Violetta
del Pensiero
Sboccia
come tenera erbetta all’alba.
Sboccia
da sola in un campo di rovi.
Sboccia
e da felicità.
Sboccia.
Spesso la gente ti giudica. Ti
giudica e non conosce nulla di te.
Lo fa per sentirsi superiore, lo fa
per umiliarti.
Io sono stata giudicata spesso. Io
sono la puttana di Serpeverde, quella che si scopa tutti.
Io sono quella senza cuore che non
sa fare un cazzo nella sua vita.
Io … io sono ciò che di più
terribile c’è a questo mondo.
Vorrei urlare e dire a tutti quanti
che ciò che vedono è solo una maschera. Una stupida maschera che mi porto
addosso da sette anni.
Ma urlare non serve a nulla. Ti
rende ridicolo e una vittima. Io non voglio essere una vittima.
Io faccio di tutto per non essere
una vittima.
Le vittime sono viste con
compassione, pietà.
Gli Slytherin non sono fatti per
essere visti con compassione e pietà.
Sono i sentimenti dei più deboli. E
allora, seguendo questo ragionamento, me li merito.
Io sono debole.
Io sono debole perché non reagisco:
resto ferma quando qualche maschio mi tocca.
Resto zitta quando mi danno
dell’oca.
Faccio finta di non vedere quando
l’uomo che amo va con le altre.
Finisco
di scrivere e alzo gli occhi, fissando un punto indefinito davanti a me.
Sono
sola, seduta sul letto nella mia camera singola. E scrivo questo diario.
Non
so quando ho iniziato a farlo, non so perché ho iniziato a farlo. Sono arrivata
un lunedì sera, dopo un pomeriggio passato in biblioteca a studiare Pozioni, e
ho deciso di sfogarmi con qualcuno che mi sappia ascoltare.
Ho
bisogno anche io di essere ascoltata. Ho bisogno anche io di sfogarmi.
Improvvisamente
sento la porta sbattere. Mi giro per vedere chi è appena entrato.
Lui.
Blaise.
Sembra
distrutto: ha la camicia fuori dai pantaloni, con i bottoni abbottonati male,
la cravatta allentata, i lacci delle scarpe slacciati.
Si
lancia sul mio letto, a faccia in giù, scaraventando nello stesso tempo la sua
borsa da qualche parte.
“Che
hai?”
“Secondo
te?”
“Non
sono una veggente, Bla … sputa il rospo, altrimenti vai via”
Si
volta verso di me, mettendosi a sedere composto. Mi rendo conto solo in questo
momento di un grosso livido violaceo sotto l’occhio destro. Beh, a dire il vero
è abbastanza difficile da scorgere, vista la sua pelle scura.
“Chi
è stato?”
“Desmond”
“Desmond?”
William
Desmond è un tipetto abbastanza carino di Slytherin. Carino e anche bastardo. È
parecchio geloso della tizia con cui esce, una Ravenclaw del sesto anno. Inutile
chiedere il perché di quel pugno.
“Sei
il solito Blaise”
“Ma
cosa ci posso fare io … lei era lì … carina, sexy e … Blaise Junior ha fatto
tutto il resto”
“Blaise
Junior? Dio quanto sei squallido”
Alza
un sopracciglio, scettico.
Anche
lui è uno dei tanti che mi usa e poi mi getta via. L’unico però, che mi ha dato
un pretesto per cambiare.
Sono
stufa di portare questa maledetta maschera. E perciò ho deciso di toglierla e
rinchiuderla a chiave da qualche parte.
“Blaise
è tardi e vorrei dormire. Potresti andartene?”
Lo
vedo sbarrare gli occhi increduli. In effetti è abbastanza presto per i miei
canoni, ma mi sento davvero tremendamente spossata. Senza dire una parola,
però, si alza e va via.
Non
mi saluta, non dice buonanotte né grazie.
Ma
non fa nulla. Ci sono abituata. Mi sono abituata a parecchie cose ormai.
Quella
che si presenta in Sala Grande l’indomani, è una sconosciuta.
Appena
metto piede nella sala, tutti gli occhi degli studenti sono rivolti verso di
me. Non ho molto di diverso dal giorno prima.
Questa
mattina, mi sono svegliata e ho deciso di iniziare a dare a una svolta alla mia
vita partendo dall’apparenza.
Ho
legato i miei capelli neri come l’ebano in una coda alta, che lascia scoperto
il collo.
La
gonna della divisa è tornata ad una lunghezza decente, né troppo lunga e né
troppo corta.
Ho
messo un filo di matita e tolto le lenti a contatto che iniziavano a darmi
fastidio. Adesso indosso un paio di occhiali molto carini, che di solito uso
solo mentre faccio i compiti.
I
miei compagni di casa sono leggermente esterrefatti. In effetti li capisco:
hanno vissuto a stretto contatto con una Pansy parecchio diversa da quella che
si è presentata questa mattina, ma non importa.
Non
sono diventata una stupida Grifondoro, anzi.
Ho
solo deciso di tornare ad essere me stessa.
A
passo sostenuto mi avvicino al tavolo Slytherin, e subito Daphne mi raggiunge,
prendendo posto al mio fianco.
“Ti
stanno bene questi occhiali Pan”
Le
sorrido, riconoscente. In realtà avevo un po’ paura.
“Grazie
Daph”
Man
mano anche gli altri prendono posto intorno a me: Blaise, Draco, Theodore,
Tracey.
Sono
sconcertati, ma sembrano approvare tutti.
“Sei
davvero graziosa Pansy … conquisterai il doppio dei ragazzi, così!”
Sorrido
a Theo, che mi fa l’occhiolino.
“Ti
ringrazio Theo, ma il motivo per cui l’ho fatto non è di certo quello. Anzi …
temo che i ragazzi faranno a meno di me fino alla fine della scuola”
Blaise
e Theo spalancano gli occhi, mentre Tracey e Daphne annuiscono.
Draco
rimane in silenzio. Lui non dice mai nulla.
La
colazione finisce e tutti ci avviamo verso le nostre lezioni.
Sono
sulle scale che portano al quarto piano quando il biondo mi si avvicina.
“Lo
sapevo che prima o poi la Violetta del Pensiero sarebbe sbocciata”
Sorride
e va via.
Sorride,
non ghigna.
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M Y S P A C E
Salve
gente! Per Merlino, non pubblico qualcosa dall’11 Luglio. Che pazzia.
Quest’estate
è passata troppo in fretta per i miei gusti, e adesso mi ritrovo di nuovo a
scuola.
Comunque,
passiamo alla shot! L’ho scritta verso maggio, ma non sono mai riuscita a
trovare il momento buono per pubblicarla. Oggi si, perciò godetevela!
Allora,
tengo a precisare un paio di cosucce:
-Non
è Draco il ragazzo grazie al quale Pansy decide di cambiare. Lo dico perché mi
rendo conto che possa sembrare ambiguo. È solo un amico.
-Mi
rendo conto che il personaggio possa sembrare un po’ OOC, però a me piace pensare
a Pansy in questo modo. Non mi è mai piaciuta molto, ma ho iniziato a
rivalutare il personaggio …
-Pansy,
stando alla Row, significa Violetta del pensiero.
Ok,
ho finito. I vostri commenti, come al solito, sono ben accetti.
Baci!
E piove…scappa~