Capitolo
18
Erano trascorsi alcuni mesi dal giorno in
cui la vita di Koin si era lentamente spenta, e la spada appartenutagli scintillava
al fianco della figura che passeggiava in una vasto giardino. Si sedette ai
piedi di un ciliegio in fiore, e sospirò. Quell’arma le serviva per non
dimenticare ciò che era accaduto. Durante il primo mese dalla morte del
fratello aveva fatto ritorno in quello che una volta considerava il suo
villaggio. Nonostante ciò che aveva fatto, Gihei l’aveva accolta a braccia
aperte lieto del suo pentimento. Ma non poteva rimanere in quel villaggio, aveva
bisogno che qualcun altro la scusasse.
-Cosa
ti succede?- chiese una voce alle spalle
Si
alzò velocemente ed abbozzò un saluto militare. Yoko la fissò con
indifferenza, quella ragazzina si era presentata alle porte del suo palazzo
chiedendo che le potesse essere concesso di rimediare ai suoi errori. Socchiuse
gli occhi, avevano tutti preso la sua casa per un centro di accoglienza? Anni
addietro Yumi, ora Kin. Sperò che non si presentasse nessun altro altrimenti lo
avrebbe ucciso senza nemmeno pensarci su.
-Nulla
di importante- rispose con profonda tristezza
Non
disse nulla, non era compito suo quello di consolare le persone. Almeno che non
si trattasse della sua volpe dorata.
-Yumi
ti sta cercando-
-Davvero?-
chiese speranzosa Kin saltando in piedi
Yoko
si limitò ad annuire. La guerriera si allontanò velocemente.
Sorrise,
le due ragazze stavano ricominciando lentamente a ritrovare l’affiatamento che
vi era nel periodo in cui l’anima della kitsune dorata era rinchiusa nella
dimensione creata dalla specchio, oggetto che aveva come nuovo protettore,
proprio colei che vi era stata rinchiusa per anni.
Non
l’aveva perdonata del tutto, ma sentiva il bisogno di darle una seconda
possibilità, per ora era tutto quello che poteva offrirle. La ferita che il suo
tradimento le aveva inferto era ancora troppo dolorosa, ma forse poteva
accantonarla. Era come giocare con il fuoco, prima o poi si sarebbe bruciata,
non poteva evitarlo, ma fino ad allora non voleva pensarci.
-Andiamo
Kin- la incitò Yumi
-Eccomi-
urlò mentre le correva incontro
Assieme
si diressero verso il bosco che era stato testimone del primo incontro tra Yumi
e Yoko. Si sedettero su dei massi, era un posto abbastanza tranquillo, ed erano
pochi i demoni che osavano tentare di fronteggiarle in quel luogo.
-Cosa
hai intenzione di fare ora?- chiese dolcemente la kitsune
-Non
lo so, forse inizierò a viaggiare-
-Perché
non rimani qui?- domandò con tono amichevole
-Dici
davvero?- chiese balzando in piedi con un sorriso raggiante
-Si-
-Allora
mi hai perdonato?-
-Adesso
non esageriamo- rispose –Quello che mi hai fatto è un boccone amaro da
ingoiare così facilmente. Con il tempo si vedrà-
-Va
bene. Allora resterò-
Rimasero
ancora sedute in quel posto, e presero a parlare del più e del meno fino a
quando alle porte del palazzo di Yoko non si separarono.
Yumi
attraversò un corridoio, quando sorpassò una porta si fermò e si voltò ad
osservarla, un tenero sorriso comparve. Afferrò la maniglia ed aprì la porta
che conduceva a quella che una volta era la sua stanza. Appena vi mise un piede
dentro fu travolta dai ricordi, belli e tristi ma comunque importanti.
Kin
arrivò in cima ad una collinetta, lì vi erano due tombe. Alla limpida lapide
di destra vi era attaccato una collanina, con un anello come ciondolo, l’altra
era spoglia. Estrasse la spada appartenuta al fratello e la conficcò nel
terreno. “E’ giunto il momento di lasciare andare il passato e pensare al
futuro fratello” pensò prima di voltare le spalle ai sepolcri.
Fine