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Autore: Shark Attack    21/09/2010    7 recensioni
Per la prima volta nella mia carriera, non so quale passaggio della mia stessa fic utilizzare per farne da introduzione. Ohibò, ritornerò alle vecchie maniere... *sorriso a trentadue denti stile kawaii* Ciao a tutti, questa è la mia prima (xD) fic su Naruto, è la prima volta che scrivo su Kiba e Hanabi (questo sì, non li ho mai considerati molto prima d'ora) e ho intitolato la fic con così poca fantasia per pura pigrizia. Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!!1!11! ^-^ Ok, la smetto. Se però cercate sentimenti, IC, introspezione, passione e anche quellacosalì, nonché azione e un pizzico di simpatia...
[2° classificata al contest "Like a vergin" indetto da Poumpoumpourin sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Kiba Inuzuka | Coppie: Kiba/Hanabi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Non ama colui al quale i difetti della persona amata non appaiono virtù.
Johann Wolfgang Goethe







KibaHana





-Quella ragazza mi farà morire!
Kiba si lasciò cadere di peso sullo sgabello accanto a quello di Naruto, nell'Ichiraku Ramen, sbattendo le mani sul bancone e facendo venire un infarto all'amico.
-O peggio, impazzire.. - continuò come se non avesse fatto strozzare il biondino che stava ancora lottando per non far andare di traverso gli spaghetti.
-Ouff.. una volta non eri più ottimista, 'ttebayo? Sei uno straccio!
L'Inuzuka si passò le mani sul volto in un gesto esasperato, inspirando profondamente.
-Naruto, non immagini che razza di fortuna tu abbia nel stare con Hinata! Ti giuro, Hanabi è impossibile!
L'altro ridacchiò e continuò a sorseggiare il suo brodo. Lo faceva sentire meglio il fatto che qualcuno ammettesse che fosse fortunato ad avere una fidanzata come Hinata: d'altronde lui ne era assolutamente certo e non poteva essere più felice.
-Cos'è successo? - gli chiese pacato mentre abbassava la ciotola e ricominciava ad armeggiare con le bacchette.
Kiba scivolò fino a battere la fronte sul bancone. -Non lo so, Naruto, mi sembra di sbagliare tutto!
-Uh?
-E poi sembra sempre che sia lei il maschio della coppia, tanto è orgogliosa e sicura di sé e.. guarda che ti vedo, smettila immediatamente! - aggiunse ringhiando minaccioso, bloccando sul nascere le risate di Naruto.
L'impulso di avventarsi sul suo collo divenne indomabile non appena il suono delle risate si fece più sguaiato. -Naruto!! - ringhiò a gran voce, raggelandolo.
-Scusami Kiba, è stato più forte di me.. eheheh, però..
-Vuoi morire giovane?
-No, no! - rispose l'altro allontanandosi prontamente su un altro sgabello.
Il moro alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere la questione, tornando a picchiettare con la fronte sul legno. Il signor Ichiraku lo guardò storto ma non lo fermò, era abituato a vedere drammi di ogni tipo consumarsi nel suo piccolo negozietto.
-Allora.. - Naruto ingurgitò rapidamente il rimanente ramen prima che potesse essere troppo tardi – Sei in crisi, uh!
Due occhi castani lo fecero rabbrividire più di prima. -Ok, come vuoi tu, non sei assolutamente in crisi, scusa!
-Non è che.. sì, in un certo senso sì – ammise infine Kiba, riprendendo un certo ritmo nel sbattere la testa sul bancone – Anzi no, è solo che mi spiazza sempre, non riesco più ad ammaliarla come facevo all'inizio, capisci?
-La ammaliavi?
-Oh, taci, che ne vuoi sapere tu di conquistare una ragazza? Hinata ti è sempre venuta dietro, ha lavorato più lei di te per il bene della coppia!
-Ed è un grande bene! - ribatté Naruto soddisfatto.
Kiba lo guardò di sbieco, in cerca di insulti adatti ad una simile affermazione idiota. -Se Hinata avesse lo stesso carattere della sorella, credimi, saresti un uke perfetto.
La ciotola di ramen rotolò sul bancone, dal momento che il suo consumatore aveva perso il controllo degli arti dopo quella frase. -Come, scusa?
-No, nulla – Kiba non riusciva a smettere di ridere – Pensavo a ruota libera.. non prendermi sul serio..
-Io non sono per niente l'uke, tra noi due! - replicò con fervore il biondino – Tu, piuttosto! Se Hanabi ti tiene sempre testa come dici, beh, allora dovresti preoccuparti sul serio!
Quelle parole ebbero l'effetto stravolgente di svegliare Kiba più di dieci secchiate d'acqua gelida in faccia. Sarà stato il furore con cui Naruto le aveva pronunciate, sarà stato il messaggio decisamente azzeccato o semplicemente il fatto che erano alla base dei suoi tormentati pensieri. Sta di fatto che dopo averle udite, l'Inuzuka sapeva perfettamente cosa avrebbe dovuto fare.


-Neji, non essere gentile! - abbaiò Hiashi battendo un piede a terra -Questo non è un balletto, è un allenamento!
-Sì signore – il giovane Hyuga si concentrò maggiormente e sferrò un altro colpo alla cugina, mirando allo sterno, sperando che riuscisse ad evitarlo. Il tonfo che seguì quell'attacco gli fece scappare un'imprecazione, ma ebbe l'accortezza di non pronunciarlo.
-Forza Hanabi, rialzati! - la ragazza puntò le mani sul parquet e si fece forza sollevandosi a fatica sotto gli incoraggiamenti del padre -Devi essere in grado di resistere sempre ad attacchi del genere, ricordalo!
La ragazza scostò i capelli dal volto e riattivò il byakugan, preparandosi a restituire al cugino ciò che aveva appena ricevuto. Solo in quel momento si accorse che il suo respiro era troppo affannato, i suoi sensi si stavano affievolendo e il chakra non rispondeva più ai suoi richiami.
Qualche secondo dopo il suo contatto col il pavimento udì la voce del padre interrompere la sessione di allenamenti e si sentì stupida, debole ed inutile come ogni volta che non riusciva a raggiungere i suoi obbiettivi.
La mano di Neji entrò nel suo campo visivo. -Andiamo a rinfrescarci – disse tendendo ancora la mano, per aiutarla a rialzarsi.
Hanabi si rialzò da sola, ferita nell'orgoglio, e lo guardò di traverso con un amaro sorriso sulle labbra. -Non riuscirai a vincermi ancora per molto – sibilò.
Anche gli occhi del cugino si illuminarono. -È ancora tutto da vedere.


-Hanabi, c'è il tuo ragazzo di sotto – la voce di Hinata la fece sussultare, persa com'era nelle sue visioni di tecniche perfettamente eseguite -Può salire?
La ragazza scese dal letto e si avvicinò alla porta, appoggiandovisi con una mano. -Digli che non ho scordato la cena – anche se quel pensiero era decisamente passato in secondo piano quel giorno – Ma che prima devo farmi una doccia.
La sorella annuì appena e scese a comunicare il messaggio. Hanabi sospirò esausta ed alzò gli occhi chiari al cielo, colorandoli del suo imbrunire.

Strizzò i capelli, li pettinò con cura e sistemò l'asciugamano che l'avvolgeva, fermandone un lembo sul petto con la mano per non farlo cadere a terra.
Uscì dal bagno e tornò in camera, aprì l'armadio ma, invece degli abiti, afferrò un kunai. Si voltò di scatto, alzandolo in posizione di difesa.
-Buona, buona, a cuccia.. - il sorrisetto sulle labbra di Kiba la rassicurò appena -Aspettare mi annoia, lo sai.
Non abbassò il kunai. -Dovresti imparare, invece. La pazienza è un'ottima cosa, per un ninja.
Il ragazzo le scattò alle spalle in una frazione di secondo, avvicinando il viso al suo collo ed inspirando profondamente. -Adoro il tuo profumo.. - mormorò mentre scostava le ciocche di capelli che intralciavano il suo fiuto.
-Sbaglio o l'appuntamento era al ristorante?
-Non sbagli, ma sei così in ritardo che è già iniziato..
Quel tono suadente la fece rabbrividire. Kiba era in grado di sciogliere la sua marzialità assoluta e questo la sconvolgeva, troppo spesso. Ma non riusciva a farne a meno. Quella sensazione, quel sudore freddo, la sua logica ed il pensiero razionale persi nel vuoto, almeno per qualche ora.. il desiderio di questi elementi aveva il potere di rafforzare la sua determinazione negli allenamenti.
Si spostò rapidamente. -Qualcosa mi dice che è tempo che il cane impari quale confine può oltrepassare.. - indicò la porta – E quale no.
Kiba ridacchiò e si portò le mani dietro la testa. -Vedremo se la penserai così ancora per molto..


-Sarebbe.. questo coso?
L'Inuzuka si voltò di scatto richiamato dal tono schifato della ragazza. -Questo cos.. ah! - si illuminò trovando l'oggetto di irritazione di Hanabi, seguendo il suo indice puntato contro un ristorante di basso livello.
-No, non è assolutamente il luogo del nostro appuntamento.. - ridacchiò.
Hanabi tirò un sospirò di sollievo e represse quella buona dose di insulti che avrebbe sputato se quel tugurio fosse stato la loro meta. -E allora – riprese spazientita – Si può sapere dove diavolo mi stai portando, Kiba Inuzuka? Guarda che non ho intenzione di girare per tutta la notte!
Il sorriso sul volto del ragazzo interpellato morì di colpo, per poi ritrasformarsi in un ghigno divertito. Le si avvicinò e le mise una mano sugli occhi. -Ora promettimi di non usare il byuakugan o qualunque altro metodo ninja per rovinare la sorpresa!
La mora strinse una mano a pugno. -Se proprio devo..
-Andiamo! - sbuffò Kiba – Tutte le ultime sorprese me le hai rovinate sul nascere!
-Va bene, va bene! Basta che non piagnucoli..
Subito dopo quel piccolo diverbio sentì l'altra sua mano robusta afferrarla per una spalla e guidarla a destra rispetto a dove stavano andando poco prima. Hanabi collegò questo nuovo percorso alla mappa che negli anni aveva creato nella sua mente, per poi scoprire che non c'era nessuna zona abitata in quella direzione, solamente una piccola boscaglia e..
-Ti ho detto di non rovinarti la sorpresa! - brontolò Kiba stringendo la presa.
-Scusa – gli rispose prontamente, maledicendosi per la sua costante ed incessante mania di avere sempre tutto sotto controllo. In fondo si trattava del suo ragazzo, avrebbe potuto e dovuto fidarsi di più, no?
Hanabi inspirò a fondo ed attese la fine di quello strano viaggio, assaporando dei dolci momenti di disinteresse verso le proprie azioni. O il proprio destino.
-Ecco – la voce di Kiba la scosse qualche minuto più tardi, quando i suoi piedi avevano smesso di muoversi alla cieca e la pressione sulla sua spalla era sparita, rompendo quel vago senso di trance che stava iniziando a conoscere – Siamo arrivati!
Le dita scivolarono dagli occhi e un praticello nascosto ornato da un telo enorme e un cesto pieno di vivande comparvero davanti alle sue pupille candide.
-Ma.. cosa.. - balbettò incerta, per niente sicura di aver capito cosa stesse succedendo.
Erano i pasti dimenticati da qualche gruppo ninja? O da qualche viandante, sicuramente era così, perché mai dovrebbe esserci del cibo in un prato così nascosto..
Kiba si sedette sul telo e le fece cenno di imitarlo mentre iniziava a tirar fuori dal cesto piattini, bacchette, bibite, polpette di riso e verdure varie.
-Pic nic! - esclamò entusiasta intravedendo l'indecisione che pervadeva la ragazza.
-Pic.. nic?
-Proprio così! Mai fatto uno?
-No.
Il sorriso sul suo volto si allargò ulteriormente. -Perfetto, allora! Siediti e cominciamo!
Estrasse dal cesto qualche piccola lanterna e le dispose agli angoli del telo, rischiarando la foresta in quella notte di luna nuova.
Hanabi prese posto accanto al ragazzo ed iniziò a degustare quel piccolo manicaretto che era stato preparato in suo onore. -Ma.. non dovevamo andare al ristorante? - domandò ancora confusa.
-No, era solo un.. beh, prova questo!
-Mhm.. buono, davvero buono ma..
-Coraggio, Hanabi! - quegli occhi color cioccolato, in grado di conferire all'intero viso un'irresistibile espressione da cucciolo, la fecero sussultare e perdere una piccola parte di lucidità -Non è illegale fare un pic nic, sai? E stai tranquilla che ho preparato tutto io con le mie mani! ..beh, anche con quelle di Hinata, in effetti..
-Hinata?
-Ottima cuoca, ha sempre cucinato lei per le nostre missioni..
La giovane Hyuga si diede della stupida per aver sospettato della sorella maggiore. Eppure lo sapeva benissimo che la migliore qualità di Hinata veniva rivelata al mondo solamente in presenza di pentole e fornelli, non certo di kunai e arti illusorie. Addentò un onigiri e si perse nella contemplazione dell'esemplare più strano di ninja che avesse mai incontrato. E che per questo era diventato suo.
Non si curava di niente, era rude, sporco, giocava sempre a rotolarsi nella terra con i cani, era un ninja discreto ma non eccellente.. eppure a lei piaceva così com'era, punto. Non le riusciva proprio di cercare l'uomo perfetto che suo padre desiderava stesse al suo fianco, non dopo aver incontrato Kiba Inuzuka.
-Uh? Non ti piace?
Sì che le piaceva: era genuino, sveglio, attivo, sempre sorridente. Non aveva le sue stesse potenzialità né avrebbe mai potuto raggiungerle, ma la lasciava sempre sbalordita, di stucco, come se un attimo prima non riuscisse a vedere un'ombra delle sue capacità e l'attimo dopo si fosse manifestato come il ninja più capace in circolazione.
-Hanabi?
E in quei momenti non riusciva a pensare ad altro che a lui, mentre il cuore aumentava il ritmo, i polmoni entravano in sciopero e la sua marzialità veniva decisamente meno. -Ti senti bene?
-Perché?
-P.. perché?
-Perché deve essere così?
Kiba non sapeva proprio cosa pensare – Ah, ma certo! Così dannatamente buono? Beh, te l'ho detto, ho cucinato tutto io e..
-Lottiamo.
Il ragazzo deglutì rumorosamente e si sentì fulminato. -Come scusa?
-Lottiamo. Qui. Ora.
-Ma che stai dicendo, Hana?!
Nei suoi occhi si accese una luce maliziosa. -Paura, cagnolino?
-Che fai, provochi?
-Se vuoi essere il mio ragazzo devi essere alla mia altezza! - affermò compunta mentre si alzava in piedi e si allontanava dal telo.
Il moro guardò il suo polpo fritto con desolazione, indeciso se metterlo da parte per dopo o se mangiarlo in fretta prevedendo che non ci sarebbe stato un “dopo” a disposizione.
-Ma perché dobbiamo lottare proprio ora? - piagnucolò, ancora perso nel dubbio.
Hanabi attivò il byakugan e si mise in posizione, assottigliando lo sguardo e chinando la schiena in avanti, pronta a scattare. Non sapeva nemmeno lei perché avrebbero dovuto scontrarsi, ma ne sentiva l'impellente bisogno. La sua richiesta era scappata dalle sue labbra ancor prima che il cervello si fosse accorto di averla partorita ma non si sarebbe mai tirata indietro, non dopo averle dato così tanto fiato. Vedendo Kiba mettere da parte il suo polpo ed alzarsi controvoglia capì quale fosse il reale motivo della sua scelta: la sua presenza minava la sua razionalità e senza di essa si sentiva persa, priva di una parte fondamentale del suo essere; bisognava quindi ravvivarla con un allenamento, prima che fosse troppo tardi.
-Coraggio – lo incitò – Fatti sotto!
-Dannata ragazzina! - imprecò l'altro, scavalcando il cestino da pic nic – Se è la guerra ciò che vuoi..
-Guerra avrò?
Un ghigno divertito comparve sul viso di Kiba, complice della scintilla maliziosa che una nuova parte del suo piano stava accendendo. -Non sai quanto..
Scattò in un lunghissimo salto per azzerare la distanza tra di loro, Hanabi lo intercettò col il palmo della mano e ne deviò la traiettoria. Kiba atterrò sul tronco di un albero e lo sfruttò come trampolino per lanciarsi nuovamente sulla ragazza, afferrandola ai fianchi ed atterrandola goffamente, facendo rotolare entrambi lontano dalle lanterne del pic nic.
La ragazza alzò un braccio per colpire la spalla di lui e liberarsi ma venne sopraffatta da un bacio.
Un lunghissimo, semplice bacio.
Qualcosa di caldo le pervase il petto mentre la mente veniva annebbiata, poi sentì il bisogno di staccarsi e respirare profondamente. Scostò il viso, guardando altrove per non far vedere al ragazzo di esser stata spiazzata e di non saper gestire la situazione, ma due dita le afferrarono il mento e la fecero tornare a lui, un'espressione nuova negli occhi.
Rimasero qualche secondo sospesi in un pesantissimo silenzio rotto solamente dai respiri affannati di lei, ancora stretta tra il prato e Kiba.
Sembrava che avessero passato ore intere a fissarsi come due stupidi, inutilmente, come se non si fossero mai visti prima. Ma non ne potevano fare a meno, almeno fino a che il bisogno di baciarsi nuovamente non fu più forte. E di nuovo le loro labbra si unirono.
Kiba le passò una mano fra i capelli premendole il viso contro il suo e costringendola ad arrendersi alla passione che, lenta e rapida allo stesso tempo, la stava divorando.
Quando la sentì gemere sotto il suo tocco lungo la linea dei fianchi, ebbe finalmente la certezza che stava andando tutto alla grande e che era quello, il piano vincente.
-Kiba..
Hanabi si staccò e riuscì finalmente a riprendere fiato, ma non a liberarsi dalla presa. Non che ormai le importasse più tanto.
-Non pensare – soffiò.
-Non.. non so se ci riesco..
Le labbra dell'Inuzuka scivolarono lungo il suo collo riempiendola di brividi e facendole perdere sempre più terreno razionale. -No, che fai..
Ma il suo debole tentativo non venne ascoltato e Hanabi chiuse gli occhi, cercando per la prima volta di non essere sé stessa, ma una ragazza. Una normale ragazza che trema alla scoperta di un nuovo tipo di eccitazione, che non aveva nulla a che fare con l'eccitazione della lotta che invece ben conosceva e di cui si drogava.
Mosse da qualcosa che non sapeva classificare, le sue mani scivolarono sulla schiena e sulla nuca del ragazzo che, al settimo cielo, la adagiò delicatamente sul prato e si sistemò meglio per scendere sulla clavicola, mentre la mano che prima scivolava sul suo fianco continuava il suo percorso sotto il tessuto.
In quell'attimo la pelle di Hanabi diventò bollente e il suo battito accelerò così tanto che istintivamente si portò una mano sul cuore per paura che saltasse fuori dal petto.
-Che..?- domandò Kiba, incuriosito da quella strana reazione.
-N..nu..niente, nulla!- soffiò rapidamente.
Il sorriso che ricevette in risposta era malizia al cento per cento.
-Però..
C'era sempre un “però”. Sarà stata la situazione totalmente nuova, il presentimento di ciò che sarebbe potuto accadere o il timore di essere scoperti da qualcuno, ma Hanabi non riusciva ad essere totalmente tranquilla. Invidiava spesso questa capacità del suo ragazzo, praticamente ogni volta che la situazione sembrava sfuggire dal suo ferreo controllo e dominio. -Smettila - mormorò grave, voltando la testa di lato per sfuggire ad un probabile bacio, ma Kiba non sembrò farsene un problema e le lambì l’orecchio con le labbra ed i denti, mentre la sua mano dal fianco scivolò giù, lungo la coscia insinuandosi sotto la gonna dello scamiciato.
“Tipico”, pensò Hanabi socchiudendo gli occhi e prendendo un respiro affannoso, con il calore che saliva nello stomaco, Kiba adorava farla innervosire a quel modo. Piegò istintivamente la testa indietro lasciandogli accesso al suo collo.
-Può arrivare qualcuno- sussurrò a fatica, deglutendo mentre le labbra dell'Inuzuka scendevano verso l’incavo dei suoi seni che si affacciavano appena dalla scollatura e accompagnava la sua mano all’orlo dei pantaloni.
-Kiba, non possia…- soffocò un gemito quando le sue dita la sfiorarono, con una scossa torrida in tutto il ventre, e si abbandonò a quella carezza. I pantaloni e le sue mutandine scivolarono verso terra e finalmente le sue labbra si tuffarono su quelle di lui, restituendo la foga di poco prima, mescolando i loro respiri, mentre Kiba armeggiava con i propri pantaloni per qualche secondo. Hanabi represse un sorriso assente e beota nell’intuire un principio di imprecazione dell’amato alle prese con la cintura, poco prima di tornare a toccarla, facendole spalancare le labbra in un grido muto, per poi afferrarla per i fianchi e sistemarla meglio e finalmente sotto di lui.
Mentre lui si spingeva dentro di lei, Hanabi si stringeva alle sue spalle, con le punte dei suoi capelli castani contro le labbra strette tra i denti per non gemere tanto forte da attirare l’attenzione di qualcuno, perché non riusciva a liberarsi dall'idea di essere scoperti in quella radura che poteva essere isolata oppure no, in fondo non lo sapeva.
Poi sentì la scossa di tutta quella passione esploderle da qualche parte nel ventre lasciandola senza fiato, senza nessun’altra cognizione che quella del piacere che le fece stringere ancor più le braccia intorno a Kiba, le dita nei suoi capelli, mentre lui la muoveva ancora un paio di volte per poi tremare, annaspare e gemere distrutto, affondando il viso contro il petto di lei, sciogliendosi nell’orgasmo e il mondo ebbe un nuovo, affascinante volto.
Non riuscì a dire nulla, Hanabi, sorpresa com'era da qualcosa che ancora non era in grado di classificare, spaesata e rassicurata allo stesso tempo, mentre aria nuova le entrava nei polmoni e la faceva sentire diversa, forse più viva.
-Hana.. - un ultimo singulto spossato contro il suo seno la riportò a Konoha, consapevole di avere ancora il corpo caldo del suo ragazzo sopra e dentro di lei.
-E'..
-Non ti ho fatto male, vero? - chiese lui precipitosamente, sperando di non dover combattere nuovamente per farsi perdonare.
-No, io.. non lo so. No, no che non mi hai fatto male, ma..
Per la prima volta nella sua vita, la lingua sicura e tagliente di Hanabi Hyuga non sapeva come muoversi. Batté le palpebre più volte, incerta su cosa provare, mentre Kiba iniziava a preoccuparsi.
-Sicura?
Annuì decisa, incapace di trovare alcuna parola utile.
-Perché hai quella faccia, allora?
Lo guardò enigmatica.
-Beh, come dire.. non parli.. - una punta di panico iniziò a riversarsi in lui - Non sembri normale..
-Tsk, come se tu fossi sempre un'opera d'arte!
-Ecco, ora sei normale – constatò il ragazzo sospirando sollevato.
Ripensò al suo diabolico piano di far crollare Hanabi, quella sera, con romanticherie varie fino a renderla veramente sua rimettendo al suo posto l'ago della bilancia nella coppia e si diede dello stupido. La sua era un'utopia e come tale era destinata a soffrire: Hanabi non sarebbe mai cambiata, il suo orgoglio e la sua geniale razionalità non sarebbero mai svaniti. Però non riusciva a non pensare che dopo quella loro prima volta qualcosa tra di loro sarebbe cambiato.
Per lo meno, l'aveva lasciata senza parole, con la consapevolezza che nella vita esiste dell'altro, oltre gli allenamenti e la serietà, e che avrebbe potuto viverlo con lui.
Le passò i suoi vestiti col sorriso sulle labbra, Kiba, perché vedendo le gote arrossate e i capelli spettinati di quella ruvida ragazza non poteva pensare ad un totale fallimento.
“Un'ultima conferma”, pensò mentre le si avvicinava nuovamente, cingendola con un braccio e premendola contro il suo petto, una mano che scivolava lungo le cosce. Hanabi si scostò rapidamente, regalando un ghigno al viso del ragazzo ma riportando la scintilla della lucidità sul suo.
-Mi freghi una volta sola, Inuzuka – lo sbeffeggiò serafica, portandosi a debita distanza -Non riuscirai a fare il bis.
Repentino come un lampo, Kiba scattò sulla ragazza, inchiodandola contro il tronco di un albero, tra un bacio e una carezza tra le gambe. Hanabi sentì nuovamente l'incendio divampare nel petto, mentre la schiena si faceva liquida e le gambe cedevano.
Shockata da quelle anomale reazioni del suo corpo, attivò il byakugan e colpì violentemente il ragazzo, liberandosi così della sua presenza. Ma non delle fiamme.
Kiba atterrò carponi una decina di metri più in là, lontano dalle lanterne, segnando profondi solchi nel terreno.
Sul suo viso, il sorriso inconfondibile del vincitore.


-Yo, Kiba! Che ti è successo? Non sembri tu!
-Uh? In che senso?
Naruto gli fece cenno di sedersi sullo sgabello accanto al suo. -Nemmeno quattro giorni fa eri uno straccio, amico!
-Naaaa! Kiba Inuzuka non è mai uno straccio!
-Allora bisogna festeggiare con una bella ciotola di ramen! - esclamò gioioso il biondino facendo con le dita il numero due verso il proprietario del negozio.
Il moro lo fissò enigmatico. -Festeggiare cosa?
-Te che hai risolto con Hanabi – rispose serafico l'altro – Perché è così, te lo si legge in faccia!
Kiba annuì convinto batté una mano sul tavolo. -Hai proprio ragione, testa quadra, credo di essere riuscito a fare il primo di un'impresa epica!
-Ecco perché Neji era così preoccupato per la cugina..
-Cosa?
-Sì, l'ho incontrato stamattina. Non ci crederai ma non l'ho mai visto così distrutto! Pare che Hanabi abbia intensificato gli allenamenti e che da ieri sera non l'abbia lasciato respirare un attimo..
Il sorriso morì sulle labbra di Kiba. -Ah, dice così?
-Già, forse è anche riuscita a batterlo.. chissà.
Annuì tra sé e sé, indeciso su cosa pensare. Aveva creato un mostro? Doveva aspettarsi una nuova Hanabi, più orgogliosa e determinata di prima o semplicemente era il suo modo di ritrovare la sua fedele razionalità? O alla base di tutto c'era solamente la normale rivalità col cugino, oppure c'entrava davvero lui e la sua vittoria della sera prima..?
-Signor Ichiraku – chiamò, prendendo in mano il borsellino – Oggi offro io. E mi faccia il ramen più nutriente che conosce, per favore. Temo di averne bisogno..




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NdA: Il contest è stato indetto sulla base di un'immagine (edit: da cui è stato tratto il banner! ^^) in cui comparivano tutte le coppie del manga, molte delle quali create dai fan. Una fra queste mi ha convinta più delle altre, ovvero quella in cui compariva Kiba, uno dei miei preferiti, e Hanabi, un personaggio che sinceramente non avevo mai considerato ma che, per certi aspetti, mi piaceva. Ho sempre pensato che Kiba potesse stare bene con Hinata, ma non ne ero sicura al 100% e per questo non ci ho mai scritto nulla al riguardo. Caratteri troppo diversi. Dopo un po' di documentazione sulla Hyuga minore, però, ho trovato la mia coppia, e l'ispirazione è finalmente giunta! Scrivere il tutto.. beh, è stato un vero parto, ma alla fine sono –più o meno- soddisfatta del mio operato e spero che anche la giuria e il pubblico sovrano siano, almeno in parte, d'accordo. ^_^








Bene, questo è quanto.
Non so per quale grazia divina sono arrivata seconda a questo contest, c'era tanta gente e tanti nomi che ho sempre *in segreto* adorato.. beh, che dire? Sono contenta e anche molto soddisfatta, questa storia -come ho detto anche su- mi ha fatto dannare non poco! ^^
Riporto qui sotto il giudizio e il voto della bravissima Poumpoumpourin che ha indetto il contest e vi lascio commentare/insultare/prendere in giro/ecc. in liberta! xD


Grammatica/Sintassi: 9/10 
Originalità: 9/10 
IC: 5/5 
Attinenza al tema: 15/15 
Giudizio giudice: 5/5 
Tot: 43/45 

Giudizio complessivo: 
Premessa: adoro questa coppia. Sono talmente perfetti che non so come Kishimoto non se ne sia ancora reso conto. 
Passando alla tua storia devo davvero farti i complimenti. L'IC mi sembra perfetto, la situazione anche e il modo in cui li ha fatti interagire fra loro mi è davvero piaciuto. 
L'atto è stato descritto bene, le loro reazioni ed i loro pensieri anche. L'originalità pecca in alcuni punti, ma è una fic davvero da non perdersi. 
La grammatica, però, mi ha fatto togliere qualche punto. Qualche virgola di troppo, qualche punto non messo e i tre puntini che molto spesso erano solo due; inoltre “obiettivo” si scrive con una “b”, anche se in questo periodo le grammatiche ne accettano anche due ù_ù. Tutto il resto invece per me è stato perfetto, davvero non so che altro aggiungere, ti consiglierei solo di rivedere la storia e correggere gli errorini sparsi. Brava^^ 


P.S.
NdA#2:
Argh, i due puntini ormai sono il mio difetto peggiore, non so bene da dove siano sbucati, o come sia morto il terzo, sta di fatto che non riesco mai a metterli naturalmente! ^^” Ma vedrò di farlo resuscitare! Quanto alle virgole.. fanno parte del mio stile di scrittura, non so come poterle “curare”! =D


P.P.S.
Commentateeeeee! xD
P.P.P.S.
Le risposte alle vostre recensioni sono nel mio blog!
   
 
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