Ecco qui l'ennesimo parto
della mia mente...spero vi piaccia!
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e recensiranno!
Eustass Kidd
sedeva sul ponte, in apprensione.
Stava in
attesa da circa tre ore, da quando le acque della sua donna, Eos, si
erano
rotte cogliendo tutti alla sprovvista.
Da
sottocoperta si sentivano distintamente le grida acute della ragazza,
in preda
ai dolori atroci delle contrazioni e all’ansia più totale, e
anche Kidd stesso,
affacciato alla balaustra della nave a fissare il vuoto, si sentiva
terribilmente irrequieto.
Credeva di
essersi abituato al pancione della sua donna, credeva d’essere ormai
pronto per
affrontare la paternità in modo sereno, ma ora si rendeva conto
d’avere ancora
paura.
Sarebbe
diventato un buon padre?
Sarebbe stato
in grado di crescere ed educare un figlio, lui che era il più
spietato e
zoticone tra i pirati? Sarebbe stato in grado di proteggerlo? Di
insegnargli la
vita da pirata?
Erano queste la
domande che incessantemente gli rimbombavano nella testa, da più
tre
fottutissime ore.
All’ennesimo
grido di dolore di Eos, il pirata si mise le mani tra i capelli rosso
fuoco, sperando
ardentemente che il parto non subisse alcuna complicazione.
Fortunatamente
dopo qualche minuto le urla cessarono, e un pesante silenzio
calò sulla nave. Qualche
secondo interminabile, e dei gemiti sempre più forti iniziarono
a levarsi in
aria.
Kidd scattò
fulmineamente in piedi e la porta dell’infermeria si aprì,
rivelando l’alta ed
allampanata figura del il medico della ciurma con un fagottino bianco
tra le
braccia.
“Guarda,
capitano!” esclamò il dottore
sorridendogli appena, porgendogli il piccolo neonato intento a piangere
e
dimenarsi energicamente.
“E’ una
bambina! Ed è sana come un pesce!” fece ancora, attirando
l’attenzione di tutta
la ciurma.
Con le mani che
gli tremavano Kidd prese in mano la piccola, nella paura folle di farla
cadere;
appena si trovò tra le braccia del padre, la bimba smise di
urlare, e per un
attimo spalancò i piccoli occhi scuri, come se si fosse accorta
solo in quel
momento di essere venuta al mondo.
“E’...
è... così piccola…” fu tutto ciò che
Eustass fu in grado di dire.
Non aveva mai
visto un neonato in vita sua, e trovarsi tra le mani un essere umano
così indifeso lo impressionava un po’.
Tutta la
ciurma si precipitò dal suo capitano, primo fra tutti Killer,
che si mise
davanti al rosso a guardare la bambina.
“Kidd, guarda
com’è bella! Ha il tuo naso! E la bocca di Eos! E ha anche i
tuoi capelli!”
gridò felice, osservando la peluria rossastra sulla testa della
piccola.
Eustass abbozzò
un sorriso e rimase a fissare la neonata a lungo, con un’espressione
intenerita
in volto e una grande felicità crescente dentro di sé.
Quello
scricciolo era davvero stupendo, e pur non avendo mai visto altri
neonati in
vita sua, Kidd fu sicuro che fosse anche il più bello del mondo.
Dopo qualche
istante, il medico riprese la bambina:
“Ora
la devo pulire un po’, và da Eos,
capitano…”
Kidd non se
lo fece ripetere due volte, e si precipitò velocemente in
infermeria.
Trovò la sua
donna distesa sul lettino dell’ambulatorio, sudata, sfinita e ancora
ansimante.
Appena lo
vide, lei gli sorrise e chiese con voce flebile:
“Hai visto la
nostra piccolina? Hai visto com’è bella, Eustass?”
Lui annuì e
si chinò per baciarle la fronte:
“E tu come
stai, Costina?” le chiese dolcemente.
“Come se mi
fosse passato sopra un treno.” rispose lei “Ma ne è valsa la
pena… è bella la
nostra bambina, vero?”
Kidd le
carezzò una guancia:
“Sì, è
bellissima.”
Eos gli prese
una mano:
“Come
vogliamo chiamarla?”
Il rosso ci
pensò un po’ su:
“Che nome ti
piacerebbe?”
Lei sospirò e
chiuse gli occhi per un istante:
“Vorrei
chiamarla Rocìo, mi è sempre piaciuto questo nome…”
Kidd le
sorrise:
“Ehi, piace
anche a me…”
Rimasero a
lungo a guardarsi negli occhi, lei stanca e affaticata, coi lunghi
capelli
bruni sciolti abbandonati sul cuscino, lui chino a accarezzarle la
mano, ancora
incredulo del miracolo che era appena avvenuto.
Era appena nata
Eustass Rocìo, il sangue del suo sangue: non si era mai sentito
così felice in
vita sua.
Dopo qualche
minuto, il medico di bordo entrò nell’ambulatorio per portare la
piccola ai
suoi genitori:
“E’ proprio
una bella bimba.” asserì soddisfatto “Pesa quattro chili ed
è in perfetta
salute.”
Così dicendo,
posò la neonata tra le braccia della madre, che cominciò
a guardarla in
adorazione.
“Stai attenta
al cordone ombelicale, Eos.” continuò poi “Quando la cambi, devi
cambiare anche
la fasciatura, si staccherà da solo tra un po’di tempo… la puoi
allattare tra
qualche ora, e se entro stasera non sarà andata di corpo, le
daremo un
leggerissimo lassativo...”
Kidd, in
assoluto silenzio, stette ad ascoltare ogni singola raccomandazione del
dottore.
“Possibile
che per un neonato bisogna fare così tante cose?” pensò.
Il medico non
fece neanche in tempo ad andarsene che subito Killer si
precipitò nella stanza
al posto suo.
Appena
entrato, guardò subito il fagottino: “Ma guarda che carina!”
esclamò.
“Killer!” sbottò
Kidd, allontanandolo “Se ti fai vedere subito così le disturbi
la crescita!”
come tutti i neopapà, era subito diventato estremamente
protettivo.
Eos, intanto,
teneva la piccolina stretta tra le braccia cullandola dolcemente:
“La vogliamo
chiamare Rocìo, Killer… ti piace?”
“Certo che mi
piace!” annuì vigorosamente il massacratore, sempre più
euforico; nonostante
l’aspetto grottesco e la malsana abitudine di voler squartare la gente
di tanto
in tanto, Killer adorava i bambini e non aveva mai torto loro un
capello
durante le sue scorribande.
Kidd stesso,
pur essendo un pericoloso pirata con terribili malefatte alle spalle,
non aveva
mai fatto male ad un bambino. Li considerava esserini innocui, non
meritevoli
di dolore, e non li aveva mai considerati più di tanto.
Ora,
trovandosi quella piccolina tra le braccia, si sentiva felice,
completo, come
mai lo era stato. Come poteva un fagottino così piccolo portare
così tanta
gioia?
“Vuoi
prenderla in braccio, Kidd?” gli chiese Eos, porgendogli la bimba.
Eustass non
disse nulla, protese solo le grandi braccia in avanti; la ragazza
posò la
piccola tra le mani del suo uomo.
“Porca
miseria!” disse lui “Ho paura di romperla, come se fosse un bambolotto.”
“Non avere
paura, Eustass…” gli sussurrò conciliante lei “Non la farai
cadere, sei un papà
adesso… e un papà non fa mai male al suo bambino, nemmeno
involontariamente…”
Killer sorrise
da sotto la maschera, felice: era proprio vero che i bambini erano un
bagaglio
di felicità. Non se lo sarebbe mai aspettato, però, che
Kidd diventasse padre.
La piccola si
guardava intorno, muovendosi appena; Kidd prese delicatamente una delle
sue piccole
mani tra le dita, sentendo al tocco la pelle incredibilmente morbida e
vellutata, ancor più di quella di Eos.
Ad un certo
punto, però, una smorfia comparve sul visino della neonata, che
cominciò a
piangere con quanto fiato aveva in gola.
“Oh, cazzo,
lo sapevo!” gridò Kidd, preso dal panico “Le ho fatto male!”
“Ma che dici,
cretino…” lo rimproverò Eos bonariamente “Avrà fame,
dammela qua un attimo…”
Appena ebbe
la piccina tra le braccia la giovane si scoprì un seno, e
istantaneamente
Eustass fulminò con lo sguardo Killer, che capì
l’antifona e uscì velocemente
dalla stanza.
La bimba cominciò
a suggere, acquietandosi subito, e Kidd rimase a osservare la scena,
intenerito.
Quando la
poppata fu conclusa, Eos porse nuovamente la neonata al suo uomo:
“Vuoi farle
fare il ruttino?” gli chiese.
“E come si fa?”
“Prima di
tutto togliti la pelliccia, con quelle borchie rischi di farle male.”
ordinò
lei, ed Eustass obbedì. “Prendila e poggiala sulla spalla.” Kidd
eseguì gli ordini
un po’impacciato “Ed ora dalle dei leggerissimi colpetti sulla schiena”.
Un tantino
timoroso, il pirata prese a fare quanto indicatogli, cercando di essere
più
delicato possibile.
Ad un certo
punto sentì un piccolo rutto, e una cosa viscida e calda prese a
colargli giù per
la schiena.
“Oh, merda,
oh merda!” urlò lui, terrorizzato “Non dirmi che è
sangue, le ho dato i
colpetti troppo forti!”
Eos cominciò
a ridacchiare, coprendosi la bocca con una mano:
“Ma no, Kidd…ha
semplicemente rigurgitato, è normalissimo, il suo sistema
digestivo non è
ancora sviluppato del tutto! E’ stato il suo primo pasto,
dopotutto…dammela e
vai a pulirti, dai…”
Il rosso
porse Rocìo alla ragazza e andò in bagno, imbarazzato. Si
sentiva totalmente
disorientato, così tante cose da sapere in così poco
tempo…
Entrò nella
doccia e per qualche minuto fece scorrere l’acqua tiepida sul suo viso,
tenendo
gli occhi sgranati.
Che strana
sensazione stava provando, era un sentimento nuovo, non riusciva ancora
a
crederci, era diventato padre!
Ora quella
lattante così piccola e indifesa dipendeva in tutto e per tutto
da lui, e dalla
sua compagna.
Aveva un
po’paura a dir la verità, non aveva mai avuto a che fare con un
neonato e già
il primo approccio con il ruttino era stato abbastanza traumatico.
Quello
sarebbe stato l’inizio di un percorso bellissimo, anche se
probabilmente più
complicato di una lotta con un ammiraglio.
Nota dell'autrice
E sì, ho dato a Kidd una femminuccia, adesso vediamo come se la
caverà con una dolce bimba tra le braccia!