WTF?!
La sua
prima serata di straordinari al Dipartimento per lo Sviluppo Urbano era
noiosa
come le tante notti trascorse nell'ufficio di Domino a pinzare inutili
scartoffie solo per il gusto di apporci una firmetta.
“...Quindi
Hojo ha ricominciato con gli esperimenti umani?”
Fare
domande di questo genere con lo stesso tono partecipe che si sarebbe
potuto
usare per la vivisezione di una ranocchia non era raro alla Shin-Ra.
L'idea di
finire come prossimo campione per il bene della Compagnia era la
soluzione più
preferibile e veloce al licenziamento. Si soffriva meno la fame e si
veniva
pagati piuttosto bene. L'unico problema era di dover andare a genio
allo
scienziato pazzo di turno: il dottor Hojo era abbastanza schizzinoso in
fatto
di campioni. Insomma, la scienza non andava certo sprecata sul primo
impiegatucolo sulla via del suicidio per un errore nei bilanci.
Dall'altra
parte dell'interfono, la voce di Theo risuonava più stanca
del solito:
“...Ibridazione.”
“Non
avrei
proprio idea di come si potrebbe ibridare...”
Cat
comprendeva bene come certe battutine di infimo livello non fossero
assolutamente adatte alla brava segretarina di un boss filantropo con
la
passione per il modellismo, ma anche il più dolce ragazzino
di quindici anni
arruolato nella SOLDIER diventava una inarrestabile macchina da guerra
dopo
pochi mesi di nutrimento a base di Mako e battaglie. L'effetto
Shin-Ra
sulla sensibilità dell'impiegato medio nei confronti del
resto dell'umanità era
ugualmente disastrosa. Certo, ogni tanto aveva anche lei, in
qualità di
abitante di quel Pianeta rinsecchito, un qualche sprazzo di comune
sentimento
per tutti quei bravi esseri umani che non lavoravano a una scrivania
agli HQ.
Sfortunatamente,
i suoi slanci di filantropia erano di
durata limitata.
Aveva trascorso
il resto della sua prima giornata di lavoro a un computer, monitorando
alla
meno peggio le squadre di soccorso e i Shin-Ra Guard inviati al Settore
7: era
stato praticamente come guardare uno di quei film catastrofici sulla
fine del
mondo che andavano ultimamente tanto di moda.
Forse per
il fatto che tutto era filtrato dallo schermo di pixel con la sua
definizione
alla meno peggio, forse perché su quella scatola tutto
sembrava piccolo come la
riproduzione nella sala del Piano 65...
O forse per il
semplice motivo per cui anche lei era
finalmente diventata un abitante di Midgar come tutti gli altri, dove
ciascuno
guardava al proprio tornaconto e se anche il vicino fosse crepato
sarebbe
comunque andato a riscuotere lo zucchero preso in prestito.
In effetti,
di persone buone, a Midgar ne erano rimaste davvero
poche.
“...A
proposito di esperimenti sugli esseri umani. Theo, tu sei una brava
persona,
vero?” Cat sospirò, mentre sullo schermo del
computer scorrevano i dati del
Dipartimento di Scienza e Ricerca “...Dovresti farmi il
solito favore.”
Nonostante
un Settore sprofondato, un nuovo campione fresco e chissà
quanti bei cadaveri
da usare per il bene della scienza, la vita della Shin-Ra non era
cambiata
affatto. E l'avviso di reclutamento per nuovi SOLDIERs campeggiava bene
in
vista tra le tante notizie incoraggianti e patriottiche che la
manovalanza
della Sezione Comunicazioni e Relazioni Pubbliche aveva ipocritamente
confezionato.
Se lei, Cat
Empistsu, ventun anni, impiegatina qualsiasi tra le file della
Shin-Ra.Inc, si
era ritrovata a fare il lavoro che faceva non lo doveva certamente a
una
vocazione per le fotocopie.
Di gente
finita malissimo per gli effetti collaterali della Mako ce ne era da
ripopolare
a nuovo tutto il Settore Sette. Ma a lei di tutta quelle gente
sconosciuta non importava
niente: a Midgar ognuno pensava al suo tornaconto, e quello bastava a
riempirti
la giornata.
Di suo fratello
con la malsana passione per la SOLDIER
non aveva purtroppo potuto avere lo stessa considerazione.
Mannaggia
al Pianeta, erano stati i suoi genitori ad affidarglielo poco dopo
averlo
salutato sul treno diretto alla Capitale, mentre lei rispondeva
innocentemente
a una delle tante prenotazioni all'indirizzo dell'Honey-Bee Manor.
“...Ora
devo andare, sta per cominciare la riunione...” la voce di
Theo la scosse dai suoi
pensieri, chiudendo la chiamata: una Ancient vestita di rosa e
intrallazzata
con un qualche bizzarro esperimento di ibridazione di specie
batteva
qualsiasi segretaria annoiata.
Rimase
così
a rimuginare nuovamente su quanto la sua vita fosse paragonabile a uno
schifo,
fino a quando la porta alle sue spalle non si aprì.
Lala era
tornata con la cena, recuperata in uno dei distributori automatici
della
Palestra: “...C-Cat, è-è su-succes-so
q-qualco-o-osa!” la sua voce squillante
le arrivò dolorosamente alle orecchie, così come
la penosa visione che le si
presentò davanti. Niente tramezzini al retrogusto di tonno,
solo un pesce rosso
nella sua boccia.
“F-FLO
NON
E' LA-A CENA-A!” puntualizzò Lala, stringendosi al
petto uno dei pesci rossi
più vecchi della storia del Pianeta: Flo, l'animaletto da
compagnia del
Direttore del Dipartimento per lo Sviluppo e Ricerca Militare. Di cui
quella
donna odiosa non si curava minimamente e per cui la sua segretaria di
turno
faceva da bambinaia.
“...E
allora cosa sarebbe la cena..?”
“L'AVA-A-LAN-NCHE!!!”
Inizialmente,
pensò a quale piatto di Wutai mai potesse riferirsi. Solo
qualche secondo dopo
riuscì a mettere in fila le lettere e a capire che forse
c'era stato qualche nuovo
problemino con i soliti eco-terroristi-che-gli-Dei-li-maledissero.
“...C-ci
do-o-bbiam-mo nascon-n-dere!” singhiozzò, proprio
come un qualsiasi Flo fuori
d'acqua “E-ero ne-e-l-lla Hal-l qua-a-ndo so-so-sono
entra-a-ti e...”
Il telefono
interno iniziò a squillare e Cat non aspettò il
terzo squillo, come da manuale:
qualche volta, tentare di dare un senso alle parole di Lala era
un'impresa
disperata e una gran perdita di tempo.
“...Dipartimento
per lo Sviluppo Urbano, sono Empitsu. Il Direttore adesso non
c'è...” sospirò
stancamente, mentre accanto a lei Lala sembrava davvero un pesce
boccheggiante.
“CATTY,
ABBIAMO UN PROBLEMA! Non ti muovere da quell'ufficio, per gli
Dei!!!” non
riuscì a trattenere una smorfia al nomignolo che Will le
aveva appena appioppato
“Prendi una qualsiasi cosa che faccia molto male e stattene
ferma in
quell'ufficio, ok?!”
Di nuovo il
telefono le venne sbattuto in faccia con la stessa grazia come il
Presidente
avrebbe adoperato con una qualsiasi stagista di passaggio. Quel
trattamento da
nullità e la noia per la serata di straordinari non facevano
altro che darle
ulteriormente sui nervi. Avrebbe potuto tornarsene a casa, sistemare la
finestra con lo scotch, prepararsi un qualcosa di liofilizzato pieno di
additivi
chimici e andarsene finalmente a dormire.
AVALANCHE,
non AVALANCHE e fine del mondo che fosse.
“C-Cosa-a
fa-fa-accia-am-mo?” Lala aveva ricominciato a tirare col
naso, guardando
sconsolata la boccia di Flo, forse nel terrore che venisse cucinato dai
cattivi
che aveva visto nella Hall. Cat fece spallucce, tamburellando sul
telefono: o
alla Shin-Ra erano talmente gonzi da lasciare che un gruppo di
ecoterroristi-gli-Dei-li-fulminassero entrasse tranquillo dalla porta
principale, oppure un SOLDIER con il cervello bucherellato aveva visto
troppi
film d'azione.
Il fatto
che la ba-bal-l-bu-uziente-e segretarina del Dipartimento per lo
Sviluppo
Militare avesse visto effettivamente entrare il suddetto gruppo di
gli-Dei-li-prendessero-tutti-a-calcioni-nel-sedere andava
sfortunatamente a cozzare
con l'idea che Will si fosse sniffato troppa Mako a merenda.
“Stiamo
qui
finché non arriva il mio capo.”
Era la
soluzione migliore. Nessuna grana e di certo nessun eco-coso si sarebbe
mai
sprecato ad entrare in un simile, minuscolo ufficio vattelappesca tra i
tanti
piani della Shin-Ra HQ.
Sentì
Lala
afflosciarsi alle sue spalle, appoggiando a terra la boccia:
“...W-Will è
sta-ato gen-n-ti-tile ad a-a-avvisa-a-arti.”
“Anche
tu
sei venuta ad avvisarmi.” la corresse “Lui lo ha
fatto solo per mostrare all'umanità
quanto sia figo essere un SOLDIER col permesso di spaccare tutto a
pugni.”
“N-non
u-usa la spa-a-da, vero?”
Cat
sbuffò
scocciata: che il discorso si fosse spostato sulla SOLDIER non le
piaceva per
niente. Soprattutto per la pericolosa deviazione su un certo 3rd
Class certificato come fallimento dal Dipartimento
di Scienza e Ricerca.
Un fallimento
sotto ogni aspetto.
Di esperimento,
di SOLDIER e di essere umano.
E da cui aveva
imparato una delle regole sacre di
Midgar.
MAI innamorarsi
di un SOLDIER.
Di certo, o
avrebbe fatto una brutta fine in qualche
posto sperduto, o gliela avresti volentieri fatta fare tu come ex.
“No.
Non
usa nessuna arma perché si è mangiato il cervello
più di chiunque altro.”
Niente
Buster Sword, Spada Potence o come per gli Dei si potessero chiamare
quelle
assi da stiro che i SOLDIER si portavano sulle spalle.
Solo due
pugni per fare a botte come nelle peggiori bettole degli Slums.
“Q-Quel-li
dell'A-AVALAN-NCHE... Mi e-è sem-m-bra-ato ci fo-osse-e un
SO-SOLD-DIER c-con
lo-o-ro. H-Ho vi-isto i suo-oi o-occhi.”
Una
bambolina della Shin-Ra contro
la Shin-Ra? Probabilmente apparteneva anche lui a quella alla massa di
fantocci
pieni di Mako e buchi, buttati fuori dai laboratori senza troppi
complimenti
per andare a rimpolpare qualche moribondo Settore degli Slums.
Ecco
perché lei si
trovava a fare ogni giorno i suoi bravi 66 Piani di scale.
Ed ecco
perché aveva mollato il figoso SOLDIER di
turno.
Per evitare
che anche suo fratello facesse la stessa, misera fine.
O anche
peggio.
Diventare
un SOLDIER era stato il sogno di qualsiasi bambino di ogni villaggio
disperso
su quel Pianeta rinsecchito come una mela da quando la Shin-Ra aveva
iniziato a
dettare la storia. Anche dopo che quel famoso Sephiroth era
misteriosamente
scomparso, anche dopo che la maggior parte della stessa SOLDIER era
stata
spazzata via, l'idea di poter entrare a farne parte spiccava su tutti i
disegni
delle scuole elementari.
Perché
entrare alla Shin-Ra, entrare alla SOLDIER significava un ottimo
stipendio.
Era poter
trasferire tutta la famiglia a Costa del Sol. Lontano da reattori,
lontano da
radiazioni, lontano da distese di deserto.
O almeno,
questa era una delle speranze.
Delle poche che
restavano al Pianeta.
Il PHS di
Lala iniziò a squillare, facendola inciampare malamente
sulla boccia di Flo:
Cat si ritrovò a rincorrere quella cosetta squamosa e
viscida per l'ufficio e
una volta acciuffata, la ficcò di nuovo in quel poco di
acqua che era rimasta.
“...B-bast-ta
l'acqu-ua d-del ba-ba-agno-o!” Lala si era fiondata fuori
dalla porta,
dimentica dell'AVALANCHE, cercando di soffocare gli strilli isterici
che
uscivano dal ricevitore: la riunione doveva essere finita e Scarlet
probabilmente aveva già iniziato a lamentarsi della piega in
via di
disfacimento.
Cat si
trascinò
fino al bagno del Piano 65. Mentre la boccia di Flo tornava piena per
la gioia
del suo minuscolo abitante, controllò le occhiaie che
avevano iniziato a
formarsi: pensò che due nottate senza sonno non fossero
comunque tanto
preoccupanti. Più pensiero le dava il fatto che quello fosse
il suo primo
giorno di lavoro per quel Dipartimento e fosse
già costretta a fare gli straordinari
notturni: vacanze e weekend iniziavano a rivelarsi inaspettatamente a
rischio.
Tornò
trotterellando al minuscolo ufficio, ma la voce del suo nuovo capo la
bloccò
sulla soglia. Per un semplice motivo di privacy.
“...Non
rifaranno il Settore, mamma. Mi
dispiace...”
Uno dei
tanti sesto senso di Cat si mise al lavoro, combinando alla lunga lista
di
aggettivi che aveva affibbiato al suo boss nelle ultime ore una nuova
etichetta: scapolone con madre al seguito.
“Puoi
pensarci tu a papà? So che è difficile, ma il
lavoro non mi dà tregua e il
Presidente...”
Avrebbe
voluto alzare una mano e considerarsi contraria al fatto che fosse
così tanto
oberato di lavoro: lei si stava addirittura annoiando a fare gli
straordinari.
“...Non
uscire di casa. Midgar non è più quella che avevo
costruito, lo sai.”
Aspettò
che
la telefonata terminasse, prima di fare la sua entrata abbracciata alla
boccia
del pesce rosso del Dipartimento per lo Sviluppo Militare.
Reeve era
seduto di spalle, sulla stessa sedia morbidosa su cui lei aveva
trascorso gran
parte della serata. Guardava oltre la finestra, le spalle curve nel
completo di
quell'assurdo blu elettrico.
Pensandoci
bene, in fondo, alla Shin-Ra Corporation facevano il bello e cattivo
tempo una
palla di lardo color cacca, un armadio verde bottiglia e una
scollacciata di
rosso vestita ex-prostituta del Wall Market: non ci si poteva certo
aspettare
chissà quali picchi di stile.
Scosse il
capo, cercando di non deviare dal momento pieno di pathos in cui stava
versando
Midgar e il suo capo: era stato fatto crollare un intero Settore della
città
sulle teste di tutti i suoi abitanti per (tentare di) far fuori una
manica di
eco-terroristi-gli-Dei-bruciassero-le-loro-mine.
L'AVALANCHE.
Una
lampadina si riaccese nella testa di Cat, mentre appoggiava la boccia
di Flo
sulla scrivania vicina: “...Ah, signore, poco fa è
arrivata una chiamata dalla
SOLDIER su un gruppo dell'AVALANCHE che è riuscito a
infiltrarsi...”
Reeve non
la degnò di un'occhiata. Continuava a fissare davanti a
sé, oltre la finestra
che dava sull'oscurità della notte di Midgar.
Cat poteva
ben capire come certe pose da uomo vissuto e tormentato dai suoi demoni
interiori sulla responsabilità di aver fatto fuori
centinaia, migliaia di
persone di un Settore che sarebbe stato lasciato fumante per i secoli a
venire
fossero molto cool, ma “...Credo ci sia
un problema di sicurezza
interna, signore...”
Niente, nessuna
reazione. Era come parlare con uno di quei pupazzi meccanici con le
pile scariche
che vendevano per pochi Gil al Wall Market.
“Mi
lasci
da solo.” sospirò Reeve, massaggiandosi la fronte
“E si porti dietro quella
boccia, per favore.”
E
così, nel
cuore della notte, Cat Empitsu, ventun anni, neo-segretaria del
Dipartimento
per lo Sviluppo Urbano, si era ritrovata fuori da quello che avrebbe
dovuto
essere il suo ufficio, in compagnia di una boccia di vetro e di un
pesce rosso.
Senza ben
capire che fosse successo, la cosa più intelligente che le
riuscì fu di
scendere le scale verso il Piano 64, recuperare una delle coperte
aziendali e
infilarsi nella prima brandina libera della Rest Room deserta.
Prima di
addormentarsi pensò a Flo, che placidamente ripeteva il suo
giretto in tondo
nella fresca acqua di rubinetto: almeno l'animaletto della Compagnia
una
casetta integra e senza cocci di finestra vaganti ce l'aveva.
Nascere come essere umano
su quel Pianeta allo
scatafascio era davvero la peggiore delle maledizioni.
Ecco
spiegato perché nei videogiochi nessun giocatore con un
minimo di buon senso
avrebbe mai scelto la sua nobile razza a due zampe.
O
perlomeno, questo era quello che le aveva insegnato Theo mentre
bofonchiava
qualcosa senza staccare gli occhi dallo schermo. O ancora, era quello
che aveva
imparato da Will, per il quale era meglio mangiare Mako e biscotti
piuttosto
che zappare riso a Wutai.
Insomma, la sua
umana vita era un autentico schifo.
***__*Sproloquio
dell'Autrice: ci
mancava solo il pesce rosso. Dopo polipi, gatti neri e bambini che
collezionano
teste di Fungongo.
Grazie,
grazie, grazie a Youffie per il betaggio.
Sarò ridondante, ma è giusto
dare di Cesare quel che è di Cesare.
@Poisonerlady:
perché ho affibbiato alla
povera Catty il cognome di "Matita"? Uhm, dunque… Nella
prima
versione della storia questa tenera (?) e dolce (?) ragazza avrebbe
dovuto
essere caratterizzata da una matita dietro l'orecchio. Però
poi ho pensato come
'la matita dietro l'orecchio' andasse molto meglio a un Certo Capo
Dipartimento
di nostra conoscenza ;) Inoltre non so perché nella mia
immagine della segretaria
media, la matita è essenziale. E poi è un cognome
musicale, carino, ci sta bene
col nome "Cat".
Potrei passare
ORE a discutere di particolari idioti come i nomi dei
personaggi, specie se li riprendo dal mio amato-odiato giapponese. Ci
son
fanfiction che ho (sfortunatamente) scritto in cui tutto
ruota attorno
al nome dei poveri diavoli che ritrovo sulla tastiera :D
Nomen omen, come si vuol
dire.
Grazie per la
domanda!
@The one winged
angel: concordo
con tutta la sfilza di aggettivi che hai dato a Cat. Solo che
più che 'involontariamente
buffona' direi che è lei proprio una lamentosa di prima
categoria… Ma come hai
giustamente detto anche tu, non si sa mai che la piatta vita di una
segretarina
sfruttata non possa ribaltarsi.
Anche se dalla
regia mi dicono che NON ne sono troppo fiduciosi.