Capitolo 7
Il giorno seguente Georg trovò Kathe e Andy per le scale, le
salutò proprio come faceva tutte le mattine ma quella
volta ebbe una risposta solo da Andy. Entrato in casa
trovò gli altri del gruppo nel salotto a guardare la televisione.
-“ Ehm…ragazzi sapete cos’ha
Kathe?! Primo l’ho incontrata per le scale e…”-
Tom appena sentì quel nome si alzò di scatto, diede un pugno
sul tavolo di fronte a lui e si chiuse in camera.
-“ Ma che cazzo ha quel ragazzo?!”-
-“ Diciamo che da ieri è diventato ancora più scontroso”-
[FLASHBACK]
-“ Kathe pensi che facendo
astinenza dal mangiare si possa risolvere qualcosa?”-
-“ Non ho fame…ecco tutto!”-
-“ Oh si! Certo. Come
no le ultime parole famose”-
-“ Senti, adesso non ricominciare ad analizzarmi ok?! Stasera non ce la faccio proprio”-
Nella stanza cadde un profondo silenzio. Tanto profondo da
riuscire a metterle in imbarazzo a vicenda, fino a quando non suonò il
campanello.
-“ Bill, che ci fai qui?”- disse Andy stupita di vederlo
così presto. Kathe non si voltò nemmeno continuò a fissare la televisione,
anche se non sapeva nemmeno lei cosa stava guardando.
-“ Scusa...io non riesco a
guardarti Bill. Non è colpa tua credimi. E’ solo che…”-
-“ Che siamo gemelli…”- rispose concludendogli
la frase.
-“ Sapevo che avresti capito. Sei
un buon amico, ma ora, al solo pensiero di guardarti.
Di guardare il tuo viso e i tuoi occhi così uguali a lui mi fa venire un colpo
al cuore..perdonami”-
-“ Come sta?”- disse Bill sottovoce tentando si farsi
sentire il meno possibile.
-“ Bene.”- gli
rispose lei seccamente.
-“ Ascoltami bene!..lo so che non
mi puoi vedere e che ti sto antipatico, ma ora, in questo momento devi
aiutarmi. Fallo per il bene di Kathe. Ora come ora non vuole vedermi, come
posso aiutarla io se non mi vuole neanche guardare in viso?”-
Andy ci penso un attimo, forse per
quell’unico secondo, Bill poteva aver avuto ragione.
-“ Solo per lei! Esclusivamente per
lei…una volta finito tutto questo io ritornerò ad
essere quella di sempre”-
-“ Bene allora..”- disse con un
accenno di sorriso –“ Ho un piano!”-
-“ Scontroso?! Ma
scontroso lo è sempre stato Bill”-
-“ Georg, ha litigato con Kathe”- con quest’ultima
spiegazione riuscì a capire come
-“ Ma scusa tu come fai a saperlo?!
Che sei diventato anche veggente adesso?”- risatina di
sottofondo con sguardo malefico di Bill.
-“ Lo so, Georg. Perché li farò
tornare insieme io! Sono o non sono Bill Kaulitz?!”-
-“ Ma certo che lo sei..che domande
fai?”-
-“ Gustav la mia era una domanda
retorica…”- Gustav fece una faccia spaesata, di certo non l’aveva capita quella
frase.
-“ E quale sarebbe questo misterioso piano?”-
-“ Lo scoprirai presto mio caro…tutto a
tempo debito. Lasciami lavorare con calma, tutti i migliori artisti
hanno avuto bisogno di tempo per realizzare le loro opere migliori..”- Il sorrisetto sulla faccia di Bill di certo non
prometteva niente di buono. Anzi la maggior parte delle volte, Bill riusciva a
complicare la situazione. Ma il tempo stringeva e i ragazzi dovevano prepararsi
all’arrivo di Carl che se gli avessi visti in quelle
condizioni, di certo una bella ramanzina ai quattro dell’apocalisse non
gliel’avrebbe tolta nessuno.
[Poche ore prima in case di Kathe e
Andy]
-“ No dico, non sarebbe l’ora di
alzarsi Kathe? Di solito sei tu quella che viene a svegliarmi la mattina. Che
facciamo oggi ci scambiamo i ruoli? Non so se ti conviene farmi cucinare però..eheh”-
La ragazza mugugnò qualcosa di incomprensibile
che forse nemmeno lei aveva capito per poi voltarsi verso Andy, ancora con gli
occhi chiusi ed esclamare.
-“ Scusa ma oggi non mi sento tanto bene.
Preferisco rimanere a letto.”- Andy non accettava di
certo una risposta del genere e senza pensarci 2 volte illuminò la stanza da
cui non riusciva a filtrare neppure il più piccolo raggio di luce. Stupita da cosa i suoi occhi vedevano esclamò senza neanche pensarci.
-“ Kathe ma cosa hai fatto?”- Tutti i suoi poster. Gli amati
poster dei Tokio Hotel per cui aveva passato un’intera
giornata in bilico su una scala in modo da posizionarli nell’esatto ordine che
aveva prestabilito. Ora erano distribuiti in malo modo sul pavimento della
stanza.
-“Avevo deciso di rimettere a nuovo questa
camera. Cominciando dai muri.”-
-“ No no no. Così proprio non va ora tu ti
alzi, e anche in fretta poiché io non ho nessuna intenzione di lasciarti
marcire qui. A costo di portarti fuori di peso. O
preferisci che chiami i tuoi genitori in Italia? Sarebbero felicissimi di
riaverti a casa con loro…”-
-“ Assolutamente No!!..mi alzo mi
alzo…”-
-“ Ecco brava ragazza..e pronta tra
mezz’ora”-
-“ Si si..pallosa”-
-“ Buon giorno miei piccoli soldi facili…”- Carl aveva
appena fatto il suo ingresso nella stanza. –“ Bene, avete
tenuto tutto in ordine. Non me lo sarei mai aspettato anzi ero già
preparato psicologicamente ad entrare in una
discarica…eheh”-
-“ Bill rammentami perché lo abbiamo assunto…”- disse Gustav
a bassa voce.
-“Stai zitto! Potrebbe sentirti.”-
-“ Ragazzi ma dov’è Tom? Non ditemi
che non viene a provare!?”-
-“ Sono qui Carl, sono qui. Ero
solamente andato al bagno.”-
-“ Ah meno male! Ma che cosa hai
fatto?!”-
-“Come che cosa ho fatto? Non ho
fatto proprio niente.”- “Oddio è così
visibile?”
-“ Mmm, non lo
so. Hai per caso tagliato i capelli?”-
-“ Ma se è da una vita che porto i
rasta!”-
-“ Se lo dici tu! Comunque qualcosa
di diverso c’è.”- L’uomo prese a scrutarlo da capo a
piedi, ma non essendo una persona molto perspicace in questa materia non riuscì
a trovare quello che lo interessava.
-“ Ma non sarebbe ora di
cominciare?”-
-“ Assolutamente! Altrimenti ci
mettiamo una vita a finire tutte le canzoni.”-
Cominciarono con “Durch den monsun”,
la loro canzone di apertura, ma Tom non era proprio al massimo delle sue
capacità, anzi se vogliamo dirla tutta quella volta stava proprio provando
male. Sbagliava canzoni. Sbagliava note. Gli si ruppe perfino una corda!
-“ Fermi fermi fermi. Tom ma che cosa stai
facendo? Perfino un procione saprebbe suonare meglio di te oggi!”-
-“ Scusa. Il fatto è che oggi non
ci sono proprio con la testa…”-
-“ Lo vedo ragazzo, lo vedo. Via
per oggi finiamola qua tanto è inutile. Andate tutti a fare le vostre cose,
però tu Tom rimani qua un secondo”- Il ragazzo sbuffo.
Non aveva proprio voglia di sentire la ramanzina del giorno. Si sedette su una
sedia guardando nel vuoto.
-“ Spero che tu non voglio fare il
concerto in queste condizioni. Ti ricordo che ormai non manca molto e poi…”-
-“ No! Non
preoccuparti e ora ciao”-
-“ Tom spero per te che…”-
-“ Ciao Carllll!!!”-
L’uomo uscì dalla stanza un po’ adirato. Proprio come quando
lo aveva visto quella mattina, penso che c’era
qualcosa che non andava. Intanto nell’altra stanza, Bill, si stava preparando ad uscire. (che per lui voleva dire passare come minimo 2 ore davanti allo specchio! xD)
-“ Bill?!”-
-“ Dimmi Carl.”- rispose mentre era ancora intento a
mettersi la matita nera sugli occhi cercando, inutilmente di muoversi il meno
possibile.
-“ Prenditi cura di tuo fratello.
Ciò che è diventato non mi piace per nulla…”-
-“ Carl non…”-
-“ Non sei tenuto a dirmi nulla Bill.
Fai solo che sia pronto per il concerto. O questa volta ve la vedrete voi con
il presidente.”-
Bill annuì capendo subito la situazione e Carl lasciò la
stanza e uscì di casa.
La giornata proseguì bene. O almeno proseguì. Tom non si
fece sentire molto, anzi si chiuse del tutto in camera, ma tutto
sommato non era stata poi una così cattiva giornata.
Poi ci fu la svolta…
Drin…Drin…Drin.. il campanello della loro
casa suonava insistentemente, senza che nessuno andasse ad aprire. Alla sesta volta
Tom si alzò e si avviò verso la porta.
-“ Ma si può sapere chi è il deficiente che viene a rompere
a quest’ora!?!- Nel frattempo uscirono anche gli altri
ragazzi.
-“ Tom ma che sta succedendo? Non vai ad aprire?”-
-“ No guarda sto solo camminando
per casa senza una metà. Dove pensavi stessi andando scusa eh?!”-
Drin…Drin…
-“ ARRIVO! Un secondo sto arrivando”- cominciò ad aprire la porta. Come sempre
Bill e le sue fobie avevano esagerato. Aveva chiuso la porta con 4 mandate, ed era anche una porta blindata.
-“A-Andy?!
Ma si può sapere cosa vuoi a quest’ora?
-“ Kathe non è tornata stasera. A
lei piace far tardi ma stasera non ha neppure chiamato per dirle di lasciarle
la chiave sotto il tappetino. Dovete aiutarmi a trovarla!”-
-“ Dacci 5 minuti e saremo pronti!”-
Tom tutto preoccupato corse nella stanza. Non sapeva nemmeno cosa si stava
mettendo addosso, l’unica cosa che gli importava era uscire velocemente da lì
dentro.
“Che ore sono? Devo
aver perso la cognizione del tempo…accidenti sono già le 04:30! Speriamo che
Andy non se ne sia accorta. No sicuramente se né accorta. Ma
io non avevo voglia di tornare a casa, volevo stare da sola e poi Berlino è
così bella di notte. Però dove sono finita? Ho
camminato così tanto senza pensarci che non so nemmeno
dove i miei piedi mi hanno portata…e ora come torno a casa? Non ho nemmeno il
cellulare con me cavoli! Forse dovrei cercare una cabina telefonica e chiamare
Andy…ma dove le dico di venire?”
Era già da un pezzo che i 5 ragazzi
stavano girando lì intorno e stavano esaurendo tutte le idee su dove lei si
trovasse. Poi il telefono di Andy squillo.
-“ Pronto? Chi
è?”-
-“ Andy sono io Kathe..”-
-“ O mio dio! Meno male tesoro mi hai fatto prendere uno spavento enorme. Ma
dove sei?”-
-“ Non lo so…non mi sono resa conto di
dove stavo andando quando camminavo. Vienimi a
prendere, per favore”-
-“ Ma certo che vengo a prenderti!
Solo che devi dirmi dove sei, almeno quello che c’è intorno…”-
-“ C’è una specie di grande condominio blu
davanti a me e sotto c’è un ristorante giapponese. Mi sembra di averlo
già visto questo posto, ma ora non ne ho ricordanza”-
-“ Allora…ristorante cinese.
Condominio blu. Sicuramente non è qui in periferia. Ma
quanto puoi aver camminato? Uhm…aspetta ci sono! Kathe non muoverti da lì sto arrivando”- Riattaccò velocemente il telefono e prese a
parlare con Bill.
-“ Ho capito dove si trova! È alla
nostra vecchia casa in centro. Presto Bill gira da questa parte ora so con certezza dove dobbiamo andare.”-
-“ Allora? Come sta? Perché si trova lì?”- Chiese Tom alla ragazza in preda al panico.
-“ Calmati ora. Sta bene, ma quando
arriviamo lì vedi di andare a parlarle ok? Non voglio
passare un’altra nottata come questa”- Poco più di 10
minuti dopo furono arrivati a destinazione.
-“ Finalmente…TERRA!...Bill avevi
forse intenzione di ucciderci tutti?”-
-“ Suvvia Gustav non fare il
melodrammatico. Non andavo poi così forte…”-
-“ Noooo ma
certo che no…stavi solo per arrotare un gatto e per giunta nero! Ma ti
rendi conto do quello che stavi per fare?”-
-“ Forza muovetevi e cominciate a
cercarla: dovrebbe essere da queste parti.”-
-“ ANDY! Sono
qui”- Quella sentendosi chiamare si avvicinò subito al luogo da dove proveniva
la voce.
-“ Non ti riazzardare a farlo mai
più ragazza hai capito?! Mi hai
fatto prendere un colpo”-
-“ Scusa non era mia intenzione farti
preoccupare. Ma…Bill? Ci sei anche tu!”- “Quindi c’è anche Tom…chissà quanto ha riso
quando ha saputo che non ero tornata”
-“ Eravamo tutti molto preoccupati
Kathe. Soprattutto Tom”- Lei si stupì di quelle parole, ed era tentata a non
crederci, ma poi quando da dietro Georg spuntarono i suoi rasta sciolti che gli
cadevano sulle spalle, capì che forse era veramente
preoccupato. Lui non sarebbe mai uscito di casa senza
averli prima legati. Quando i loro occhi si incrociarono,
entrambi furono subito abbassati per la vergogna che provavano in quel momento.
Tom tentò subito di avvicinarsi e di poterle dire qualcosa più da vicino. Ma lei lo fermò.
-“ Non dirmi niente ora, per favore…portami solo a casa”-
Durante il tragitto non volò una sola mosca in quella macchina. Solo la musica
messa a basso volume osava far rumore.
Dopo essersi salutati con un buon giorno (erano già le
05:30) Andy e gli altri tre ragazzi entrarono nelle rispettive case. Anche Tom
voleva salutare Kathe, soprattutto per non metterla troppo a disagio a rimanere
sola lì con lui e poi perché naturalmente anche lui era, diciamo turbato da
quella situazione.
-“ Tom…”-
-“ Dimmi Kathy”-
-“ Rimani a dormire da me questa sera? Non voglio proprio stare da sola..”- vedendo i suoi occhioni dolci che quasi lo imploravano non ci pensò due volte e entrarono in casa. Lei proprio come una bambina si fece spogliare e mettere il pigiama. Non riusciva quasi più a tenere gli occhi aperti dal sonno che c’aveva. Tom la coprì dolcemente con le coperte, e per quella sera e credo che fosse stata la prima per il ragazzo, riuscì a dormire con una ragazza l’intera notte senza per forza concluderci nulla. L’unica cosa che fece fu accarezzare dolcemente i suoi capelli e osservare il suo viso mentre si addormentava. Mentre lei proprio come una bambina cercava il suo contatto fisico…