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Autore: GT 18    01/11/2005    2 recensioni
Da piccole le bambine credono nel Principe azzurro. Questa convinzione,in realtà, serve a mascherare i dolori che si nascondono dietro certi eventi. 18,da piccola,per me rappresenta l'icona ideale: "Sin da quando ero una bimba piccola,i miei genitori mi raccontavano che se un giorno io fossi stata presa dall’orco cattivo, di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi…"
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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…la bambina,convinta che fosse proprio lui il principe,quel giorno,

…la bambina,convinta che fosse proprio lui il principe,quel giorno,

ricevette la sua risposta…e…

 

 

Il sole cominciava ad illuminare i monti,quella mattina.

Nessuna nube,nemmeno un po’ di nebbia era presente nel paesaggio.

Una giornata bella…se così si può definire.

Come ogni mattina,e ormai lo sapevano,la porta si spalancò,e l’orco fece capolino

nella stanza. Sempre con quell’espressione ironica e crudele.

 

I gemelli,quasi per istinto,si alzarono e lo salutarono con educazione.

 

Un'altra bella giornata…del cavolo.

 

Nella stanza aleggiava la tensione: una sola parola di Gero,e i bambini erano costretti ad obbedire.  Qualsiasi fosse.

La paura di un ordine pericoloso c’era sempre.

L’orco quindi si avvicinò ai due,e carezzò le teste graziose con il suo solito fare.

Un fare velenoso e per nulla dolce.

Una presa in giro.

 

“Allora bimbi…è mattino.” iniziò con tono tranquillo,non smettendo di carezzare la testa bionda di 18.

“D…dobbiamo andare ad allenarci…?” chiese la bambina.

Ormai era un’abitudine.

Era risaputo che quando l’orco ti si avvicinava con un sorriso,voleva qualcosa.

In questo caso,pareva dirti “Vai a correre,moccioso!”

17 e 18 se l’aspettavano,quindi senza dire altro,fecero per cambiarsi.

 

Sorprendentemente,stavolta,l’orco cattivo li fermò.

“Ehi,calma. Oggi non correrete.”.

I due non poterono non restare sorpresi.

Gero allora gli accompagnò fuori dalla camera,e fuori vi era l’androide 6 ad attenderli.

 

Sempre con calma,Gero continuò a parlare.

“Io ho un paio di cose da fare,oggi. Devo uscire per delle commissioni. Quindi vi lascio qui con 6 fino al mio ritorno.Siamo intesi?” domandò,mentre si infilava il giaccone.Un guizzo di felicità apparve negli occhi dei bimbi.

 

L’orco se ne andava?

Anche se per poco,se ne andava?

 

Così,in pochi attimi,il dottore salì in sella alla motojet,e partì.

In breve la sua figura sparì all’orizzonte.

E nel laboratorio rimasero solo 17,18,e 6.

 

“6!Non è bellissimo?Quel uomo cattivo è andato via!!!”

urlò contenta la bimba,strattonandolo per i pantaloni.

 

Erano soli con il suo principe.

Con il principe tanto atteso.

Era una cosa stupenda!

Forse ora li avrebbe portati via…!

 

6 di tutta risposta sorrise,e carezzò sulla testa la bimba,e diede un buffetto al fratellino. Il suo volto stavolta pareva davvero contento.

“Sì. Ora siamo da soli,bambini. Siete con me. E lo sapete che ho in mente?”

domandò,con l’aria di uno che fa una domanda importante.

 

I bambini capirono solo in parte,quindi negarono.

“No. Che vuoi fare,zietto?” domandò 17,curioso.

 

L’occhio dell’androide prese a luccicare.

Una luce che rimase nella mente di 18.

Una luce che si sarebbe ricordata…per sempre.

Così,l’androide si chinò verso i bambini,e pronunciò lentamente

 

 

“Oggi…noi potremo approfittare del momento…per fuggire!!!”.

 

 

La parola “Fuggire” rimbombò nel cervello dei due.

Forte come un tuono,ma non per questo maligna.

Anzi,l’effetto della parola fu quello di farli piangere di gioia.

“D…davvero,6? Non ci prendi in giro?Scappiamo?!” domandò la bimba,con voce tremante per l’emozione.

Lo sguardo magnetico e sincero di 6 si posò su di lei.

“Certo. Non te l’ho promesso? Fuggiamo oggi stesso!!!

 

Così dicendo,l’androide si alzò,lasciando ancora di stucco i bimbi.

Assumendo uno sguardo serio e determinato ,poi,volse lo sguardo verso una porta

di acciaio,che stava davanti a lui.

 

La camera dell’orco.

 

 

“Finalmente è giunta l’ora…” pensò tra se e se,mentre lentamente si apprestava a

giungere verso di essa.

Gero aveva l’abitudine di chiudere a chiave la stanza.

Aveva paura che qualcuno entrasse. Ma perché?

“Che mi frega…ora devo solo pensare a fuggire!” mormorò 6 mentre posava

una mano sul chiavistello.

In pochi attimi la sua mano prese la forma di una mitragliatrice. La stessa arma che aveva ucciso tante vite.

 

17 e 18 stavano a guardarlo sorpresi. 18 un po’ meno,a dire la verità.

Poi,6 rivolse lo sguardo a loro,e sorrise.

“State lontani,piccoli. E rimanete li,intesi?”.

 

Bastò un cenno da parte dei gemelli,e la mitragliatrice iniziò a scaricare colpi

a raffica sulla porta,forandola in più punti.

Mentre i bambini si tenevano le orecchie tra le mani,6 finì il caricatore.


Dalla canna dell’arma usciva un fumo,e bossoli vuoti giacevano un po’ ovunque al

suolo. La porta blindata ora si era sbloccata del tutto.

“Bene,entriamo…” pensò 6,e con un calcio sfondò la porta,che cadde a terra con un tonfo sordo.

 

L’interno della stanza era quasi normale.

Oltre a un letto piuttosto comodo al vedersi,vi era una postazione per il computer,

una stampante e uno scanner.

Sulle mensole vi erano strani marchingegni,riproduzioni di macchine da guerra,

fogli pieni di formule chimiche e quanto altro.

Sull’armadio,perfettamente lucido e integro,vi era una foto ritraente Gero con il suo amico,il ragazzo dai capelli bianchi.

Questi era sorridente,e indossava una casacca del Red Ribbon.

 

Una stanza così…perché chiuderla a chiave?

6 si avvicinò al computer.

Lo screensaver,raffigurante lo stemma del RR,dominava al centro di uno sfondo nero.

Fu allora che 6 pensò al microchip donatogli da Ghiller.

E se lo avesse usato nel computer?

 

Senza troppi preamboli,l’androide lo tirò fuori.

La forma di questo chip era compatibile con il lettore floppy,quindi non avrebbe dovuto aver problemi ad usarlo.

 

E pensare che Gero gli aveva insegnato anche a piratare i computer.

Che ironia…in quel momento 6 parve ringraziare sarcasticamente il dottore.

 

Ma non c’era tempo da perdere.

Sedutosi sulla sedia del creatore,inizializzò il computer,e inserì il fatidico chip.

 

“Bene,Ghiller,vediamo cosa mi hai preparato…”.

 

Finito il caricamento,apparve una schermata di pirateria.

Oltre a dei file protetti da password,vi era anche un video disponibile.

Allora 6 decise di vederlo.

 

Nel video apparve di nuovo Ghiller,stavolta con la casacca del RR,e con un paio di occhiali addosso. Il video pareva esser stato girato in quella stanza…

 

“Salve,numero 6.” disse la registrazione,lasciandolo di stucco.

“Se guardi questo video,significa che finalmente ti sei deciso di fuggire.

Devo dire che ce ne hai messo di tempo…”

“Tsz…ma parla per te…” borbottò 6,stizzito.

La registrazione continuò.

“So quanto ci tieni a quei due bimbi. All’inizio non sapevo se aiutarti o meno,ma visto la vita che fanno,ho deciso di darti una possibilità.

Tuttavia,sai che io sono del Red Ribbon,e che quindi di me non ci si deve fidar molto,giusto? Allora devo farti una domanda…

Per quei due faresti davvero di tutto,sì o no?”.

 

6 riteneva sciocco rispondere ad un video,comunque lo fece.

“Certo che lo farei!”

“Sapevo che avresti risposto così…” rispose la registrazione.

“Allora non ti dispiacerà se per liberare i piccoli dagli orecchini,dovrai veder un altro video,vero? No? Allora clicca sulla cartella soprastante.

L’androide obbedì,e tramite i suoi metodi,raggirò la password.

Il momento prima che il secondo video iniziasse,il video di Ghiller terminò con la frase ironica:

 

“Buona visione…”

 

Il video iniziò. In esso era presente l’inquadratura di un corridoio d’ospedale.

Qualcuno camminava con la telecamera in mano.

6 all’inizio non capiva,ma poi quando sentì quella voce,gli uscì istintivamente un

 

“Oh dio…”

La voce era di Gero.

Non si capiva bene cosa stesse dicendo,ma il fatto che l’ospedale fosse buio,

questo era inquietante.

Ad un certo punto,il video si postò in un reparto: “Terapia intensiva”.

 

Il video inquadrò una persona su un lettino,e altre due vicino.

Sul letto vi era un bambino,tutto collegato a dei tubi,e pieno di ingessature.

 

L’occhio di 6 si chiuse istintivamente.

“Quello…sono io?!!” mormorò,iniziando a tremare.

 

Sul lettino,addormentati,giacevano due adulti. La donna aveva gli occhi arrossati,

come se avesse pianto da poco. L’uomo era posato con la testa tra le coperte.

La voce di Gero iniziò a parlare,con tono inquietante.

“Questo bambino mi sarà utile…a voi non servirà più…”.

 

 

E in quel momento,dal nulla,in mezzo all’inquadratura,apparve una pistola con silenziatore.

 

6,alla vista di quell’arma,sentì il cuore mancargli.

Voleva togliere lo sguardo da quel video.

Ma gli occhi,sia quello elettronico che quello organico,non volevano distogliersi

da quell’orrenda visione.

 

In pochissimi istanti,la pistola sparò un paio di colpi secchi,appena udibili.

La donna venne colpita alla fronte,e sul muro si sparse una scia di sangue.

L’uomo venne centrato alla tempia,sporcando le coperte bianche di rosso.

Ma entrambi parevano ancora dormienti,sebbene con un buco in testa…

 

6 lanciò un urlo disumano,alla vista di tutto ciò.

“NOOOOOOO!!!!!”

 

L’urlo fece accorrere i bambini verso di lui. Entrati nella stanza,lo trovarono seduto sulla sedia con la testa tra le mani.

 

“6,che succede?Che hai visto” domandò la bimba spaventata.

 

6 non rispose. I suoi occhi erano sconvolti.

 

---Mamma!Papà!!!Gli ha uccisi lui!!!---

---Mi aveva sempre detto che erano morti per un incidente---

 

Un altro urlo scosse i timpani dei due.

“MALEDETTOOOO!!!!!!!!!!!!”.

6 si morse il labbro,fino a farlo sanguinare,trattenendo a stento le lacrime.

 

Il video in quel momento finì,rivelando un messaggio in bianco sullo sfondo nero:

 

“AiHWxNc01718”

 

In un attimo 6 capì. Era quella la password!!!

Per ottenerla,era necessario visionare il video…

 

Senza perdere tempo,digitò la password.

Alle sue spalle si udì un “Bip”.

Gli orecchini dei bimbi si allentarono,cadendo a terra in un rumore sordo.

 

ERA FATTA!!!

 

17 e 18 si palparono le orecchie un poco doloranti,increduli.

6 si alzò lentamente dalla sedia.

La sua mente era sconvolta da quella verità.

 

Gero…aveva ucciso i suoi genitori.

E gli aveva mentito.

Così come aveva mentito ai gemelli,dicendo che i loro genitori sarebbero tornati.

Quel sfottuto bastardo…

 

In un incredibile rialzo di rabbia,il pugno metallico di 6 si abbatté sullo schermo del pc,frantumandolo in mille pezzi.

I gemelli sussultarono spaventati,ma poi 18 gli si avvicinò,carezzandogli la mano

“Grazie mille 6!!!Ci hai liberati!!!”

 

L’espressione felice di 18 lo fece per un attimo tranquillizzare.

Ora era libera.

E senza orecchini,Gero non poteva più trovarli.

Potevano fuggire tutti assieme!!!

 

Un triste sorriso apparve sul suo volto.

“Non devi ringraziarmi,bimba…io…”

 

Prima che potesse dir altro,18 pronunciò una frase che sarebbe rimasta per sempre nella sua mente…

 

 

“Tu sei il mio Principe!!!Non so come ringraziarti!!!”.

 

6 venne sconvolto da questa frase.

Il suo volto assunse un espressione confusa.

 

“C…Cosa?Che Principe?”

 

La bimba smise di ridere,e iniziò a spiegare preoccupata.

 

“Ma…come?Tu sei il principe,quello che ci tirerà fuori da qui!!!Il Principe!!!”

 

A 6 si strinse il cuore.

Aveva capito. 18 lo considerava il “Principe azzurro” o qualcosa del genere.

Una stupida favoletta per bambini.

E il bello era che ci credeva forte!!!

 

Lui,che aveva ucciso i suoi genitori…il principe?

NO!!!

Non voleva nemmeno pensarci.

 

Così,senza riflettere,lanciò un urlo verso 18,pur di scappare da quella falsa idea.

 

 

“NO!!!!IO NON SONO IL TUO PRINCIPE!!!!!”

 

 

Ci fu un silenzio di tomba.

Questa frase fece sussultare 18,che iniziò a lacrimare,singhiozzando disperatamente.

Questa frase,così brusca e reale,l’aveva sconvolta nel profondo.

Iniziò a piangere disperatamente,alternando gemiti a singhiozzi.

Sia 17 che 6 ne erano rimasti sconvolti.

 

“Oh,dio…cosa ho fatto!” urlò 6 nella mente.

Voleva dirglielo con gentilezza,invece gli era uscito tutto violentemente.

E ora lei piangeva.

 

Lui non avrebbe mai voluto farla piangere. Mai e poi mai.

Ma con una sola frase ci era riuscito meglio dell’orco.

 

Che sensazione schifosa…

Il suo cuore stava male.

Avrebbe dato qualsiasi cosa,pur di farla smettere.

Così,piegatosi sulle ginocchia,posò una mano sulla sua guancia.

Come meglio poteva cercò di consolarla.

 

“No,18. Io non sono il tuo principe…ma…io…

mi prenderò lo stesso cura di voi…e vi farò uscire da qui…”

 

Questa frase funzionò.

Sugli occhi della bimba sparirono le lacrime,e apparve un sorriso stentato.

 

“D…davvero,6…?”             

“Davvero…”.

 

Il volto di 18 piano piano si rasserenò,e il suo sorriso riapparve.

17 sorrise di riflesso.

“Allora ci porterai fuori di qui,vero?”

 

L’androide,di tutta risposta, prese per mani i fratelli e si diresse verso l’uscita del

laboratorio.

 

“Forza,andiamocene!”.

 

 

 

 

Non era 6 il principe.

Eppure lui,come il principe,li avrebbe portati via.

Allora,chi intendeva la mamma,per il Principe?

Chi,oltre a 6,sarebbe potuto esserlo?

 

18 credeva sempre in lui.

Avrebbe sempre atteso il suo arrivo.

 

L’arrivo del Principe puro di cuore,che l’avrebbe portata via

e le avrebbe fatto scoprire le meraviglie del mondo…

 

  
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