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Autore: Hinata_S_I_TT 4EVER    27/09/2010    7 recensioni
Quando la ragazza riaprì gli occhi era ancora distesa a terra, stavolta sull'erba nuda e non più sulla neve e Naruto era di spalle a qualche metro di distanza che portava sulla schiena il figlio della sua sensei.
Le venne d'istinto coprirsi il ventre con entrambe le mani, ma non c'era niente da coprire: niente nebbia, nessuna traccia della neve e soprattutto nessun pancione da mamma. Non trovò altra soluzione che attribuire quel sogno alla botta che aveva preso cadendo per terra.
Dopotutto era solo un sogno.
Era solo un sogno.
Genere: Avventura, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Tenten
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo primo

Avrebbe potuto essere una splendida giornata, il sole irradiava costantemente calore fin dai primi minuti dell'alba, costringendo anche i più pigri ad alzarsi con largo anticipo rispetto alle proprie abitudini, e poi, perché mai rimanere a letto invece di godersi la bellezza di una giornata così, ora che il villaggio di Konoha era tornato in pace?
Si vedevano di nuovo i bambini giocare per le strade, si udivano i vecchi raccontare storie delle loro prodezze passate e, ogni tanto, era possibile scorgere l'ombra di qualche giovane jonin che si allenava saltando tra un albero e l'altro, ma quel particolare mattino due jonin insolitamente ritardatari mancavano all'appello.
Una giovane coppia che, di recente, spesso e volentieri mancava agli allenamenti per spendere il pomeriggio in modo più piacevole e discreto o, per dirlo in altri termini: volevano stare da soli insieme, ancora una volta. Perché ogni volta poteva essere l'ultima, e se per disgrazia tutto quello per cui lottavano, tutto quello per cui servivano il proprio villaggio, li avesse separati ancora come in passato?
Non erano più molte le paure della giovane Hinata Hyuuga, molte di esse si erano dispersero, altre ancora si trasformarono in semplici pensieri malinconici, ma questa era un incubo ricorrente che le impregnava le notti di angoscia, facendola dormire avvolta in un lenzuolo di agonia. Perché si continuava a ripetere che fosse tutto troppo bello per essere vero, perché finalmente, dopo anni di amore a senso unico, era riuscita a realizzare l'unico desiderio che le era veramente indispensabile per poter dare un senso alla propria vita. E ora quel desiderio le dormiva accanto tutte le notti, stringendola a sé, intrecciando le dita con le proprie, facendola sentire davvero al sicuro da qualsiasi cosa. La piccola e timida Hinata Hyuuga era cresciuta, trasformandosi in una giovane donna affettuosa e piena di talento che da qualche tempo era divenuta più spontanea e più solare, pur conservando quella discrezione e pudicizia che l'avevano sempre caratterizzata fin da bambina. E ora Hinata guardava con orgoglio il suo piccolo sogno privato, o forse non tanto privato, ancora in coma profondo nel loro letto, rannicchiato sotto il lenzuolo come se fosse un bambino anziché un uomo fatto e finito.
-Amore... amore, svegliati...- mormorò con voce candida e cristallina. Da sotto il lenzuolo uscì un rumore anomalo che poteva essere facilmente scambiato per un rantolio di dolore, invece era solo lo strano russare del giovane. Hinata si avvicinò con cautela al bordo del letto, avrebbe provato a svegliarlo dandogli qualche scossone anche se le speranze non erano molte...
-Amore siamo in ritardo, gli altri sono già al campo!
Niente, il ragazzo non accennava ad aprire gli occhi, allora lei gli tolse le lenzuola direttamente dal materasso ed aprì la finestra sperando che una ventata fredda lo destasse dal mondo dei sogni, invece tutto quello che ottenne fu una serie di piccoli lamenti. A quel punto rimaneva solo una cosa da fare, solo che anche solo promettendola poi l'avrebbe assillata finché non gliela avrebbe data. Ma a quel punto era disposta a tutto, allora gli si avvicinò all'orecchio e gli sussurrò
-Amore, per pranzo possiamo andare da Teuchi...
-Eccomi tesoro sono sveglio!- esclamò Naruto drizzandosi subito sulla schiena e saltando fuori dal letto rischiando di far venire un infarto alla compagna per lo spavento, poi il biondo la prese per i fianchi gettandola sul letto sfatto, abbracciandola forte e dandole tanti piccoli baci sul collo che non avevano niente di tenero ma solo un patetico tentativo di ruffianaggio.
-Amore dovevamo essere al campo venti minuti fa... ora alzati!- esclamò la ragazza scansando il biondo e facendolo inevitabilmente rotolare giù dal letto, costringendolo così a vestirsi e a uscire con lei sotto reale minaccia di digiuno. Giunsero al parco tenendosi per mano, ogni tanto scambiandosi qualche dolce sorriso o uno sguardo amorevole, come vere e candide colombe tubanti.
Ok, questa volta erano davvero in ritardo. Il resto del gruppo era sparso per tutta l'area del campo d'allenamento, ma solo Ino e Sakura, di fatto si stavano allenando; infatti, Shikamaru stava beatamente dormendo all'ombra di una quercia con le braccia incrociate dietro alla testa mentre Kiba si stava riposando accanto ad Akamaru. Choji se n'era andato dieci minuti prima per andare a farsi uno spuntino, seguito a ruota da Neji e da TenTen che si erano stancati di aspettare.
Una volta arrivati, Hinata saltò su un ramo del pioppo più vicino, tirando fuori l'equipaggiamento e passando tre shuriken al compagno per permettergli di fare qualcosa dal momento che aveva dimenticato tutto a casa... di nuovo.
Silenziosamente, le ragazze si allontanarono dal resto del gruppo per poter fare conversazione senza elementi molesti, si parlava tanto di allenarsi ma alla fine era solo una scusa, appunto, per parlare.
-Hinata, ma è mai possibile che tu e quel cretino siate sempre in ritardo!- esclamò Ino prima ancora di salutarla. Accanto a lei, Sakura era rimasta in silenzio, un alone affranto che l'avvolgeva come un sudario ormai da mesi, la situazione era rimasta religiosamente immutata dallo shock di quella notte.
-Che è successo?- domandò la mora, preoccupata per la depressione dell'amica che quel giorno, più di altri, la tormentava.
-Ha avuto un altro incubo, stanotte non ha chiuso occhio poverina...- spiegò Ino al posto suo, da qualche tempo Sakura era andata a vivere da lei e Shikamaru, non sentendosela di stare ancora sulle spalle dei genitori e troppo fragile per poter vivere da sola. Hinata l'avrebbe volentieri ospitata se nel loro appartamento ci fosse stato spazio a sufficienza per tre persone, purtroppo era davvero minuscolo anche per due.
Sakura si appoggiò di peso al tronco più vicino, abbandonandosi su di esso apparentemente priva di forze. Non era sé stessa da troppo tempo, quella situazione avrebbe finito con l'ucciderla ed Ino e Hinata non sapevano più che pesci pigliare. L'unica cosa che riuscivano a fare era permetterle di sfogarsi e di lasciarsi andare alle lacrime, troppe persino per Sakura stessa ma non riusciva a farne a meno.
-Tesoro, ti va di parlarne?-domandò dolcemente Hinata sedendosi accanto a lei e lasciando penzolare le gambe nel vuoto sottostante. La Haruno scosse lievemente la testa, supplicandole in una domanda muta che non le chiedessero niente che rimanessero semplicemente a farle compagnia durante quel suo solitario tuffo nel dolore. Anche se Sasuke l'aveva abbandonata ormai da 2 anni, quella fatidica notte in cui le aveva detto nuovamente addio aveva lasciato in Sakura un evidente segno della sua prepotenza infrangendole il cuore. A causa del dolore, Sakura rischiò l'anoressia: mangiava un giorno sì e due no e dimagrì a vista d'occhio. Fu allora che Ino decise di accoglierla in casa propria, dove avrebbe potuto tenerla d'occhio e darle le attenzioni di cui aveva bisogno. Era emotivamente e psicologicamente instabile. Hinata, Ino e TenTen catalogarono una serie di argomenti che non avrebbero più potuto toccare, e se questo significava parlare del tempo per un periodo pressoché indeterminato così sia.
Quando Sakura si fu calmata la riportarono dagli altri, dove avrebbero sicuramente trovato degli argomenti di conversazione che l'avrebbero distratta e che, forse, l'avrebbero fatta sorridere ancora.
All'improvviso, un bambino di cinque anni dai capelli neri come la pece e gli occhi di rubino fece la sua comparsa tra le siepi, correndo subito a nascondersi dietro le gambe di Naruto che, inizialmente, non si era accorto di nulla e aveva continuato a scherzare con Kiba. Era il figlio di Kurenai-sensei che, probabilmente, ne aveva combinata un'altra delle sue e ora cercava rifugio dall'unica persona che non era in grado di sgridarlo per le sue frequenti marachelle.
-Ehi, che hai fatto stavolta piccolo?- gli domandò Naruto sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori. Quando il bambino si fu assicurato che non c'erano pericoli in vista, decise di uscire da quello scarso nascondiglio.
-Sono scappato...- disse con una vocina che tentava di sembrare innocente. Naruto sorrise ancora in modo rassicurante, quel bambino ne sapeva una più del diavolo. Non era la prima volta che andava nel parchetto per fuggire dalle grinfie della madre dopo che aveva fatto uno dei suoi disastri!
-Questo lo vedo, e perché?
-La mamma voleva rifilarmi i cavoletti per pranzo... e ha tentato di mimetizzarli col formaggio per ingannarmi!
Il biondo scoppiò a ridere, anche a lui non erano mai piaciuti i cavoletti, e quando la compagna provava a cucinarglieli fingeva di avere un impegno improvviso e scappava dalla casa a gambe levate... tendenzialmente si rifugiava nel suo ristorante preferito a fare il pieno di ramen!
-Ah ah, ti capisco. Senti, che ne dici se andiamo a prendere un gelato?- al piccolo si illuminarono gli occhi alla prospettiva di un gustoso gelato straripante di zuccheri colorati ed esultò.
-Sììì!
-Però devi promettermi che lo mangerai dopo pranzo, ok?
Colto alla sprovvista, il figlio di Kurenai fece una smorfia di disgusto, come se fosse appena stato obbligato a mangiare il minestrone con l'imbuto, eppure si rassegnò. O quello o niente gelato.
-E va bene, lo prometto!- a quel punto Naruto si inginocchiò piegandosi in avanti sulle ginocchia.
-Dai su, sali che ti riporto a casa o a tua madre verrà un infarto!
-Wiii!
Naruto si caricò il bambino sulla schiena e cominciò ad avviarsi verso la sua casa. Hinata, che nel frattempo aveva assistito a tutta la scena assieme ai loro compagni, si avvicinò furtiva al biondo prendendolo alla sprovvista.
- Oohh, come sei bravo!- cinguettò in un falsissimo tono adulatorio, stava già progettando di preparare i cavoletti per cena e glieli avrebbe fatti ingoiare uno ad uno stavolta, altro che “tesoro, ho una riunione urgentissima!”.
-Che vuoi farci, adoro i bambini... e non vedo l'ora di averne!- quell'esclamazione la colse totalmente alla sprovvista, e dallo sgomento la corvina cadde a faccia in giù sull'erba come se qualcuno le avesse appena fatto lo sgambetto di proposito, sbattendo sul terreno con la testa. Mai si sarebbe aspettata di sentire quelle 6 parole -...non vedo l'ora di averne...- come se Naruto avesse già fatto dei progetti dimenticandosi di avvisarla, perché non se n'era mai parlato, di bambini.
Quando la ragazza si rialzò, ancora scioccata dalla frase del compagno, notò con una certa incredulità che sia Naruto che i loro amici erano spariti, non c'era più nessuno intorno a lei. Persino il tempo era diverso, c'era una nebbia fittissima, il cielo era grigio ed era tutto coperto dal manto bianco della neve. Come può esserci la neve a metà Maggio? Che cosa stava accadendo?
Era nel parco, questo sì, ma era da sola in mezzo a tutta quella nebbia.
-Hinata!
Sentendosi chiamare, la ragazza si voltò. Ma quella voce calda e confortante non era per lei. A qualche metro da lei comparve una giovane donna di cui non riusciva a vedere il volto poiché di spalle, il corpo avvolto in una larga e pesante veste bianca e i lunghi capelli neri come la notte avvolti in una coda scompigliata. Qualche secondo dopo comparve attraverso la nebbia un uomo con indosso le vesti dell'Hokage, Hinata non riuscì a vedergli il volto a causa del copricapo che indossava e che lo rendeva totalmente anonimo ai suoi occhi, la donna sollevò un angolo della veste per potergli correre incontro, dove gli si gettò fra le braccia singhiozzando. Alla giovane Hyuuga sembrò di intravedere anche un pancione che gonfiava la veste all'altezza del ventre, un classico pancione da mamma.
-Oh mio dio, allora eri tu!
Hinata si riconobbe dal timbro della voce, tentò di alzarsi ma non sentiva più la neve sotto alle mani e quando alzò nuovamente lo sguardo notò con un certo sgomento che la realtà si stava progressivamente allontanando come se si trovasse all'interno di una galleria, e tutto divenne nero.
Quando la ragazza riaprì gli occhi era ancora distesa a terra, stavolta sull'erba nuda e non più sulla neve e Naruto era di spalle a qualche metro di distanza che portava sulla schiena il figlio della sua sensei.
Le venne d'istinto coprirsi il ventre con entrambe le mani, ma non c'era niente da coprire: niente nebbia, nessuna traccia della neve e soprattutto nessun pancione da mamma. Non trovò altra soluzione che attribuire quel sogno alla botta che aveva preso cadendo per terra.
Dopotutto era solo un sogno.

Era solo un sogno.


Buon pomeriggio a tutti!
Finalmente, dopo mesi di sbattimenti, impegni e rotture varie sono riuscita a prendere in mano quelle che restava delle mie storie incomplete e ho cominciato a restaurarle. Finalmente sono riuscita a migliorare il mio stile e credo che coloro che hanno già letto le altre mie fic l'abbiano notato!
Comunque, giuro solennemente che riuscirò a finirla... farò meno capitoli ma saranno molto più lunghi e molto più corposi rispetto a prima, in questo modo avrò la possibilità di terminare la storia in tempi accettabili e senza dividerla in millemila capitoli!

Ringrazio infinitamente coloro che hanno recensito, coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite (dubito che ci sia qualcuno che la metterebbe subito tra i preferiti!) e chi ha deciso di passare per dare un'occhiata e incuriosirsi!

Kiss by Hinata_S_I_TT 4EVER!

  
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