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Autore: manubibi    25/09/2010    7 recensioni
Io e Val eravamo la tipica coppia di opposti, due poli che finiscono per attrarsi per qualche stupida e incomprensibile legge fisica che trascende ogni ragionevole regola logica. Io ero quello amante della solitudine (o meglio, diciamo che non ero mai riuscito ad essere un tipo alla mano come tante persone normali), indipendente – o almeno credevo di esserlo. Lui invece era sempre circondato di persone ovunque andasse, era quasi impossibile trovarlo solo da qualche parte. Io vado pazzo per Journey, Queen e Police; lui per Doors, Beatles e la musica elettronica, cosa che io non ero mai riuscito a tollerare. Il mio film preferito è Tempi Moderni, il suo Arancia Meccanica.
L’unica cosa che avevamo in comune era che ci piaceva uscire il sabato sera e andare in qualche posto strano, magari un pub con live di band queercore (delle quali almeno metà componenti era perfettamente etero) o locali che trasmettevano film a luci rosse con un pubblico over-70 di nonnini che si tenevano per mano e si sussurravano paroline romantiche. Cioè, dirle “ti amo” mentre una coppia sullo schermo pratica il “69”.
RDJude+Val Kilmer+Ewan McGregor.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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E così da allora lui è rimasto a casa mia. La nostra chimica istintiva ci ha portati ad abituarci presto l’uno all’altro, con il minimo di disagio. Quando sono a casa con lui non penso a cose come: “quanto resterà? Cosa devo dire? Potrei offenderlo?”. No. Ci comportiamo come se fossimo fratelli. Tranne il fatto che i fratelli generalmente non fanno sesso almeno tre volte a settimana. Ed anche in quel frangente, non c’è il disagio tipico del sesso, ci viene naturale. Lui ha smesso di farsi complessi su di me quando ha visto che sono voglioso almeno quanto lui, che l’amore fisico non mi mette per niente a disagio. Con tutti questi presupposti, possiamo pensare ad una relazione completa ed equilibrata. Lui cucina ed ogni giorno mi regala lo stesso sorriso, quello che non mi stanca mai. Ormai è da molto tempo – anni – che viviamo insieme. I litigi non mancano, tanto da tirarci oggetti e picchiarci, ma dopo un’ora o due io o lui andiamo l’uno dall’altro e facciamo pace. A modo nostro, ovviamente. Il mio metodo preferito è sussurrargli all’orecchio cose che gli piace sentire. Lui sorride ed io mi sento salvo, perché non sopporto che si arrabbi con me.

Siamo, a tutti gli effetti, regrediti all’età infantile. Siamo innamorati come due bambini – sempre escludendo il fattore sesso.

Ma non gli ho ancora detto che lo amo. E lui forse non si aspetta che lo faccia, ma lo voglio. Finora ho aspettato, mi conosco e voglio essere certo che quelle parole siano una garanzia per entrambi. Ho un po’ di paura, sento le vertigini quando ci penso e lo guardo.

Potrei vivere con lui per il resto della mia vita? Perché, per me, “ti amo” significa questo. Non m’importa che sia quello che sento, perché voglio che anche lui sia certo di quello che vuole.

-Jude.

Si volta verso di me, prima di andare a lavoro.

Lo guardo e mi tremano un po’ le mani.

-Sì? Dimmi- risponde, guardando l’orologio a muro.

Ha fretta. No, non è il momento.

-…Niente, quando torni però devo dirti una cosa.

Mi fissa alzando un sopracciglio, poi si stringe nelle spalle.

-Okay. A dopo!

Poi mi accorgo che, a lavoro, ci devo andare pure io. Il fatto che io abbia orari più flessibili non mi giustifica!

 

Quando torna a casa è visibilmente di pessimo umore. No, neanche ora è il caso.

-Jude? Judesie?

-Non chiamarmi Judesie.

Piego la testa di lato, sembra davvero arrabbiato.

-Cosa c’è? E’ successo qualcosa a lavoro?- chiedo, alzandomi dal divano su cui mi ero buttato appena cinque minuti fa, dopo essere tornato.

-No.

Ovviamente significa “Sì”. Ricorda, Rob, psicologia femminile.

Mi avvicino a lui e lo prendo per le braccia, baciando le sue labbra arricciate. Guardo nei suoi occhi: cavolo, è davvero arrabbiato.

-Ho fatto qualcosa…?

Ormai è la domanda più gettonata da parte mia.

Sospira e scuote la testa, andando verso la cucina. Non mi guarda.

-Jude…Che c’è?

Sì, se ve lo state chiedendo mi scoccia seguirlo per capire che cavolo gli gira per la testa. Ma…PSICOLOGIA FEMMINILE.

-Jude.

Si volta, massaggiandosi le tempie.

-Senti…Lasciami un po’ in pace, va bene?

Di solito scrollerei le spalle e risponderei di sì. Ma con lui so che devo insistere. Poi mi direbbe che non mi interessa come si sente. Si vede che ho avuto un bel po’ di partner donne, vero?

Mi avvicino ancora e gli prendo il viso fra le mani, dandogli un bacio lento e stringendolo a me. Quanto amo il suo odore.

-Forza, dimmi cosa c’è- dico, suonando amorevole. Sì, amorevole. Pazzesco, ma con lui ci riesco.

Rimane in silenzio ma si rilassa. Si morde il labbro e mi guarda ferito.

-Mi hanno licenziato.

Oh, Dio. Temevo questo giorno. Ormai ha trentasette anni e le agenzie vogliono ragazzini a stecco e col ciuffo davanti agli occhi. Dannazione.

Se c’è una cosa di cui abbiamo parlato poco, è stato il suo lavoro. Che per lui significa più di posare per le foto, per lui è sempre stata una questione di autostima. Ed ora si sente rifiutato perché non va più bene per gli standard del mercato. Non ha mai accettato che gli dicessi che prima o poi sarebbe dovuto finire in “pensione”, con questo lavoro, ed ora è come se una parte di sé fosse crollata.

Sospiro e lo stringo forte.

-Jude, lascia perdere.

Mi spinge via e va verso la camera da letto a cambiarsi.

Di nuovo, lo seguo. Mi sta intristendo a mia volta, non posso vederlo così. Distrutto da qualcosa che non può controllare.

-Jude. Smettila di comportarti così.

-Così come? Robert, ormai sono un rottame usato, lo capisci?

-Non per me!- esclamo, appoggiandomi alla porta. Mi lancia uno sguardo sul genere: “non puoi capire”, cosa che mi fa arrabbiare un bel po’. Vedo botte in arrivo.

-Ne stai facendo una tragedia! Non capisci che quella roba non conta? Per te è così importante avere l’approvazione degli altri? Che ti interessa, Jude?!

Non risponde e si mette in vestiti comodi, superandomi senza una parola e tornando in salotto.

-Jude!

Lo seguo, sospirando di frustrazione.

-Cosa c’è? Rob, non puoi capire!

-Sì, invece sì, capisco! Lo so che per te è come un fallimento, ma c’è una cosa che non hai capito!

Mi guarda scettico.

-Cosa?

Lo fisso, arrabbiato, poi chiudo gli occhi e sospiro, calmandomi. Qualcuno mi applaudisca per l’autocontrollo, prego.

-Quello che non hai capito è che per me sei stupendo e lo sarai sempre! Quello che non hai capito è che per me quella gente non capisce un cazzo, che l’anima che hai tu quei ragazzini se la scordano!- pausa. –Non conta niente quello che penso io?- continuo, abbassando la voce.

Mi guarda, cambiando espressione. I suoi respiri si calmano, le spalle si rilassano e la sua voce si ammorbidisce mentre mi vede intristirmi.

-Rob, qui non si parla di te e di me.

Vorrei dirgli che quello che provo per lui può consolarlo. Vorrei dirgli che insieme possiamo affrontare tante cose, che posso aiutarlo o almeno provarci. Che la mia opinione dovrebbe contare molto più dei calcoli aziendali di un’agenzia di moda che tratta tendenze passeggere. Ma dovrei prima dirgli che lo amo e mi blocco. Guardo in basso ed annuisco, sospirando, per poi sedermi sul divano.

-Non fraintendermi, ma…Questo è un mio problema.

E’ un nostro problema!’

-Sì, capisco.

Mi guarda per un bel pezzo, so che mi sta fissando e decidendo cosa fare. So che una parte di lui vuole continuare ad auto commiserarsi, ma so che l’altra parte è forte e vuole riderci su, un giorno.

In fondo non è morto nessuno e lui lo sa quanto seriamente prendo questa frase.

Si avvicina e si siede vicino a me, appoggiando la testa sulla mia spalla per poi baciarmi il collo con le sue labbra leggere, come il tocco di una piuma.

-Scusa- sussurra. –E’ che sai quanto ci tenevo.

Mi giro appena e lo abbraccio.

-Lo so. Ma per come la vedo io non è una questione così importante. Se i soldi fossero un problema dovresti preoccuparti, ma stiamo bene. E lo sai che anche in caso mi troverei un doppio lavoro…

Sospira, perché effettivamente non sono i soldi a preoccuparlo. E questo si era capito.

-Ho paura di non piacerti più, Rob.

Mi immobilizzo per lo stupore, poi gli sollevo il mento e gli lascio un bacio a fior di labbra.

-Che cazzate stai dicendo? Jude…Ti ho detto mille volte che per me sei bellissimo. E comunque…Per me non conta. Perché…

Mi blocco ancora.

Rimane a fissarmi, in attesa. So che ha capito, ma siccome è un bastardo rimane lì ad aspettare che lo dica.

Sospiro e gli bacio la fronte.

-Rob, ti prego…- sussurra con gli occhi spalancati e supplichevoli.

Lo bacio ancora, prendendo coraggio e chiudendo gli occhi per qualche istante. Un salto nel vuoto.

-Per me non conta perché…Ti amo- bisbiglio infine, tremando appena, abbassando lo sguardo.

Vedo il suo corpo immobilizzarsi. Ed è il suo turno di alzare il mio viso sul suo, di guardare a fondo nei miei occhi pieni di paura. Perché sento il cuore gelido e so che quello che dirà potrà distruggermi o salvarmi. Se mi dicesse che lui non mi ama…Finirei di nuovo solo, ubriaco e triste. Se…

-Anch’io, Rob- sussurra, sorridendo appena.

I suoi occhi…I suoi occhi mi riempiono. Spalanco i miei e so che sto sorridendo come non ho mai fatto in vita mia.

 

31 Dicembre 2009. Jude che gira per casa come una trottola appendendo oggetti di dubbio gusto e addobbandomi come un albero di Natale. Ed io in mezzo al salotto come un imbecille, mentre gli lascio fare tutto questo! Ovviamente la radio non smette di mandarlo in solluchero con tutte le più patetiche canzoncine pop del decennio appena trascorso e di quello precedente, non ultima Baby One More Time. Che ho fatto di male?

-My lonelineeeess is killing me (hey now!), I must confess, I still believe (Still believe)~

Sì, si fa i coretti da solo. Pessimi.

-Jude…- imploro. Non per qualcosa di particolare.

-Dimmi!- sorride.

Maledetto. Lo sa che il cervello sconnette quando lo vedo sorridere.

-Ahm…Jude, puoi smetterla di fare la casalinga esaltata?

-Perché? E’ divertente!- esclama. Grazie a Dio non si mette a saltellare.

Ha trentasette anni e io ne ho…un po’ di più, okay?

Prende il mio viso fra le sue mani e mi spinge sul divano, mettendosi a cavalcioni su di me, slacciandomi i pantaloni.

Dimenticavo che ogni tanto gli prendono questi schizzi di ninfomania.

Ridacchio mentre sento le sue mani e lo bacio. Non so se odiare o amare il fatto che sappia perfettamente come manipolarmi.

-Preferisci fare altro, vero?- sussurra sulle mie labbra, in tono malizioso.

Oh, sì.

Dimenticavo: siamo in una nuova casa, un po’ fuori dal centro di New York. L’abbiamo presa un po’ di mesi fa e il primo giorno l’abbiamo inaugurata in modo un po’ anti-tradizionale.

Ci abbiamo fatto l’amore in ogni stanza, in ogni angolo, ridendo e sbatacchiando un po’ dappertutto. Saprei mapparla solo ricordando le ammaccature che mi sono fatto e come me le sono procurate.

Mi mordo le labbra leccando le sue. Di solito non gli dico esplicitamente che voglio farlo, ma lui capisce sempre, ovviamente.

Sorride.

Anche in questo frangente ci siamo adattati meglio. Ricordo che abbiamo passato notti intere ad esplorarci, a capire cosa ci piaceva, come soddisfarci l’un l’altro.

-Direi che posso mettere questo nella lista dei buoni propositi per l’anno venturo, che dici?- sussurro, mugolando mentre muove il bacino sul mio.

Non risponde, catturando le mie labbra e ficcandomi la lingua in bocca ed io, per una volta, accetto di zittirmi. Ci baciamo a lungo, mentre tutti e due i nostri corpi si tendono e l’aria si scalda. Al diavolo il termosifone.

Le sue mani scendono sul mio corpo, io gemo sulle sue labbra e mi godo questa nostra intimità.

Si alza improvvisamente, mordendosi il labbro e andando in stanza da letto. Ovviamente io gli trotterello dietro, mentre lui si stende lentamente sul materasso, fissandomi. Non me lo merito.

Il fatto è che Jude mi salva la vita tutti i giorni. Io sono un sassolino sempre pronto a cadere in un burrone, ma lui mi trattiene fra le sue mani. Mi ha cambiato.

Lui ha visto tutto di me. Tutte le mie espressioni, tutti i miei stati d’animo, tutto.

Ed io, da parte mia, lo voglio così, esattamente com’è.

Anche quando mette a massimo volume, alle sei e mezza del mattino, pessime cover band dei Beatles.



[Ed eccola. Finita. 74 pagine di Word. Cavolo, non pensavo mi sarebbe dispiaciuto tanto. Cioè, sono felicissima di averla conclusa in questo modo e di essere riuscita a gestirla, anche se un pò difficilmente. Però eccola qui, sono orgogliosa di lei *saltella e sparge fiori*. Spero vi piaccia, perché ci ho messo, di me, più di quanto mi sarei aspettata. Vi ringrazio per le 100 e più recensioni, a Leia_The_Witch, che mi ha lasciato la centesima, prometto una certa fic :D contenta? E poi te la dedico! Comunque sono arrivata al 2009, che era il mio obiettivo. Finire la fic nell'anno in cui è cominciata tutta questa girandola, per me. Personalmente, mi sono innamorata di RDJ proprio il 26 Dicembre dell'anno scorso. Comunque passo alle recensioni :)

Barbara: Eh già, siamo proprio alla fine. Ed è vero, ti prende malissimo ç_ç Comunque Alison è la quintessenza della fangirl *ama* XDD

Mamma: Era proprio questo che volevo da questa storia. Sai, non solo una cronaca di come si innamorano Rob e Jude, ma esattamente un "mondo", come dici tu. Per questo ho inserito altri personaggi, volevo espanderla un pò di più perché ci tenevo a scrivere qualcosa di bello o almeno di leggibile e gradevole. Non so perché lo faccio, ma sta alla base del fatto che scrivo. Grazie mille, teso *_________________*

Leia: Dai, ci ho messo una scena pseudo-hot, spero ci si possa accontentare XD Sì, questa storia mancherà anche a me, lo ammetto. Ma poi ne comincerò un'altra, e un'altra ancora, e chissà che non mi venga l'ispirazione per scrivere uno spin-off di questa! :D

Drabbit: Effettivamente so di essere scaduta un pò nel banale con questo padre testa di #@]@@]][@¥‘~‘¥~, ma mi serviva ai fini della storia...poi è effettivamente vero che Robert ha un rapporto non chiaro ma anche evidentemente non positivissimo col padre...Sisi, ho Facebook! Ecco il mio profilo: http://www.facebook.com/manubibi mentre questo è il mio profilo da Roleplayer: http://www.facebook.com/#!/judesie.law dimmi che sei tu quando mi aggiungi! ^^

Ilaria: Eh, glielo ha detto, infine!!

DONNE, VI RINGRAZIO TUTTE, SENZA IL VOSTRO SUPPORTO PROBABILMENTE NON L'AVREI MAI FINITA. SONO ORGOGLIOSA DI VOI E DI LORO! Anche se non recensisco tutto, io leggo tutto quello che pubblicate e devo proprio dire che sono una mammina fiera di voi!!!

Come sempre ringrazio chi legge, segue, preferisce e commenta. Alla prossima!]

   
 
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