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Autore: elyl    24/09/2010    12 recensioni
Eric Gellert Heartmann è un orgoglioso Purosangue, nipote di Evan Rosier, uno dei più fedeli Mangiamorte di Lord Voldemort. Come è mai possibile, allora, che si sia sposato con una babbana?
Piccolo spin off della mia long fiction “Father Be With Me Tonight”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nel capitolo di Father Be With Me Tonight che (spero) abbiate appena letto, abbiamo visto il nostro caro, adorato e bastardo Eric bere un'abbondante dose di pozione antidolorifica che l'ha mandato un po' fuori di testa. Quello che non sapete è che sembra aver cambiato un po' le cose...

Vi lascio alla lettura :D

Risponderò ai commenti che lascerete nel prossimo capitolo di Father :)

P.S.: Spero che con “regalo” mi perdoniate per non aver postato settimana scorsa :P

P.P.S.: ringraziate piperina se è nata questa fan fiction <3 grazie di tutto, seriamente, <3



Sweet Dreams.......?


Era una fantastica giornata di sole, gli uccellini cantavano felici tra le fronde degli alberi, sollevandosi in volo a due a due come se stessero ballando un'allegra danza e i verdi prati erano coperti da tanti piccoli fiorellini di colori diversi.

In mezzo a quel fantastico paesaggio creato da madre natura, si ergeva una casetta bianca, proprio al centro della piccola valle, circondata dalle colline erbose.

Era una villetta a due piani, circondata da una staccionata in legno chiaro. In un angolo del giardino c'era un piccolo orticello contornato da tre alberi: un ciliegio, un melo e uno di limoni.

Poco distante si trovavano quattro pali di legno, collegati due a due grazie ad un filo. L'altra metà, era invece destinata a svariate costruzioni per bambini: c'era una piccola e colorata casetta con il camino rosso, una grossa quercia al cui ramo più resistente era appesa una corda legata ad un pneumatico di un vecchio camion, mentre sui rami più alti era stata costruita un'altra casetta, raggiungibile grazie ad una scaletta che penzolava da una grossa apertura.

Si sentirono degli schiamazzi, la porta si spalancò ed uscirono di corsa un bambino ed una bambina, seguiti a ruota da un terzo. Avevano tutti splendidi capelli biondi color del grano, la femminuccia li aveva raccolti in due trecce ai lati della testa. I loro occhi andavano dall'azzurro cielo al verde mare, con riflessi grigi e pagliuzze blu intenso a seconda della luce.

Subito la piccina corse alla casetta, ci si infilò, spalancò le persiane in legno rosso e finse di innaffiare dei fiori immaginari. I due maschietti, invece, si fiondarono verso l'albero: il più grande, che indossava una salopette color giallo paglierino, una maglietta rossa e dei sandali, corse alla scaletta; il più piccolo, che portava una maglietta blu, dei calzoncini bianchi e delle semplici scarpe da tennis, scelse l'altalena.

La porta si aprì una seconda volta ed uscì una donna dai lunghi capelli dorati raccolti in uno chignon, una cesta traboccante di panni da stendere appoggiata ad un fianco sorretta da una mano, mentre con l'altra si schermava dalla luce del sole, proteggendo gli occhi color smeraldo.

Bambini, fate i bravi, mi raccomando!” Esclamò, avvicinandosi ai fili per stendere.

Sì mammina!” Risposero in coro i tre.

La donna sorrise ed iniziò ad appendere i vestiti umidi con calma, bloccandoli con le mollette in legno. Quando ebbe finito batté le mani l'una contro l'altra, poi se le strofinò sul grembiule rosa che aveva legato in vita. Sorrise, soddisfatta del proprio lavoro, si piegò, prese la cesta e l'appoggiò all'anca sinistra. Chiuse gli occhi, godendosi il calore del sole di agosto sul viso.

Sentì in lontananza un < pop >, aprì gli occhi e all'orizzonte vide un uomo dai capelli biondi avvicinarsi. Subito sorrise, riconoscendo suo marito.

Eric Heartmann indossava un completo bianco perla, eleganti scarpe firmate e nella mano destra stringeva una borsa in pelle di drago finemente lavorata. Si fermò un attimo, abbracciando con lo sguardo tutta la casa. Riprese a camminare, aprì il cancelletto e appese la ventiquattr'ore alla staccionata.

Bambini!” Urlò.

Papà!” Il più grande sbucò dalla finestra della costruzione in legno, sorrise e scese velocemente la scaletta.

Papà!” Esclamò il più piccolo dei maschietti, saltando giù dall'altalena.

Papà!” La bimba uscì dalla porta della casetta, strofinando le manine nel piccolo grembiule giallo che sfoggiava orgogliosa.

Sono a casa!”

Appena si inginocchiò ed allargò le braccia, i tre piccoli gli saltarono addosso, abbracciandolo stretto. Subito iniziò a baciarli uno per uno, come se non li vedesse da mesi, nonostante li avessi salutati quel mattino prima di dirigersi al lavoro.

Papà, papà!”

Dimmi Alexander.” Rivolse l'attenzione al più grande dei suoi figli.

Che cos'hai fatto oggi al lavoro? Hai aiutato tanti babbani?”

Certo, tesoro, è il mio lavoro: sono il capo dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei babbani”

Papà, papà!” Lo chiamò Elizabeth.

Dimmi, Lizzie.” Spostò lo sguardo sulla piccola.

Hai visto la zia Jocelyne giù al villaggio?” Domandò tirandogli leggermente la cravatta.

L'uomo annuì col capo.

Sì. Ti saluta tanto e mi ha chiesto quando vai a trovarla che vuole insegnarti una nuova ricetta babbana.”

Che bello!” Battè le mani entusiasta.

Papà, papà!”

Dimmi tutto, Dorian.” Guardò con un sorriso pieno d'amore il suo secondogenito.

Mi hai comprato i giornalini?” Chiese imbarazzato.

Certo.” Allungò il braccio verso la borsa, l'afferrò e l'aprì, estraendone tre giornaletti da colorare.

Grazie.” Subito li afferrò, gli occhi illuminati.

Bambini, lasciate stare papà che è stanco.” Disse Marie, posando una mano sulla testa di Alex, scompigliandogli i capelli.

Oh, ma le mie gioie non mi danno fastidio.” La guardò intensamente. “Rendono migliore la mia giornata.” Abbracciò nuovamente i figlioletti, stringendoli a sé, ripetendosi per l'ennesima volta quanto fosse fortunato ad avere una famiglia così bella.

I tre si misero a ridere divertiti, poi li lasciò andare e subito tornarono a giocare felici. Eric li osservò qualche istante, tolse la polvere dai pantaloni, posò una mano sulla spalla della moglie e la baciò dolcemente su una guancia.

Ciao, cara.”

Ciao, caro.” La donna sorrise, accarezzandogli il viso.

Era così fortunata ad avere incontrato un uomo come lui! Era un coraggioso mago, impegnato nella lotta contro i maltrattamenti nei confronti dei babbani. Aveva sentito di molti maghi che odiavano le persone come lei, che si divertivano a far del male gratuitamente, ma lui no. Eric Gellert Heartmann era il paladino dei babbani.

Sei radiosa, oggi.” Le cinse la vita con un braccio.

Oh, grazie.” Portò una mano al cuore, emozionata, poi lo baciò teneramente sulle labbra. “Allora, come è andata la tua giornata?” Aggiunse, incamminandosi verso la soglia.

Molto bene, grazie. Fortunatamente non ho avuto nessun contrattempo.” Rispose, aprendo la porta d'ingresso alla moglie.

E la faccenda di quel certo Alistair Piton?” Sorrise riconoscente, varcando la soglia, traendo immediatamente piacere dalla frescura.

Oh, brutta faccenda.” Scosse il capo, desolato. “Ha affatturato una motocicletta in modo tale che non si fermi più e continui ad aumentare la velocità. Brutta faccenda.”

Che persona terribile.”

Ma lasciamo stare queste brutte storie, non voglio spaventarti.” Le accarezzò la schiena. “La tua giornata, invece?”

E' stata magnifica: i bambini ed io siamo andati giù al fiume, abbiamo raccolto i fiori e siamo tornati giusto in tempo per il pranzo! Abbiamo mangiato delle fantastiche bistecche accompagnate da purè.” Iniziò a raccontare.

Che delizia!” Convenne Eric.

Dovevi esserci, ma non preoccuparti, amore mio, te ne abbiamo conservato un po'.”

Che gentili, non dovevate.” I suoi occhi luccicarono dall'emozione: aveva una famiglia fantastica ed un lavoro che adorava.

L'abbiamo fatto volentieri.” Gli diede un altro leggero bacio. “Ma adesso, mio tesoro, vatti a cambiare, sarai stanco e vorrai riposarti. Appena tornerai qui ti farò assaggiare la torta che Lizzie ed io abbiamo preparato con tanto amore solo per te.”

Ti amo, mio dolce fringuello.” Le diede un buffetto sulla guancia.

Ti amo tanto anch'io, mio forte orso.” Piegò la testa di lato e lo osservò sparire su per le scale.

Depositò la cesta dei panni in bagno, lavò le mani e si diresse in cucina, dove estrasse dal frigorifero il bricco del latte. Prese la torta dal forno, afferrò un coltello ed iniziò a tagliarne una fetta che servì in un piatto, poi versò del latte in un bicchiere. Sistemò il tutto sul tavolo e si sedette, iniziando a sfogliare una rivista di cucito.

Eccomi qua.” Esordì l'uomo, entrando in cucina. “Amore, ma non dovevi prepararmi tutto.” Le sorrise calorosamente.

E' un piacere, lo sai bene.”

Beh, grazie.” La baciò tra i capelli, si sedette ed iniziò a mangiare la torta. “E' squisita, davvero.”

Devi fare i complimenti a tua figlia, è lei che ha scelto gli ingredienti.” Spiegò.

Glieli farò sicuramente.”

Finì lo spuntino, bevve il suo latte, si alzò e lavò ciò che aveva sporcato.

Amore, li avrei lavati io.”

Passerotto, lo sai che non devi fare tanti sforzi.” La richiamò scherzosamente asciugando le mani in uno strofinaccio. “O altrimenti la piccola Madeleine nascerà già stanca.” Si inginocchiò accanto a lei, abbracciò la sua vita e posò il viso sul suo addome appena pronunciato.

O il piccolo Robin.” Gli passò una mano tra i capelli. “Non sappiamo ancora se è un maschietto o una femminuccia.”

O il piccolo Robin, sì.” Ripetè. “Non mi importa se maschio o femmina, mago o no: l'importante è che stia bene.” Concluse seriamente, alzandosi. “Questo è ciò che conta. Avrà tutto il mio amore, a prescindere.” Le accarezzò una guancia.

Hai perfettamente ragione, mio amore.” Sorrise e si passò dolcemente una mano sull'addome.

Riposati, mia cara, mentre mi occupo dell'orto e bado ai bambini.”

Lo farò sicuramente.”

Eric baciò sulla fronte la propria moglie, le diede le spalle e si diresse in giardino.

Bambini miei!” Chiamò, le mani sui fianchi.

Subito i tre piccoli arrivarono.

Dicci, papà!” Esclamarono all'unisono.

La mamma adesso si riposa un po', non deve fare troppi sforzi per il piccolo fratellino o la piccola sorellina che ha in grembo. Adesso lavoro un po' all'orto, quindi per qualsiasi cosa venite a chiamarmi, va bene piccoli miei?”

Tutti e tre annuirono.

Bravi i miei tre campioni.” Scompigliò i capelli ai due maschietti e diede un buffetto alla femminuccia. “Ed ora, cosa vi dice sempre papà?”

I babbani sono amici...” Iniziarono i tre.

...non nemici.” Conclusero tutti e quattro insieme, applaudendo forte.

Esatto. Ed ora via, andate a giocare!” Li incitò.

Osservò i bambini correre ai giochi, si voltò e si diresse all'orto fischiettando allegro un'aria della Carmen, un'opera babbana che aveva scoperto grazie a quell'angelo di sua moglie. Prese l'innaffiatoio, una paletta e un sacco di terra, poi si diresse nel suo angolo di Paradiso.

Si inginocchiò senza preoccuparsi di sporcare i pantaloni color cachi e la maglietta verde smeraldo con la scritta < il marito migliore del mondo >, afferrò la paletta ed iniziò a lavorare.

I fiori, con quel loro profumo sublime, lo tranquillizzavano. Adorava la natura, la pace che lo assaliva quando contemplava bei paesaggi, faceva un bagno nel fiume od osservava una mamma oca e i suoi piccoli nuotare beati nel lago.

Papààààààààà!” Urlò Dorian disperato, correndo da lui.

Subito si voltò, preoccupato, allargando istintivamente le braccia in cui il bambino si rifugiò.

Amore, che succede?” Gli domandò preoccupato, accarezzandogli dolcemente la schiena per rassicurarlo.

Il piccolo, in lacrime, affondò il viso nel suo petto, stringendosi a lui.

Dorian, amore di papà, guardami.” Lo fece allontanare da sé, osservandolo attentamente. “Che cosa succede? Ti sei fatto male?”

Tirò su col naso, poi guardò il proprio papà.

A-alex m-mi p-prende i-in giro.” Balbettò con il labbro inferiore che tremava.

E perchè?” Inarcò un sopracciglio. “Che cos'ha lui che tu non hai?” Gli asciugò le lacrime col proprio pollice.

Ha...ha la magia.” Rispose in un sussurro imbarazzato.

Sul volto dell'uomo comparve un sorriso, incapace di arrabbiarsi con chiunque.

Tesoro, stava solo scherzando.”

Scosse il capo con forza.

No, ha ragione, sono stupido. Non so fare nessuna magia. E vuoi più bene ad Alex perchè lui è capace!” Scoppiò in un pianto incontenibile.

Eric scosse il capo, mise due dita sotto il mento del figlioletto e gli fece sollevare il viso, incatenando i loro sguardi.

Dorian, non mi importa se sei un magonò.” Lo fissò intensamente. “Non è importante che tu sappia fare magie. Sei mio figlio, sono orgoglioso di te e ti vorrò per sempre bene.” Fece una piccola pausa. “Non importa che tu sia un magonò.”


Spalancò gli occhi, si sedette di scatto e strinse forte il lenzuolo, il respiro affannoso, guardandosi attorno.

Eric Gellert Heartmann ci mise qualche minuto a capire che era al sicuro nel suo comodo letto. Scostò le lenzuola, si alzò di scatto e corse in bagno, dove accese la luce ed iniziò a specchiarsi, terrorizzato. Si toccò il viso cercando l'uomo che aveva visto: era lui, non c'erano dubbi. Ma non poteva essere lui! Assolutamente! Non poteva aver detto seriamente quelle cose! Detestava i babbani, mai ne avrebbe sposata una. Mai avrebbe infangato il nome Heartmann. Mai avrebbe avuto un figlio magonò, non l'avrebbe mai riconosciuto: non avrebbe potuto sopportare una simile vergogna.

Aprì il rubinetto dell'acqua fredda, mise le mani a coppa e si sciacquò il viso, poi appoggiò entrambe le mani al lavandino e chiuse gli occhi.

Continuava ad avere davanti agli occhi le immagini di quei bambini, di quello schifoso di un magonò, di una donna babbana che lo baciava, se stesso che diceva quelle cose ed era a capo dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei babbani. Rabbrividì terrorizzato.

Portò una mano alla fronte, stordito, improvvisamente stanco. Sospirò, ringraziando Gellert Grindelwald e il Signore Oscuro che fosse solo un maledettissimo e raccapricciante incubo.

Si coricò di nuovo e promise a se stesso di non bere mai più pozioni antidolorifiche.

   
 
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