Domani Rockstars...
Don’t...Stop...me Now”
I Queen risuonavano nell’angusta stanza di Michael Kloves,
mentre lui si vestiva di fretta e furia: era in ritardo, e la sua
migliore amica, era capace di ucciderlo.
Leela...questo era il suo nome.
Una bella ragazza, dai capelli biondi e gli occhi color nocciala.
Finalmente era pronto!
Con indosso una t-shirt nera, con il logo dei Guns n’Roses
sul davanti, e con la scritta “Take me down to the paradise
city where the grass is green and the girls are pretty” sul
retro, un paio di Jeans comodi e delle Converse nere, scese di casa
correndo.
La sua amica, era in piedi, di fronte il suo portone, con sguardo
assassino e le braccia incrociate.
-Sai che ti sto aspettando da 30 minuti, vero?-
disse, camminando con passo svelto verso di lui.
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo.
-Emh...si scusa...dovevo fare un servizio...-
rispose il ragazzo, mentendo.
Gli occhi della ragazza, parlavano da sé.
Era furente.
Ma poi, lentamente, il suo broncio si trasformò in un
sorriso. Scoppiando a ridere, lo abbracciò.
-Ricorda che ti voglio bene...-
disse Michael, sorpreso dal suo abbraccio.
Strinse forte nelle mani i suoi capelli biondi...
-Aja-
urlò la ragazza, staccandosi da lui.
-Bella maglia...-
continuò Leela, indicando il simbolo dei Guns.
-Già...lo so-
rispose Mike, mettendo un braccio introno il collo delle ragazza e
cominciando a camminare.
Camminarono per un po, senza dire una parola.
Era strano...i due si volevano molto bene, e avevano molte cose in
comune...ma spesso non sapevano cosa dire.
Una cosa che amavano entrambi, era la musica Rock.
Per loro, era quasi sacra. Per fare un esempio, Mike aveva la stanza
tappezzata di poster dei Guns, dei Bon Jovi, dei Pink Floyd, dei Deep
Purple.
Ne aveva talmente tanti, che le pareti quasi non si vedevano.
La ragazza, invece, avevi ogni sorta di poster e gadget di una sola
band: i Guns...
Lei, era probabilmente la più grande fan mai esistita:
sapeva a memoria la storia di ogni singolo componente del gruppo( In
particolare di Axl Rose), e si ricordava l’ordine cronologico
dell’uscita delle canzoni...
Insomma, era “malata”...
Dopo circa 5 minuti, i due si fermarono in un bar.
Quel bar era uno dei più sconosciuti del paese..
Ma loro lo adoravano...in particolare, volevano un gran bene al
propietario, un certo John,
Era grazie a lui, che ora amavano la musica rock...
Per loro, era quasi un padre...ricordavano ancora quando da piccoli
andarono per la prima volta nel suo bar: era deserto, ma la musica dei
Pink risuonava per la sala.
Il barista saltò di gioia appena li vide entrare, e gli
regalò mille attenzioni.
Da allora, i due andarono almeno una volta ogni giorno, a comprare un
gelato e ascoltare buona musica.
-Salve ragazziii! Il solito immagino...-
disse John, prendendo automaticamente 2 coni al gusto di Kinder.
Il gelato, era artigianale, ed era davvero buonissimo.
-Ciao John!-
disse Mike, correndo ad inserire il suo disco dei Queen nello stereo.
Come se avesse 16 anni, John, saltò sul bancone, e
cominciò a cantare, mentre fingeva di suonare la chitarra.
Istintivamente, Leela cominciò a ridere.
Lo faceva da sempre, e lo avrebbe fatto per sempre.
I due ragazzi, si avvicinarono al bancone, presero i gelati, e
lasciarono cadere 2 dollari a testa nelle mani di John.
Il gelato a kinder, era una delle cose più buone del
mondo...
Era come mangiare il cibo del paradiso.
-John, devi insegnarci a farlo...-
disse il ragazzo, leccando una goccia che stava per scivolare sulla sua
mano.
-Mi dispiace ragazzi...ma ve lo dirò solo in punto di morte-
rispose in sessantenne, suscitando nuove risate da parte della ragazza.
Tutti e 3, si sedettero su un tavolo, situato vicino la finestra.
La vista non era magnifica, ma si riusciva ad intravedere i grattacieli
di New York.
-Beh, ragazzi...cosa state facendo?-
domandò John.
-Mah...le solite cose...mattina scuola, poi compiti, e poi qui-
rispose la ragazza, portandosi i lunghi capelli biondi dietro un
orecchio.
Mike si domandava spesso perchè una bella ragazza come lei,
uscisse con lui, quando poteva farlo tranquillamente con i palestrati o
i giocatori di basket e rugby.
Lui, non era un “Dongiovanni”...non era neanche
brutto, ma i capelli castani lunghi fino alle spalle , gli davano un
aria da sfigatello...
Per non parlare dei suoi occhi neri come la notte.
Proprio per i suoi occhi, gli davano diversi nomignoli, alcuni belli,
altri meno.
Quello più ricorrente, era “Creatura della
notte”.
Gli piaceva, ma non ne andava particolarmente fiero...
Ma tornando a Leela...
Davvero, era una ragazza bellissima...ma bellissima era dir poco.
Ed era anche simpatica, intelligente...bella
caratterialmente...insomma, era perfetta...
Mike la guardò per un po, incantato.
Lei, lo guardò, e comincià a ridere: gli era
caduto il gelato sulle mani!
“Mike, pensare troppo fa male, ricordalo...”
disse, la sua vocina interiore.
Lui , la chiamava “Grillo”, ed era una sorta di
coscienza, che parlava con lui quando faceva cose strane, o era
indeciso.
Diventando leggermente rosso, si alzò, prese dei fazzoletti
e si asciugò.
Poi, mangiò rapidamente il gelato.
-John, ottimo come al solito-
-Grazie, ma non è nulla di speciale...-
E invece lo era e come.
Poi Leela, si diede uno schiaffo sulla fronte, e poi disse:
-Mike, dobbiamo andare a provare...dopo domani abbiamo il provino!-
Il ragazzo sgranò gli occhi...era vero, tra pochi giorni
avevano il provino per una casa discografica del posto!
-Sii...hai ragione...John, possiamo usare il tuo garage, vero?-
-Certo ragazzi...ormai potete anche non chiedermelo più!-
rispose, sorridendo.
Era sempre felice di assistere alle loro prove.
Il trio, si avviò quindi al garage.
Mike suonava la batteria, mentre Leela cantava e suonava la chitarra.
Erano bravissimi, ma purtroppo, la band non era ancora completa.
-Meglio pochi ma buoni, che tanti e scemi..-
rispondeva Leela, ogni volta che Mike le poneva questo problema.
Entrarono nel garage: il locale era abbastanza piccolo, ma era perfetto
per le prove.
Il ragazzo si sedette sullo sgabello, e la ragazza prese la chitarra, e
si avvicino al microfono.
Mike, era quello che dava ritmo, quello che sapeva
“scaldare” il pubblico.
Le loro canzoni?
Poche parole, e tantissimi assoli, in particolare di chitarra, in cui
la bionda era bravissima.
Le prove proseguirono tranquille, con molti applausi di John, e pochi
errori.
Dopo circa 2 ore, Kloves guardò l’orologio.
-Leela, dobbiamo andare...-
disse dispiaciuto.
-Si...hai ragione...-
i due si alzarono, salutarono John, andarono a prendere il disco dei
Queen, e si avviarono verso casa.
La più vicina, era Leela, che abitava a circa 2 minuti di
cammino.
-Beh...a domani Leela...-
disse Mike, salutandola con un abbraccio.
-A domani Mike...-
rispose lei, abbracciandolo a sua volta.
Il ragazzo, aspettò che lei entrò in casa per
andarsene: non si fidava molto dei suoi vicini.
Sospirando, mise le mani in tasca, e si incamminò.
Poco dopo, era steso sul suo letto, con l’MP3 nelle orecchie,
e il PC sulle gambe.
Chattò per un po con Leela, e poi andò a dormire.
Era passata un’altra giornata...