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Autore: Bakabeans    26/09/2010    2 recensioni
Work at Shin-Ra, get your pay.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caith Sith, Nuovo personaggio, Reeve, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: FFVII
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The Little BEE from somewhere

 

CERCASI giovani pulzelle di piacente aspetto per impiego di PR.

 

Così diceva l'annuncio.

Lei, Cat Empitsu, non era né piacente né pulzella, ma aveva disperatamente bisogno di un lavoro. Lontano da reattori e deserto, deserto e reattori.

A Midgar i suoi genitori avevano dei parenti che vivevano negli Slums e quello le bastava per avere una sistemazione provvisoria almeno fino a quando non si fosse ambientata e fosse riuscita a trovare qualche metro quadro per la sua piacente e giovane persona.

Suo fratello l'aveva salutata con uno sbuffo: “Cercano prostitute, Cat.” aveva puntualizzato dall'altezza dei suoi quattordici anni appena compiuti, mentre la mamma soffocava un singhiozzo nel fazzoletto “Carine. E tu non appartieni alla categoria.”

“Anche alla Shin-Ra cercano SOLDIER. Alti un metro e ottanta, muscolosi e senza il moccio a naso. Tu invece rientri benissimo nella categoria, giusto?” gli aveva dato un buffetto sulla testa con la stessa forza che avrebbe riservato a uno scappellotto “Quando sarai cresciuto vieni a trovarmi a Midgar.”

Papà aveva tossicchiato qualcosa mentre l'accompagnava verso la stazione, ma non era riuscito a dire nulla di paterno o che la convincesse minimamente a restare in quella landa desolata un po' prima delle Wastelands.

Deserto e reattori, reattori e deserto.

Non avrebbe potuto dire niente neanche a fare uno sforzo d'immaginazione.

Così era partita su uno scalcagnato convoglio in direzione della Capitale del Mondo.

Proprio come avevano fatto altre due persone prima di lei: il bulletto delle elementari che ci aveva provato con tutto il paesino fino ad arrendersi e cercare nuove fidanzate altrove, e la sua controparte intelligente e tranquilla che piuttosto di marcire nello stesso reattore del suo parentado era scappato sul primo treno al minimo dell'età consentita.

Cat Empitsu.

Will Hunt.

Theo Hazard.

Tre come tanti altri, tanti altri che si erano addormentati su un traballante treno attraverso gli accecanti deserti delle Wastelands, per poi risvegliarsi nel bagliore verdognolo della Mako di cui si tingevano l'acciaio e il ferro di una qualsiasi stazione degli Slums.

 

“Lì cercano solo prostitute.”

Questo era stato il commento stanco che le era stato riservato, ma aveva preferito non aggiungere nulla e continuare a mangiare sotto la luce della lampadina a Mako. Ogni tanto qualche scintilla verde andava a schiantarsi sulla  tavola traballante e quello non faceva altro che convincerla sempre di più: ora che era scappata dal deserto, doveva scappare dagli Slums.

Sarebbe servito molto più tempo, ma poteva riuscirci. E magari trovare addirittura un impiego qualsiasi alla stessa Shin-Ra.Inc.

Per poi fare carriera, sposare un SOLDIER e sistemarsi per la vita.

Bastava solo aspettare un poco. Sapeva che alla Shin-Ra erano sempre alla ricerca di nuovi soggetti che si distogliessero dalla comune marmaglia del Pianeta. E lei poteva considerarsi nella categoria.

Predire il futuro non era cosa che una qualunque prostituta del famoso Honey-Bee Manor sapesse fare.

Certo, non sempre ci azzeccava e non sempre quello che vedeva era chiaro, ma qualche volta stupiva anche se stessa.

Fu con quella convinzione che qualche giorno dopo essere arrivata a Midgar ed essere torchiata da tutti i parenti riuniti nel tentativo di distoglierla dai suoi propositi, uscì da quella casetta buia sotto il Plate e si incamminò verso il Settore 6, diretta alla luccicante e kitish stamberga rosa fluo meglio nota come Honey-Bee Manor.

Era piuttosto deprimente pensare a come un bordello fosse l'unica cosa che negli Slums andasse oltre la semplice sopravvivenza. Laggiù tutto sembrava essere sempre a un passo dal crollare sotto il peso del Plate, che se non fosse stato per qualche sporadico squarcio, per gli Slums era il grigio e infinito paradigma del cielo.

Il costruttore di Midgar doveva essere stato un qualche maniaco con scarso amore per il prossimo. E l'Honey-Bee Manor era il pallido e artificioso tentativo di supplirne.

Luci rosa e gialle al neon, una manica di omaccioni dagli odori più disparati in attesa fuori dall'ingresso e qualche buttafuori forse meno raccomandabile degli stessi clienti.

Cat strinse i denti e proseguì meccanicamente oltre le scale, sostenendo lo sguardo della montagna che le si era parata davanti: “Buongiorno, voglio lavorare qui.”

Ostentare fiducia in se stessi. Questo era il primo punto del Manuale per l'impiego sicuro. Di cui tanto sicura non lo era neanche lei, ma era armata di un buona dose di spray al peperoncino. Di nuovo, senza essere sicura che potesse davvero funzionare.

L'uomo l'aveva squadrata con lo stesso sguardo che avrebbe riservato a una gallina al mercato, per poi biascicare qualcosa al PHS.

“Poteva anche vestirsi di meno, miss.” L'aveva presa in giro, mentre dall'eloquente tendina rossa, appariva una delle scodinzolanti Bees, l'acchiappava per il colletto e la trascinava dentro.

Riuscì solo a gettare un'occhiata di sfuggita alla sala circolare blu e gialla, prima di venire quasi lanciata di peso in quella che sembrava una stanza per il trucco, dove altre Bees alzarono all'unisono un sopracciglio per poi scambiarsi una risatina soffocata.

Il buon Don aveva recuperato della strada tante ragazze degli Slums per farne poi delle rispettabili lavoratrici. Prostitute intrattenitrici vestite da apina.

E lei, Cat Empitsu, brillante laureata di un qualsiasi buco ai margini del Pianeta conosciuto e neo-trasferita a Midgar, stava per andare a fare la stessa, identica, miseranda fine.

Nella pacchianissima sala rossa e oro in cui era stata scortata da altri compratori di galline da mercato, il buon Don Corneo aveva fissato un punto impreciso tra il suo collo e l'ombelico.

"Sei un po' scialbina, eh?" aveva commentato, tamburellando sulla pancia pelosa che spuntava da sotto la camicia sbottonata "E cosa ti avrebbe portato da me, il Don del Settore 6?"

Cat si trattenne dal replicare che era abbastanza ovvio.

"Vorrei mi lasciaste lavorare qui."

La squadrò passandosi il sigaro da una parte all'altra delle labbra umidicce: "Cosa sai fare?"

Iniziare il suo curriculum con un predire il futuro, se e quando mi riesce di azzeccarci non le sembrò l'idea migliore. Vivendo poi in un paesino ai confini del mondo, con gli uomini era stata pure abbastanza sfortunata.

"...Le fotocopie. So fare le fotocopie."

Davvero, non le era venuta idea migliore.

 

Dal giorno in cui Cat aveva visto tracciarsi il suo futuro di fotocopiatrice umana, era trascorso un monotono anno.

C'erano però state diverse cose illuminanti.

Per esempio, capire che lavorare all'Honey-Bee Manor era come andare a letto con mezza Midgar senza nemmeno sborsare un centesimo di Gil.

Aveva poi visto omaccioni in aderenti tutine colorate muovere i loro sodi culetti gioiosi alle parole del loro leader spirituale, il baffuto signor Mukki. Ed era stata più volte invitata a unirsi al loro gaio gruppo per apprezzare i piaceri di un buon bagno caldo dopo la giornata di lavoro: aveva sempre gentilmente declinato, ricevendo a ogni rifiuto decine di improponibili mutandine. Perché mai all'Honey-Bee si scambiassero mutandine come souvenir era per lei ancora un mistero.

Così come era un mistero il motivo per cui improvvisamente fosse sembrato tanto urgente includere una segretaria nello sgangherato personale di quel bordello. A cosa esattamente servisse una prendiappunti tra maniaci, travestiti e mitomani di ogni genere era davvero più misterioso di migliaia di mutandine zebrate.

Comunque, la vita dell'Honey-Bee Manor era meno peggio di quanto Cat non si fosse aspettata, se solo non fosse stato il brutto presentimento di come la sua esistenza si fosse improvvisamente arenata sotto il cemento degli Slums. Questo, nella sua piccola mente di nullità qualsiasi, era ben diverso dalla minuscola speranza di gloria e denaro che aveva rinchiuso nella valigia mentre si lasciava alle spalle il deserto delle Wastelands.

Fu una sera come tante altre che accaddero in successione una serie di eventi a seguito dei quali finalmente si mosse un qualche strano ingranaggio nelle arrugginite ruote di quella cosa assurda chiamata destino.

Naturalmente, niente di cui lei fosse riuscita ad avere una minima visione.

Mettendo un poco di ordine nei pensieri, poteva dire che quegli eventi erano essenzialmente tre, ma era troppo occupata a fantasticare su altro piuttosto che fare attenzione proprio a un piccolo, evento numero tre.

Prima di tutto, ci fu l'allegra telefonata da parte di sua madre per singhiozzare come suo fratello fosse in partenza per Midgar e di prendersi cura di lui. Con tutto il complicato significato che il 'prendersi cura di lui' avrebbe implicato.

Poi ci fu l'apparizione di Will, e fu quel momento in cui Cat sentì la sensazione per cui decise di dare ascolto alle lagne del suo parentado, rimboccarsi le maniche e tornare alla sua scalata degli Slums.

Per tornare ai suoi propositi di campagnola arrivista, le era bastato un semplice sguardo, dritto negli occhi del SOLDIER impettito davanti al bancone.

C'era qualcosa che brillava là in fondo. Qualcosa di troppo abbagliante e tinto di quello stesso colore che la Shin-Ra andava ogni giorno a sottrarre a quel grumolo di roccia sospeso nell'Universo.

Qualcosa che non era umano.

Cat era stata abbastanza professionale da rimettersi a testa china sullo scalcagnato computer di diciassettesima mano con cui cercava di tenere in ordine le bizzarrie notturne degli Slums.

"…A nome di chi devo prenotare?" aveva tamburellato sulla tastiera, per poi battere diligentemente le sei lettere che in quel momento per lei non avevano alcun significato. Tuesti per lei ancora non era che un qualsiasi impiegato della Shin-Ra, abbastanza annoiato e snob da portarsi dietro addirittura un SOLDIER per assicurarsi una stanza di lusso al bordello dei bassifondi.

"Sai, mentre venivamo qui ho detto al signor Tuesti che sai leggere il futuro." La voce di Will aveva richiamato l'attenzione di Cat dal computer. Erano rimasti soli nella Hall, dopo che Don Corneo si era precipitato strisciante e tutto salamelecchi verso quell'impiegato troppo ingessato per lo standard medio dell'Honey-Bee.

"Sembrava interessato, sai?"

Cat alzò gli occhi al cielo: Will non era cambiato per nulla dal bulletto chiacchierone che era stato nel loro villaggio disperso nelle Wastelands.

"Gli ho detto di quella volta che hai azzeccato sull'infinitesima probabilità che un fulmine a ciel sereno mi colpisse." ridacchiò "Mi avevi appena scaricato, ricordi?"

"E' stata una punizione divina, Will."

"Io invece considero un evento quanto mai fortuito, scoprirti qui all'Honey-Bee. Iniziava a mancarmi la tua faccia sempre scocciata." le diede un buffetto sulla testa, sporgendosi sul bancone "Più tardi provo a chiedere al giochino del signor Tuesti quante possibilità potrei di nuovo avere con te…"

Cat ignorò la connessione che era andata elaborandosi nel cervello di Will, ormai tristemente fuso da fulmini e bombardato di Mako: "…Un giochino?"

"Non ho capito bene cosa sia, non mi interessano i pupazzi da ragazzine. So solo che Corneo voleva qualcosa per ravvivare il solito tran-tran del posto e il signor Tuesti ha battuto tutti sul tempo." si lasciò sfuggire un sorrisetto sornione "Sarà anche un Capo Dipartimento, ma per quanto ne dica gli Slums comunque gli piacciono…"

Non esisteva bravo impiegato e padre di famiglia della Shin-Ra che Cat non avesse visto trascorrere qualche serata all'Honey-Bee. Dallo scribacchino di infimo livello al Presidente. Nessun moralismo e nessun pensiero nella noia di quell'accozzaglia di acciaio nel bel mezzo delle Wastelands.

Quando i gridolini di Don Corneo annunciarono il ritorno della combriccola nella Hall, stavolta Cat si sforzò di degnare più di un'occhiata di routine al signor Capo Dipartimento, che tutto impettito richiamò Will con un gesto e fece la sua trionfale uscita tra le luci al neon.

 

Una sera parecchio tempo dopo la visita del Capo Dipartimento, mentre si sedeva al suo luccicante bancone all'ingresso dell'Honey-Bee Manor, il Don l'aveva fatta chiamare.

Cat aveva fissato quella grassa testa pelata, mentre gli occhietti acquosi del Don puntavano il solito punto non ben specificato tra il suo collo e lo stomaco.

“Tu qui non faresti strada. Sono stato contattato dalla Shin-Ra e mi han detto che han trovato il lavoro giusto per te. Quindi puoi prendere i fogli dove c'è scritto tutto quello che ti serve e tornare a casa.” aveva aspirato una boccata dal sigaro floscio che teneva tra le grassocce mani ingiallite “Naturalmente io sono il Don e sono buono, quindi ti pago tutto il mese. Perché ricorda che il Don è una brava persona qui al Wall Market.”

E così aveva lasciato che Mukki e i suoi affiliati la stringessero in un sudaticcio abbraccio collettivo, aveva ricevuto qualche nuovo paio di mutandine e aveva infine potuto togliersi le ridicole antennine delle Bees.

Cat Empitsu, vent'anni, qualche mese e qualche giorno, aveva finalmente avuto l'occasione di dare la scalata agli Slums che aveva tanto sognato.

 

***

“...Catty, seguimi in ufficio.”

La vocina stridula che la destò bruscamente dai sogni del suo primo giorno di straordinari non era quella della piccola sveglia che tante volte aveva afferrato e scaraventato contro il muro. Non era nemmeno paragonabile a quella controllata e cool del suo nuovo e pensieroso capo.

Cat sbatté lentamente le palpebre, mettendo a fuoco il musetto peloso che sorrideva a pochi centimetri dal suo naso: "Reeve mi ha detto ti cercarti e ti ho trovata. Ora vuole che tu venga con me in ufficio."

Era un gatto. Con mantello, coroncina e stivaletti.

Se fino a quel giorno aveva pensato che le stranezze di Midgar si potessero riassumere nello sbrilluccicare dell'Honey-Bee Manor, probabilmente avrebbe dovuto rivedere la sua teoria.

 

***____***__

**Sproloqui dell'Autrice: un hug a quelle due anime che continuano ad avere la forza e la costanza di seguire una fanfiction in cui NON succede niente (e se succede qualcosa lo sapete già). E anche alla mia Beta, che sopporta come ancora non distingua Guil da Gil :D

Dunque, una brutta notizia. Ritorno all'università. Quindi meno aggiornamenti. E sono frutto di un anno e mezzo di parolacce via mail e battute sulla spalla virtuali, eh. Mi ci vuole un bel po' di tempo anche solo per scrivere cinque capitoli.

Grazie a tutti per la pazienza e la lettura, honey <3

 

   
 
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