservando con preoccupazione il fratello. Non era niente di buono, pensò, di sicuro. Se Damon era riapparso, voleva dire che c’era qualcosa sotto. E non sarebbe stato affatto bello. 

Quando Damon finì il suo discorso, Stefan rimase attonito a fissarlo per qualche secondo. Suo fratello sembrava diverso, cresciuto. Anche se, ovviamente, non poteva essere davvero cresciuto, i vampiri non invecchiano.
Però rimase qualche secondo a fissare gli occhi neri come la pece, che in quel momento, più che mai, sembravano seri.
«Mi stai dicendo,» iniziò lui «Che sei venuto a Firenze, a cercare me, perché dei vampiri hanno tentato di uccidere la tua ragazza, in America?»
Stefan ora era decisamente esterrefatto. Sentire il discorso da Damon era stata una cosa, riassumerlo evidenziando le parti salienti, lo aveva reso ridicolo. «Questo non ha senso Damon!»
Stefan sapeva che c’era qualcosa sotto, Damon aveva un piano in mente, ne era certo. Ma non riusciva proprio a capire perché fosse li.
Dopo tutti quegli anni...
Anche se, dovette ammettere, non sembrava nella sua fase “un’eternità di sofferenza per il mio fratellino!”.
Allora cosa accidenti voleva?
Stefan non riusciva a capire, era confuso. Se avesse potuto avere il mal di testa, ora avrebbe avuto un’emicrania davvero molto dolorosa. Si passò una mano tra i capelli.
«Bè, la mia ragazza è proprio qui fuori. E’ scortese farla aspettare, non credi?»
«Lei è...? Tu l’hai...?»
«Sì.»
«E va bene. Falla entrare. Ma, Damon. Sappi che non mi fido di te.»
Damon sorrise. Stefan ricordava con dolorosa certezza quel sorriso così sicuro di se, era l’espressione tipica di suo fratello.
«Ed è così che deve essere. Se fosse stato il contrario, fratellino, saresti diventato più stupido di quanto mi ricordavo! Però puoi considerare questa mia visita come... una tregua.»
Damon si girò e uscì dalla stanza, mentre suo fratello chiudeva gli occhi, improvvisamente stanco, come se il peso di tutti i secoli passati gli fosse crollato sulle spalle improvvisamente. Sospirò.
In fondo lo sapeva, no? Che Damon sarebbe tornato un giorno. Lo aveva sempre saputo.
«Ah,» Damon fece capolino nella stanza, di nuovo. «Ci terrei ad aggiungere, che la mia ragazza potrebbe chiarire alcuni interrogativi che si sono formati nella tua mente acuta.»
Stefan sentì una brutta sensazione irradiarsi in tutto il suo corpo. 

Quando Damon tornò a prenderla le sembrava che fossero passati secoli. Aveva osservato con ansia e poco interesse i passanti, che invece guardavano con immenso piacere la ferrari nera, e probabilmente avrebbero guardato con interesse anche lei se non fosse stato per i finestrini oscurati.
Stava per aprire la portiera con l’intenzione di entrare, quando lo vide uscire dal cancello, con un sorriso palesemente soddisfatto.
«Ora puoi entrare.» Le disse, porgendole la mano. Elena gli sorrise, uscendo dall’auto ed inspirando una boccata d’aria a pieni polmoni.
«Andiamo.» Disse lei, iniziando a camminare. Non capiva perché, ma Damon le sembrava decisamente troppo euforico.
Ma quando superò il cancello e si trovò davanti alla fontana i suoi pensieri si dissolsero, sciogliendosi come neve al sole. Quel posto era magnifico. Il parco sembrava ancora più grande, visto da dentro, la fontana era perfetta, decorata in maniera maestosa, e l’acqua era limpida e quasi invitante. Non riuscì a esaminare meglio il resto dei dettagli, perché Damon la stava letteralmente trascinando, e in meno di qualche secondo si trovarono sull’elegante scalinata di marmo bianco, diretti al portone d’ingresso.
Elena si fermò proprio davanti ad esso, il cuore le batteva a mille, si sentiva agitata.
«Damon, hai detto a tuo fratello che io... assomiglio a... vero?»
Il ragazzo ampliò il suo sorriso sornione, prima di lanciarle una lunga occhiata. «Certo.»
Senza indugiare oltre spalancò la porta, ed Elena non ebbe modo di riprendere l’argomento, anche se il tono di voce di Damon l’aveva messa in allarme.
Improvvisamente si rese conto di essere in un paese straniero, con il suo fidanzato vampiro, nella casa doveva aveva vissuto secoli prima, e dove ora viveva il fratello che, come aveva intuito più volte, lui odiava. Immediatamente realizzò che quell’incontro non sarebbe stato semplice e piacevole, ma lo fece troppo tardi.
Damon la trascinò attraverso il corridoio, che Elena non riuscì quasi a vedere, fermandosi sulla soglia di un’altra stanza, così all’improvviso che la ragazza andò a sbattere contro la sua schiena.
Il resto accadde così velocemente che Elena non riuscì quasi a reagire.
«Fratellino, ti presento la mia ragazza.»
La tirò lievemente per il braccio, facendola arrivare esattamente al suo fianco. Elena strinse forte la sua mano, fissando il pavimento.
Alzò lo sguardo con lentezza, preparandosi un sorriso cordiale, ma poi i suoi occhi ne incrociarono un altro paio, di un colore così armonioso da essere quasi magnetico.
Verdi come l’erba d’estate, accarezzata da una brezza tiepida... per un istante, un solo istante quegli occhi parvero sorpresi, ma poi un’ombra vi calò sopra, veloce, incessabile, oscurando quel verde, come se una nuvola avesse coperto il sole di quella giornata estiva.
Il ragazzo trattenne il respiro, gesto abitudinale, perché non aveva bisogno di respirare. Il suo corpo si irrigidì, i muscoli tesi, gli occhi scuri e terrorizzati.
Elena accennò un piccolo passo avanti, come se volesse stringergli la mano. Aprì la bocca per presentarsi, sicura che, non appena avesse chiarito quel malinteso, gli occhi del ragazzo sarebbero tornati curiosi e verdi come due smeraldi.
Ma non fece in tempo. Il ragazzo balzò all’indietro, urtando l’elegante scrivania di legno scuro alle sue spalle. La sbalzò all’indietro, mandandola a sbattere contro la libreria dietro stante. Il contenuto della scrivania rovinò a terra insieme a parecchi libri.
Elena si sentì male. Lo sguardo del ragazzo era così... era indecifrabile.
Orrore, paura, dolore, incredulità...
E Damon non faceva nulla per impedire che ciò accadesse. Stava li, il suo sorriso sulle labbra, lo sguardo fisso sul fratello. Elena lo guardò, incapace di reggere lo sguardo di Stefan un minuto di più, mentre al contrario il ragazzo pareva avere occhi solo per lei.
«Damon!» Esclamò sottovoce, scuotendogli il braccio con forza. Il ragazzo non reagì, fissava suo fratello, come se fosse ipnotizzato. “E’ un folle!” Pensò Elena in un momento di pura crisi. Disperata si rese conto di dover prendere in mano la situazione. Si allontanò da Damon, avanzando verso il centro della stanza, verso il ragazzo.
Stefan Salvatore. Il fratello di Damon. In un momento di isteria pensò che erano davvero diversi. Molto diversi.
Stefan scuoteva la testa lentamente, le ginocchia sembrava volessero cedere sotto il suo peso.
«Stefan, giusto?» Il ragazzo non rispose, la fissò come se avesse visto un fantasma, tornato dal mondo dei morti apposta per torturarlo. «C’è stato un malinteso, io sono...»
«Katherine.» Terminò lui, con una voce roca e bassa; ora nel suo sguardo c’era qualcosa che Elena non riuscì a decifrare. Sembrava quasi...
La ragazza sentì Damon, risvegliato dalla sua ipnosi, avvicinarsi a lei.
«No.» Rispose Elena, cercando di apparire tranquilla e sicura di se. Con uno sforzo enorme, si costrinse a sorridere. «No, io sono Elena. Elena Gilbert, e vengo da Fell’s Church.»
Lo sguardo di Stefan si fece dubbioso, si raddrizzò, le ginocchia che reggevano di nuovo il suo peso. Ora il suo sguardo si posò alle spalle di Elena, verso suo fratello.
La ragazza non vide il loro scambio di sguardi, ma quando gli occhi di Stefan si fissarono di nuovo su di lei, erano tornati verdi, e spaesati, confusi e... mortificati.
«Io... mi dispiace... Tu sei... uguale...» Scosse la testa, osservandola ancora un istante, non del tutto convinto. Alle sue spalle, Elena sentì che Damon era... irritato.
«Io sono Stefan.» Fece il ragazzo, con un sorriso tirato e immensamente stanco, porgendole la mano.
Elena sorrise. La situazione stava migliorando. «Lo so.» Rispose, stringendogliela. Sentì una strana sensazione quando le loro mani si toccarono. La pelle si Stefan sembrava quasi tiepida, forse era solo per le sensazioni che aveva provato qualche istante prima.
Sentì un senso di riconoscimento, capì che quello era davvero il fratello di Damon, anche se erano diversi come il giorno e la notte. Elena sentiva qualcosa in quel ragazzo...
La mano di Damon si strinse con forza alla sua spalla.
«Bene, ora che siamo tutti amici...»
Tirò indietro Elena, quasi con scortesia, interrompendo il loro contatto, e lasciando il fratello ancora più sbalordito e folgorato. Elena si accorse con imbarazzo che Stefan raramente distoglieva gli occhi da lei.
Calò un velo di silenzio nella stanza, che Elena notò, era un salotto davvero enorme.
La situazione si stava facendo complicata; Stefan era sconvolto, confuso, Damon sembrava irritato, eppure compiaciuto, forse perché il suo diabolico piano per distruggere emotivamente il fratello era andato a buon fine.
Elena dal canto suo, si sentiva confusa. Guardava quel ragazzo pallido, con due occhi verdi che sembravano opachi, pieni di disperazione celata con maestria, sentendosi in pena per lui. Sentiva la mano di Damon sulla sua spalla, e si sentiva infuriata con lui: come aveva potuto fare una cosa simile a suo fratello? Poi si rese conto che la colpa era effettivamente sua; se solo non fosse stata così maledettamente identica a quella Katherine...
Ormai il silenzio si stava protendendo oltre misura, diventando eccessivamente imbarazzante, Elena voleva solo buttarsi su un letto e chiudere gli occhi su quella situazione surreale, nascondendosi nel mondo dei sogni, dove i problemi apparivano sfocati e lontani...
Fu un rumore a interrompere quel silenzio.
Una porta che sbatteva. Improvvisamente Stefan alzò la testa di scatto, fissando l’entrata del salotto, e liberando Elena dal peso del suo sguardo. Nei suoi occhi passò una scintilla di consapevolezza, come se si fosse appena ricordato di una cosa importante.
Ma non riuscì a fare nulla, non ne ebbe il tempo, e la disperazione mista alla stanchezza presero il sopravvento sul suo volto, mentre una voce dal corridoio gridava: «Stefan! Sono tornata!»
Tutti e tre fissavano l’ingresso, sentendo dei passi in avvicinamento. Elena deglutì, non sapendo cosa aspettarsi, Damon lanciò un’occhiata al fratello, e in quel momento qualcuno entrò nel salone.
Damon inarcò le sopracciglia. «Le sorprese non finiscono mai, vero fratellino?»
La nuova arrivata si bloccò sulla soglia, impietrita. Osservò Stefan, la scrivania mezza ribaltata alle sue spalle, di nuovo Stefan, e poi gli sconosciuti nel salotto.
Le labbra rosse erano socchiuse, i suoi occhi mandavano silenziosi messaggi interrogativi.
Stefan sospirò. «Kassy, questi sono Damon ed Elena.» Disse stancamente.
La ragazza sorrise, come se avesse appena capito chi si trovava davanti.
Damon cinse la vita di Elena, attirandola a se con fare protettivo, mentre la ragazza avanzava verso di loro.

 
Note d'autore:

Salve a tutte, mie care lettrici!!! Finalmente riesco ad aggiornare la mia fanfic!!! Forse qualcuna di voi avrà l'istinto di impalarmi, sono passate davvero tante settimane dall'ultima volta che ho aggiornato!!! :( vi chiedo umilmente scusa! Durante le vacanze sto la maggiorparte del tempo a casa della nonnina, e la non c'è internet!! xD
Bè, spero comunque che abbiate passato delle belle e rilassanti ferie!!! Purtroppo però sono finite... ed è ricominciata la scuola... -.-' altro motivo che mi rallenta nell'aggiornare!
Vabbè, passiamo alla storia, sarà meglio!
Allora, finalmente Elena e Damon incontrano Stefan! Premetto che nel prossimo capitolo verrà detto quelaocsa su di lui... e sul nuovo personaggio arrivato proprio nelle ultime righe!!! 
Spero che continuerete a seguirmi, e che questo capitolo, e i prossimi, siano di vostro gradimento!!!

Non ho tempo di ringraziare tutte una per una, ma vorrei comunque dire grazie a quelli che hanno recensito: Samirina, biafin, _Delena_, ila_D,  Razieletta95, marty occhiblu e ragazza lupo!!! Vi ringrazio davvero di cuore, spero la prossima volta di trovare il tempo per rispondere alle vostre gentilissime recensioni! :)
Ed infine grazie a tutti quelli che hanno messo questa storia nei preferiti, o nelle seguite o chi semplicemente l'ha letta e apprezzata!!! Un grazie enorme a tutti!!!

Cecy

   
 
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