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Autore: MeganZac    26/09/2010    3 recensioni
Sophie è una ragazza di 16 anni che vive in un orfanotrofio. Per la prima volta la vita decide di essere "giusta" con lei e verrà mandata in una scuola frequentata esclusivamente da ragazzi straricchi. Incontrerà il bello, misterioso e stronzo Nicolas e si innamorerà di lui, ma putroppo il ragazzo... leggere x sapere hihi ;)
Dal PROLOGO: "Ci sono persone che vivono peggio di me!"
Questa è la frase che ogni santo giorno mi ripeto prima di alzarmi e andare a letto.
Non sono una tipa che si lamenta di quello che le è successo, ma di certo non mi è indifferente, anzi.
Se ripenso al passato una lacrima amara si impadronisce dei miei occhi, quegli occhi che sono stati imprigionati dal pianto troppe volte. A stento riesco a sorridere, cercando di andare avanti e rivolgere lo sguardo verso il futuro.
Quante volte ho promesso a me stessa che sarebbe stata l'ultima volta che avrei pianto?.
E quante volte, invece, consapevole della promessa l'ho rifatto?.
Putroppo non riesco a dimenticare.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Secondo Capitolo: Wale's High School...








Presi dall'armadio le mie ultime cose e le misi nella piccola valigia marrone scuro posta sul letto.
Il mobile vecchio e polveroso si era svuotato, lasciando solo un leggero profumo di vaniglia che impregnava i miei vestiti.
Per la prima volta in vita mia ero felice di andarmene da quel luogo, ricominciare una nuova vita e fare altre conoscenze. Putroppo, questo sarebbe significato lasciare le mie uniche amiche. Amy e Jessi.
Le volevo un bene dell'anima, eravamo praticamente cresciute insieme, sopportando il dolore delle nostre perdite. Quante volte tutte e tre piangevamo ricordando il passato?
Un'ondata di tristezza mi pervase e rimasi immobile a guardare i letti vuoti che occupavano Amy e Jessi. Loro erano felici per me, perchè sapevano che si stava realizzando un mio grande sogno ed erano consapevoli che non le avrei dimenticate.
Non avevevamo nemmeno una foto da poter portare con me, ma entrambe mi avevano donato una loro cosa.
Amy mi aveva dato il suo "orrendo" maglione giallo, sapeva che io lo odiavo, ma lei era anche consapevole che di certo con quel colore non mi sarei dimenticata delle critiche che insieme facevamo solo a guardarlo.
Invece, Jessi mi aveva dato una sotto specie di diario. Lo aveva creato lei, mettendo vari fogli insieme e disegnandoci anche una bella copertina. Le avevo promesso che ci avrei scritto tutti i miei pensieri riguardanti le giornate passate alla Wale's High School.
Sia il maglione che il diario li avrei portati sempre con me, ovunque sarei andata, perchè facevano parte della mia vita e la mia vita erano di sicuro le mie due care amiche.
-Allora parti?- disse Jessi con le lacrime agli occhi.
-Si-
-Non ti dimenticherai di noi, vero?- ansimò Amy.
-MAI!- dissi ad alta voce.
Ci abbracciamo fortemente e iniziammo a piangere come bambine. Stavamo per dividerci e nessuno avrebbe dovuto intromettersi in quei pochi minuti d'affetto che ci rimanevano. Io le avrei riviste le mie amiche. Ne ero certa.
Appena ci avrebbero dato le vacanaze Natalizie, avrei colto l'occasione per ritornare da loro.



.....................................................................



Mi trovavo in un taxi insieme a Suor Carol da più di due ore. La Wale's High School era davvero un po' lontanuccia, prendendo in considerazione che non vi era traffico.
Stretti fra le braccia e ben protetti avevo i doni che mi avevano fatto le mie amiche. Ero contenta di andarmene ma anche un po' spaventata, all'idea di cambiare la mia vita in un batter d'occhio dopo quattordici lunghi anni.
Suor Carol teneva una mano sulle mie ginocchia in segno d'affetto e farmi un po' di forza. Quella suora per me era stata come una mamma, mi aveva cresciuto senza farsi problemi e mi aveva dato questa grande opportunità. Non sarei mai stata capace di ringraziarla abbastanza, putroppo...
Alzai la testa per intravedere il paesaggio al di fuori del finistrino. Davanti a me ricchi campi color verde smeraldo si espandevano con tutto il loro splendore. Era un giorno di metà settembre, con il sole che brillava ed illuminava la Terra, ed io un'esile e fragile essere umano, mi avviavo ad intraprendere una nuova vita. Speravo in meglio.
-Ti troverai benissimo Sophie...- mi disse la suora sorridendomi.
-Grazie-
-Non devi ringraziarmi piccolina, te lo meriti...-
Abbozzai un sorriso e ritornai a guardare gli immensi prati.
Dopo un'altra mezz'ora, finalmente, arrivammo a destinazione. Il taxi pargheggiò nel grande piazziale dinanzi l'enorme edificio ed io e Suor Carol uscimmo dall'auto.
Un uomo sulla quarantina, alto, snello e con uno splendido sorriso ci stava attendendo qualche metro più in là. Suor Carol con un cenno salutò l'uomo e ci avviammo verso di lui.
-Benvenuta!- mi disse porgendomi la mano.
-Grazie- riuscì a dire e ricambiai il gesto, che si tramutò in una bella stretta.
-Seguitemi..-
Insieme a Suor Carol mi avviai verso l'austero palazzo che sembrava tutto furchè una scuola. Era enorme, tutto dipinto in bianco con porte e finestre color marroncino. Era il luogo più lussuoso che io avessi mai visto, il mio orfanotrofio se fosse stato animato si sarebbe vergognato difronte a tale bellezza. Con passo lento, con lo sguardo rivolto verso l'alto e la bocca semiaperta non mi resi conto dell'assurdo silenzio che vi era di fuori di quell'edificio.
Di solito, da alcuni film che avevo avuto l'occasione di guardare, le scuole erano piene di ragazzi e ragazze urlanti e lamentosi, forse per il troppo studio. Anche noi dell'orfanotrofio, che eravamo istruiti da suore, di certo non potevamo considerarci degli angeli. Ma perchè qui non vi era nè traccia nè suono nè niente di qualcuno?
Beh evitai di domandare visto che tra poco lo avrei scoperto. O almeno così pensavo.
Entrammo dall'enorme portone e si parò davanti ai miei occhi una sottospecie di salone gigantesco con divanetti e anche spazio bar. Ma non è che avevamo sbagliato scuola?
-Allora Sophie, questo è la Sala Relax, dove gli studenti durante le pause vengono a godersi dei divertimenti datogli da questa prestigiosa scuola. Poi salendo le scale potrai immergerti tra i miolioni, anzi che dico, miliardi di tomi che vi sono in biblioteca....da questa parte invece vi sono le varie aule degli insegnati...da quest'altra c'è il mio ufficio e poi giù si trovano i dormitori, per coloro che venendo da paesi lontani non possono fare avanti e indietro. Ah, dimenticavo...sempre giù si trova anche il ristorante-
Cavolo. Questa non era di certo una scuola, ma bensì un hotel, non credete?
Non c'era la mensa come in tutte le scuole normali, ma il ristorante...poi una domanda mi venne spontanea.
Ma che razza di gente frequentava questa scuola?
Guardai il signor preside e feci un sorriso.
-Bene, ora seguitemi in ufficio...dobbiamo sbrigare alcune pratiche- disse porgendo una mano alla suora. -Ah, che sbadato....Sophie non pensare che qui non voli nemmeno una mosca...oggi i ragazzi non sono venuti a scuola...ho dato io il permesso, per farti sentire a tuo agio...ho fatto bene?-
Certo che hai fatto bene. Solo guardando la scuola non mi fa pensare ad altro a come potrebbero essere i suoi studenti.
-Sisi- accennai con un'altro sorriso.
Ci avviammo verso l'ufficio del preside. Come l'intera scuola anche la sua "dimora" di certo non badava a spese, anzi. Vi erano mobili in mogano, pomelli delle porte e delle finestre in oro, sopra l'enorme scrivania invece, giacevano penne d'argento e piccoli diamanti incastonati a formare due iniziali: J.W.
Mi accomodai sulla comoda poltrona in pelle e Suor Carol fece lo stesso.
-Allora...scusate se non mi sono presentato...mi chiamo Jacob Wale, questa scuola l'ha fondata tanti anni fa mio nonno ed io ora ne sono il preside. Sophie, puoi dirmi il tuo cognome? Così ti iscrivo....-
Un blocco al cuore. Io non avevo un cognome. Cavolo, non ci avevo mai pensato a crearmene uno...all'orfanotrofio pochi di noi conoscevano l'esistenza del proprio cognome e a scuola ci chiamavamo tutti per nome. Ed adesso cosa gli dicevo?
-Non ce l'ho- ammisi rammaricata.
-Oh, per questo non vi è nessun problema, signor Wale...donerò io il cognome a Sophie...quindi scriva Sophie Lang- disse Suor Carol.
Rimasi allibbita. Un sorriso si disegnò sul mio volto. Avevo un cognome e me lo aveva regalato una persona davvero speciale. Grazie Suor Carol.
-Oh...-
-Non dire niente Sophie...sono felice di donartelo...sei come una figlia per me-
Con le lacrime agli occhi abbracciai quella donna che mi aveva tanto aiutato e che grazie a lei ora potevo realmente VIVERE.
Il signor Wale non disturbò quel piccolo momento e a fior di labbra sorrise. Non so se mi avesse capito, ma di sicuro era consapevole che una ragazza sedicienne senza un cognome da ben quattordici anni, aveva il diritto di quell'affetto materno che non aveva mai avuto.
-Bene...continuiamo- disse Suor Carol allentando l'abbraccio.
-Ok...quindi Sophie Lang. Benissimo ora ti servirebbe la divisa scolastica, ma visto che non te la puoi permettere te ne darò una io-
Wow, una divisa. Che bello ero curiosa di come sarebbe stata, chissà?!
-Allora Sophie, la tua stanza si trova giù nei dormitori. Lì troverai anche, appunto la divisa sul letto e l'orario delle lezioni. Poi vi è un'ultima cosa-
-Ditemi-
-Beh, visto che non hai del denaro per poter mangiare o per una gita o quant'altro, potresti procurarteli lavorando nel ristorante come cameriera -
-Certo- dissi sorridendo. Avevo proprio bisogno di guadagnare, così avrei potuto fare anche un "vero" regalo alle mie amiche.
-Benissimo, questo è tutto!-
Suor Carol e il preside Wale si strinsero la mano e quest'ultimo mi porse il foglio di iscrizione.
Io, Sophie Lang, ero da ora in poi una studentessa della Wale's High School.



..........................................



La mia stanza era davvero bellissima. Non era nè grande nè piccola, ma di media misura. Vi era un letto vicino ad un'enorme finistra, un bagno personale ed infine una scrivania con sopra un bel portatile per poter studiare.
Diedi una sbirciatina alla divisa e notai che oltre ad eserre bella aveva anche una gonna un po' corta per i miei standard...certo io non ne avevo mai indossata una, questa sarebbe stata la mia prima volta. Le scarpe da mettere sotto la divisa erano a propria scelta e io decisi di abbinarci delle ballerine nere che utilizzavo anche all'orfanotrofio.
Presi il foglio con l'orario e guardai cosa mi sarebbe aspettato il giorno seguente.
MARTEDì:
1 ora Inglese
2 ora Inglese
3 ora Chimica
Pranzo-1 ora di relax-
4 ora Storia
5 ora Matematica
Cena

Sorrisi fra me e me e decisi di recarmi al ristorante per farmi dare qualche istruzione per quanto riguardava il mio nuovo lavoro. Chiusi la porta alle mie spalle e mi avviai lungo il corridoio. Non c'era nessuno. Quel silenzio tombale ti faceva quasi venire i brividi. Uff, Amy e Jessi già mi mancavano ed erano passate solo poche ore dal nostro saluto.
Entrai nel grande ristorante e vidi una donna sulla trentina venirmi in contro.
-Ciao, tu devi essere Sophie...-
-Si- dissi sorridendo.
-Bene...da domani lavorerai qui insieme a me-
-Si, però dovresti spiegarmi un po' come funziona- dissi a fior di labbra.
-Certo...alle sei devi trovarti qui per la colazione, dopo la fine della terza ora ritorni per il pranzo ed a fine quinta per la cena. D'accordo?-
-D'accordo!-sorrsi. -Posso farti una domanda, come ti chiami?-
-Oh, scusa...piacere io sono Lorena- mi disse porgendomi la mano.
Lorena era davvero una bella donna e dimostrava meno della sua età. Con me sia lei, che il preside si erano rivolti gentilmente, forse anche gli studenti lo erano.
Passai la serata tra: piatti, bicchieri ed apparecchiare tavoli...Lorena mi stava insegnando di tutto...finchè...
-Lorena, il preside Wale mi ha chiesto di darti questo...-
-Grazie Nicolas-
Al sussurro di quel nome, voltai lo sguardo per vedere chi era appena entrato dalla porta del ristorante. Un ragazzo alto, biondo, con occhi davvero penetranti era davanti a me e teneva fra le mani una piccola busta bianca. Con disinvoltura la diede alla donna e con elegnaza lasciò il ristorante senza degnarmi di uno sguardo. Caspita era il ragazzo più bello che avessi mai visto.
Il mio cuore iniziò a battere sempre più veloce, lasciandomi a mala pena respirare.
-Oh...anche tu affascinata eh?-
-Cosa?- domandai un po' confusa.
-Nicolas....Tutte le studentesse della Wale's High School gli vanno dietro...-
-Eh?- continuai.
-Tesoro ti dico solo una cosa...lascia stare...lui non è per te! Non farti incantare dal suo aspetto angiolesco...lui è tutt'altro furchè un angelo!-
La guardai sbalordita. Ma che diavolo stava cercando di dirmi, io non le avevo certo chiesto una descrizione dettagliata di quel biondino.
E poi, per la miseria, possibile che quell'essere così perfetto aveva una brutta reputazione?
Certo, ora stavo esagerando, non potevo già descriminarlo a causa di un solo giudizio di una donna...all'orfanotrofio mi avevano insegnato che non si doveva mai giudicare un libro dalla copertina e mai e poi mai fare giudizi affrettati...quindi lasciai che quel discorsetto avesse fine.
Vabbè ma comunque lui poteva fare quello che voleva della sua vita e a me non doveva fregare. Io ero venuta qui per studiare e poter realizzare il mio grande sogno, non avevo tempo per pensare ai ragazzi. Abbandonai quei stupidi pensieri che avevano preso luogo nella mia testa, dalla visione di quel biondo, e concentrai tutta la mia attenzione alle forchette d'argento.






Ciao a tutti...questo è il secondo capitolo!!!! Spero che vi piacerà, perchè a noi è piaciuto un casino scriverlo...
A presto con il prox!! XD

veronic90: Devo dirti che prende un pochino spunto da vite reali...e poi non ne sn tanto sicura ke Sophie sub troverà un ragazzo che la consoli, xkè lui è un bel tipaccio e ce ne saranno delle belle....
X qnt riguarda Selena Gomez, l'ho scelta perchè mi piace cm attrice e mi piace nel ruolo di Sophie, ma ugualmente accetto la tua critica!

MissM93: ciao sn contenta ke ti piaccia e stanne certa ke continueròòòò...hihi XD


Divisa Scolastica
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Nicolas
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