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Autore: ka_chan87    01/11/2005    11 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ohayou mina san!! Mi scuso enormemente per questo giorno di ritardo di pubblicazione ma ho avuto una serie di imprevisti che mi hanno costretta ad aggiornare la ff solo oggi. Spero mi perdonerete.
Allora…parliamo un po’ di questa fanfiction…bè, la prima cosa che mi viene da sottolineare è che i commenti sono calati – già non erano molti…sigh! – ma credo che questo sia dovuto ai vostri vari impegni e così via…. Però la gente che legge c’è, e la cosa mi rincuora un po’.
Sinceramente su questo nuovo capitolo che vi apprestate a leggere non saprei cosa dire perché ho scritto cose che non idea di come mi siano venute in mente…. Inoltre credo che lo troverete peggiore degli altri…o, almeno, questo è come la vedo io poi starà a voi giudicare.
Per non anticiparvi niente vi lascio alla lettura….
Prima però ringrazio coloro che hanno letto lo scorso capitolo e cri-chan che ha commentato…. Per fortuna che ci sei tu che commenti tutte le volte!!
A dopo, ka_chan.

8° CAPITOLO “SEI TU…”

“Dai Sango direi che è più che sufficiente! È da una settimana che non fai altro che studiare!”.
“Sta zitto, devo ancora finire questo libro! Certo che ha proprio ragione Kouga quando dice che sei uno scansafatiche!”.
“Non è vero! È che mi sembra uno spreco usare così il tempo quando…”
“Quando… cosa?”.
Eldoras, Biblioteca delle Ere, primo pomeriggio.
Era ormai passata una settimana da quando Miroku e Sango, e in modo particolare quest’ultima, si erano immersi in uno studio approfondito sui Draghi. La sete di conoscenza della ragazza del Nord sembrava senza fine e più apprendeva cose nuove più ne voleva conoscere altre.
Ma quei giorni non erano stati utili solo per lo studio; come suggeritole, infatti, si era notevolmente rilassata, passando la maggior parte del tempo con Miroku e Kouga, ma facendo amicizia anche con altre persone.
Già, quelle giornate erano state davvero utili… fin troppo.
Aveva, infatti, e con suo grande rimorso… conosciuto il ‘piccolo difetto ’ di Miroku. Era un pervertito.
Ma non un pervertito qualsiasi….
Lui era l’indiscusso Re dei Pervertiti.
“Quando potremmo passare delle romantiche giornate sotto le lenzuola del mio caldo letto…”.
Appunto.
Sorrise nervosamente. E dire che pochi giorni prima era così curiosa di sapere cosa mai quello strano ragazzo potesse nascondere….
Aveva pagato la sua curiosità a caro prezzo.
“Miroku… - cominciò mentre gli sorrideva dolcemente – Ma si può sapere che idiozie vai dicendooo?!” finì col sbraitargli contro, levandosi dalle sue, le mani del ragazzo che, fino a pochi secondi prima, stringevano quelle vellutate di lei.
“Sei fortunato che non abbia qui con me Hiraikotsu altrimenti saresti già morto!”.
“Già… quell’affare…! Mi hai fatto quasi rimanere in coma ieri!” sospirò il ragazzo dal codino, amareggiato.
“Cosa fai, osi anche lamentarti?! Ti sei permesso di infilarti sotto le mie coperte, spaventandomi a morte e pretendevi che non mi sarei infuriata?!?”.
“Ma volevo solo darti il buongiorno!” si lamentò Miroku. La mattina precedente, infatti, si era alzato un po’ prima per poi introfularsi nella camera di Sango, raggiungendola sotto le coperte del suo letto aspettando che si svegliasse per poi darle il buongiorno… ovviamente non era andata esattamente così, visto che la ragazza, trovandoselo nel letto, aveva finito quasi con l’ammazzarlo, lasciandolo svenuto più o meno per mezza giornata.
Questa fu una delle tante idee senza senso che l’avevano accompagnata in quei giorni… non ne poteva più.
“Adesso capisco cosa intendeva Kouga quando mi ha detto che, dopo che eri partito, erano preoccupati se fossi riuscito a convincermi a venire qui… erano preoccupati che sarei fuggita da un pervertito come te!”.
“Su, non essere così crudele! Non capisci che tutto quello che faccio è per amor tuo?” le disse con occhi languidi mentre le riprendeva le mani stringendole teneramente.
“Amor mio? Vorrai dire amor di ogni corpo femminile che cammini su questa terra!” gli rispose invece inviperita lei, ‘riappropriandosi ’ bruscamente delle sue mani e alzandosi per andarsene… magari a chilometri e chilometri lontana da quel maniaco.
“Dove vai mia adorata?! Non abbandonarmi!”
“Piantala Miroku, sei patetico!” intervenne una voce maschile ben conosciuta ai due.
“Grazie al cielo, Kouga! Per piacere levamelo di torno!”
“No! Nessuno mi impedirà di amarti mia adorata Sango, vedrai! La mia passione ti raggiungerà anche se il mondo stesso ci fosse avverso, non preoccuparti!” le disse teatrale lui, ignorando volutamente il fatto che fosse stata la ragazza stessa a pregare perché glielo levassero di torno….
“Capirai che tragedia…! Miroku non so se hai capito che non è il mondo a esserti avverso, ma io!” disse inviperita Sango per quell’ennesima sceneggiata che ormai si ripeteva tutti i santi giorni….
“Cavolo Miroku… certo che sei davvero asfissiante! E dire che per i primi giorni te la sei cavata così bene…!” sospirò Kouga, rimpiangendo i giorni in cui, sotto categorico ordine del Governatore, Miroku si era trattenuto dal mostrare completamente il suo carattere così… deviato, come lui definiva.
“Va bene, va bene… smettiamola con queste idiozie e parliamo di cose più serie” ribatté il ragazzo dal codino come se a fare tutte quelle sceneggiate senza senso fosse stato qualcun altro.
- Ma è idiota?!? – pensarono, invece, con forte aura omicida, Sango e Kouga.
“Sango, questa mattina mio padre mi ha detto che ormai sei pronta. Domani si terrà la Cerimonia della Scelta”.
Per alcuni momenti tutto tacque. Sango si era letteralmente bloccata a quelle parole… domani… domani lei….
“M- ma siete sicuri?! N- non sarà troppo presto, cioè io…”.
“Cos’è non vuoi più diventare un Cavaliere?” le chiese sorridendo Miroku, capendo la sua agitazione
“Certo che lo voglio! È che…” sussurrò incerta la ragazza… non sapeva che pensare.
“In effetti non è po’ prematuro Miroku?” chiese Kouga
“Questo è quanto ha deciso mio padre e anche io penso che sia il momento giusto…. Non ha senso aspettare ancora”.
“Bè, se tuo padre è così convinto… e poi è lui che decide quando si debbano tenere le varie cerimonie quindi…”
“Già… anche se lo implorassimo di aspettare non lo convinceremmo! Tanto vale fare come dice…”.
“Senti da che pulpito! Quando sei tu a non volere fare una cosa, però, non te le risparmi le lamentele!”
“Non vedo come questo possa centrare in questo momento!” rispose facendo lo gnorri il ragazzo dal codino.
“See… comunque, se avete finito, che ne dite se andiamo a fare un giro per la città? Devo anche comprare alcune cose per Doroty…”.
“Volentieri… non ne posso dell’odore di questi libri ammuffiti! Ti va Sango?” rispose Miroku, rivolgendosi poi alla ragazza ancora turbata dalla notizia appresa.
“E- ecco se non vi dispiace vorrei andare in camera, devo ancora rispondere alla lettera di mio padre…”.
“Certo, come vuoi… ti accompagniamo allora” propose Kouga
“No, no… conosco la strada ormai…. Voi, andate pure!” insistette Sango.
“Ma sei sicura? Se vuoi-”
“Forza andiamo Kouga…!”
“Ma Miroku…” cercò di obiettare l’ ookami Youkai
“Non hai sentito cos’ha detto? Non c’è alcun bisogno che noi rimaniamo qui e tanto meno di accompagnarla alle sue stanze… mi sembra che ne sia più che capace, no?”
“Non è questo che intendevo!” si lamentò il Demone lupo non capendo l’atteggiamento dell’amico
“Ci vediamo a cena Sango” la salutò il ragazzo dal codino mentre si trascinava dietro un Kouga sbraitante
- Miroku… - Sango li vide andare via, guardando in particolare il Cavaliere dal codino…. Sorrise.

“Mi vuoi spiegare che diavolo ti è preso?! Che bisogno c’era di agire in quel modo?”
“Kouga finiscila di sbraitare! E poi sarei quello asfissiante?”.
“Sì ma perché sei voluto andare via a tutti i costi? Era chiaro che Sango aveva qualcosa che non andav-”
“Lo so benissimo!!” urlò Miroku fermandoglisi davanti, dandogli le spalle
“Lo so benissimo… - ripeté sussurrando – Per questo ti ho trascinato via…. Era chiaro che volesse stare sola…” concluse il Ningen con tono quasi amareggiato
“Miroku…” Kouga comprese le reali ragioni dell’amico. Forse teneva a quella ragazza più di quanto pensasse.
“E se avesse avuto bisogno di parlare?” obiettò pacato
“Non credo… va bene così Kouga, non preoccuparti. Adesso andiamo altrimenti si farà buio…” disse Miroku riprendendo a camminare con Kouga che lo guardava avviarsi
- Miroku… -

“Uff… perché così presto?”. Sango, rinchiusasi intanto nella sua stanza, ripensava a quello che il giorno dopo avrebbe dovuto affrontare.
“Voglio diventare un Cavaliere, ma non mi sento pronta… ho paura di non esserne degna…” e mentre lo sconforto cominciava a farsi sentire, il suo sguardo si posò su un grande boomerang appoggiato alla parete. Il suo Hiraikotsu. Gli si avvicinò e ne accarezzò il liscio spessore.
Si diresse poi verso la piccola scrivania, all’interno del salotto, sulla quale vi era appoggiata una busta.
La prese in mano estraendone due fogli e sorridendo nel leggerne le prime righe scrittevi. La lettera che le aveva mandato suo padre.
Pochi giorni prima, infatti, aveva fatto ritorno ad Eldoras un messaggero che, il giorno stesso in cui erano arrivati alla capitale lei e Miroku, era stato mandato a Mendeon per recapitare al nobile Fersen una lettera da parte del nobile Takehiko dove lo informava che non successo loro alcunché.
E tornato il messaggero, le venne recapitato il suo Hiraikotsu più una lettera. Quella che aveva ora in mano.
Aveva provato un’immensa gioia nel poter sapere come stava la sua famiglia e aveva faticato a non mettersi a piangere dalla gioia. Ma, al tempo stesso, si era sentita anche così triste nel non poterli rivedere e all’idea di chissà quanto altro tempo sarebbe dovuto passare prima di avere altre loro notizie.
E, in quei giorni, le era stata quasi fondamentale la vicinanza di Kouga e Miroku e, doveva ammetterlo, soprattutto di quest’ultimo.
Ragazzo con una forte sensibilità alla quale, purtroppo, corrispondeva un’altrettanta forte – se non maggiore – passione smisurata per il gentil sesso.
Sospirò… un vero peccato….
- Cosa?! – pensò sconcertata – Pe- perché dovrebbe essere un peccato?! Quel pervertito può fare quel diavolo che gli pare basta che non venga a importunare me!! E poi io… - lesse le ultime righe del secondo foglio della lettera… le aveva scritte Seiishiro….
‘ Ciao Sango… spero tu stia bene e che ti trovi altrettanto bene lì, ad Eldoras…qui è sempre tutto uguale…ma non per me… mi manchi molto. Ti aspetterò, ricordatelo.
Seiishiro ’.

Tutt’ora non sapeva che pensare. La prima volta che aveva letto quelle parole un’intensa gioia l’aveva invasa non immaginando di essere così importante per lui… ma nel corso dei giorni quella felicità si era trasformata quasi in un peso e non riusciva a capirne il motivo. Sapeva solo che si sentiva quasi in colpa nel provare quella sensazione.
Sospirò rassegnata. Non aveva senso stare a pensarci continuamente. Le sarebbe venuto solo un gran mal di testa.
Non sapeva che fare… doveva scrivere la lettera da mandare in risposta al padre ma era incerta se includervi la notizia dell’imminente prova che doveva affrontare – nonché il risultato di essa – o tacere. Non voleva deludere nessuno…tanto meno suo padre e la gente del suo Paese.
Depose frettolosa la lettera sulla scrivania e, altrettanto frettolosamente, uscì dalle sue stanze dirigendosi verso una meta precisa.
Aveva bisogno di chiedere consiglio a qualcuno… e lei sapeva benissimo di chi aveva bisogno in quel momento….
… Varandir.
Colei che due giorni prima le aveva concesso l’onore di poter comunicare direttamente con lei, cosa che, da come aveva appreso dai libri che aveva studiato, era generalmente riservata al proprio Cavaliere.
Ma Lei le aveva dato quell’irrepetibile occasione, trasmettendole tutta la fiducia che aveva in lei, sostenendola in quei giorni che passavano con così tanta difficoltà….
Sì, aveva bisogno di Varandir.

Toc, toc….
- Vieni avanti Sango… - . La voce pacata e gentile della dragonessa le si insinuò nella testa, facendola rabbrividire come la prima volta. Non aveva mai provato una sensazione simile… come essere svuotati di tutto, inermi e nudi davanti a quella presenza paralizzante e, allo stesso tempo, riempiti di una conoscenza estranea, immensa… calda.
Incredibile. Ma nemmeno quell’aggettivo poteva bastare per descrivere una cosa del genere.
Facendo pressione sulla pesante porta dell’appartamento del Drago, vi entrò, osservandovi l’interno ormai familiare – durante quei giorni, infatti, aveva quasi sempre accompagnato Miroku quando andava a trovare la dragonessa – , posando gli occhi, poi, sulla figura regale di Varandir, distesa sul suo giaciglio.
“Buon pomeriggio, Varandir… scusa se sono venuta a disturbarti…”.
- Non ti devi scusare… mi annoio a stare da sola e poi ogni tanto è piacevole avere un po’ di compagnia femminile…dopo un po’ i maschi sono così noiosi, non trovi? – le domandò allegro il Drago, facendola sorridere.
“Già… se poi si tratta di Miroku…!” le rispose la ragazza avvicinandosele e sedendosi su uno dei morbidi tappeti stesi per tutto il pavimento, davanti alla creatura.
- Uff… non ti avrà importunata anche oggi spero… quel cretino è proprio senza speranza! – ruggì Varandir, sapendo bene quello che era successo in quei giorni e avendo, quindi, più di una volta, punito il suo pervertito Cavaliere.
“Eheh… non ti preoccupare… mi so difendere! E poi… non è… ecco… non è così terribile…” borbottò leggermente imbarazzata la ragazza… non sapeva se era il caso dire certe cose ma anche se non le avesse dette apertamente il Drago le avrebbe letto nel pensiero comunque.
Varandir la guardò dolcemente mentre le si imporporavano lievemente le gote per aver espresso tale pensiero…. Sapeva già come sarebbe andata a finire tra quei due… e, doveva essere sincera, non ne era gelosa, tutt’altro.
- Sai… sono contenta che adesso ci sia anche tu a fianco di Miroku. Credo proprio che avesse bisogno di una persona come te. So che prima o poi dovrà trovarsi una moglie e mettere su famiglia, magari… e pensavo che ne sarei stata terribilmente gelosa…. Ma non è così e io stessa me ne sorprendo…anzi, sarei molto felice se avesse al suo fianco una persona come te… - concluse dolcemente e con un po’ di malinconia la dragonessa, guardando intensamente Sango la quale, a quelle parole, era rimasta bloccata… lei… lei….
“M- ma tra me e… e Mi- Miroku non c’è niente!!” le rispose agitata mentre avvampava per l’imbarazzo… a lei non piaceva Miroku…. No, proprio no!
- E- eh lo so, lo so…! Calmati! – ridacchiò il Drago nel vederla così imbarazzata – Piuttosto… non credo che tu sia venuta qui solo per fare due chiacchiere… c’è qualcosa che ti turba, vero? – le domandò schietta, facendola brutalmente tornare alla realtà.
Annuì rigidamente.
“In effetti c’è un motivo preciso se sono venuta qui…” sospirò mentre Varandir aspettava pazientemente che la ragazza confessasse i suoi tormenti.
“Domani dovrò affrontare la Cerimonia della Scelta…” disse sommessamente
- Capisco…. Ti turba la possibilità di essere rifiutata… è questo vero? -
“Mh… io… io sono venuta fin qui col proposito di mettere a disposizione le mie poche capacità… per proteggere la mia gente, per poter proteggere il Continente.
“Tutti qui ripongono grande fiducia in me… troppa, a mio avviso. Il Governatore è così convinto che io diventerò un Cavaliere… anche Miroku lo è… - si interruppe alcuni istanti pensando al ragazzo – Come farò se non lo divento?! Io… io non posso deludere tutta questa gente!” concluse con foga mentre l’ansia nuovamente tornava ad attanagliarla….
- Tranquillizzati Sango… - cominciò pacata Varandir – Ti trovi a dover affrontare una prova difficile, ma non sarà l’unica. Le esperienze nuove ed ignote fanno sempre paura, proprio perché non le conosciamo. Per te, poi, che sei estranea di questo posto, è ancora più complicato…. Non pensare che noi Draghi scegliamo voi Cavalieri per le vostre capacità nel controllo delle arti magiche, delle vostre abilità nel combattimento e via dicendo… sì, saranno anche importanti ma non fondamentali….
- Ciò che conta siete Voi… voi e il vostro cuore…. Quello della Scelta è un momento importantissimo e anche per lo stesso Drago è un avvenimento quasi del tutto incomprensibile. È l’istinto che ci guida… che ci porta verso coloro che ci sentono…
-
“Che… che significa…?” le chiese incerta la ragazza, non comprendendo quelle parole - Lo capirai da sola, vedrai. Segui il mio consiglio… sii te stessa e domandati ‘ Perché voglio diventare un Cavaliere?’. Capito questo sarai molto più sicura…-
“È incredibile…”
- Cosa? -
“È la stessa cosa che mi ha detto Miroku qualche tempo fa…” esclamò sorpresa Sango. Varandir ‘sorrise ’
- Non mi sorprende.... Miroku può sembrare spesso immaturo e superficiale… ma non lo è affatto… è che fa fatica a dimostrarlo… purtroppo a suo stesso discapito… -
“Che vuoi dire?”
- Credo che riuscirai a scoprirlo da sola…. Eh… parli del diavolo… - disse Varandir, volgendo poi gli occhi verso la porta dalla quale emerse la figura di Miroku che rimase bloccato sull’entrata alla scena che aveva davanti.
“Che-” cominciò invece Sango non capendo a cosa si fosse riferita la dragonessa e poi seguì il suo sguardo, incontrando quello sorpreso di Miroku.
“Che succede qui?! Se Sango è qui… Va- Varandir non… non mi dirai che…?” farfugliò incredulo il ragazzo
- Già… ho aperto la mente a Sango…. Non credo di doverti chiedere il permesso per farlo! – gli rispose con tono duro il Drago
“N- non è questo che intendevo! È che non me lo aspettavo, ecco!” borbottò il Cavaliere girandosi e dando quasi le spalle alle due, leggermente offeso.
Sango e Varandir, invece, scoppiarono a ridere, facendolo innervosire ancora di più.
“Potrei sapere cosa c’è di così divertente?! Accidenti!” sbraitò imbarazzato.
“Niente! Solo che sei proprio buffo quando ti arrabbi!” lo prese scherzosamente in giro Sango.
“Sarei buffo?! Ma tu guarda queste!”
“Che succede qui?” intervenne Kouga che, tornato insieme a Miroku ma essendosi fermato da Doroty, l’aveva raggiunto solo in quel momento
“Succede che adesso sono davvero nei guai…!” si lamentò Miroku con l’amico avvicinandoglisi e appoggiando la testa sconsolato sulla sua spalla
“Cioè?” chiese l’ ookami Youkai non capendo quello che era successo
“Cioè che adesso si sono alleate!” disse rassegnato il ragazzo dal codino guardando prima il suo adorato Drago e poi quella che sarebbe diventata una delle persone più importanti della sua vita.
“In bocca al lupo, amico!” gli augurò invece Kouga, avendo capito quello che aveva voluto dire l’amico.
Ora, per forza di cose, avrebbe dovuto mettere la testa a posto….

“Ahahah!! Bene, bene! Chissà se da adesso in poi tu riesca a perdere meno il tuo tempo Miroku!”.
“Come sempre hai una grande stima di me, papà!”.
Eldoras, Palazzo Reale, mensa del piano terra.
Come i giorni precedenti, anche quella sera l’usuale compagnia costituita da Miroku, Kouga, Sango, Takehiko e Mendion si era ritrovata per cenare insieme. E di certo non mancavano i tipici e vari battibecchi che, chissà perché, avevano Miroku come protagonista fisso.
Ritrovatisi, a Kouga non era parso vero di poter raccontare anche al padre dell’amico che ora il figlio degenere si ritrovava braccato dall’alleanza Varandir- Sango…. Un vero spasso.
Peccato che due persone in particolare, ovvero proprio Miroku e Sango, non trovavano il tutto poi così divertente.
Il primo, perché già sfinito dai continui rimproveri e controlli del proprio Drago… se poi si aggiungeva anche qualcun altro quando Varandir non c’era… sarebbe stato un vero inferno – considerando, poi, il carattere focoso della ragazza.
La seconda, perché si trovava alquanto in imbarazzo al fatto che la considerassero come la balia di quel maniaco…. Cosa poteva interessare a lei quello che faceva quello scemo?! Aveva già troppe cose a cui pensare… come l’imminente Cerimonia del giorno dopo.
Perciò decise di ritirarsi, volendo rimanere un po’ da sola vista l’ansia che l’affliggeva e imbarazzata da quei discorsi… essendo, di conseguenza, poco di compagnia.
“Scusatemi, ma ora vorrei ritirarmi…. Nobile Takehiko, potrei sapere a che ora si celebrerà la Cerimonia domani?”.
“Oh, vi ritirate di già? Bè, immagino vogliate riposarvi bene… comunque ho stabilito l’orario per le dieci. Passerà Miroku dai vostri appartamenti e vi accompagnerà lui alla Sala del Destino…”
“Sala… del Destino?” chiese perplessa la ragazza… un nome più rassicurante non potevano trovarlo?!
“Sì… non te l’ho fatta vedere quando ti ho fatto visitare il Palazzo perché vi può accedere solo chi deve affrontare le Cerimonie e pochi altri, secondo ordine del Governatore…” le rispose Miroku, chiarendole i dubbi.
“Capisco… allora ti aspetto domani mattina… e sii puntuale!” lo avvertì dura lei.
“See…!” rispose invece sconfortato Miroku… ora aveva a che fare con due Varandir…!
“Ahah! Miroku sei proprio nei guai!” lo prese in giro Mendion facendo però imbarazzare anche Sango che, stufa di quella situazione, se ne andò velocemente, augurando loro la buonanotte.
“Siete proprio degli idioti!” ruggì invece Miroku stanco anche lui di quei discorsi “Se permettete, dovrete divertirvi senza di me! Me ne vado a letto, così dovrete trovare qualcun altro da prendere in giro!” si alzò teatrale, atteggiandosi da indignato, ottenendo ancora di più gli scherni degli altri tre che lo videro poi avviarsi.
Il solito permaloso…!

[…]

La brezza notturna vorticava fra le alte e varie torrette del Palazzo, cullando tende e stendardi, muovendoli magicamente.
La città dormiva, le case e le strade appena illuminate dalle varie lanterne dei lampioni in ferro scuro.
Il cielo dal manto nero pece, appena illuminato dalle miriadi di stelle che, per quella sera, potevano risplendere con tutta la loro luce senza essere offuscate dalla brillantezza argentea della Luna, quella notte assente.
Su una delle torrette vi era una figura che osservava assorta tutto questo, accarezzata dall’aria ancora fredda della notte.
Nonostante i buoni propositi di riposarsi, pensando il meno possibile, Sango si era ritrovata là sopra, cercando chissà quale risposta tra le stelle.
Sospirò. Era senza speranza.
Possibile che non riuscisse a controllarsi? A mantenere un minimo di sangue freddo?
Sospirò ancora. Era davvero demoralizzata.
“Accidenti… sei davvero giù…!”. Una voce maschile la raggiunse, facendola sobbalzare.
“Mi- Miroku! Che ci fai qui?”.
“Dovrei chiedertelo io…! Come mai qua, a quest’ora soprattutto?” le chiese, raggiungendola e appoggiandosi di schiena al parapetto sul quale anche la ragazza era appoggiata, ammirando il paesaggio.
Questa sospirò, decidendo di confessare anche al ragazzo i suoi stupidi tormenti.
“Non riesco a dormire…”
“Questo lo avevo capito… la ragione?” le chiese pacato, quasi freddo
“Non lo immagini?” gli chiese lei di rimando
“Centra per caso la Cerimonia di domani?” rispose lui con un tono chiaramente retorico. “Mh…” mormorò sommessamente Sango, per poi rimanere in silenzio; lo stesso Miroku. “Non immaginavo…” cominciò poi il ragazzo
“Cosa?”
“… Che ti facessi abbattere per così poco…” le disse senza mezzi termini lui mentre Sango rimaneva spiazzata e offesa da quelle parole così senza senso.
“Che vorresti dire?! Come ti permetti di dire una cosa simile?!? Che ne sai tu di come mi sento?!”
“Allora perché non me lo dici?” le chiese di rimando rimanendo impassibile
“Perché…” cominciò la ragazza, ma senza riuscire a continuare la frase
“… Perché sono troppo superficiale per immaginarlo? È per questo, no? O, se non proprio per questo, per qualcosa di simile...”
“E- ecco io non…” balbettò lei senza sapere cosa dire… in effetti aveva pensato una cosa del genere però….
“Eh… non ti preoccupare…. Ma, comunque, non credere di essere la prima ad essersi sentita in questo modo… di certo quello che provi di preciso è diverso da quello che ha provato qualsiasi Cavaliere prima di te… ma una cosa è sicura…. La paura è la stessa”. Miroku la guardò con uno sguardo che la lasciò spiazzata.
Cos’era quello sguardo? Dolore…?
“Anch’io… - ricominciò poi lui – Anch’io ho perso mia madre… ed era l’unica persona che non mi considerasse uno stupido, una persona superficiale… che non mi considerava per quello che facevo ma… per quello che ero. Fu lei che mi fece giurare che sarei diventato un Cavaliere… ed era sempre lei che cercava di placare il disprezzo che mio padre provava per me e per il mio carattere per lui così scellerato.
“Ma io volevo solo vivere, non volevo diventare come lui, così arido di sentimenti e così serio…. E io le ero grato perché sapevo che, se lei non mi vedeva come mi vedevano gli altri, allora non ero davvero una persona così orribile….” Il vento pungente muoveva i loro capelli, portando via con sé quelle parole così piene di dolore mentre Sango guardava il ragazzo con uno sguardo indecifrabile… perché… le stava raccontando tutto questo?
“O, almeno, questo fu il mio pensiero…fin quando non venne uccisa…”
- Cosa?! – esclamò fra sé la ragazza – Mi avevano detto che la madre di Miroku era morta di malattia! – Miroku si accorse della sua espressione sorpresa e sorrise debolmente “No, non è morta di malattia come ti avranno detto… è stata uccisa, come la tua. Ma, a differenza di te, con lei se ne è andata tutta la mia famiglia. L’odio che mio padre provava per me crebbe a dismisura visto che lei morì mentre io no…”
“Vuoi… vuoi dire che… c’eri anche tu quando…?” gli domandò incredula la ragazza, rotta dal dolore di quello che le stava raccontando il ragazzo. Anche lei aveva perso la madre e poteva ben capire quello che provava Miroku, ma lui….
“Sì… e non ho potuto fare niente…” sospirò lui guardandosi le palme delle mani dalle quali, ora, poteva esercitare un potere immenso.
“… E questo mio padre non me lo perdonò… e non me lo perdono tuttora io…”
“Ma non è stata colpa tua! – esclamò con foga Sango mentre ora alcune lacrime solcavano le sue guance – Eri solo un bambino, cosa avresti potuto fare?!”
“… Già… che avrei potuto fare…”. Credeva di avere ormai sigillato quel dolore in fondo al suo cuore, ma non era così. Quella ferita non si sarebbe mai richiusa…. Fece qualche passo avanti, dando le spalle alla ragazza, cercando di parlare con un tono tranquillo “Non ti sto dicendo queste cose senza un motivo, Sango. Capisco che tu abbia paura di non essere destinata, ma se continuerai ad essere ancorata all’idea che potresti deludere che ha fiducia in te… questo finirà con l’accadere” si girò poi guardandola serio
“Il desiderio di diventare Cavaliere dev’essere, sì, per poter difendere chi si ama, ma, prima di tutto, dev’essere un tuo desiderio. Non bisogna desiderare di diventare Cavalieri perché si deve ma perché si VUOLE…. Tu lo vuoi Sango?” le chiese serio, volendo una risposta.
“I- io…”
“Lo vuoi, sì o no?” la incalzò duro.
“SÌ!! Io… io voglio diventare un Cavaliere!” urlò piangendo, mentre, finalmente, si liberava di tutta l’ansia e di tutte le incertezze che aveva provato fino a quel momento.
Miroku sorrise.
“Bene.... Se è così non hai niente da temere. Andrà tutto bene” e le andò vicino, asciugandole con la mano le lacrime.
“… Quando mi riferirono il giorno in cui avrei avuto la Cerimonia della Scelta mio padre, fino a quello stesso giorno, non fece altro che ripetermi che, inevitabilmente, per qualsiasi cosa avessi fatto, per quanto mi fossi allenato o per quanto avessi studiato non sarei stato scelto e avrei così deluso mia madre e la fiducia che lei aveva sempre riposto in me… - si interruppe, abbassando lo sguardo mentre ricordava ancora vividamente quelle parole e la sensazione della sua inadeguatezza mentre Sango lo ascoltava percependo tutta la sua sofferenza
“Cominciai a pensare che forse aveva ragione mio padre, che avrei fatto meglio a rinunciare… a scappare di fronte a un’imminente e sicura delusione finchè… finchè mi accorsi che non contava se lo avessi deluso o se avessi deluso mia madre… ciò che contava ero io e i miei desideri… e io… io volevo qualcosa che mi avesse accettato per quello che ero, che avesse riposto in me un’incondizionata fiducia… un qualcosa che, per tutta la vita, sarebbe rimasto al mio fianco, affrontando con me ogni momento, ogni giorno.
“Tu, Sango, hai avuto la grandissima fortuna di aver avuto un padre che ha avuto fiducia in te ogni secondo della tua vita, che si è curato di te guidandoti per la tua strada fino a che non fossi stata in grado di prendere le tue decisioni, giuste o sbagliate che fossero…. Anche se non diventerai un Cavaliere non avere paura di deluderlo… perché questo non accadrà mai. Non perché non si diventa Cavalieri bisogna ritenersi delle nullità… ciò che conta… è il proprio cuore… quello che conta sei tu”.
Sango lo abbracciò, piangendo. Quel ragazzo aveva sofferto terribilmente… anche lei aveva perso sua madre, ma lei, al contrario di lui, aveva avuto anche l’affetto di suo padre, soprattutto in quei momenti così terribili.
Si rimproverò e si vergognò per come si era lamentata, per quegli stupidi e insignificanti problemi che si era fatta… ma sapeva anche che Miroku non le aveva raccontato tutte quelle cose per farla vergognare della sua debolezza, ma per farle capire che, per quell’occasione, non doveva preoccuparsi di nessuno se non di se stessa. Le aveva raccontato tutte quelle cose per evitarle la sofferenza che lui aveva patito.
Lui, invece, si era trovato fortemente provato nel riportare alla memoria quelle vecchie ma tuttora sanguinanti ferite. In quell’abbraccio consolatore stava quasi per abbandonarvisi, come le sue lacrime che premevano per poter sboccare da quegli occhi color del mare.
Non voleva. Non voleva dare sfogo a quella sofferenza anche se ne avrebbe avuto bisogno. Ma non voleva. Non voleva, anche se forse, liberare tutto quel dolore, avrebbe almeno lenito in parte quelle ferite.
Si staccò dalla ragazza giusto il necessario per guardarla negli occhi, quegli occhi color cioccolato ora profondamente preoccupati e addolorati. Non vi leggeva compassione ma solo dolore.
Le sorrise debolmente alchè anche Sango, gli rispose con un altro sorriso, guardandolo dolcemente.
Espressione che durò che pochi secondi, trasformandosi in uno sguardo infuriato mentre sentiva la mano del ragazzo carezzarle il fondoschiena.
Possibile che dovesse sempre rovinare tutto?!?
SCIAFF!
“Hentai!!! Accidenti a te, cretino! Possibile che non riesci mai a trattenerti?!” gli sbraitò contro
“Eheh… scusa ma non sono proprio riuscito a resistere! E poi non sono di certo stato io ad abbracciarti!” le disse, guardandola malizioso
“M- ma io l’ho fatto solo perché volevo…”
“Eh, lo so… non credere che non ti capisca… so che è terribilmente difficile resistermi!” la prese in giro lui, mentre, intanto, si era girato per andarsene
“M- ma che diavolo diciii?!? Sei proprio un idiota!” urlò lei imbarazzata, non volendo muoversi di lì
“Allora vieni o no?” le chiese invece lui tranquillo, girandosi leggermente verso di lei per guardarla.
Sango allora notò i suoi occhi leggermente umidi, sorprendendosi. Poi sorrise. Quel Miroku non era poi così estroverso….
Lo raggiunse sorridendogli e insieme si avviarono per andare a dormire….
Domani sarebbe stato un giorno importante….

[…]

All’ora stabilita, il mattino seguente, Miroku andò a prendere Sango per accompagnarla alla Sala del Destino. Questa si trovava nella torre più alta del Palazzo Reale e alla quale vi poteva accedere solo chi doveva affrontare le Cerimonie e pochi altri ancora. Per impedire eventuali visite non autorizzate, la Sala era protetta e sigillata da alcuni incantesimi che solo poche persone all’interno del Palazzo conoscevano…tra questi, vi era anche Miroku.
I due quella mattina erano particolarmente silenziosi ma non si trattava né di un silenzio teso né imbarazzato… anzi, si sentivano come se, entrambi, si fossero tolti un gran peso.
Miroku in particolare, quella mattina era estremamente sereno… era da tanti anni che non si era sfogato con qualcuno, parlando della sua infanzia…. Nemmeno con Kouga era mai capitato… allora perché con Sango? Bè, lui le aveva raccontato quelle cose per cercare di aiutarla ad affrontare quel giorno… sì, ma questo sarebbe stato possibile anche senza raccontarle tutta la sua storia… allora perché?
“Miroku…?” lo chiamò Sango, preoccupata nel vederlo così assorto… temeva che stesse ancora pensando alle cose che la sera prima le aveva raccontato….
“Uh? Ah, scusa Sango… hai detto qualcosa?” le domandò sorridendo lui e lei si tranquillizzò nel vederlo così rilassato
“No, non ho detto niente… è che ti ho visto con quell’espressione così seria… bè, ecco… pensavo che avessi qualche problema…” farfugliò imbarazzata. Il ragazzo sorrise a tanta dolcezza
“No, non ti preoccupare, non è successo niente… grazie per esserti preoccupata…” e le sorrise radioso, facendola imbarazzare ancora di più
“Oh, sarà meglio sbrigarsi o rischieremo di arrivare in ritardo…. Dopo chi lo sente mio padre…!” e affrettò il passo precedendo Sango
“Bè, allora? C’è qualcosa che non va?” le chiese Miroku vedendola esitare
“N- no è che… ecco… volevo sapere… tu… tu sarai lì mentre…” balbettò la ragazza rossa in viso facendo nuovamente sorridere il Cavaliere
“Vuoi dire durante la Cerimonia? Sì, anche Kouga… mio padre ci ha dato il permesso”. Quelle parole furono come una benedizione per Sango che si rilassò notevolmente. Sapeva che quella era la SUA prova, ma l’idea che lì, con lei, ci sarebbero stati anche Miroku e Kouga la tranquillizzò notevolmente.
Così, più sicura che mai, accelerò il passo eccitata per quello che tra poco le sarebbe accaduto. La paura e l’angoscia dei giorni prima erano completamente scomparse lasciando il posto a una grande frenesia e eccitazione che l’inebriavano completamente.
Attraverso alcuni tunnel a lei completamente sconosciuti – e che, senza la guida di Miroku, non avrebbe mai notato perché accuratamente nascosti – arrivarono presto all’ultimo piano della torre centrale del Palazzo, la più alta.
Davanti a un grande e altissimo portone in spesso e robusto legno di pino scuro, stavano il Governatore, Kouga e Mendion che li aspettavano.
Avvicinandosi a loro, Sango notò le strane incisioni che percorrevano la linea ricurva del portone…: lingua draconica.
“Buongiorno a tutti!” salutò allegro Miroku avvicinandosi ai tre
“Mh, sei arrivato puntuale…” rispose, invece, freddamente Takehiko.
La ragazza del Nord a sentire quelle parole dette con tanta freddezza, venne alla mente ciò che Miroku le aveva raccontato la sera prima, soprattutto del suo rapporto col padre…. Perché, ancora oggi, lo trattava così?
“È colpa mia se siamo arrivati all’ultimo momento…. Miroku è passato a prendermi molto in anticipo proprio per non fare tardi!” tentò di giustificare il loro arrivo solo in quel momento cercando di non far ricadere la colpa sul ragazzo dal codino il quale era rimasto sorpreso da quell’intervento. Ma poi ne capì il motivo… evidentemente Sango pensava che ci fosse rimasto per come il padre gli si era rivolto.
“Sango… non ti preoccupare, va tutto bene…” le sussurrò, sorridendole
“Sì, ma…” cercò di obiettare lei. Non riteneva giusto che lo incolpassero di qualcosa che non aveva fatto.
“Sango… davvero. Non c’è nessun problema” insistette lui, chiudendo il discorso
“Allora Sango… sei pronta?” le chiese, avvicinandosi, il nobile Takehiko
“Sì” rispose con fermezza lei. Ormai non aveva più incertezze, non aveva più paura
“Bene, allora andiamo. Miroku…” lo chiamò il padre
“Sì…” e il ragazzo si avvicinò al grande portone, fermandovisi davanti. Chiuse gli occhi e intrecciò le mani in diverse e particolari posizioni recitando uno strano tantra. Una debole luce azzurrognola cominciò a sprigionarsi da lui e poco dopo le porte, con un sordo cigolare, si aprirono lentamente.
Sango si trovò ad osservare un salone immenso e perfettamente circolare…la Sala del Destino.
“Forza entriamo… Miroku pensaci di tu a richiudere la porta…” disse il Governatore, mentre entrava con al suo fianco Sango che si guardava intorno meravigliata. All’interno del Palazzo aveva visto stanze davvero splendide, ma nessuna eguagliava quella.
Le pareti, perfettamente circolari, erano prive di finestre e, al loro posto, erano state costruite delle nicchie, intervallate da elaborate colonne in marmo derivato da Pietra di Luna bianca, nelle quali erano contenute maestose sculture raffiguranti Draghi delle varie specie. Un cornicione, sempre di marmo bianco, sormontava le nicchie, estendendosi per l’intera circonferenza… su questo, come nella porta, vi erano delle incisioni in alto rilievo, di colore nero, in lingua draconica.
Verso l’alto, la Sala, si chiudeva con una cupola dalla cui sommità proveniva la luce. Infatti la parte più alta della cupola era costituita da cristallo…l’unico punto che lasciasse trapelare la luce.
Il cono luminoso andava poi a illuminare la parte centrale della Sala, proiettandosi sul lungo altare che ivi era posizionato. Su questo erano state posizionate le varie uova di Drago per un totale di dieci: cinque, erano costituite dalle uova appena covate, appartenenti ad ogni tipo di specie, esclusa quella Oro; le altre cinque, erano costituite dalle uova che, covate da tempo, dovevano ancora schiudersi.
“Eccoci qui… - cominciò il Governatore – Come puoi vedere ci sono dieci uova. Come saprai già, cinque di queste devono ancora schiudersi nonostante siano state covate già da tempo mentre le altre sono, diciamo, ‘fresche ’.
Davanti a ogni uovo c’è scritto a quale specie appartiene: Acqua, Vento, Fuoco, Metallo e Terra. Devi cominciare la sfilata prima dalla parte delle cinque uova più vecchie e poi devi passare alle altre ovviamente se prima non si schiude una delle uova…. Spero sia tutto chiaro”.
“Sì…” confermò la ragazza un po’ tesa. Si girò lievemente, cercando lo sguardo di Miroku che l’osservava, sorridendole. Vedendola tesa, le si avvicinò, appoggiandole una mano sulla spalla, cercando di darle conforto
“Ricorda quello che ti ho detto ieri… andrà tutto bene, qualunque cosa succeda”
“Sì, hai ragione” rispose lei, rassicurata da quelle parole. Si diresse verso l’altare, salendo i tre piccoli grandini sui quali si innalzava. Lo affiancò dalla parte sinistra… la sfilata aveva inizio.
In totale, l’altare misurava in lunghezza due metri: lo affiancò per il primo metro, sfilando lentamente di fronte al primo gruppo di uova. Per concentrarsi meglio, chiuse gli occhi, dilatando la mente, cosa che in quei giorni aveva cominciato a imparare parlando con Varandir. Inspirò profondamente proseguendo con la sua sfilata.
Avanzò lentamente, ignorando di aver ormai superato il primo gruppo: ora mancavano le ultime cinque uova.
Fece alcuni passi quando, all’improvviso, venne completamente investita da una coscienza estranea che, con la sua intensità, le mozzò il fiato, immobilizzandola.
I tre alle sue spalle assistevano alla scena immobili, con il fiato sospeso.
- Sei tu… - una voce calda ma, allo stesso tempo, impalpabile, le accarezzò la mente
- Sei tu… - le ripeté, calma
- Sei tu… il mio Cavaliere… - Sango sollevò le palpebre mentre quella voce ancora le solleticava la mente. Guardò l’uovo che aveva davanti a sé… sì, era QUELLO.
- … E tu… - cominciò la ragazza - … Tu sei il mio Drago… - e nonappena disse quelle parole, l’uovo di color marrone screziato d’arancio che aveva davanti, cominciò a creparsi lentamente mentre lei guardava emozionata la nascita del SUO Drago…. Poco dopo, si trovò a fissare due piccoli occhi color dell’arancio che la guardavano con uno sguardo indecifrabile… tra il desiderio e il timore. Lei sorrise, mentre alcune lacrime scendevano dalle sue guance e si sporse in avanti, inginocchiandosi di fronte all’altare per trovarsi all’altezza del viso con il Drago.
“Finalmente… finalmente ci siamo incontrati…” e se lo porto al petto, accarezzando le sue ancora semi- rigide squame color legno lucente.
Lei un Cavaliere e il suo Drago di Terra.
I tre dietro di lei sorrisero compiaciuti, ammirando quell’ennesimo miracolo.
La ragazza si girò verso di loro sorridendo, guardando in particolare Miroku con espressione di gratitudine per averla aiutata a ritrovare il suo coraggio e la sua sicurezza.
Ora… qualunque cosa fosse successa… sarebbe comunque andato tutto bene.

[…]

“Il suo Drago è in perfetta forma! Uno splendido esemplare di Terra maschio! Complimenti e congratulazioni per la sua nomina di Cavaliere!”.
“La ringrazio dottore!”.
Come consuetudine, a seguito della Cerimonia della Scelta, il Drago da poco nato veniva sottoposto a una visita di controllo per assicurarne le condizioni fisiche.
“Bene! Sei contento piccolino?!”. Miroku aveva accompagnato la ragazza subito dopo aver nuovamente sigillato la Sala del Destino ed ora si ritrovava a giocherellare con il piccolo Drago il quale gradiva le carezze gentili del ragazzo.
“Andiamo Miroku?” gli chiese Sango, sorridendogli
“Certo…. Arrivederci dottore!”
“Arrivederci ragazzi!”.
I due uscirono dal piccolo ambulatorio, Sango con il nuovo venuto sulla spalla destra, anche se un po’ a fatica.
“Accidenti! È nato da poco ma mi sta a malapena sulla spalla!” si stupì la ragazza, mentre accarezzava gentilmente il suo Drago.
“Già… potrai portarlo così, a quel modo, solo per poco! Vedrai nel giro di poche settimane come crescerà!” disse entusiasta il ragazzo dal codino, giocando con la coda della creatura.
“Non ci posso ancora credere che sia successo! È stato incredibile…” disse sognante la ragazza del Nord, ricordando a mala pena quello che era esattamente successo
“Ti capisco… ricordo ancora la volta che successe a me…. Faccio ancora fatica a comprendere cosa accadde esattamente…!”
“E adesso? Per la Cerimonia della Nascita dovremo aspettare circa un mese, vero?” chiese poi Sango, curiosa di sapere quando si sarebbe tenuta esattamente la Cerimonia in cui sarebbe stata nominata Cavaliere ufficialmente
“Mh, credo che nel tuo caso la cosa andrà un po’ diversamente…. Penso proprio che mio padre deciderà di fissare la Cerimonia al massimo tra due settimane. Non sarà sufficiente perché il tuo Drago possa crescere il necessario, ma siamo in uno stato di emergenza e dobbiamo assolutamente liberare al più presto il principe Inuyasha… non abbiamo tempo da perdere. Comunque ti aveva già ipotizzato che per la missione ti avrebbero affidato uno dei Draghi veterani e credo proprio che così sarà”.
“Mh, capisco. In effetti è già passata più di una settimana e non possiamo ancora tardare…”.
“Già… spero solo che la nostra non si riveli una missione inutile…. Se il principe Inuyasha dovesse essere già morto correremo un grande rischio per niente…. Ma non c’è altro modo perciò dovremo agire al meglio. Per questo, durante queste settimane in cui dovremo attendere la prossima Cerimonia, dovrai allenarti a volare. Farò in modo che ti facciano fare gli allenamenti con lo stesso Drago che poi ti verrà affidato per la missione così sarà più facile…”
“Ti ringrazio…”
“Oh, eccoci qui, è questa”. I due, dopo essere usciti dall’ambulatorio, situato al piano terra del Palazzo, erano scesi al primo piano sotterraneo per raggiungere i nuovi appartamenti di Sango.
“Eh, questo è proprio il destino…! Le tue stanze non sono poi tanto lontano dalle mie, mia cara!” gioì Miroku
“Mmh… non è che hai torturato tuo padre con le tue asfissianti insistenze perché mi assegnassero questo appartamento?” ribatté, diffidente, la ragazza
“Accidenti, come siamo sospettosi! Però questa volta io non centro! Allora…l a chiave… ah, eccola!” disse il ragazzo dal codino, mentre estraeva da una delle tasche dei pantaloni una massiccia chiave in argento.
“Ecco a lei signorina! Questa è la sua nuova chiave”
“Grazie…. Solo che dovrò andare a prendere le mie cose dall’altro appartamento più tardi…” pensò ad alta voce lei
“No, no! È già tutto sistemato! Mio padre aveva già dato l’ordine di far portare qui le tue cose dopo che siamo usciti per andare alla Sala del Destino!”
“Certo che il nobile Takehiko era proprio convinto che sarei diventata un Cavaliere!” esclamò lei, mentre apriva la porta del suo nuovo appartamento, entrandovi insieme a Miroku e il suo Drago che teneva in braccio.
“Bè, anche io lo ero se è per questo…” sussurrò Miroku.
“Già… e ti devo ancora ringraziare per l’altra sera, Miroku…” gli disse, mettendoglisi di fronte.
“Forse, se tu non mi avessi detto tutte quelle cose, ieri sera, ora non avrei lui…” disse indicando il piccolo Drago che teneva tra le braccia e che ora la stava guardando con quei suoi occhietti color arancio lucente che si guardavano intorno curiosi e vispi.
“Sango… - le si avvicinò Miroku, posandole una mano sulla guancia – Io invece volevo chiederti scusa proprio per ieri sera…. Il mio intento era solo quello di poter, con le mie sole e misere parole, placare in parte le tue angosce…. Ma, al contrario, ti ho fatta preoccupare…. Mi dispiace…” le disse, guardandola negli occhi serio
“Non hai niente di cui scusarti… sono state proprio le tue parole a ridarmi la mia sicurezza. Io, a differenza di te, nonostante avessi perso la madre, avevo mio padre e mio fratello a darmi conforto e stabilità…. Ma trovandomi così lontana da loro ho cominciato a pensare che tutto il mio coraggio e la mia sicurezza derivassero dalla loro vicinanza mentre, da sola, non sarei stata in grado di fare niente…. Grazie alle tue parole ho capito in tempo che non è così, perciò ti ringrazio” lo guardò negli occhi e gli sorrise caldamente.
Miroku non resistette al suono di quelle parole e a quel sorriso e l’abbracciò.
E in quello non c’era malizia, ma solo gratitudine. Il pensiero di essere riuscito ad aiutare qualcuno lo riempiva di gioia.
“Ahia!” quel momento così bello, però, venne bruscamente interrotto
“Che è successo?” chiese sorpresa Sango, con le gote lievemente arrossate per l’imbarazzo del gesto del ragazzo
“A quanto pare abbiamo un Drago geloso!” esclamò Miroku mentre succhiava dall’indice della mano destra il sangue che fuoriusciva da due piccole punture lasciate dai canini ben affilati della piccola creatura.
“Come?” esclamò lei sorpresa, guardando il piccolo Drago che aveva tra le braccia il quale, a sua volta, guardava indispettito il Cavaliere dal codino.
“E- eh! Caro mio, c’ero io prima di te! – cominciò beffardo Miroku, avvicinandosi col viso alla creatura – Ma comunque vedremo chi di noi due conquisterà per primo la nostra bella neo – Cavaliere! Ora vi saluto, vado da Varandir!”.
“A- aspetta Miroku! Lascia che ti curi la ferita!” cercò di bloccarlo Sango
“No, non ce n’è bisogno! Non è niente!”
“Mi… dispiace per quello che è successo…. Se te ne vai per questo…”
“Ma no, che dici! Non me la sono presa, figurati! È solo che adesso è giusto che tu stia da sola col tuo Drago. Questa è una giornata speciale per voi due…. E poi Varandir mi ha fatto giurare che appena fosse terminata la Cerimonia sarei dovuto andare subito a riferirle quale Drago ti aveva scelto e sono anche in ritardo!”
“Ah, va bene allora…. Ci vediamo più tardi…?” gli chiese titubante
“Certo! Anche perché ti devo mostrare anche dove si trova l’appartamento del piccoletto!” rispose il ragazzo, prendendo in giro il draghetto, dalle cui narici uscì una nuvoletta di fumo grigiastra in segno di irritazione
“Passo più tardi di qui così ti accompagno, va bene?” le chiese conferma
“Va benissimo! A più tardi allora” accettò lei, salutandolo
“A dopo! Ciao scricciolo!” li salutò Miroku mentre il piccolo Drago di Sango sbuffava nuovamente.
“Certo che è proprio un campione nel far irritare la gente!” rise divertita la ragazza.
Si mise il piccolo Drago sulle spalle e cominciò a guardarsi intorno, esaminando la sua nuova ‘abitazione ’.
Come appartamento, era più piccolo rispetto a quello in cui in quei giorni era stata ma era altrettanto confortevole.
Ben illuminato, grazie a una serie di colorate lampade da terra e un grande lampadario appeso al soffitto, era costituito da due stanze comunicanti: quella da letto e il salottino in cui si trovava lei ora.
Questo aveva un perimetro circolare, arredato con gusto ma estremamente semplice; diversi e colorati tappeti contribuivano a dare luminosità alla stanza mentre un caminetto e alcune stufe diffondevano calore. Queste ultime, presenti in tutte le stanze all’interno del Palazzo, erano collegate ad un’unica centralina, regolata in modo tale da distribuire in maniera equa il calore all’interno.
La camera da letto, invece, era di forma quadrangolare ma altrettanto bella e luminosa. Come l’altra era estremamente semplice e confortevole, con un grande letto matrimoniale sul quale erano adagiati numerosi e coloratissimi cuscini che, comunque, era sparsi un po’ per tutta la camera. Ma quello che colpì la sua attenzione fu un grande mazzo di bellissimi e profumatissimi fiori posato sul letto…una particolare specie di gigli bianchi che crescevano sulle Montagne della Luna e che fiorivano tutto l’anno, anche durante le Grandi Nevi.
Si avvicinò e lo prese in mano, annusandone la delicata fragranza. Dal mazzo cadde una piccola busta sulla quale vi era scritto ‘Per Sango ’. La girò, per vedere se vi era il mittente ma non vi era scritto nulla; l’aprì, curiosa di sapere il contenuto del messaggio e il possibile mandante. Estrasse un piccolo fogliettino sul quale erano scritte poche parole: ‘ Congratulazioni per il tuo ingresso nei Cavalieri…. Da oggi in poi avrai l’occasione di poter lavorare a fianco di uomo affascinante come il sottoscritto e vedremo per quanto riuscirai a resistermi…!
I miei omaggi
Miroku ’
. Sorrise divertita. Chi altri poteva essere il mittente se non lui? Adocchiò un vaso in vetro colorato posato sopra una mensola e vi mise accuratamente i fiori.
“Staremo bene qui… che ne dici?” chiese allegra la ragazza, rivolgendosi al suo Drago che la guardava curioso
“Sì… staremo bene…”.

FINE 8° CAPITOLO.

Eccoci qua…! Allora? Mah…io, permanete, non so come descrivere questo capitolo…. Però la parte di cui sono più soddisfatta è quella riguardante Miroku e la sua infanzia…. Quando ho pensato alla scaletta generale del capitolo non mi era passata neanche lontanamente l’idea di scrivere cose simili…e tutt’ora mi chiedo da dove siano venute fuori (…bè…un’idea ce l’ho, ma è meglio lasciare perdere…).
Certo, come capitolo ha anche la sua importanza visto che, finalmente, anche Sango ha incontrato il suo Drago. Mi dispiace deludere chi prevedeva di vederla insieme a un Drago di Fuoco ma quello lo vedremo destinato a qualcun altro – e credo abbiate capito di chi parlo….
Ma questo non vuol dire che si è trattata di una scelta obbligata, anzi, quando ho dovuto assegnare ai vari personaggi le diverse specie di Draghi, quella di affidarne uno di Terra a Sango è stata quasi immediata. E questo perché mi sembra l’ideale per lei, così legata al proprio Paese e alla propria gente cosa riscontrabile, a mio avviso, anche nel manga – seppur in maniere meno palpabile.Spero, comunque, che non ci siate rimasti troppo male.
Per il resto, mi rendo conto che avevo promesso che da questo capitolo le cose si sarebbero smosse – bè, qualcosa si è smosso… - ma, come sempre, tra una cosa e l’altra non ce l’ho fatta. Anzi, addirittura, in questo capitolo, mi sembra di essere stata anche troppo…come dire…frettolosa. Purtroppo non sono una professionista e spero che quello che faccio vi basti, in qualche modo.
Visto che non sono stata molto di parola, per il prossimo capitolo non faccio previsioni, vi chiedo solo di avere un po’ di pazienza e augurandomi, come sempre, di non annoiarvi troppo.
Spero in vostri commenti, ci vediamo il prossimo lunedì,
baci ka_chan

  
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