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Autore: Haydee    31/10/2005    9 recensioni
...Nella digradante calura del tramonto, mentre il disco rosso del sole spariva tra i palazzi di stucco, colorandoli insieme all'atmosfera di un romantico rosa pastello, si fronteggiavano nel giardino interno, mentre nell'aria aleggiava il profumo degli aranci e il silenzio era rotto dallo zampillare di una fontana... ...Quando vide la sottile falce di luna apparire delicatamente nel cielo rosa, capì che il suo mondo incantato iniziava da lì...
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Partenze

Partenze

 

Domenica mattina, villa McKaye

 

Rachel si soffiò il naso e asciugò gli occhi lucidi:

- Sapete una cosa? Mi mancherete, tutti quanti. Era bello avere dei ragazzi per casa, è così grande e vuota! – poi si volse verso Haydée e le prese le mani: - Promettetemi che tornerete a trovarmi! – implorò con gli occhi lucidi. La mora la guardò sorpresa ma non ebbe la prontezza di dire niente. Per lei rispose Phénice, che si perse ad abbracciarla e a rassicurarla. Si erano trovati talmente bene lì che sicuramente si sarebbero rivisti tutti quanti, anzi propose di invitare i genitori di Madian a casa loro non appena risistemato tutto.

 

Haydée rimase in disparte, limitandosi a sorridere vagamente agli accenni che le rivolgevano.

Pensava al fatto che ormai non avrebbe più potuto evitare di incontrare tutti loro regolarmente, soprattutto Madian.

Voleva vederlo così spesso? Soprattutto dopo quello che c’era stato tra loro in quei giorni? Non ne era così certa, pensò guardandolo caricare i loro bagagli.

E poi da tempo in lei si era fatto strada un grande desiderio… Prima di tutto però doveva pensare a Phénice, e lanciò un’occhiata ad Arkel, assorto nella contemplazione della dolce ricciolina.

Le scappò un mezzo sorriso. Quella storia era stata positiva: non avrebbe più dovuto preoccuparsi per la sua amica, di questo era certa.

 

- Ragazzi dovremmo partire, io e Winter dobbiamo finire i bagagli se vogliamo prendere l’aereo questa notte. – Mitja per la prima volta in vita sua era serio e preoccupato, evidentemente moriva dalla voglia di essere sull’aereo che avrebbe portato lui e la ragazza in Europa:

- Hai perfettamente ragione, andiamo Rachel, lasciali andare! – Maximilian le cinse le spalle affettuosamente, e lei gli si aggrappò addosso:

- E va bene… Siate prudenti ragazzi, e mandateci vostre notizie al più presto! – li salutò mentre salivano sulle auto, Mitja e Winter su quella della bionda, Madian, Arkel e le altre due ragazze sul fuoristrada del ragazzo:

- Ciao, vi chiamo quando arrivo! – Madian salutò i suoi, poi chiuse lo sportello e sbuffò: -Ogni volta la stessa storia, sembra sempre che stia partendo per la guerra!! Cristo, abito solo a un paio di centinaia di chilometri da qui, non sono su un altro pianeta! – borbottò girando la chiave di accensione, rivolto ad Arkel seduto accanto a lui:

- Tua madre è una bravissima persona, non dovresti parlarne così. – mugugnò l’altro. Madian sorrise:

- Hai ragione, ma non dirmi che non ti sentiresti soffocato con una genitrice simile!! – il ragazzo tentennò col capo, per lui rispose Phénice:

- Oh sì, hai perfettamente ragione!! Pensa che mia madre mi chiama ogni anno il primo giorno d’autunno per dirmi di mettere un coperta in più sul letto! Ti capisco perfettamente Madian, perfettamente! – fece seria picchiandogli una mano su una spalla. Il ragazzo ridacchiò e spostò lo sguardo sullo specchietto retrovisore dal quale vedeva Haydée: la ragazza stava guardando fuori dal finestrino, sembrava non averli nemmeno sentiti.

Poi vide Mitja partire e si avviò dietro a lui, tentando di concentrarsi sulla guida piuttosto che sulla ragazza seduta sul sedile posteriore, esattamente dietro di lui.

 

Il viaggio di ritorno in città fu qualcosa di strano.

Arkel e Phénice si erano becchettati per tutto il tempo, a volte sul serio e a volte litigando. Erano talmente carini e affiatati da sembrare già una coppia.

Haydée aveva guardato fuori dal finestrino per un tempo indefinito, estraniandosi quasi dai discorsi degli altri nell’abitacolo, poi il flusso dei suoi pensieri era stato attirato dal ragazzo seduto davanti a lei e senza rendersene conto si era ritrovata a fissarne la nuca e le spalle larghe.

Voleva davvero troncare ogni rapporto con lui? O magari… poteva prendere in considerazione l’idea di… rincontrarlo e magari… parlarci…

Era talmente assorta che non si era accorta di essere controllata da rapide occhiate sullo specchietto retrovisore.

Quando se ne rese conto si incantò a guardargli gli occhi blu, brillanti, sinceri…

Un brivido le percorse la schiena, era la consapevolezza dell’ultimo scontro che aveva avuto col suo lato razionale.

Aveva quasi ammesso a sé stessa di esserne innamorata.

Inconcepibile!!

Distolse lo sguardo dal suo e riprese ad osservare il paesaggio senza realmente vederlo. Ne aveva abbastanza di quella situazione, sapeva come riprendere il controllo e lo avrebbe fatto.

Anche a costo di… anche a costo di… a tutti i costi!

 

~~~~~

 

Appartamento del centro, primo pomeriggio

 

Phénice fece scattare la serratura e aprì fremendo. Accese la luce e spalancò le braccia:

- Casa, dolce casa!! – esclamò al settimo cielo. Dietro di lei Winter e Haydée si guardarono divertite, poi presero i loro borsoni, piuttosto vuoti in verità, ed entrarono a loro volta.

Nel frattempo la rossa aveva spalancato tutte le imposte per far entrare la luce di quella giornata soleggiata di fine agosto.

Haydée si guardò attorno: erano passate due settimane dalla loro partenza improvvisa, ma con tutte le cose che erano successe sembravano mesi.

Gettò la sua borsa nella sua camera e proseguì in direzione del soggiorno con una sola stampella.

Ormai stava decisamente meglio, la ferita migliorava di giorno in giorno e non si stancava più così tanto camminando. Paul le aveva lasciato ancora qualche integratore da prendere, oltre che una dieta ideale per il suo caso. Era un bravo medico, forse non lo aveva ringraziato a sufficienza.

Si sedette su uno dei loro divani bianchi e osservò l’andirivieni di Phénice da una stanza all’altra, mentre ciarlava di fare una festa e invitare tutti quelli che le avevano aiutate, ma che, accidenti, come si faceva a festeggiare se la bionda se ne andava sul più bello?! Era proprio lei in fondo che dovevano festeggiare! Poco importava però, tanto sarebbe stata nel vecchio continente con sua sorella e Mitja a fare bagordi, loro potevano darsi alla pazza gioia senza la minima riserva!!

 

Diverse ore dopo, quando ebbero ripulito e sistemato tutto Winter si presentò in sala con un trolley gigantesco, un borsone e una borsetta:

- Siete pronte? Tra poco passano Mitja e gli altri con la monovolume di Arkel, dovremmo starci tutti e sei. – Haydée piegò il capo di lato:

- Ma non c’è bisogno, posso guidare… - Phénice però non ne voleva sapere:

- Sei pazza?!? Non sei ancora guarita del tutto, non puoi guidare!! Andremo con loro, e niente storie! – strillò piantata in mezzo alla sala, poi si volse per andare a prendere un pupazzetto che voleva regalare a Winter:

- Non ti sembra che ultimamente stia diventando tirannica?! – chiese la mora ironicamente:

- Beh, tu te la sei viziata, tu te la sopporti! – ribatté l’altra rimediandosi un’occhiata inceneritrice:

- Ah grazie. Davvero, grazie mille! – borbottò ridacchiando per non farsi sentire dalla rossa.

 

~~~~~

 

Domenica sera, aeroporto internazionale

 

Madian aprì la porta e fece entrare le tre ragazze, seguite da Mitja e Arkel carichi di valigie come somari. Winter si volse verso quest’ultimo con un ghigno divertito:

- Grazie davvero Arkel, sei veramente gentile a volermi portare il borsone e a tirare il trolley! – il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile, guadagnandosi una metaforica pedata nel didietro da Mitja:

- EHI, cafone?!? È con una signora che stai parlando, non con la tua moto! Quindi, niente parole sconvenienti!! – l’interessato lasciò cadere tutto a terra in un tonfo e prese il biondino per il colletto della camicia alzandolo quasi da terra con le valigie al seguito:

- Ho resistito dal gonfiare quella tua faccetta da finto bambino innocente fino ad adesso, ci tieni così tanto ad andartene in Austria con i connotati modificati?! – sibilò serio. Madian andò a dividerli trattenendo un sorriso: se conosceva abbastanza bene Arkel, e quello era proprio il suo caso, era più che dispiaciuto per la partenza del ragazzo e reagiva così per non dare a vedere quello che provava veramente:

- Piantatela di dare spettacolo, scimmioni trogloditi!! Vi aspettano al check-in! – esclamò allontanandoli l’uno dall’altro e aiutandoli con le valigie.

 

Dopo aver sbrigato tutte le pratiche si ritrovarono tutti davanti allo sportello dal quale sarebbero usciti per prendere il loro aereo:

- Allora… ci vediamo. – Winter era nuovamente vicina alle lacrime adesso che doveva lasciarle, ma in fondo era per riabbracciare sua sorella…

- Si capisce!! Non ti libererai di noi tanto facilmente! – cinguettò Phénice con le lacrime agli occhi:

- Certo Regina dei Ghiacci, ti devo ancora un ricatto perciò vedi di darci notizie più spesso che puoi o giuro che ti piombo a Salisburgo solo per tirati le orecchie! – ironizzò la mora per sdrammatizzare.

Dopodiché, a sorpresa, Winter le strinse in un abbraccio di gruppo riempiendo Phénice di raccomandazioni per il periodo in cui sarebbe stata assente:

- Perché guarda che nemmeno tu ti libererai agilmente di me, né tanto meno di quel buffone di Krylov… - borbottò ironica indicando il ragazzo che stava dando ad Arkel una razione di stronzate necessaria a riempire la sua assenza. Le ragazze risero, poi Haydée si fece seria:

- Spero davvero che tu riesca a trovarla. Non ci sono molti conventi a Salisburgo, dovreste farcela in pochi giorni. Sono certa che le suore vi aiuteranno! – la bionda annuì:

- Siete sicure di non voler venire? – Phénice scosse la testa:

- Dobbiamo tornare ai nostri lavori, settembre è alle porte! -

- Già, Fedra e Conway mi aspettano, credo proprio che gli prenderà un colpo quando mi vedranno con una stampella! – Mitja piombò dietro a Winter facendole prendere uno spavento:

- EHILÀ RAGAZZE!! Allora, ci si vede presto, vero? – fece con un sorriso da orecchio a orecchio. La mora ridacchiò:

- Penso che sia inevitabile Mitja, come potremmo vivere altrimenti senza le tue battute? – lui si chinò teatralmente, con lo stile e l’eleganza di un clown:

- Appunto: non potete!! Allora noi andiamo, recuperiamo la pecorella smarrita e ve la riportiamo! Ve le immaginate due Winter?! Brrr, ho già i brividi… - scherzò guadagnandosi un pizzicotto su una guancia:

- Andiamo omino simpatico, non vorrai farmi perdere l’aereo spero! – fece divertita tramutando il pizzicotto in una carezza, mentre le altre due si lanciavano uno sguardo sornione d’intesa: - Ci sentiamo ragazze, vi farò sapere come vanno le mie ricerche. Tu Phénice tieni buona quella belva che ti ritrovi come amica, e tu Haydée cerca di diventare meno manesca mentre sono via! – le due le fecero il saluto militare:

- Comandi signora! Faremo del nostro meglio! – risposero a turno tristi e felici al tempo stesso, poi si fecero serie:

- Sul serio, fa attenzione e per qualsiasi cosa contattami: faremo tutto il possibile per aiutarti da qui, ok? – Winter annuì:

- Ok… beh, stanno chiamando il nostro volo. Ci si vede ragazze. – mormorò la bionda seria:

- Ci si vede Winter, buon viaggio. – rispose la mora. Phénice aveva un groppone in gola che si vedeva a occhio nudo, così si limitò ad abbracciarla nuovamente e a mormorarle qualche parolina gentile all’orecchio.

Alla fine Winter salutò con un bacio sulla guancia anche Madian e Arkel, e mentre Mitja lanciava saluti e baci alla sua platea, scherzoso come sempre, si avviarono allo sportello, lanciando loro un ultimo saluto prima di svoltare l’ultimo angolo che gli avrebbe impedito di vedersi.

 

Phénice scoppiò nuovamente in lacrime, aggrappandosi ad Haydée:

- Torneranno vero? – chiese con una vocetta tremante. La mora la guardò seriamente:

- Certo, torneranno. – la rossa si staccò asciugandosi le guance, poi sfoggiò un sorriso triste:

- Andiamo dalla vetrata laggiù, si vedono gli aerei partire! – fece prendendo Arkel per mano e trascinandolo con sé per ammirare la sera scesa sulla pista di atterraggio, illuminata da quelle che sembravano stelle cadute.

Madian si avvicinò ad Haydée, prendendole la mano sinistra e intrecciando le dita alle sue:

- Andiamo anche noi? – lei evitò il suo sguardo, troppo dolce in quel momento nel quale si sentiva triste e debole:

- Andiamo. – rispose debolmente mentre lui le passava un braccio attorno alla vita per aiutarla.

 

Phénice guardava gli aerei in arrivo e in partenza con gli occhi sgranati trasudanti tristezza, mentre Arkel la studiava attentamente, come il suo solito.

Non gli aveva ancora lasciato la mano, anzi la stringeva sempre più forte, poi ad un tratto si volse e lo guardò:

- Tu non te ne andrai vero? – Arkel spalancò gli occhi a sua volta, ricordandosi del discorso fatto con Haydée alla villa. Scosse il capo accennando ad un sorriso, al quale lei rispose con aria incredibilmente sollevata:

- Ne sono felice! – bisbigliò aggrappandosi al suo braccio e alzando una mano per asciugarsi una lacrima. Venne preceduta dalla mano grande e calda del ragazzo:

- Non devi piangere. – le mormorò pianissimo, chinandosi appena su di lei. Phénice alzò lo sguardo su di lui e gli sorrise, annuendo, poi tornò a stringergli il braccio come a volerlo trattenere per sempre. Arkel sorrise.

 

Accanto a loro Haydée li aveva osservati senza che se ne accorgessero e si sentiva sempre più tranquilla:

- Qual è il loro aereo? – chiese ad un tratto la rossa:

- Credo che sia quello che sta facendo manovra per partire, lo vedi? – fece Madian mentre Arkel annuiva, concorde:

- Sì, lo vedo… - mormorò piano. Era triste per la partenza di Winter, le si era affezionata subito anche senza sapere la storia di sua sorella. Sentiva che era afflitta da qualche avvenimento anche la prima volta che l’aveva vista.

Ora però non doveva farsi prendere dalla tristezza lei, Winter stava andando da sua sorella, doveva essere felice!!

Si volse verso Arkel e gli fece un sorriso dolcissimo:

- Sono felice per lei! – esclamò tornando del suo solito buon umore, mentre al ragazzo scappava un sorriso dolcissimo. Vi sbagliate, non è il mio sorriso ad essere dolcissimo, è lei ad esserlo…

 

Haydée sospirò. I pensieri che le si agitavano nella mente erano lontani da quelli di Phénice, lei era felice da un pezzo per Winter, il suo problema era un altro.

Il suo problema non sapeva come fare per cominciare una conversazione con lei.

Si volse di scatto, mentre l’aereo diretto in Europa si alzava in volo con apparente leggerezza e facilità, e si avviò all’uscita, augurando un in bocca al lupo a Winter con tutto il cuore.

Dei passi affrettati dietro di lei le fecero stringere il cuore, ma non si fermò:

- Va tutto bene Haydée? – si sentì chiedere da una voce preoccupata:

- Tutto bene, sì. – ribatté telegrafica:

- Fermati un attimo… Haydée fermati! – Madian riuscì a bloccarla, sbarrandole completamente il passo: - Si può sapere cosa ti succede? Sembra che ti abbia morso una tarantola! – esclamò prendendola per le spalle e trascinandola in un angolino tranquillo. Lei si liberò lentamente, ma con decisione:

- Scusa, hai ragione… è che sono un po’ nervosa, devo riprendere la vita di sempre e sono cambiate tante cose… per favore lasciami stare Madian! – lui le prese la mano libera e si appoggiò al muro, infilando l’altra mano in tasca:

- Scusami se ti ho assillata. Mi chiedevo se… - temporeggiò osservandole la mano, le dita sottili e delicate: -… Mi chiedevo se ti andava di uscire con me, una di queste sere. Quando vuoi tu. – la guardò tenendo il capo chino: - Allora, che mi dici? – chiese speranzoso, con gli occhi che gli brillavano.

Haydée impallidì leggermente.

Le aveva appena chiesto un appuntamento, il loro primo appuntamento.

Tentò di liberare la mano, ma inutilmente:

- Vorrei una risposta. – la incalzò lui, cominciando a preoccuparsi. Quel… qualcosa che c’era stato tra loro a casa dei suoi… non poteva essere svanito come una bella favola, lei doveva per forza provare qualcosa per lui, e doveva per forza volerci uscire, anche se faticava ad ammetterlo!

Ma perché continuava quella scenetta?! Perché non gli si gettava tra le braccia! Ormai aveva le dita che gli dolevano per il desiderio di toccarla, di sentire sotto le mani la sua pelle morbida e calda, di sentire i movimenti di quel corpo flessuoso contro il suo… Pensa ad altro Madian, pensa ad altro o si accorgerà che…

- Non… non me la sento Madian, scusami. –

 

Ecco: adesso si sarebbe svegliato e Haydée, stesa in un letto accanto a lui, gli avrebbe sorriso accarezzandogli il viso e ridendo del suo sogno sciocco.

Sbatté le palpebre una, due volte, ma niente. Erano sempre lì, all’aeroporto, e lei lo guardava in quel modo triste e un po’ nervoso, ma non accennava a sorridergli o ad assicurargli che scherzava e che desiderava con tutta sé stessa che loro…

- Perché… - riuscì a dire alla fine, con una voce che faticò a credere gli appartenesse:

- Te l’ho detto, non me la sento. Ora ti prego, lasciami andare. – lui invece la attirò più vicina:

- Dimmi perché! Qual è il vero motivo che ti spinge a tenermi lontano da te! Cristo, Haydée, ma non l’hai capito perché ti ho chiesto di uscire insieme?! – la ragazza impallidì ancora di più:

- N-non posso… lasciami, io… davvero non lo so e non lo voglio sapere, ti prego Madian! – per un lungo istante il ragazzo fu tentato di spiattellarle in faccia la verità, cioè che era innamorato di lei e che la desiderava con tutto sé stesso dalla prima volta che l’aveva vista.

Ma quello non era né il momento né il luogo adatto.

Dopo un’ultima stretta implorante la lasciò andare, osservandola mentre raggiungeva Arkel e Phénice.

Quello non era il luogo, eh? Ebbene, con la collaborazione di Phénice era certo di riuscire a portarla nel posto giusto e a creare il momento adatto.

Quella sera stessa si sarebbe messo in modo per organizzare il suo prossimo “colpo”.

 

 

Super Gaia: Grazie come sempre, non so come altro rispondere! Un bacione anche a te!

 

Elenim: Wow, che recensione! Andiamo con ordine: ci sarà una piccola sorpresina riguardo a Crystal, ma ancora non posso anticipare niente, e anche per il resto non posso risponderti, altrimenti chi leggerebbe più i miei capitoli! ;p

Grazie per aver risposto sinceramente alla mia domanda, ma non immaginavo di avere a che fare con una veggente! Beh dai, allora posso dormire sonni tranquilli senza preoccuparmi di scrivere cose così scontate, vero? Alla prossima!

 

Earine: Uff, con te non c’è nessun gusto, capisci tutto troppo rapidamente!! Brutta roba l’influenza di stagione, nemmeno io sono al 100%… se mi hai attaccato qualcosa via web non ti mando Madian a consolarti, quindi attenzione!

 

AyLa: Allora ti svelo un segreto: non vedo l’ora di sposarmi anch’io! Che bella l’immagine di due bambini in vacanza, è dolcissima e mi dà l’idea di un rapporto meraviglioso e pieno d’amore: sono felice per te! Và che roba, lei non è sadica!! Ma via!

 

Jennifer: Utilissima, grazie!! Avevo una vaga idea che il tempo doveva essere quello, ma non ne ero certa e ho preferito evitare uno strafalcione visto che potevo chiederlo senza darvi anticipazioni. Calma ragazza, prima di assalirmi leggi tutto fino in fondo! Adesso comincio a temere per la mia integrità fisica però… ;p  Grazie ancora, mi sei stata di grande aiuto!

 

Antheameiko: Grazie nani (è un vezzeggiativo dialettale, come dire piccola o carina) e scusami ancora se non riesco a rispondere via mail, non so cosa sia preso a Libero ma ultimamente non riesco a farlo funzionare come si deve, quando premo il pulsante per rispondere si blocca e mi dice “Loading, please wait”, è successo a qualcun altro? Beh, grazie comunque per la tua recensione!

 

Damynex: Come tonto!?!? Prima me lo mettete su un piedistallo e poi me lo demolisci così?!! Ma povero ragazzo, adesso se ne sta mogio mogio in un angolo a meditare sull’ingratitudine umana… via, vai a consolarlo un pochino altrimenti mi va davvero in depressione, già lo maltratto io lasciandolo sempre in sospeso… La fine di Selim arriverà, ma abbi pazienza, la vendetta è un piatto che va consumato freddo… l’avevamo già detto o sto svarionando?!

 

Uriko: Ciiiiiaaaaaooooo a te!! Grazie, sono felice che tu abbia continuato a seguirmi! Ti ringrazio anche per aver risposto alla mia domanda, sia tu che Jennifer siete state molto utili e gentili. A presto!

 

Dark Angel & Light Angel: Ma che onore!! Due lettrici in più in un solo colpo, e sono la prima alla quale lasciate una recensione!! Mi inchino umilmente e vi ringrazio dal profondo del cuore! Eh Dark Angel, come ti capisco… e non sei l’unica! PS: siete gemelle per caso?! Non so perché ma mi è venuta quest’impressione…

 

*Freya*: Lo so, doveva essere più lungo infatti ma mi sembrava di appesantire il capitolo e non finiva più… e poi la storia è già così lunga… Insomma, ho capito che è meglio che non riveda più quello che scrivo, pensare troppo non è una cosa che mi si addica particolarmente a quanto pare… per fortuna nella vita preferisco seguire l’istinto! Niente da dire, una vera poetessa, ma ancora non afferro fino in fondo la storia delle mutande e dei calzini, illuminami perché non ci dormo la notte! Cioè, qualcosa credo di avere capito, ma non so se ti riferisci alla storia o se è una tua perla di saggezza. Ah, grazie per i complimenti e per la piccola critica, fa sempre bene!

  
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