-
Monica?!? Monica guardami!!!!
Monica
distolse lo sguardo dal nulla in cui era sprofondata e guardò l’amica che certa
di avere la sua attenzione continuò
–
Monica tu vuoi sempre avere il bambino vero?
nessuna risposta
–
MONICA?
alzo la voce Laura
- Io…Io...
ho paura Laura.- rispose Monica con la voce singhiozzante tipica del pianto.
– anzi
sono terrorizzata! Ma quale madre sana di mente metterebbe al mondo un figlio
con queste premesse? Come posso crescere un bambino senza un padre? E se
sbaglio con lui come ho sempre sbagliato nella mia vita? E. .. E se metto al
mondo il bambino e poi muoio anche io? Che farà da solo? Chi lo crescera? Se ci ho
pensato? Ah! Se ci ho pensato! È da quando Michele era steso a terra in chiesa
che ci penso!
Laura
era senza parole. La situazione qui era veramente grave. Monica, la direttrice
di una delle riviste femminili più importanti, la donna che aveva lottato per
la sua carriera e fiera sostenitrice del suo “essersi fatta da sola”, che aveva
sempre una parola per tutti e che per poco non perdeva il suo amato lavoro per
non far torto ai suoi amici, ora era allo stremo. Completamente annientata dal
dolore da non riuscire a reagire e a ragionare.
Laura
prese la mano dell’amica, la strinse affettuosamente e poi lentamente la adagiò
sulla sua pancia. Monica istintivamente iniziò ad accarezzare quello che era al
momento il caldo riparo per il suo bambino.
- Hai
finito di dire stronzate?
-Laura…
- no
Monica fammi parlare, hai ragione, crescere un figlio da sola è difficile, ma
non impossibile, tu non saresti la prima mamma single a crescere un bambino, in
questo momento sei spaventata e tutto sembra complicato, ma passerà! Passerà
Monica e sarai una splendida madre e se ora ti sfiora solo l’idea di fare la
più grossa cazzata della tua vita, dopo te pentirai amaramente! Soprattutto non
saprai mai come sarebbe stato il figlio tuo e di Michele.
Nel
sentire il nome del suo fidanzato Monica sobbalzò
-
michele?!
- si esatto
Michele!
-
Oddio Laura avevi ragione tu! Glielo dovevo dire! Glielo dovevo dire. Non saprà
mai che stava per diventare padre… e ora lui non c’è più! Non c’è più!
-
esatto non lui non c’è più. Ma non potevi sapere quello che sarebbe successo,
ma il bambino c’è ancora Monica, hai la possibilità di avere ancora una parte
di Michele! Lo crescerai e sarà un bambino sereno e felice perché avrà, HA una
madre fantastica! Su una cosa però hai ragione e se tu sei d’accordo, “io Laura
Del Fiore giuro solennemente di prendermi cura e crescere, come se fosse mio,
il bambino o bambina della qui presente Monica Liverani, nel caso muoia o fosse
comunque impossibilitata a prendersene cura”. Se vuoi andiamo da un notaio e lo
mettiamo nero su bianco. E non sto scherzando sono serissima, tu devi pensare
solo al bambino e nient’altro.
Monica
ricominciò a piangere di nuovo ma questa volta abbraccio lei l’amica con
affetto.
– Ti
voglio bene Laura-
-
Anch’io Monica, andrà tutto bene e vedrai passerà Tesoro, passerà!
Laura
rimase vicino alla sua amica finché non si addormentò sulla manona. Solo allora
si sdraiò sul divano e pian piano prese sonno anche lei.
Monica,
si risvegliò comunque presto, gli incubi non le davano tregua, continuava a
rivivere quel maledetto momento in chiesa, quando cioè la sua vita era stata
squarciata in due come il cuore del suo adorato Michele.
Incapace
di rimettersi a dormire, si alzò stando attenta a non svegliare Laura, guardò l’amica con affetto, la coprì con una
coperta e iniziò a girovagare senza motivo per casa finché mentre tornava sulla
sua manona lo sguardo andò su uno degli scatoloni che Michele aveva già
portato, dentro c’erano parte dei suoi ricordi e Monica vide emergere un
piccolo trenino. Lo prese tra le mani, lo accarezzò delicatamente, se lo portò
al petto e sorrise per la prima volta in due giorni.
Aveva
preso la sua decisione.
Il bambino
emise un tenero vagito, Monica distolse la mente dai suoi ricordi. Si sentiva un
po’ in colpa per aver avuto anche se solo per una frazione di secondo di rinunciare
a quel miracolo. Suo figlio, il figlio di Michele.
Non avrebbe mai ringraziato Laura
abbastanza.
Ad un tratto sentì bussare
alla porta della sua camera in ospedale. Rimase piacevolmente sorpresa per quella
visita, anche se in fondo se l’aspettava.
- Ehi pensavo proprio a te!