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Autore: SLAPPYplatypus    22/09/2010    3 recensioni
okay, rifaccio l'introduzione.
Gloria, scrittrice che non sa niente di musica, incontra i Green Day, musicisti che non sanno niente di scrittura. Grande incognita: come sopravvivere l'una agli altri?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'that's me. that's my life.'
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Due.

 

«Hey, Glo. Hey, sveglia. Dai, non farmi urlare. Gloria, sveglati.» Aprii gli occhi lentamente, svegliata da quelle parole sussurrate nel mio orecchio. Ryan, chi altro poteva essere? Forse ero ancora troppo stordita dal sonno, i cavi del mio cervello dovevano ancora connettersi. E la mia faccia doveva mostrarlo chiaramente. «Hey, ci sei? Siamo appena atterrati. L.A., babe!» mi guardava sorridendo. Con quegli occhi così luminosi. Il migliore agente del mondo, non c'era da discutere.

Riuscii appena ad alzarmi dal sedile, barcollavo ed ero costretta ad aggrapparmi a lui per non cadere addosso alla signora bionda ed inorridita davanti a me. Evidentemente l'upper class non aveva ancora imparato ad accettare i tatuaggi, o piercing che fossero. O matita nera che fosse.

«Hey, stai bene, sorella?» era preoccupato, e si vedeva benissimo. Meglio di quanto lui potesse sperare di nascondere.

«Sì, certo che sto bene. Non si vede?» dicevo, allargando le braccia.

«Sinceramente? No, per niente. Dio, sembri una che si è fatta di coca fino a trenta secondi fa!» sbottò Ryan, per poi guardarmi negli occhi e scoppiare a ridere.

«Haha. Davvero molto, molto divertente.» sibilai, prendolo per il naso e torcendoglielo completamente «Andiamo a prendere i bagagli, e poi troviamo un modo per portare il nostro culo in un albergo qualsiasi.»

***

Tre quarti d'ora. Quarantacinque interi minuti per ritirare due valigie, o meglio, una valigia e mezzo, quella di mio fratello non poteva davvero definirsi una valigia, era più un grosso zaino.

Fermammo un taxi, e credo di essermi addormentata di nuovo durante il tragitto; insomma, settantadue ore senza dormire. Sono da recuperare in un modo o nell'altro. E il modo più semplice era dormire per l'intero tragitto.

Di conseguenza, non avevo la minima idea di dove fosse il nostro hotel, ma l'enorme insegna dorata non lasciava dubbi. hilton. Avrei dovuto rimanere sveglia, e lo sapevo. Lo sapevo, che a Ryan piaceva dare spettacolo. Lo sapevo.

«Che c'è, Glo? Qualcosa non va?» chiese lui, con un sorriso smagliante scolpito sulla faccia. Oh, come se non lo sapesse. Come se non sapese che a me non piace sentirmi osservata, per niente. E quale modo migliore per passare inosservati, se non l'Hilton?

«No, va tutto bene. Non preoccuparti.» sospirai, dangogli una pacca sulla spalla e preparandomi a varcare la soglia dell'edificio.

 

 

 

 

 

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