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Autore: KikiWhiteFly    26/09/2010    5 recensioni
[Shikamaru/Ino]«E' il tuo compleanno? Uhm, ti hanno scaricata persino oggi.» La ragazza inarcò impercettibilmente le sopracciglia, cercò di giustificarsi in qualche modo ma, alla fine, riuscì solamente a sospirare. «Comunque, è quasi mezzanotte. Sembra che i nostri compleanni si vogliano incontrare stasera.»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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A Sparta,

che ama questo pairing con tutto il cuore ♥.

A tutte voi moschelle bianche, lo ShikamaruIno

è una fede, ricordate ♥.








Birthday date?












«Non mi dire, un appuntamento! E, per giunta, al tuo compleanno!»


Sakura faticò a non gettarsi addosso la porzione di ramen; la sua mascella sembrava quasi rasentare il pavimento, gli occhi erano sbarrati per lo stupore. Ino reagì istintivamente, voltò il capo in direzione opposta.


«E tu ti definiresti mia amica...»


Sentenziò inviperita, grugnendo di disappunto sull'ultima parola.

Non c'era nulla di cui stupirsi: lei, Ino Yamanaka, giovane e piacente ragazza, aveva accettato un appuntamento. Già, un banalissimo appuntamento da parte di un banalissimo sconosciuto.

Se non andava errata, quel tizio era l'infermiere del secondo piano; d'altro canto, aveva bisogno di svagarsi dopo aver messo una pietra sopra la sua relazione – sarebbe meglio definirla pseudo-relazione – con Shikamaru Nara.

Era risaputo: si odiavano.

Ma non spudoratamente, solo occasionalmente; ad Ino dava fastidio il suo carattere talvolta, il suo menefreghismo, la sua assoluta mancanza di tatto e la sua proverbiale insensibilità. Erano solo alcuni esempi, in verità i difetti ne sarebbero molti altri. Tuttavia, elencarli tutti le avrebbe portato via tempo e pazienza e, per un individuo quale il suo ormai ex fidanzato, non ne valeva la pena.


«Pensi ancora a Shikamaru?»


Domandò Sakura, stuzzicandola sul vivo. Ino sobbalzò – diamine, aveva solo detto il suo nome – poi riprese a respirare; osservò per un momento il cipiglio alzato dell'amica, dopodiché confessò: «Non è che voglia pensarci...», sbuffò, cercando nella zuppa di ramen una risposta, «... E' che non riesco a non pensarlo.»


Si stupì persino di aver concepito tale pensiero, lo aveva ammesso per la prima volta a se stessa ed alla sua migliore amica, Sakura.


«Allora...», incalzò quest'ultima, cambiando il tono di voce, «... Vogliamo o no decidere cosa metterai al tuo birthday-date?»


Poi sorrise, forse esageratamente; Ino, allora, inclinò il capo da una parte e fece altrettanto.


«Hai dei pessimi gusti, Haruno. Scelgo io, andiamo!»


Esclamò con vivacità, sforzando l'ennesimo sorriso.






*






In fondo, non si aspettava nulla.

Non sperava certo di incontrare l'uomo della sua vita quel giorno; si era messa in ghingheri per il semplice fatto che sperava di poter distogliere l'attenzione da quel pensiero fisso almeno per una serata. Non poteva fare a meno di pensarci, era il compleanno di Shikamaru.

Ironico, come il fato intervenisse con una precisione a dir poco oculare. Precisamente un anno fa, il ventidue settembre, lei e Shikamaru avevano deciso di mettersi insieme. Ironico, già, le date coincidevano perfettamente, erano stati insieme trecentosessanta lunghi giorni.

Non poteva fare a meno di pensarci e, nel farlo, rammentava tutti i momenti vissuti insieme. Osservava un punto a terra, non osava alzare lo sguardo. Non era stato Shikamaru a farle male ma era l'amore ad esserne la causa... Era stato asfissiante e soffocante, talvolta, ma anche passionale e travolgente. Si erano odiati ma non potevano negare di essersi amati. E, si sa, tanto si odia quanto si ama.


«Non credo che a terra troverai una risposta.»


Ridacchiò il ragazzo al suo fianco, di ritorno dal bancone.

Alla fine, avevano spostato il giorno del loro appuntamento il ventidue settembre – ironico, sì – ed Ino aveva accettato di buon grado, falsificando il suo disappunto con una certa ilarità.

Era andato ad ordinare un paio di menù, aveva persino pagato – Shikamaru sarebbe stato propenso a mangiare a scrocco a vita, probabilmente, in fondo al conto badava quasi sempre lei – e si era dimostrato gentile ed affabile.

Si sarebbe potuto definire il ragazzo dei suoi sogni, il suo ideale d'uomo, di una perfezione quasi michelangiolesca. Aveva lottato, sudato e rincorso per anni quel modello d'uomo ed aveva cercato di rivederlo in Shikamaru, di costruirlo a suo modo – impossibile in maniera identica ma, quanto meno, una copia della reale – senza mai riuscirci. Alla fine, si era dovuta mettere il cuore in pace ed amarlo per ciò che era e, doveva ammetterlo, i risultati non erano stati così negativi.


«Non sto pensando a Shikamaru!»


Esclamò a gran voce, saltando come una molla. Il ragazzo la osservò un paio di secondi – gli stessi nei quali Ino realizzò di aver detto una frase sbagliata e di volersi scavare una fossa a mani nude – dopodiché alzò un cipiglio.


«Faresti meglio a correre. È quasi mezzanotte.»


Avrebbe voluto ribattere ma il suo interlocutore non volle sentire ragioni. Così, con il cuore in mano, Ino sarebbe corsa da Shikamaru o forse per le vie del Villaggio. Vederlo le sarebbe bastato, sì, ma non avrebbero avuto qualcosa da dirsi?

E Shikamaru quanto l'avrebbe ferita con le sue parole, quale trappola avrebbe teso al suo cuore?

In quel momento il lume della ragione era il suo ultimo pensiero, avrebbe fatto meglio a privarsi dei tacchi, legarsi i capelli e compiere quella che si sarebbe potuta definire l'impresa del secolo.


Percorrendo le lunghe strade si chiese quanto fosse masochista e quanto razionalista. Insomma, poteva aspirare ad un appuntamento perfetto, una messa in piega perfetta, dei vestiti perfetti e un trucco perfetto. Avrebbe potuto essere la principessa delle favole, magari. Alla lunga, forse, si sarebbe addirittura affezionata a quel principe dall'aria rassicurante.

Invece, stupidamente, aveva preferito il rospo. Anche se era viscido e disgustoso, anche se il più delle volte avrebbe voluto tagliargli la lingua, anche se non faceva altro che ignorarla o, nel caso, dimostrarle un assoluto menefreghismo... Lei amava il rospo.

Perché, sì, era viscido e disgustoso ma sapeva come proteggerla, lo dimostrava ogni giorno. Forse non esplicitamente ma quei piccoli gesti erano diventati ormai parte della quotidianità, lei non aveva dato loro troppa importanza, forse, ma avevano il loro significato.

E, sì, avrebbe voluto tagliargli la lingua ma senza di essa non avrebbe saputo su chi sfogare le sue frustrazioni, per non parlare del fatto che Shikamaru le era assolutamente necessario accanto come presenza, aveva bisogno di sentirsi ascoltata – per finta o meno – da qualcuno.

Sapeva, però, che talvolta sfidare la realtà poteva essere pericoloso. Poteva, ad esempio, ritrovarsi a soccombere ad essa.

Ino fissò per un buon minuto il cancello di casa Nara, arrossendo di vergogna. Allora fece dietrofront ma dovette scontrarsi con una massa corporea che non aveva tenuto in conto.


«Nara, ti incontro ovunque», grugnì, con una punta di acidità.


«Sei davanti la mia abitazione, fino a prova contraria.»


«E adesso non fare il saccente, ho solo sbagliato via!»


Esclamò con enfasi, fissandosi le piante dei piedi. Shikamaru scosse la testa con vigore, dopodiché la osservò per un attimo.


«Allora... Non mi fai gli auguri?»


Ino bacchettò un piede a terra, lo stava guardando con aria di rimprovero.


«E' il tuo compleanno? Uhm, ti hanno scaricata persino oggi.»


La ragazza inarcò impercettibilmente le sopracciglia, cercò di giustificarsi in qualche modo ma, alla fine, riuscì solamente a sospirare.


«Comunque, è quasi mezzanotte. Sembra che i nostri compleanni si vogliano incontrare stasera.»


Shikamaru disse qualcosa ma, almeno alle sue orecchie, non sembrò essere troppo convincente.

Forse, esisteva davvero un destino che li legava indissolubilmente l'uno all'altra. Tuttavia, in modo assolutamente inaspettato, il ragazzo guardò verso la luna e bisbigliò a denti stretti: «Auguri Yamanaka.»

Sul volto di Ino ora indugiava un'ovale di stupore che si ammorbidì solamente quando riuscì a capire che non erano i loro compleanni a volersi incontrare ma loro. Allora decide di dar retta al cuore, agì d'impulso: afferrò la mano di Shikamaru, intrecciò le sue dita con quelle del ragazzo.


«Il miglior birthday date di sempre.»

Ridacchiò sottovoce, poggiando il capo sullo sterno di Shikamaru.

«Cosa?», replicò lui, piuttosto smarrito.

«Stai zitto per una volta...», poggiò un dito sulle sue labbra, sapeva che avrebbe trovato il modo di inveirle contro, «... Auguri Nara.»

Poi, lo baciò: per una volta l'aveva avuta vinta lei.






*





Okay, sono una mosca bianca degenere ç_ç.

Era per il White Midnight, in teoria, ma non ce l'ho fatta a postarla causa mille impegni ç_ç.

Comunque, è dedicata a Sparta (L).

Perché noi li amiamo, non ci stancheremo mai di ribadirlo <3.


Alcune note: quando Ino pretende che Shikamaru le faccia gli auguri, non è ancora mezzanotte. Nel momento in cui le lo bacia è mezzanotte, invece ù_ù.

E' il destino, zizi ù.ù.

A presto, white flies! **

Kiki.

   
 
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