Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Less_    25/09/2010    1 recensioni
Polvere
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Polvere

 

Non ci resta che polvere.

 

Sono una donna distrutta.

Non è dolore fisico o psichico, è solo che sono stanca.

La mia vita si trascina su ruote deformi, macilente.

Sono stanca.

Tutti i giorni, tutti i singoli momenti, ho imparato a scandirli con un ripetersi infinito e ciclico di stille di dolore, sacrificio, sofferenza.

Sono una donna distrutta.

Io lo so che questo non è normale, e che non è così che vanno le cose.

Ma io sono stanca.

Sono stanca.

 

***

 

Ricordo che da bambina amavo sedermi, con i piedi penzoloni, sulla sedia a dondolo.

Era sempre domenica.

Il sole entrava discreto, lento, ma senza bussare.

E poi perforava lo spazio, e il pulviscolo sospeso a mezz’aria si tingeva d’oro.

Amavo sentire il cigolio della sedia finché mi perdevo nei sogni, e ricordo che l’ultima immagine che la polvere formava per me era sempre il viso stanco di mia madre.

 

***

 

Anche mia figlia fa così. La domenica si siede, proprio dove mi sedevo io, fissa paziente la finestra – fosse pure dall’alba all’ora sesta – finché succede.

Mi confessa che ama la polvere.

Di tanto in tanto.

Come se dimenticasse di averlo già detto. L’ho fatto anch’io, una volta. Le ho raccontato le mie domeniche, e lei da allora si è sempre seduta su quella sedia, e non ha mai saltato un appuntamento.

So che lo ripete per farmi piacere. Benché abbia successo, non ho mai troppo tempo per pensarci, per dimenticarmi del mio dolore.

Il dolore di una donna china, prostrata, dai giorni e dalle notti, dalla fatica.

 

***

 

Oggi mia figlia mi prende di mano lo straccio, mi afferra, mi tira su fino ad alzarmi.

Si mette dietro di me mentre mi guardo attorno con stupore, come se non sapessi cosa vedo. Come se non lo vedessi sempre.

Mi mette una mano sulla base della schiena e lentamente sale, fino all’altezza delle scapole, e per istinto mi tiro su come non ho mai fatto, come non facevo neanche da bambina.

Mi spinge sulla sedia e preme affinché io mi sieda fino al momento in cui eseguo.

Cado, mi accascio, e sto improvvisamente bene. La polvere, l’amore della mia vita.

Stavolta, il viso che vedo fluttuare prima di chiudere gli occhi, è quello di mia figlia.

Di una bambina.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Less_