Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Elelovett    21/09/2010    7 recensioni
I loro sguardi si incrociarono e Tarrant perse di nuovo il filo del discorso. Era dunque lei che aveva sconfitto il Ciciarampa nella sua armatura splendente? Lei che da bambina si era seduta al suo tavolo? Lei che alla Rocca Tetra l’aveva consolato dicendogli che tutti i migliori sono matti? Adesso, seduta al lume di candela di fronte a lui, sembrava quasi un’altra persona. Avrebbe potuto un cappellaio anche solo sognare di meritarsela? - Alice, tu hai sconvolto tutta Sottomondo. E hai sconvolto me.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comunque vada, comunque vada…

Queste parole ancora ronzavano nella testa di Alice mentre sedeva a tavola con la madre, che ciarlava amabilmente con la signora Derville, una vicina invitata occasionalmente per discutere gli ultimi particolari del corredo di nozze e degli invitati. La ragazza non sentiva una sola parola, né osava mangiare. Aveva fatto una cosa terribile, e anche se si ripeteva che era stato per il bene del povero Cappellaio non riusciva a convincersene. Quando la signora Kingsleigh le chiese se preferiva il vestito da sposa di Margaret, Alice fece cenno di sì con la testa meccanicamente. Le sue nozze sarebbero state ben diverse da quelle di Mirana…

La mattina dopo fu svegliata molto presto da sua madre: la cerimonia avrebbe avuto luogo all’ora di pranzo nel cortile dell’immensa villa Omberton, vicino alla cappella di famiglia. Alice fu vestita, truccata e pettinata per almeno quattro ore, mentre di fronte a lei sfilavano dozzine di damigelle d’onore mai viste prima, tranne ovviamente sua sorella. Margaret non faceva altro che sorridere e dire:

- Il mio vestito ti sta d’incanto Alice, sei bellissima!

Ma la ragazza faticava a sorridere e avrebbe tanto voluto che la terra la inghiottisse. Una carrozza la portò alla villa, dove fu accolta calorosamente da Lady Omberton e le fu riservata una stanza in attesa della cerimonia. Alice chiese di poter restare sola e così si ritrovò in quell’immensa sala senza nessuno attorno. Dal caos più totale piombò nel silenzio. Fece qualche passo e si guardò intorno: la stanza era grande, piena di tappeti rossi e molto sfarzosa; un enorme specchio con cornice dorata sovrastava il caminetto, su un’altra parete era appeso un ritratto di Lord Omberton padre e al centro della stanza c’era un divano beige, molto vicino ad un tavolo di mogano. Era una stanza molto luminosa: Alice si avvicinò alle finestre di vetro e notò che davano proprio sul cortile dove era stato allestito l’altare all’aperto e dove stavano prendendo posto centinaia di ospiti dai vestiti svolazzanti. Le venne un groppo allo stomaco, si era sempre sentita nervosa in pubblico. Notò vicino all’altare il pastore, e al suo fianco un giovane che non aveva nulla da invidiare ad Amish Ascot: Auguste Omberton era alto e impettito nel suo doppio petto bianco, gli ondulati capelli neri impomatati di recente. Tra il pubblico sedevano la signora Kingsleigh e tutta la famiglia Ascot, sulla stessa panca. Alice si allontanò alla finestra disgustata, pensando al padre e alla compagnia. Lo faceva soprattutto per lui.

Si sedette sul divano e fece un respiro profondo, poi non si trattenne più e scoppiò in lacrime.

- Oh, Cappellaio! Cappellaio!- singhiozzava con la testa tra le mani.

 

A Sottomondo Tarrant sedeva sulla sedia al tavolo del Leprotto, dove per anni aveva atteso Alice. Non si muoveva più e aveva lo sguardo fisso, cosa che preoccupava molto i suoi due amici. Ma alla fine tutti lo avevano lasciato solo a meditare, non sapendo più come tirarlo su. La fuga di Alice era stata un duro colpo per tutti e nessuno riusciva a spiegarsi il brusco cambiamento di carattere della ragazza: Mirana aveva capito che qualcosa non quadrava. Da ore ormai il Cappellaio sedeva solo fissando davanti a sé; all’improvviso si materializzò lo Stregatto:

- Ehilà Tarrant, hai deciso di mettere radici qui?

Silenzio. Il gatto non si diede per vinto e fluttuò di fronte al Cappellaio.

- Senti- disse con voce suadente- tutti siamo sconvolti da quello che è successo, e so come ti senti…Ma non credi che sia un po’ strano?

Tarrant mantenne il suo sguardo fisso, ma rispose gelido:

- Strano? Non direi: lei non mi amava…Io sono stato uno stupido.

Da arrabbiato si fece improvvisamente malinconico e si tolse lentamente il cappello.

- Che senso ha vivere qui- mormorò con la memoria che correva ai giorni felici passati con Alice- se non c’è più lei? Senza Alice io non sono niente.

Lo Stregatto si strusciò al gomito di Tarrant:

- Non dire così…Vedrai che tornerà da te!

- Ne dubito fortemente, tu non l’hai sentita. E ora vattene, voglio restare solo!- esclamò il Cappellaio, ma dalla sua voce era sparita ogni sfumatura di amarezza, sembrava solo depresso.

Muovendo la mano per cacciare l’animale Tarrant fece cadere il piatto delle zollette di zucchero, che si misero a rotolare di qua e di là sul prato. Vedendo che il Cappellaio non batteva ciglio lo Stregatto annunciò sarcastico:

- Lascia stare, faccio io…

Fluttuò sotto il tavolo alla ricerca delle zollette e di colpo si fermò. Tarrant sentì solo dire:

- Ehi, e questa cos’è?

Lo Stregatto riemerse con una piccola sfera verdastra luminosa tra le zampe. A quel punto il Cappellaio si mostrò interessato e la soppesò sul palmo della mano.

- Ma guarda, è la sfera che Alice porta sempre con sé. La deve aver persa…Ricordo che da quando fece male i calcoli e si assentò per molto tempo da casa, spesso la guardava per sapere se a Londra la stavano cercando. Le bastava pensare a ciò che voleva vedere…- spiegò.

L’idea gli trapassò la mente in meno di un attimo, e anche lo Stregatto doveva aver pensato la stessa cosa. Tarrant mormorò:

- Voglio vedere Alice…Un’ultima volta…

Fissò la sfera che cominciò a brillare più forte, mentre il liquido torbido all’interno sembrava rischiararsi; all’improvviso vide nitida come se fosse stata rinchiusa nel piccolo oggetto Alice: era bellissima, vestita di bianco e con un elaborato chignon, ma piangeva disperata seduta su un divano. Tarrant poté sentire quello che diceva: singhiozzava, chiamava lui e si malediceva per avergli nascosto che era stata costretta a sposarsi. La visione scomparve mentre la sfera scivolava dalle mani del Cappellaio, i cui occhi erano diventati verde smeraldo dalla gioia:

- Lo sapevo! La mia Alice mi ama! Mi ha mentito perché non voleva rivelarmi che era stata costretta a sposarsi! Non voleva ferirmi, si stava sacrificando per me…Oh povero amore mio, chissà come ha sofferto…Ma perché tutti questi segreti? Non permetterò che sposi chissà chi e rinunci alla felicità per sempre!

Lo Stregatto sorrise sornione:

- Visto? Te l’avevo detto che c’era qualcosa sotto!

Tarrant si mise a correre, mentre il gatto gridava:

- Ehi, ma dove vai?!

- A trovare qualcuno che mi aiuterà!- rispose di rimando l’altro.

 

- Alice, insomma sei pronta?- chiese Margaret da dietro la porta.

La ragazza tentò di asciugarsi le lacrime e frenare i singhiozzi, rispondendo con voce flebile:

- Solo un momento…

Si guardò allo specchio: era un mostro. Con un fazzoletto si pulì il viso e cercò di ravvivare il pallore dandosi dei buffetti sulle guance, sperando con tutto il cuore che nessuno notasse gli occhi rossi. Uscì dalla stanza e Margaret sorrise nervosa:

- Ti aspettano tutti. Cerca di sorridere almeno oggi…

 

- Che bello rivederti sorridere, Tarrant!- esclamò la Regina Bianca scendendo dal suo cavallo bianco.

Il Cappellaio l’aveva incontrata nella foresta, mentre cavalcava col re, e le aveva raccontato tutto.

- Mi serve il vostro aiuto- disse- devo in tutti i modi andare su!

- Ma Tarrant- spiegò Mirana- nessuno di noi è mai andato su, è sempre arrivata lei qui! Solo chi proviene dal mondo di sopra, se trova il sangue di drago, può andare e venire come vuole. Noi restiamo qui.

Il Cappellaio si illuminò:

- McTwisp! Lui è sempre salito, lui sì che va e viene come vuole!

- Oh, giusto, dimenticavo McTwisp…In quanto coniglio lui dispone della sua tana, un passaggio ideale…Ma è l’unico, e solo lui può usarla!- spiegò la regina.

Il caso volle che McTwisp gironzolasse nei paraggi, e appena si sentì chiamato in causa si avvicinò e chiese in che cosa poteva essere utile.

- Devo andare su! So che tu puoi farlo!- esclamò Tarrant ansioso.

Il coniglio si mostrò contrariato:

- Hai perso qualche altro venerdì? Solo io posso passare dalla tana in quanto solo io sono della misura giusta! Hai visto che ha combinato quella ragazza quando è caduta qui? Un macello! Ho dovuto rimettere tutto in ordine…

Il Cappellaio lo supplicò:

- Ti prego, è una questione molto importante! Ne va della vita di Alice!

- Se tutti potessero usare la mia tana a quest’ora ogni abitante di Sottomondo potrebbe esplorare indisturbato il mondo di sopra! No, è fatta perché solo io possa usarla!

- Ma Alice ci è caduta più di una volta! E ora che ci penso come mai non l’ha usata per tornare e andare via da qui in tutti questi mesi?

- Caderci è un conto mio caro, ma solo gli abitanti di Sottomondo, primo fra tutti io, possono fare il percorso inverso e risalirla. Un umano che capiti qui può solo usare il sangue di Ciciarampa per tornare indietro!

- Ma io sono un abitante di Sottomondo! Fai un’eccezione e lasciamela usare, ho poco tempo! Che vuoi che sia un po’ di disordine quando puoi salvare Alice?

- Anche se te la lasciassi usare, devi sapere che qualsiasi abitante di Sottomondo che non sia io, sebbene possa fare il percorso inverso e risalire la tana fino al mondo di lassù, non potrà mai più tornare indietro!

- Correrò questo rischio!

Vedendo che era molto testardo McTwisp scosse la testa e fece cenno a Tarrant di seguirlo. La Regina Bianca lo salutò:

- Addio amico mio, abbi cura della nostra Alice!

- Cercherò di tornare e portarla con me…Chissà che il sangue di drago non possa riportare anche me!- rispose Tarrant con un inchino.

 

Come aveva intravisto Alice dalla finestra il giardino era pieno di gente, tutti sistemati sulle panche. L’altare addobbato con fiori di tutti i colori l’attendeva apparendo ai suoi occhi come una forca piuttosto che il coronamento dei suoi sogni matrimoniali. Fu Lord Omberton Senior ad accompagnarla a braccetto dal futuro sposo, mentre seguiva il corteo delle damigelle con Margaret in testa; la signora Kingsleigh si asciugava una lacrimuccia, Lord Ascot sorrideva entusiasta ed Amish guardava Alice dall’alto in basso. La ragazza arrivò finalmente di fronte al sacerdote ed ebbe il coraggio di voltarsi verso il suo futuro marito: Lord Omberton Junior la guardava con un sorriso spavaldo, come se l’avesse voluta divorare. Alice deglutì e pensò intensamente a Tarrant.

- Siamo qui riuniti oggi per unire quest’uomo e questa donna in matrimonio…

 

- Quanto manca?- chiese il Cappellaio nervoso.

Per tutta risposta McTwisp scostò un cespuglio e mostrò un buco profondo nella corteccia di un albero:

- Questo è uno dei passaggi. Credo che ti porterà vicino ad Alice, di solito funziona, ti riporta dove vuoi…

Tarrant abbracciò la bestiola che, scandalizzata, cercò di scrollarselo di dosso.

- Grazie di tutto!- esclamò il Cappellaio.

Prima di entrare si voltò a dare un’ultima occhiata a Sottomondo e si pentì di non aver salutato i suoi due migliori amici, ma davvero non c’era tempo. Si infilò nella tana, dove passava a malapena urtando le pareti e facendole sgretolare dove emergevano le radici, e camminò a tentoni il più velocemente possibile. Dopo un po’ video una luce lontana e capì di essere arrivato. Uscì all’aria aperta e si stiracchiò dando un’occhiata intorno: era quello il mondo di sopra? Com’era buffo, o forse non era affatto buffo, non sapeva decidere. Una cosa sola era certa: era molto diverso da Sottomondo. Mentre osservava i prati verdi notò in lontananza una villa lussuosa e poté scorgere una specie di ricevimento nell’immenso giardino.

- Alice dev’essere lì!- esclamò mettendosi a correre in quella direzione.

 

Il sacerdote disse serio:

- Adesso scambiatevi i reciproci giuramenti.

- Io prendo voi, Alice Kingsleigh, come mia legittima sposa, per amarvi e onorarvi nel sacro vincolo del matrimonio finché la morte non ci separerà.- disse Lord Omberton sorridendo ad Alice, che stava di nuovo per piangere.

Tutti gli invitati pensarono che le lacrime che sembrava in procinto di versare fossero di gioia. La ragazza si asciugò gli occhi col dorso della mano cercando di darsi un contegno e pensando alla compagnia. Il prete chiese:

- Miss Kingsleigh…?

Alice fece un bel respiro e recitò con voce spezzata:

- Io prendo voi…Tarrant Altocilindro

Si alzò un mormorio dagli invitati. La madre di Alice sembrava confusa e stupita, Lord Omberton scandalizzato, le sorelle Chattaway divertite. Alice si accorse di ciò che aveva detto e arrossì, mentre il futuro sposo esclamava:

- Come?

- Scusate- disse la ragazza- sono un po’ nervosa. Io prendo voi, Auguste Omberton, come mio legittimo sposo…

 

Tarrant correva e vedeva la villa sempre più vicina. Se non fosse stato il posto dove aveva visto Alice avrebbe comunque potuto chiedere là se la conoscevano e dove poteva trovarla. Avrebbe fatto di tutto per impedire quel matrimonio…Continuò a correre finché non s’imbatté nel grande cancello dell’entrata dove due maggiordomi lo fermarono.

- Signore, è in corso un matrimonio!- esclamò uno di loro squadrando Tarrant scandalizzato.

Il suo abbigliamento risultava strano e inadeguato. Il Cappellaio intravide da lontano l’altare con Alice e, non vedendoci più, superò i due maggiordomi ignorando le loro proteste.

 

- Allora- dichiarò il sacerdote- vi dichiaro marito e…

- Alice, non farlo!!!!!

Il prete si bloccò, gli invitati trasalirono e si voltarono colpiti, alcune signore svennero, Margaret si lasciò scappare un oh, Lord Omberton, già con le labbra increspate verso Alice, si voltò infuriato e la ragazza, col cuore che batteva a mille, non credette ai propri occhi. Con lacrime di gioia esclamò:

- Oh Cappellaio, sei qui!

Tarrant sorrise ansimante, riprendendosi dalla corsa. La signora Kingsleigh sgranò gli occhi e cercò di chiedere spiegazioni, ma le mancò il fiato e si limitò ad alzare gli occhi al cielo. Alice corse verso il Cappellaio e lo abbracciò facendolo quasi cadere, circondata da un mormorio scandalizzato. Lord Omberton era paonazzo:

- Scusate signore, ma chi vi credete di essere per venire qui e interrompere le nostre nozze importunando la mia futura sposa?

Alice rimase aggrappata a Tarrant senza osar dire una parola, mentre il Cappellaio guardava il lord con aria di sfida e diceva:

- Sono il Cappellaio di Sottomondo e sono venuto qui per riprendermi la ragazza che amo.

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Allora? Avete visto che rimonta il nostro Tarrant? XD

Scusate il mio lungo silenzio ma spero di aver compensato con questo capitolo un po' più lungo e movimentato! E, ve lo devo dire, è il penultimo signori! ^^  Ma ora passiamo alle recensioni...

Per PikkolaBimbaSognatrice: Sì che mi puoi chiamare El! ^^ Hai visto cos'era la cosa luccicante? Come vedi è stata molto utile per il Cappellaio...Spero che la storia continui a piacerti!

Per Euridice Volturi: La storia come vedi ha preso un'altra svolta! Spero che ti sia piaciuto questo chappy!

Per ghirigoro: Non volevo farti galonfare curiosa ma il tempo è stato quel che è stato e solo ora sono riuscita a postare! Perdonoooo! :(  Comunque il team Aliciappellaio trionfa! XD

Per Alice_In_Realityland: contenta che ti sia piaciuta la parte struggente, spero che ti piaccia anche questo capitolo "colpo di scena"! ^^

Alla prossima!

Mad Elelovett

  
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