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Autore: emychan    28/09/2010    11 recensioni
AU,Reincarnation!Arthur.Merlin ha atteso quasi duecento anni, lo ha fatto perchè lo ha promesso come ogni volta, ma Arthur non sembra interessato a ricordare, nè a stare con lui. Che il loro destino sia finito, spezzato dal tempo?(merthur!)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emrys'
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Cap.7: Emergenza.

« Merlin, ho assoluto bisogno del tuo aiuto, devi venire subito. »
Queste furono le prime parole che si sentì dire non appena avvicinò la cornetta del telefono all'orecchio.
La voce era  abbastanza familiare da non lasciarlo del tutto all'oscuro sull'identità del suo interlocutore, anche se come avesse avuto il suo numero o perché avesse pensato di chiamare proprio lui per risolvere i suoi problemi, restava un vero e proprio mistero.
« Arthur, sei tu? » chiese indeciso tra chiudergli il telefono in faccia o starlo davvero a sentire.
Poteva essere qualcosa di davvero importante in fondo.
Certo, visto il modo in cui si erano lasciati solo il giorno prima, gli sembrava assurdo ricevere una telefonata del genere, sicuramente Arthur doveva avere un'ottima ragione per chiedergli aiuto.
« Certo idiota, chi altri dovrei essere? » sbottò l'altro, quasi riusciva a immaginarlo mentre rivolgeva gli occhi al cielo esasperato « Non importa, segnati il mio indirizzo. E' troppo lungo perché riesca a ricordartelo tonto come sei...»
Merlin contò mentalmente fino a dieci.
Avrebbe dovuto mandarlo al diavolo.
Chiudergli il telefono in faccia.
Dirgli di risolversi da solo le sue emergenze e lasciarlo in pace...
Ovviamente ciò che fece fu prendere un pezzo di carta e scrivere in fretta e furia ciò che l'altro gli dettava.
Il mago sospirò tra sè, era certo che un giorno avrebbe risolto questa perversa forma di dipendenza dai bisogni di Arthur... magari quando Uther si reincarnerà in un comico...
« E sbrigati Merlin, è urgente! » concluse l'altro chiudendo la conversazione senza nemmeno salutarlo e lasciandolo con un foglietto tutto spiegazzato in mano e lo sguardo sconsolato rivolto al diluvio che imperversava oltre il vetro della finestra.
Proprio in quel momento un grosso lampo attraversò il cielo seguito da un tuono piuttosto rumoroso che quasi fece saltare la luce nell'appartamento.
Merlin sospirò di nuovo... sperava davvero che si trattasse di una vera emergenza.
Se era solo uno degli scherzi di quel babbeo...
Andando a cambiarsi di malavoglia, Merlin cercò di convincersi che non stesse facendo tutto per niente.
Magari Arthur era in pericolo.
Magari c'era stato un incidente o qualcosa di peggio.
Forse era malato...
Forse era solo stupido...
No, era meglio togliere il forse dall'ultima... Arthur era sicuramente stupido in effetti.

Per quanto tempo o vite passassero Uther Pendragon restava sempre il padre di Arthur.
Era come se l'uno non potesse esistere senza l'altro.
Lui non aveva la stessa fortuna.
Non che essere figli di Uther Pendragon fosse una fortuna in sè, ma almeno Arthur aveva dei genitori.
Certo Hunit si reincarnava come tutti gli altri e lo stesso accadeva a suo padre, ma anche quando si incontravano e sposavano, dalla loro unione nasceva qualcun altro.
Lui non poteva nascere di nuovo e perciò non poteva piú  essere suo figlio.
Certo poteva avvicinarsi a lei, conoscerla, diventarne amico, ma non poteva sperare che lei lo amasse in quel modo speciale o che lo guardasse come si guarda un figlio.
Quello era un capitolo chiuso per lui, un tempo ormai perduto che non poteva essere recuperato in alcun modo.
Lui non apparteneva a quel ciclo continuo di vite, era l'estraneo costretto a guardare gli altri divertirsi dalla finestra.
Poteva avvicinarsi a loro, creare legami, recuperare un po' di quel tempo che non gli era stato concesso neppure la prima volta, ma non poteva avere un'altra chance.
Non poteva avere quella famiglia che aveva sempre desiderato.
Arthur, al contrario, era al centro di quella eterna spirale e per questo Merlin lo aveva sempre invidiato...
Un'altra cosa immutabile sembrava essere la ricchezza.
Ovunque nascesse Uther riusciva ad accumulare potere e ricchezza.
Era quasi disumano.
Di questi tempi era una specie di petroliere.
Il re del petrolio. Il nomignolo lo aveva fatto sorridere.
Lo aveva scoperto per caso, quando la sera prima tanto per fare qualcosa e non certo perché gli interessasse, aveva cercato il nome di Arthur su google vedendo apparire oltre ai soliti siti di leggende e Camelot anche le foto piú recenti di Uther e del suo nuovo impero.
Nel leggere dei suoi affari in vari siti web, Merlin aveva deciso che c'era qualcosa di profondamente sbagliato in tutta quella storia della reincarnazione.
Sicuramente una vita di umili origini avrebbe migliorato il carattere ad entrambi i Pendragon, sarebbe stato educativo, no? Magari avrebbe reso Arthur un po' meno asino di com'era.
E Merlin non si sarebbe trovato davanti ad un infinito cancello in ferro battuto, in un paio di jeans neri zuppi fino al ginocchio, una ridicola t-shirt con un grosso sorriso giallo stampato sul davanti e una camicia nera dalle maniche già fradice.
Chiaramente il suo ombrello nuovo doveva essere bucato perché nessuno poteva bagnarsi cosí tanto pur essendo coperto.
Merlin frugò nelle tasche alla ricerca del foglietto ormai bagnato e dalle scritte quasi illeggibili, l'aveva già controllato una decina di volte e il risultato rimaneva lo stesso.
Doveva essere il posto giusto.
Solo che era davanti ad un giardino.
Un enorme giardino... ma sempre un giardino.
Forse si trattava di uno degli scherzi stupidi dell'altro, di una vendetta per la scenata in biblioteca...
Già se lo immaginava  mentre raccontava ai suoi amichetti quell'esilarante giochetto 'Ho fatto uscire quella checca sotto la pioggia sabato, ovviamente è corso subito perché pensava fosse un'emergenza!'
Che divertente... davvero fantastico...
Stavolta lo avrebbe ucciso.
« Mi scusi, posso aiutarla? »
Merlin sobbalzò.
A parlare era stato un uomo sulla cinquantina stretto in un completo da pinguino e coperto da un grande ombrello nero, con un moto di stizza il mago notò che era completamente asciutto.
« Veramente stavo cercando casa Pendragon, forse mi sono perso » rispose arrossendo, conscio che probabilmente sembrava strano a starsene lì impalato sotto la pioggia da chissà quanto tempo.
« E' nel posto giusto allora » rispose l'altro senza battere ciglio.
Merlin fissò di nuovo il giardino senza capire.
Arthur viveva in un prato?
Certo non se ne intendeva di ricconi in quel secolo, ma gli sembrava un po' troppo alternativa come abitazione, no?
« Deve percorrere il viale, oltre i giardini troverà la villa » spiegò l'uomo indicandogli un punto imprecisato oltre gli alberi del cortile.
Merlin sbatté le palpebre con aria confusa « Oh » fu la cosa piú  intelligente che gli venne da dire « E come si fa per...?» concluse con un vago gesto della mano con cui voleva dire per entrare, ma che probabilmente gli riuscì piú simile al gesto privo di significato di un ubriaco.
Per fortuna quello che doveva essere una specie di custode, lo interpretò giustamente e gli sorrise « Aspetti solo un secondo. Può dirmi il suo nome? »
« Merlin... Merlin Emrys » rispose prontamente il mago tremando nella camicia ormai zuppa.
L'uomo annuì e si allontanò di un paio di passi per parlare con qualcuno, probabilmente qualcuno in casa.
Merlin non riuscí a sentire quasi nulla, a parte forse il suo nome e un si, subito, sperava che lo facessero entrare prima di morire assiderato là fuori...  per fortuna la serratura del cancello scattò come per magia e il custode gli fece cenno di passare « Entri pure, la stanno aspettando. »
Merlin lo ringraziò di cuore e lo superò in fretta, desideroso di allontanarsi finalmente da tutta quella pioggia.
A causa di acqua e vento era quasi impossibile ammirare qualcosa del giardino e ad essere del tutto sincero, il mago aveva ben poca voglia di soffermarsi a guardare piante e fiori in quel momento.
Voleva solo andare in un posto asciutto e magari bere qualcosa di bollente.

La famosa villa si rivelò in effetti piú simile ad un castello, Merlin si bloccò sul vialetto fissandola a bocca aperta, iniziava a sentirsi stranamente a disagio nelle sue converse gialle.
Purtroppo la porta era già aperta e sulla soglia c'era un uomo piuttosto anziano con un grosso paio di baffi bianchi sopra le labbra, chiaramente la fuga non era un opzione arrivato a quel punto.
« Il signorino la attende » gli disse sfilandogli l'ombrello dalle mani e fissando con vago sdegno le sue scarpe da ginnastica colpevoli di lasciare grandi impronte bagnate su tutto il pavimento di marmo lucidato a specchio.
Merlin iniziò a scusarsi, ma prima che potesse formulare le parole, l'altro gli disse di seguirlo.
« Merlin, finalmente! Iniziavo a credere che ti fossi perso » Arthur li aspettava in mezzo alla scala che portava al piano di sopra.
Guardandola dal basso il mago non potè fare a meno di chiedersi chi fosse lo sfortunato incaricato di spolverare ogni cosa, doveva essere un inferno « Grazie... »  Arthur si bloccò fissando l'uomo aggrottando la fronte e arricciando le labbra in ovvia confusione « Sam... ci penso io adesso.» concluse facendogli cenno di andarsene, Merlin avrebbe scommesso che non si chiamava affatto Sam, probabilmente aveva detto il primo nome che gli era venuto in mente... quell'asino.
« Seguimi Merlin » gli ordinò subito dopo e senza nemmeno attendere una risposta si voltò per ricominciare a salire, Merlin fu tentato di sedersi in mezzo alle scale solo per ripicca... non aveva ascoltato una sola parola di ciò che gli aveva detto il giorno prima?
Arthur lo condusse in una stanza del secondo piano, a prima vista sembrava un salotto, con i due divani bianchi e il tavolo di legno al centro, ma voltandosi intravide un letto oltre una porta semi-aperta.
Quindi era la stanza di Arthur.
Il pensiero gli fece qualcosa di strano allo stomaco.
Qualcosa a cui assolutamente non voleva pensare.
« Che stai facendo? » gli arrivò la voce sdegnata dell'altro, Merlin si bloccò sulla soglia guardandolo confuso.
Arthur incrociò le braccia sul petto « Le scarpe Merlin, toglitele » pronunciò con n cenno verso i piedi dell'altro.
« Cosa? »
« Non vorrai bagnarmi tutto il pavimento spero? Perché sei così bagnato comunque? Non hai un ombrello? » chiese studiandolo con sdegno.
Merlin si sentì arrossire sotto lo scrutinio, ma si impose di non mostrare imbarazzo « Certo che ce l'ho... » rispose indignato « è solo che c'era vento e... non sono affari tuoi » sibilò infine, sfilandosi le scarpe e lasciandole fuori dalla porta.
Nel frattempo Arthur si era seduto su uno dei divani, Merlin notò distrattamente che era scalzo e cercò di trattenersi dal fissarlo piú del dovuto... in fondo era ancora arrabbiato con lui. « Allora?» cercò di apparire piú  irritato di quanto si sentisse in realtà « Qual è la grande emergenza? »
« Bella maglietta... ti si addice molto. » sorrise Arthur.
Per istinto Merlin chinò il capo per osservare l'enorme cerchio giallo che troneggiava sul suo petto.
Si era completamente dimenticato della t-shirt.
L'aveva comprata un anno prima ad una fiera trovandola fantastica... ad un tratto non gli sembrava piú cosí divertente...
Solo stupida...
Molto molto stupida...
Tornato a casa gli avrebbe dato fuoco.
Con un gesto nervoso cercò di nasconderla con la camicia, ma il sorriso trionfale di Arthur lo bloccò.
Sbuffando irritato lasciò perdere camicia e maglietta e gli scoccò uno sguardo stavolta veramente irritato « L'emergenza? »
In tutta risposta l'altro lo fissò come se non avesse la minima idea di cosa stesse dicendo « Ah, si » esclamò infine cominciando a frugare tra un mucchio di cartacce e libri sparsi per tutto il pavimento « Era proprio qui... » mormorò gettando via un paio di fogli e lasciando cadere a terra una calcolatrice che aveva visto giorni migliori.
Sconsolato dalla stranezza dell'altro, Merlin andò a sedersi sul divano opposto.
Era ovvio ormai che non ci fosse nessuna emergenza.
E lui era troppo stanco e infreddolito perfino per arrabbiarsi.
« Eccoli! »  esultò infine Arthur tendendogli un mucchio di fogli tutti stropicciati con aria stranamente soddisfatta.
Merlin li afferrò sentendosi sempre piú  confuso, passò lo sguardo un paio di volte dai fogli al volto adesso un po' apprensivo, quasi in ansia del ragazzo e da questo ai fogli che gli aveva consegnato come fossero un trofeo.
Se la situazione non fosse stata cosí  assurda avrebbe potuto trovarlo... dolce.
Sospirando Merlin lesse le prime righe « Arthur... »
« Che c'è? » sobbalzò l'altro guardandolo con evidente ansia.
« Sono i tuoi esercizi di matematica questi? »
« Certo, ci ho messo tutto il giorno per finirli, mi è venuto il mal di testa con tutti quei numeri e quelle formule, come fa a piacerti una cosa simile? E' una tortura! Ce ne sono alcuni che non sono riuscito a risolvere, ma ci ho provato...
davvero. »
« Fammi capire bene, sono qui per correggere i tuoi compiti? »
« Certo » rispose Arthur sorridendo di nuovo, come se ogni cosa fosse risolta,  ma davanti all'occhiataccia di Merlin il suo sorriso sembrò vacillare « Sai che li devo consegnare lunedì, non è colpa mia se sei scappato in lacrime dalla biblioteca. Dico sul serio Merlin devi controllare queste crisi ormonali, come farò a migliore i miei voti se ti metti a frignarmi sulla spalla ogni due minuti? »
« Io non piangevo » replicò il mago sentendosi indignato.
« Oh, per favore! Avevi gli occhi lucidi e le labbra tremanti, sei peggio di una ragazzina quando ti ci metti! »
Merlin lo fissò a bocca spalancata « Non hai capito niente di quello che ti ho detto in biblioteca, vero? »
Arthur arricciò le labbra distogliendo gli occhi dal viso del mago « Non puoi correggere quegli stupidi compiti senza farne una questione di stato? »
« No, non posso. Perché ovviamente sei un'idiota che crede sia normale chiamare qualcuno che a malapena conosci e farlo correre a casa tua sotto il diluvio universale, solo perché hai deciso all'improvviso che è divertente usare quella cosa che hai nella testa e che chiami cervello. »
Merlin ammise con se stesso di star esagerando.
Arthur non si scusava mai.
Di certo non ammetteva mai di aver sbagliato.
Il fatto che si fosse messo davvero a studiare, e dal caos che regnava nella stanza era ovvio che almeno ci avesse provato, dimostrava come le sue parole della sera prima non fossero state ignorate come voleva fargli credere. Chiaramente quello era il modo del ragazzo di farsi perdonare e Merlin non se la sentiva proprio di restare ancora arrabbiato con lui.
« Wow Merlin, certo che quando ti ci metti hai una lingua davvero appuntita » ribatté l'altro e nella sua voce Merlin notò per la prima volta una punta d'incertezza.
Cosa significasse non lo sapeva e probabilmente non l'avrebbe mai capito, ma per qualche ragione sembrava che Arthur volesse continuare quelle lezioni... anche a costo di farsi da solo i suoi compiti.
Merlin sentì di nuovo quel qualcosa di strano agitarsi nel suo stomaco.
« Senti... » si schiarì la voce l'altro « ammetto di essermi comportato... non molto bene con te. Però non ti sembra di esagerare? Sei cosí scontroso... »
« Non sono scontroso. »
« Okay, tienimi il muso allora, come vuoi. » e davanti al suo viso imbronciato Merlin infine cedette.
Ma in fondo quando mai era accaduto che resistesse ad una richiesta di Arthur?
« Puoi almeno portarmi qualcosa di caldo per riscaldarmi? » sospirò afferrando una penna dalla pila di roba confusa lì intorno e mettendosi a leggere gli scarabocchi insensati del ragazzo.
L'altro non rispose, ma si alzò dal divano lasciandolo solo nella stanza.
Quando tornò aveva una vassoio d'argento in mano con due tazze di caffè bollente e dei biscotti appena sfornati.
Li posò in un angolo del tavolo rimettendosi a sedere sul divano e fissando Merlin con una strana espressione pensierosa dipinta in volto.
Fuori la pioggia smise lentamente di cadere lasciando il posto ad una notte serena...

tbc...

Ecco il nuovo capitolo!!
Che ve ne pare? Stavolta è tutto sui nostri due piccioncini!!
Sembrano in pace per ora, ma quanto durerà?(Pochissimo in effetti..:PP)
Alla prossima con gli sviluppi del triangolo Gwen/Morgana/Lance e ovviamente piú Merlin e Arthur!!E per non farci mancare nulla anche Ygraine farà la sua comparsa!
Ne accadranno delle belle!!
See you soon!XDDD

elfin emrys: Ecco svelato il breve mistero della chiamata!:P Arthur è davvero un rompicapo!XD
La sfuriata in effetti non era molto IC secondo me, ma quando ci vuole ci vuole... e da                     brava anima pia Merlin lo ha già perdonato!XD

akkarin_a: In effetti dispiace anche a me... Lancelot mi piace pure come personaggio, ma mi sa che qui non avrà un lieto fine... saà per la prossima reincarnazione!:PP A parte tutto sono contenta che ti piacciano qui, significa che sono riuscita a renderle 'possibili'!XD

Aleinad: La sfuriata ci voleva proprio, povero Merlin. Non può mica subire sempre in silenzio!:PP
Per Morgana hai capito benissimo!:P Ho cercato di renderlo un amore 'naturale' come ho già detto, anche  perché nella storia loro due sono cresciute assieme, mi piaceva l'idea che Morgana amasse in segreto Gwen fin da ragazzina...:PP

Crystal Phoenix: Ciao!Grazie di aver commentato allora! Continua a seguirmi!!!XD

_Saruwatari_: Esatto! Era proprio Arthur!!! Il nostro principino non riesce proprio a fare a meno di Merlin!:PP
E Merlin è decisamente troppo buono con lui, non credi? Quanto al discorso sull'esser gay o meno,     immagino che Merlin abbia avuto mooolto tempo per pensarci e abbia sentito talmente tante etichette e nomignoli nei secoli da non capircipiú  nulla poverino!:P
                       
Yusaki: Sono contenta di riuscire a dipingere bene Morgana, era uno dei punti piú  difficili della storia perché temevo che tutti tifassero per Lance essendo in originale il grande amore di Ginevra... invece vedo che in molte condividete le sue pene d'amor!XD
Eh si, povero Arthur! Ha dovuto perfino farsi da solo matematica per farsi perdonare... povero principe!XDD

Come sempre grazie anche a chi mi segue senza commentare, vi adoro tutti!
A presto e se volete in fretta il prossimo capitolo...cliccate e lasciatemi due righe. è gratis!:PP







   
 
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