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Autore: Birkolo    27/09/2010    0 recensioni
Nella vita ci vengono insegnate le basi di ogni cosa, e ci si aspetta che noi riusciamo poi da esse e trovare la nostra via, mai nessuno si è soffermato a pensare che ogni persona piccola o grande che sia ha uno spettro di emozioni che va analizzato affondo prima di poter dare un senso a tutto ciò che ci circonda. Per di più l’uomo è sempre stato un essere quotato all’autolesionismo e all’auto distruzione di se stesso, lo ha dimostrato quando ha volontariamente inquinato il suo abitat naturale per poi andare in giro a dire di non inquinare, ma in realtà non gli imporava nulla. Da ciò capiamo quanto noi meritiamo la morte ma quanto in realtà ci attacchiamo alla vita, come dei parassiti. Possono sembrare parole di un pazzo o di un visionario non lo metto in dubbio, per quanto mi riguarda non so se lo sono realmente ma so per certo che sono vivo non per mio volere, ma per un volere più grande che non può essere chiamato Dio ma progresso, lo stesso che ha ben pensato di svilupparsi sino ad arrivare ad una regressione di tipo fisico dell’uomo, e si sono acquisiti poteri strabilianti.
Genere: Fantasy, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo…




 


    
Nella vita ci vengono insegnate le basi di ogni cosa, e ci si aspetta che noi riusciamo poi da esse e trovare la nostra via, mai nessuno si è soffermato a pensare che ogni persona piccola o grande che sia ha uno spettro di emozioni che va analizzato affondo prima di poter dare un senso a tutto ciò che ci circonda. Per di più l’uomo è sempre stato un essere quotato all’autolesionismo e all’auto distruzione di se stesso, lo ha dimostrato quando ha volontariamente inquinato il suo abitat naturale per poi andare in giro a dire di non inquinare, ma in realtà non gli imporava nulla. Da ciò capiamo quanto noi meritiamo la morte ma quanto in realtà ci attacchiamo alla vita, come dei parassiti. Possono sembrare parole di un pazzo o di un visionario non lo metto in dubbio, per quanto mi riguarda non so se lo sono realmente ma so per certo che sono vivo non per mio volere, ma per un volere più grande che non può essere chiamato Dio ma progresso, lo stesso che ha ben pensato di svilupparsi sino ad arrivare ad una regressione di tipo fisico dell’uomo, e si sono acquisiti poteri strabilianti. Ma non è tutto, ci sarebbe molto di più da dire però le circostanze mi spingono a farvi osservare tutto da diverse angolazioni in modo che riusciate a comprendere, spero in meglio gli avvenimenti che mi hanno visto partecipe per un lungo periodo di tempo nel quale ho potuto riflettere e giungere a una conclusione, che io stesso esito a dire “pazzesca”, ma è anche grazie ad essa che l’uomo in quanto essere pensante è arrivato a comprendere che se esiste la morte, c’è un evidente motivo e a mio malgrado sono stato l’artefice della mia, essendo io un qualcosa di medesimamente surreale e criticamente inesistente, ma per quanto lo si può affermare??, mi riterrei un’aberrazione contro tutto ciò che è fondamentalmente logico…..


    

    
“Pazzia, follia, aberrazione, innaturale e in logico, ogni uno di noi in quanto esseri pensanti ci possiamo definire tali….parlo di ESSERE perche non posso definirmi umano…anche se ciò sembra in logico ma comprenderete strada facendo…..”


    


 


    
1 Capitolo




    
Vecchie conoscenze



    

 Sherlock Holmes


    
Tutto è cominciato una notte come le altre, io del canto mio me ne stavo nel mio studio a Scotland Yard dove mi ritrovavo spesso,fuori pioveva già da parecchi giorni, a quanto lasciava intendere non avrebbe smesso. Io per ingannare il tempo stavo fumando la mia pipa mentre sistemavo delle scartoffie quando senti il rumore che emetteva l’ascensore e intuì che stavano arrivando visite. Dopo alcuni secondi sentì l’enorme porta aprirsi e due figure lontane che si avvicinavano, cosi mi alzai facendo perno sulle mie ginocchia e gli andai in contro, appena fui più vicino riconobbi subito chi fossero i due, uno era l’ispettore Lambert e l’altro era il Dott. Jekyll che lo affiancava il quale non vedevo ormai da più di 10 anni ed ovviamente manteneva un aspetto puramente giovanile. "Buonasera Holmes ti trovo in gran forma!" dicendomi, allungo una mano per salutarmi e io risposi "Il piacere è il mio, ma non farmi tanti complimenti che non merito" detto ciò osservai per un minuto interminabile la sua mano e confrontandola con la mia che assomigliava più a una pinza, e per di più è fredda senza vita come del resto lo sono anche io . Dopo aver salutato i due li invitai a sedersi e prendersi qualcosa da bere ma l’ispettore Lambert mi fermò dicendo "Holmes non siamo venuti per una visita di cortesia, ma perche c’è stata una rapina al British Museum e abbiamo bisogno del tuo aiuto!!" detto ciò posai la bottiglia e risposi loquacemente "c’era da aspettarselo visto che non avete nemmeno portato un regalino… ma del resto cosa porteresti te a un androide, il quale non sente ne può odorare nulla di tutto ciò che lo circonda?" appena terminai di pronunciare quelle fatidiche parole nella stanza il silenzio rese tutto più difficile di quello che era.  In quel interminabile secondo tanti i pensieri che arieggiavano nella mia mente, ma poi l’ispettore parlò "Holmes non abbiamo tempo per certe cose ora!!" disse con calma verso di me che tranquillamente risposi "l’ho notato!!" risposi facendo il giro della scrivania e avvicinandomi ai due "allora sarà il caso di avviarci, invece mio caro Dott. Il nostro incontro dovrà attendere!!" detto ciò salutai il dottore, ah prima che mi  dimentichi il Dott. Jekyll è un uomo di statura media su 1,90 , magro slanciato con dei lunghi capelli neri e occhi azzurri ,tutto ciò può sembrare stravagante ma dopo i suoi esperimenti fatti su se stesso il  colore degli occhi cambia con l’umore del dottore, infatti se si sta alterando i suoi occhi acquistano delle sfumature verdi, penso che questa descrizione possa bastare per adesso. Io e l’ispettore ci recammo sul posto dove mi trovai di fronte uno spettacolo raccapricciante , al posto dell’entrata ora c’era un  buco enorme che dava una modesta visuale all’interno del museo, arrivati davanti a ciò che restava dell’entrata ci venne a prendere un agente per darci le informazioni che avevano raccolto "Ispettore non sono ammessi civili o androidi qui" disse osservandomi per un istante prima di comprendere o forse no chi aveva di fronte "scusi agente ma lei sa chi è costui??" rispose l’ispettore al mio posto e di colpo  al sentire tali parole l’agente si inchinò per scusarsi nei miei confronti "mi perdoni signor Holmes non pensavo che le voci che giravano fossero vere!" dicendo ciò io risposi "lasci stare,ora può condurci all’interno e illustrarci i ritrovamenti, cosa è stato rubato e chi o cosa lo ha provocato?" l’agente ci fece strada all’interno del museo illustrandoci il tutto "allora sono state ritrovate delle impronte ma sono enormi guardi!" esclamò mostrandomi un impronta di dimensioni di almeno 10 taglie in più del normale "poi non sappiamo chi siano ma sappiamo che erano in due, secondo le guardie erano molto forti" disse mentre percorrevamo un lungo corridoio  per poi inoltrarci in una sala enorme dove ci fermammo "bene il tour si conclude qui dove anno trafugato il libro" e ci mostrò il piedistallo da dove era stato rubato. Dopo ciò parlammo con la scientifica che ci disse di non aver trovato traccia del passaggio di quei due, la cosa sconvolse molto l’ispettore invece il mio instancabile cervello continuava a formulare ipotesi e mentre continuavamo questo tour l’ansia dell’ispettore arrivo al punto che cominciò a parlare a raffica "ma come è possibile che non hanno lasciato traccia! Ci deve pur essere un particolare che gli sia sfuggito" continuava a ripetere più per auto convincersi che per serietà cosi come sempre ho risolto le cose "ha preso in considerazione che quei due avessero calcolato già tutto nei minimi dettagli? Come lei sa per bene anche non avere prove può essere determinante o sbaglio.." incalzai in quel momento osservando l’ispettore per poi proseguire "sono sicuro che i rapinatori conoscessero già il posto e ciò lo possiamo dedurre dal fatto che conoscevano l’interno del museo e sapevano dove era stato esposto il manoscritto questo ci porta a ipotizzare che avessero delle mappe dettagliate!" detto ciò la preoccupazione dell’ispettore svanì come d’incanto e venne rimpiazzato da una sguardo rassicurato "ottimo lavoro Holmes come sempre del resto.." ringraziai per le belle parole ma evitai di dirgli che ero preoccupato perche ci trovavamo davanti due tipo tosti a giudicare dal bel lavoro che avevano compiuto. Dopo quel tour all’interno di ciò che restava del museo andammo a trovare il direttore del museo che ci informò su un paio di cose interessanti, delle quali eravamo all’oscuro ovvero che il committente che lo aveva consegnato al museo ed era colui che ne aveva la massima responsabilità non aveva voluto sporgere denuncia del furto, anzi si era bene tenuto dal farla senza dare delle spiegazioni soddisfacenti, cosi quale modo migliore di sentire il suo parere se non quello di andare a fargli visita anche se ormai se ne sarebbe parlato domani vista l’ora che si era fatta, cosi mi aggirai all’interno della struttura per raccogliere informazioni sia dalla sicurezza sia per quanto riguardava eventuali prove sfuggite alla scientifica, e come primo indizio ebbi un  identikit dettagliato dei due e da quanto dissero le guardie uno era una montagna di muscoli dagli occhi chiari e i capelli di un biondo cenere scuro, nazionalità probabilmente svizzera e il secondo sospettato era magrolino con capelli scuri e occhi scuri purtroppo non erano molto chiari vista la mancanza di dettagli che a quanto pare non hanno colto le guardie. Andando avanti col tour notai un pezzetto di stoffa a terra, cosi lo raccolsi e aprendo uno scompartimento della gamba lo infilai a dovere per poi chiudere e continuare, decisi cosi di avvalermi del mio scanner oculare dotato di analizzatore termico ma oltre a questo non trovai altro. Era chiaro che fossero professionisti, e per di più abili visto il modo con cui si erano liberati delle guardie senza lasciarsi nessuna traccia alle loro spalle davvero stupefacente, era una delle poche cose che mi lasciava perplesso e incuriosito, compresi subito che ci sarebbe stato di divertirsi, cosi tornai dall’ispettore Lambert che disse "Holmes dove ti eri cacciato….noi che lavoriamo e tu ti vai a fare le tue passeggiate?" disse, ma dovete sapere chi era l’ispettore Lambert prima di comprendere le circostanze che mi hanno portato a fare squadra con lui, bene dovete sapere che lui possiede la mira più accurata del mondo, ma non per volere suo semplicemente perche come altre persone  al mondo con la famosa evoluzione che tutti conoscono il genere umano è giunto a progressi stratosferici eccezionali che lo ha costretto a un adattamento delle proprie facoltà a uno stile di vita più frenetico e cosi che sono finito in squadra con lui, non è che abbia un cervello sopraffine come il Dott, Watson ma non è un cattivo ragazzo in fondo in fondo, mi spiace che ora si trovi in Europa per motivi personali ma credo che sia meglio cosi in fondo, ma torniamo a noi, e dopo le sue parole lo osservai rispondendo "raccoglievo indizi per la nostra causa e spero converrà con me che le mie abilità non possono restare sotto chiave oppure no?? Perche se fosse cosi potrei tornare nel mio studio invece di rimanere qui a non concludere nulla.." conclusi incastrandolo a dovere "come sempre Holmes avete questo innato potere di trovare in tutti uno sbaglio e ritorcerglielo contro, ve ne do atto e mi scuso per la mia arroganza, prego continuate se avete ancora altro a cui dedicarvi…" rispose, come già avevo previsto cosi ripresi "no, penso che qui abbiamo terminato se siete d’accordo?" dissi, e l’ispettore convenne con me che potevamo ritirarci, cosi tornammo al mio studio dove mi attendeva il Dott. Jekyll un amico di vecchia data "spero di non avervi fatto attendere molto?" dissi "non ti preoccupare, ho ingannato il mio tempo dando un’occhiata in giro se non ti dispiace..?" rispose "ma certo che no, allora che notizie mi porti?" dissi con un sorriso, ferruginoso, ovvero l’unico che mi era concesso viste le mie condizioni di androide, ma sapevo che avrebbe compreso ugualmente il mio gesto e infatti "oh caro Holmes cosa pensi abbia da raccontarti un girovago come lo sono io, senza una fissa dimora e una famiglia dalla quale tornare?" rispose "su via non dire sciocchezze,sai bene che sei sempre il benvenuto qui, questa è come casa tua….." dissi, mentre lo osservavo anche lui per chissà quale scherzo della natura non poteva invecchiare per via dei suoi esperimenti su di se, destinato come me a una vita di solitudine, anche se soli ci comprendevamo ed eravamo sempre ogni uno pronto ad aiutare l’altro senza tirarci mai indietro davanti a nulla,legati da un aspro destino, a volte la vista è cosi meschinamente comica, ricordandoci che noi siamo solo un granello di sabbia che come il resto di essa si muove seguendo regole proprie. "dimmi dove sei stato in questi 10 anni??" gli domandai incuriosito dalle sue avventure "bhè ho girato molto guardando il mondo e ciò che ha da offrirmi, ma è lo stesso mondo che abbiamo visto già tempo fa, non vuole altro che qualcuno che si occupi dei suoi problemi, e tu invece? Notavo che lavoravi a qualcosa qui tra i tuoi appunti, ma non capisco di cosa si tratti di preciso" rispose dicendomi "si devo ammettere che è un progetto al quanto strano…..diciamo che tento di adottare un metodo di analisi con la matematica, ottenendo dei prodotti che possano propormi varianti ipotetiche di situazioni differenti di avvenimenti" precisai senza entrare nel dettaglio visto che ho sempre preferito tenere i miei progetti per me e non darli al mondo intero "praticamente una cosa un po’ contorta!! Ma interessante nel contesto, e cosa ne trarresti??" disse "bhè nulla di nulla!! Fondamentalmente ma visto che non ho molto da fare il giorno e dovrò ingannare il tempo ogni tanto no??" risposi sorridendo "certamente, hai ragione anche te" rispose sorridendo anche lui cosi la conversazione andò avanti fino a molto tardi e ci raccontammo molte altre cose di ciò che ci era successo nei vari anni che ci eravamo persi di vista. L’indomani mattina come mio solito mi risvegliai dal mio cosiddetto “sonno” che realmente era definito come una ricarica di questo corpo metallico, ma devo ammettere che mi sentivo sinceramente felice, anche se un androide non prova sentimenti ma comunque sia era una bella sensazione, cosi andai nei laboratori e vi domanderete perche!! Dovete sapere che questo che ho addosso è un corpo provvisorio, perche da alcuni anni i più illustri scienziati stanno lavorando alla clonazione del mio corpo, ovviamente non è una cosa semplice riprodurre un corpo umano, ma dopo parecchi anni ci sono riusciti, e io dopo tanta attesa sono finalmente giunto al capolinea di questa semi esistenza finalmente potrò riprendere a vivere. Arrivato ai laboratori varco l’enorme porta metallica che si apre appena gli sono di fronte e entro in una stanza circolare piena di capsule contenenti corpi ibernati mi avvicino ad un tavolo di laboratorio dove un uomo sta operando arrivatogli praticamente alle sue spalle "Holmes buongiorno, come si sente oggi??" disse e io risposi "praticamente come ieri e come l’altro ieri a cosi via…" mi guardai attorno squadrando l’enorme stanza vedevo corpi ovunque ibernati in attesa di essere operati dal Dott. Edward Wesley noto criogenista, definito da molti un vero genio un uomo alto all’incirca 1,90 di età compresa tra i 65-70 anni portava sempre un camice bianco e degli occhiali da vista piccoli e quadrati con la barba che gli passava dalle basette fin sotto il mento a delineare la mascella ed in fine un umorismo scellerato. Mentre mi guardavo attorno osservavo la precisione con la quale egli riponeva tutto con estremo ordine, ogni vasca era posizionata come si ci si trovasse in un labirinto preciso con ogni ferro del mestiere riposto con estrema precisione, sembrava quasi maniacale da un certo punto di vista "stai cercando il tuo corpo presumo??" esclamò guardandomi, io voltando il capo dissi "no, pensavo..ma se per caso è pronto preferirei poterlo vedere" il suo sguardo mi pervase per un istante "certamente mi segua" detto ciò percorremmo quel labirinto fino ad arrivare ad un congelatore enorme il dottore digitò una password su una riproduzione olografica di una tastiera ed questo si apri dinnanzi ai nostri occhi con una voce di donna ci accolse "SALVE DOTTORE" la cosa era impressionante c’erano migliaia di corpi sospesi su delle barelle sospese in aria "buongiorno kety dammi il file del paziente 0014" ed appari sempre ad immagine olografica il file e li il dottore armeggiò con dei dati "bene sembra che il suo corpo sia quasi completo, ok kety mi passi il corpo del paziente 0014 grazie" "SUBITO DOTTORE" io intanto ero rimasto estraneo alla conversazione. In quel momento varie barelle invertirono il proprio ordine fino a che una di questa non usci ed scorrette fino ad fermarsi davanti a noi, io mi avvicinai per osservarla "cosa ne pensa??" esclamò il dottore "davvero stupefacente!!" dissi vedendomi su quella barella, era proprio l mio corpo "ma sono spiacente non posso trasportare la sua coscienza in esso" esclamò e li i miei occhi non riuscirono a crederci infatti si aprirono più possibile "come non può??" risposi "ho compiuto vari esperimenti ma non riesco ancora a mantenere ancorata una coscienza ad un corpo….ho anche io i miei limiti" concluse e li io mi voltai e mi allontanai "bene allora mi contatti quando ne sarà in grado!!" conclusi pure io  andandomene via. Evidentemente la mia reazione era stata esagerata ma non potevo essere sereno dopo una tale notizia, voi non trovate? Ma andai comunque sia avanti e mi recai dal proprietario del libro per interrogarlo sugli avvenimenti della scorza notte, prima di uscire passai in centrale ed dopo aver preso l’indirizzo parti mentre ero in viaggio ripensai un po’ alla vicende di ieri sera e cosi presi il pezzo di stoffa che avevo riposto nel contenitore della gamba e usai lo scanner oculare per fare un’analisi approssimativa e ne ricavai che il pezzo che credevo fosse stoffa era in realtà lino, materia organica molto pregiata per non dire costosa, questo a dimostrazione che i ladri non erano sprovveduti qualunque. Arrivato nella via parcheggiai davanti alla casa del sig. Isaac Prover ovvero il proprietario del libro antico rubato cosi usando il compiuter mi collegai con la centrale e attivai l’audio e il microfono con l’intensità dei miei recettori auditivi "centrale mi ricevete? Sono l’ispettore Capo Sherlock Holmes codice 224616" dissi attendendo "ricevuto ispettore capo codice confermato dica pure!!" rispose una voce femminile e delicata "vorrei più informazioni possibili su Isaac Prover" "resti in ascolto" concluse lasciandomi coi miei pensieri che mi riportarono alla brutta notizia che avevo ricevuto e li mi venne in mente una teoria, che mi fece irrigidire "ispettore capo abbiamo le informazioni richieste le dovrebbe pervenire un file istantaneo con tutte le informazioni su di lui" e quello mi consenti di non realizzare la mia teoria, cosi distolsi tali pensieri a prendo il file:


    
Isaac Prover


    

    
Nato in Inghilterra il **/**/** a Londra da May Joty e Frenk Prover, trasferitosi in America all’età di 18 anni per motivi di studio, tornato in Inghilterra all’età di ben 31 anni in seguito alla scomparsa del nonno Miller Joty padre di May. E dopo il funerale si è stabilito a Camden Town da due anni a questa parte lavora come archeologo presso il museo di scienze naturali


    

    

    
Dossier legale


    
-Multa per eccesso di velocità il **/**/**


    
-Rissa in un bar **/**/**


    
Entrate fiscali
   

    
Tasse: 1,349


    
Stipendio: 1,200


    
Bollette varie: 203


    
Conto bancario: 2,340.00


    

     Mentre leggevo la voce della ragazza mi illustrò alcuni particolari "ispettore capo questo è solo una parte ma se vuole continueremo a cercare!" disse "certamente voglio sapere tutto su quest’uomo, chiudo" conclusi risistemando il tutto e uscendo dalla macchina mi recai nel palazzo e suonai il campanello dopo poco risposero "si chi è..?" "sono l’ispettore e vorrei farle alcune domande sul furto" dissi "la stavo aspettando prego salga!" disse aprendomi il portone, sali le scale del palazzo, davvero ben curato e di classe ciò mi faceva intuire che mi sarei trovato faccia a faccia con il solito ricco che non gli importa di nulla tranne che di se stesso. Arrivato davanti alla porta trovai un giovanotto alto pressappoco 1,80 capelli nero corvino occhi marroni, vestito di pantofole, Jeans blu e maglia bianca firmata "bene ora anche gli androidi diventano poliziotti" esclamò in tono sarcastico e io di mio buon grado risposi "simpatico, ma la devo contraddire sono un organismo vivente bio impiantato all’interno di un androide…" dissi "Sa avevo già sentito dire di questa tecnologia ma non pensavo fosse possibile… ma che sgarbato prego si accomodi" rispose per poi guidarmi all’interno della sua casa, dove costeggiammo un lungo e ampio corridoio pieno di quadri molto colorati passando diverse stanze come un bagno, la camera da pranzo fino ad arrivare ad un salotto molto capiente, fornito di due divani disposti a L e un caminetto acceso che riscaldava l’ambiente verso l’angolo destro un pianoforte a coda molto elegante ed una piccola libreria sul lato destro, piccola si intende visto che occupava quasi tutta la parete. Il sig. Isaac mi invitò a sedermi sul divano e li cominciò la nostra chiacchierata che mi sbalordì "allora mi dica, cosa vuole sapere?" disse Isaac "vediamo può dirmi per quale motivo non ha voluto denunciare il furto del manoscritto?? Penso che sia una grande perdita per lei…ho sbaglio??" chiesi incuriosito "non lo metto in dubbio ma preferivo non far parlare di me alla stampa che sicuramente si sarebbe precipitata per nulla seguendomi a dandomi noie….comprende?" rispose lasciandomi il così detto amaro in bocca "ma non pensa che comunque sia arriveranno visto l’accaduto?" dissi cercando di scovare il vero motivo del suo rifiuto "sa si sbaglia perche ovviamente per sapere cosa è successo si cerca una fonte ma visto che la polizia deve mantenere un segreto professionale e invece chi come me potrebbe trarne profitto sbandierandolo ai sette venti non lo fa, sistematicamente se la cosa si venisse a sapere si violerebbe quella cosi detta praivasi che nuocerebbe a voi, che vi trovereste con dei  guai soprattutto con me!" disse guardandomi nei occhi "sa sig. Isaac che minacciare il l’ispettore capo di Scotland Yard è un reato molto grave" esclamai facendogli intendere che non si scherza con me "crede che questa sia una minaccia?? No no.. se lo fosse le assicuro che ci sarebbe da preoccuparsi seriamente" rispose senza distogliere lo sguardo da me e li compresi che avevo a che fare con una bella gatta da pelare prosegui con le domande "non posso darle torto ma sa è insolita come cosa, comunque torniamo a noi dove si trovava ieri sera alle 23:30 ?" dissi attendendo una sua risposta "ero nel mio studio a lavorare" rispose Isaac "c’è qualcuno che può confermarlo?" chiesi "certamente ho chiamato il mio socio Ronald alle 22:50 per discutere di un grosso affare che stiamo trattando" rispose con estrema tranquillità e disinvoltura "da ciò che ci risulta lei fa l’archeologo e potrei sapere di quale affare si tratta??" domandai cercando di metterlo in difficoltà "Bè deve sapere che c’è un grosso carico di oggetti provenenti dall’amazzonia che ci dovrebbe pervenire e per tanto determinavamo i termini del trasporto, e comunque come suppongo lei abbia già calcolato ci vuole un’ora per arrivare al museo e lo spostamento si sarebbe notato al telefono, infatti il mio collega le potrà di sicuro riferire che ero a casa e a sostenere la mia tesi le posso confermare che ieri sera c’era un film di Vampiri alla tv ed è finito precisamente alle 12:00 molto interessante ma trama un po’ sciatta" concluse sapendo di avermi messo alle strette o meglio cosi pensava "guardi che ciò che lei definisce impossibile io lo definisco astuzia…. Perche le sarebbe bastato registrare il film ed aver chiamato il suo collega tramite un auricolare e grazie a un semplice bypassaggio è possibile sviare una chiamata da un telefono fisso a uno portatile e per di più grazie a un isolatore è possibile isolare i rumori circostanti, per tanto dopo il colpo sarebbe stato semplice tornare a casa e guardare il film in modo da sapere di cosa trattasse e pure quante volte ci sono state le varie reclami!!" dissi guardandolo e li compresi di averlo messo in difficoltà "complimenti, ma una cosa come facevo a trasmettere i dati che ho nello studio al mio collega senza conoscerli visto che mi sono arrivati via fax solo ieri sera…" concluse quel discorso lasciando questa volta me di stucco, era raro trovare una persona con tanta premura per i dettagli e ciò per me lo rendeva il maggior sospettato, ma non ne ero certo e questo mi dava rabbia "bene a quanto pare lei ha un alibi, ma può dirmi qualcosa su questo manoscritto?" chiesi aprendomi un’altra strada "bè non si sa molto visto che nessuno è in grado di aprirlo…. Ma si pensa che possa essere della civiltà dei Maya, è composta da un 85% d’oro puro ed intarsi di perla, le pagine in carta di papiro….penso sia tutto…anzi aspetti nelle incisioni intorno al libro c’è scritto “colui che vuole la vita merita la morte….chi cerca la conoscenza vincerà la sorte” ma non capiamo per quale motivo i Maya vogliono che rimanga chiuso!!" disse e per me ciò sembro solo un dettaglio di poco conto e il mio cervello macinava ipotesi chi o cosa avesse avuto interesse ad averlo "c’è stato qualche compratore che le è sembrato un po’ pressante?" "bè ora che ci penso si ci sono stati due in particolare Handy Braun e Lenny juis sembravano ansiosi di comprarlo ma io ho preferito che quel libro restasse in mano al museo cosi che tutti potessero ammirarlo" disse e cosi c’erano due sospettati con i quali dovevo parlare ma per ora potevo ritirarmi "bene se sa altro mi contatti a questo numero, la ringrazio per la sua collaborazione le farò sapere se avrò notizie…a rivederci" dissi alzandomi e allungando la mano "di nulla ma potrei sapere il suo nome?" mi disse lasciandomi a disagio perche non potevo rivelare chi fossi in realtà ma visto che il mio nome era comune allora decisi di dirlo "Holmes…molto piacere" risposi per poi lasciargli un numero e andai in macchina ripartendo ripensai a ciò che c’eravamo detti e non sapevo proprio cosa avesse cambiato quel giovane sembrava arrabbiato con la vita stessa, ma non erano affari miei…..o almeno lo pensavo.


    

  
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