Avete
mai sentito il suono di un cuore che va
in mille pezzi e anche più?
Io
purtroppo si… E vi assicuro che è la cosa
più atroce che abbia mai sentito.
E
lo sapete cosa è ancora peggio?
Che
il cuore che sentii stridere in maniera
agghiacciante per una pugnalata di dolore, delusione, rabbia e
ancoscia, era il
mio…
Perché
da un giorno all’altro tutto è cambiato
così velocemente?
Prima
erano giorni pieni di sole, aria fresca e
prati verdi sommersi di fiori colorati, che lasciavano nei dintorni una
fragranza dolciastra e gradevole.
Le
nuvole bianche, soffici e morbide come
batuffoli di cotone, viaggiavano su e giù per il cielo, di
un azzurro così
intenso, che sembrava fosse irreale.
E
il cinquettare degli uccellini, era di ottima
compagnia, mentre riuscivo ad osservare anche il volo indisturbato
delle
farfalle variopinte.
E
ora?
Ora
vedo solo nuvole grigie e minacciose a
coprire i dolci raggi del sole, che così caldi e leggeri
adesso mi mancano, ma
probabilmente anche la compagnia
delle
stelle, che mi guidavano nella notte scura.
I
prati freschi e verdi hanno lasciato posto a un
terreno secco e spaccato su cui non è cresciuto niente.
Anche
il cinquettio degli uccellini era
sparito, forse volato via insieme alle farfalle che tanto amavo
osservare.
E
l’aria…
L’aria
è così rarefatta e così fredda, che
ogni
respiro mi è doloroso…
A
volte credo che sarebbe meglio smettere.
E,
delusa di ciò che mi circontava, abbassai lo
sguardo e lo scorsi, lì, a terra intorno ai miei piedi, in
piccolissimi cocci
di vetro, sparsi ovunque qua e là… Il mio cuore.
E
al suo posto, al centro del petto, dove prima
pulsava forte e senza sosta, il vuoto… Un oblio di tristezza
e maliconia che
tuttora non mi da pace.
Cosa
mi resta da fare, se non chinarmi a terra
per raccogliere ciò che ne è rimasto di quel
piccolo organo che avevo donato a
tanti, ma che adesso era inutilizzabile; torturato e strapazzato dalle
mille
persone che non sono state mai capaci di prendersene cura.
E
mentre sono a terra, in ginocchio, con le mani
tagliate che continuano a tenere strette i cocci, come se fossero per
loro la
cosa più preziosa del mondo, non riesco a smettere di
guardare l’orizzonte…
Nella
speranza che arrivi qualcuno ad aiutarmi
a raccogliere quei piccoli cocci da riassemblare…
O,
nella remota speranza, che rispunti il sole…
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