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Autore: cupidina 4ever    26/09/2010    2 recensioni
Un addio sofferto ed inaspettato può lasciare molto più dolore di quanto si possa pensare. Anche per due uomini come loro.
E tutto per Lei.
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Wonderful Life

 

“ La vita potrà esser fantastica ma nessuno sa cosa nasconde.

Chi ha il coraggio di farlo?”

 

“…On a bridge across the seven on a saturday night,
Susie meets the man of her dreams.
He says that he got in trouble and if she doesn’t mind
He doesn’t want the company…”

 

Avvolto nel suo cappotto nero di raffinata mano-fattura italiana, un uomo stringeva con forza una cornice contenente una fotografia.

Sul viso del giovane uomo non vi si leggeva alcuna emozione, nessun accenno di commozione o di tristezza: una maschera di pura freddezza in grado di tenere chiunque lontano da sé, soprattutto in un momento come quello all’insegna del dolore e dei bei ricordi legato al passato ed al volto raffigurato su quella vecchia polaroid gelosamente custodita nelle cornice tra le mani del giovane uomo.

Non si scompose minimamente quando sentì una pressione sulla spalla, un gesto così banale eppure carico di tanti significati per un uomo cresciuta nella più totale indifferenza dei suoi genitori, diventando ciò che era solo ed esclusivamente con le sue sole forze. 

Nella mente gli passò la possibilità di spostarsi e sottrarsi da quel contatto, piuttosto mal voluto in quel momento, ma la scartò non appena, sotto gli occhi argentei stretti in una sottile linea rigida, intravide una lacrima formarsi nell’occhio destro dell’uomo accanto a se, stupendosi per un ennesimo di secondo di aver visto cadere la maschera d’impassibilità di quell’uomo noto per la sua freddezza e per la sua incapacità nel mostrare i propri sentimenti, perfino davanti alla compagna di una vita tanto amata in religioso silenzio.

Sbattè velocemente le palpebre per avere la certezza di non star sognando ma quando li riaprì, della lacrima, non vi era alcuna traccia.

Poteva capire benissimo il tumulto interiore che si stava scatenando nel cuore e nell’anima del padre poiché sentiva le medesime sensazioni: un senso di rabbia misto a vergogna ebbe il sopravvento su entrambi,colpevoli di non esser mai stati in grado di dimostrare il loro amore,i loro sentimenti alle persone a cui tenevano maggiormente, anche più delle loro stesse piatte vite.

Sentirsi vuoti, privati della propria ragione di vita in modo brutale e senza alcun preavviso aveva,come si poteva vedere con i propri occhi, distrutto il capo-famiglia, portandolo in una situazione nella quale continuava a ripetersi se Lei sapesse quanto tenesse ad averla al suo fianco, quanto fosse dannatamente dura andare avanti senza la propria Dea e la propria Musa.

Il solo fatto di non averle mai più dedicato una parola dolce da quando si erano sposati ed avevano dato alla luce il frutto del loro amore lo faceva sentire ancora più amareggiato ed arrabbiato con se stesso.  

Maledisse così tante volte il cognome che portava, l’educazione impostatagli dai suoi genitori che poi dovette insegnare all’uomo accanto a se, alle scelte che dovette prendere a causa di quel nome che non si accorse neppure dello sguardo indagatore del figlio posato sulla sua figura trasfigurata dalla rabbia e dal dolore di una perdita assolutamente incolmabile con nessun altra cosa al mondo.

 

 “…So she throws him at the wall and kisses burn like fire,
And suddenly he starts to believe
He takes her in his arms he doesn’t know why,
But it seems that he begins to see…”

 

 

I suoi baci sulla pelle bruciavano più di mille tizzoni ardenti mentre i ricordi scorrevano come due cavalli imbizzarriti nelle menti dei due uomini, dominati e sconfitti dal dolore implacabile per una perdita di quel calibro.

Una donna straordinaria, in grado di tener testa a qualsiasi uomo presente sulla faccia della Terra; un simbolo di austera eleganza e d’innata educazione raffinata nel corso degli anni; emblema e modello da seguire per molte donne con i suoi lunghi capelli biondi come il grano e il sorriso, dotato di un calore proprio, capace di scogliere e scoraggiare chiunque si mettesse sulla sua strada.

Una donna chiamata Narcissa Black in Malfoy.

Ed ora, quella donna, non c’era più, aveva abbandonato gli unici due uomini che avesse mai amato con tutta se stessa, così tanto da sacrificare la sua stessa vita per loro.

E loro, l’uno accanto all’altro, si trovavano a piangere per la loro cara, rimpiangendo i silenzi, i momenti d’imbarazzo, i sorrisi, i modi aggraziati, il modo tenero con cui riusciva ad arrossire quando tentava di parlare con suo figlio di argomenti come il sesso o l’amore.

Per la prima volta dopo tanti anni, Lucius Malfoy e Draco Lucius Malfoy, si trovavano, insieme, per onorare al meglio il ricordo della moglie, per uno, e madre, per l’altro, Narcissa Malfoy.

Strinse con forza la spalla del figlio, accantonando per un momento la possibilità di potergli procurare o meno dolore in quel modo, per lasciarsi andare completamente, per qualche minuto, al dolore che gli aveva interamente squarciato il cuore.

Per una volta, si disse, un Malfoy può piangere.

Deve farlo.

Per onorare la Sua memoria.

Una leggera brezza s’infranse contro i cappucci calati sui volti dei due uomini e li fece ricadere sulle spalle, scoprendoli agli occhi del cielo nella loro fragilità.

In fin dei conti erano esseri umani anche loro, dotati di sentimenti e di un cuore pompante sangue ed amore perciò era più che comprensibile vederli sotto un nuovo aspetto.

E tutto per Lei.

La stessa donna che li aveva lasciati nel momento del bisogno, quando più sentivano la mancanza di un vero rapporto con gli altri, in special modo con colei che era in grado di spezzare il malumore tipico della loro famiglia con una sua armoniosa risata.

Se n’era andata,lasciandoli schiavi del Suo ricordo fino alla fine dei loro giorni da maghi Purosangue.

 

“…Driving through the city to the temple station,
Cries into the leather sea
And Susie know the baby was a family man,
But the world has got him down on his knees…”

 

Il mondo lo aveva messo in ginocchio, umiliandolo fino ad esser completamente soddisfatti del proprio lavoro ma Lei era riuscita a ridargli il coraggio, la fiducia standogli sempre al suo fianco, anche nei momenti più bui quando la mandava via malamente, trattandola alla stregua di un elfo domestico.

Si sentiva un tale verme per ciò che aveva fatto, per come l’aveva trattata, per i suoi modi dispotici con i quali le intimava di non ribellarsi mai al suo volere se non voleva subirne le conseguenze.

Si odiava terribilmente e sapeva perfettamente cosa provasse il figlio nei suoi confronti e non lo biasimava per ciò: dopotutto ciò che gli aveva fatto passare da piccolo, ora non aveva alcun diritto per rivendicare qualcosa su di lui, tanto meno il suo bene.

Comprendeva chiaramente di esser stato un padre ed un marito orribile, con i suoi difetti e le sue idee da razzista Purosangue montato, evidentemente rimasto indietro con i tempi, ma l’impossibilità di poter far qualcosa per cambiare la situazione, per riconciliare almeno una parte della famiglia lo schiacciavano, se possibile, ancora di più a terra.

Non aveva nulla sa biasimare a suo figlio, nulla del suo comportamento in quegli anni ma doveva solo farsi un profondo esame di coscienza per capire in cosa avesse sbagliato.

Non che non lo sapesse, quali fossero i suoi sbagli, ma era molto di più rispetto quanto potesse accettare la cosa, andare avanti con la consapevolezza di esser stato un marito ed un padre assente durante la sua vita era qualcosa di impossibile per un uomo del calibro di Lucius Malfoy.

Aveva già fatto molto accettando tutto ciò che il Ministero chiedeva da lui e dalla sua famiglia dopo i trascorsi della Guerra che decretò la sconfitta definitiva di Voldemort ed andare avanti nel suo percorso di conversione e di pentimento era molto più duro di quanto potesse mai pensare senza la sua donna al suo fianco.

La sua donna.

Le aveva mai detto, da quando erano sposati, quanto l’amava, quanto tenesse a lei, che il suo modo di trattarla era solo un modo per non mostrarsi debole agli occhi del Lord Oscuro?

No, non glielo aveva mai detto e ciò era uno dei tanti rimorsi che stavano divorando l’anima debole e distrutta dell’uomo.

Non si accorse neppure di aver lasciato che una lacrima sfuggisse dai suoi occhi per scivolare sul volto pallido e stravolto dalle notti insonni fino a che il gusto salato ed amaro non gli arrivò alle labbra e lo destarono dai suoi pensieri.

In un gesto meccanico risollevò il cappuccio sul capo a coprire non solo il volto dagli occhi indiscreti ma anche i capelli divenuti, con la vecchiaia, ancora più bianchi di prima.

Il giovane Malfoy, accortosi del momento di debolezza del padre, distolse lo sguardo dalla sua figura per puntarlo sulla distesa d’acqua, davanti ai suoi occhi, muoversi con grazia in gesti del tutto improvvisi, proprio come sua madre.

Non sapeva cosa gli sarebbe più mancato di lei: il sorriso o la sua capacità di rendere piacevole anche la situazione più drammatica e difficile?

Oppure la sua bellezza acqua e sapone o la sua allegria contagiosa, in grado di travolgere chiunque le stesse attorno?

Oh no.

Non aveva bisogno di scegliere qualcosa di lei perché tanto sapeva benissimo, senza essere ipocrita, quanto le sarebbe mancata, forse più del padre.

Una ciocca dei suoi biondissimi capelli andò a coprirgli un occhio ma non se ne curò più di tanto, preferendo lasciarsi andare ai ricordi ed alla nostalgia di sua madre.

Con forza strinse la cornice tra le sue seriche dita, accantonando per un secondo il pensiero di sua madre ma posando le sue iridi di ghiaccio sulla fotografia, seguendone ogni contorno con gli occhi.

Sentì nuovamente la mano di suo padre posarsi sulla sua spalla ed allora si decise ad inginocchiarsi davanti alla barriera d’acqua per lasciar scivolare, con delicatezza, il porta-foto nel mare e con se i loro ricordi più belli.

 

“…Don’t let go
Never give up, it’s such a wonderful life
Don’t let go
Never give up, it’s such a wonderful life…”

 

Lei se n’era andata, li aveva lasciati ai loro destini, a combattere contro gli spettri del passato che per anni non avevano fatto altro che insidiarsi nei loro pensieri.

Non aveva lottato abbastanza per vivere, per continuare a stare con le persone che amava, per sentirsi amata e trattata come avrebbe voluto fin dall’inizio da coloro che occupavano costantemente il suo cuore.

Entrambi guardarono andar via quell’ultima immagine che li teneva legati a Lei mentre emozioni differenti prendevano possesso delle loro anime: rabbia e tristezza.

La loro donna se n’era andata mentre il porta-foto affondava nella barriera d’acqua, inghiottendo ogni ricordo legato alla sua figura.

Il giovane Malfoy gettò un’ultima occhiata all’oceano, si rimise il cappuccio in testa e se ne andò, lasciando il padre nei suoi pensieri.

Dopo qualche minuto se ne andò anche Lucius Malfoy ritornando alla sua solita vita.

Ma Lei se n’era andata.

Per sempre.

 

“…wonderful life, wonderful life, wonderful, wonderful, wonderful life

Don’t let go
Don’t let go…”

 

 

 

Ringrazio coloro che continuano a leggere ed a recensire Torta alle Fragole con Panna, Sotto le Stelle, Vizio del Gioco (tutte One Short) e Moon & Mars. Risponderò presto a tutte le recensioni col nuovo capitolo di M&M.

A presto,

B.

   
 
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