Per la composizione di questa
raccolta, un grazie particolare lo devo a Earendil (Manuel Lanhart) perché
è grazie a lui se queste poesie sono nate.
E poiché sono nate grazie ai
nostri discorsi seri, semiseri e poco seri, una dedica speciale va a lui, al cavaliere Earendil (Manuel Lanhart).
Fine
Ti guardo silente, arma
ormai infranta
ti guardo sapendo che
l’ora è ormai giunta,
osserva distrutto quest’uomo
ormai vinto,
arreso al crudele destino
che anime spezza.
Nessuna figura rifletti, né ombre né dolori.
essenza di un uomo morto sul
prato
svanita nel nulla, nel grido
e nel pianto.
Vaga beata, mia anima
in pena,
la pace non regna in
questo mondo crudele
lascia in silenzio il mio
corpo ormai arido
torna dalla donna che in
ciel ti reclama.
Mi manca il tuo viso,
beata visione,
il tuo dolce profumo
inebriava i miei sensi,
ti ho vista morente e
il ricordo mi uccide.
Allontanati spietato
tormento,
allontanati inesorabile vita,
lascia questo corpo ormai
morto
ti ucciderò per la mia
liberazione.
Arrivo mia sposa, la
morte mi attende
in queste terre ormai
non posso avanzare,
la fine ormai è giunta
per l’uomo in rovina.
Spada che giaci nel
freddo terreno,
lama compagna di
questo cavaliere,
aiutami a compiere l’estrema
impresa,
aiuta quest’uomo a
scacciare la vita.
Un preciso colpo
dritto al cuore,
soave fendente mi strappi
un sorriso,
atto finale
dell’eterno amore.
Sangue che adesso sgorghi potente,
placa questa tua ira,
placala in quest’ora
ove futura gioia ormai
ci attende
essenza d’amor
trascendentale.
Sii felice mia rossa essenza,
allontanati dal mio corpo
infedele
che nella morte troverà
la vita.