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Autore: remvsg    29/09/2010    8 recensioni
In un mondo d'acqua e calore, una vocina piccina piccina si fa avanti, descrivendo il primo di tanti.
L'inizio di Victoire e dei suoi giorni da Weasley
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fino a quel giorno, la concezione della vita da parte di Victorire Weasley era molto semplice.

Veniva nutrita e coccolata, senza dover  fare alcun che.

L'unico sforzo richiesto era crescere, ma, tutto sommato, era una cosa talmente naturale che non se ne curava molto.

Brillante come ogni esemplare della sua famiglia, il suo cervellino, per quanto da poco sviluppato, aveva  però già capito che c'era di più. Cosa, non lo sapeva, ma di più, sicuramente.

 

Per cui, anche se traumatico e stressante, quando quel giorno arrivò, era, psicologicamente parlando, preparata.

 

Il problema vero e proprio non furono gli spintoni, nemmeno tutto quel muovere di acque, bensì le grida.

Il suo orecchio, così tenero e piccolo, fin troppo abituato a quelle parole dolci e ovattate, non riuscì a tollerare le urla e le imprecazioni in una lingua particolarmente accentata.

La sua reazione fu la più naturale, che la avrebbe contraddistinta negli anni a venire.

E mentre il dottore cercava di tirarla fuori da quel luogo caldo e accogliente, lei pianse. Forte, molto forte.

 

Nonostante il tono dei presenti si fosse abbassato, Victoire Weasley non riusciva a smettere di frignare, credendo che quello fosse l'unico sistema per convincere quelle grandi ombre scure a rimetterla al caldo.

E così avvenne. Fu avvolta in quello che considerava una membrana ruvida, e accolta in quello che sembrava il posto più bello del mondo, le braccia di sua madre.

La sentiva respirare forte e ridere insieme ad un'altra ombra, dal vago alone arancione.

 

"Piccolina, ehi, principessa mi senti? Sono la tua mamà. Quonto sei bella"

 

Era la stessa voce che le sussurrava ninna nanne e dolcezze, la riconosceva, e si sentiva al sicuro.

 

Victoire percepì anche un altro suono. Piccole lacrime scendevano dall'altro individuo che le stava vicino.

 

"Non piangere sciocchino. E' tonto bella! Ecco, prendila in braccio"

 

Il corpo della piccolina fu spostato, dalle braccia esili e calde della madre, a quelle grandi e forti del papà. Era una sensazione strana, ma la piccola Weasley si sentiva protetta.

 

"Victoire, piccolo tesoro mio"

 

Si era preparata a tutto, ma non a questo.

Una forma poco definita l'aveva accolta tra le braccia, ancora tremanti per l'emozione, cullandola con le lacrime che non riusciva, malgrado ogni sforzo possibile, a trattenere.

La viva commozione che sentì sulla sua pelle non era però paragonabile all'euforia, strana ma bella, dell'essere chiamata con un nome vero.

Era sicura che si riferissero a lei mentre quelle voci ovattate chiamavano Tesoro, Cherie, Piccolina, come sapeva che quelli erano soltanto nomignoli.

Spiegarlo sarebbe difficile, ma capì immediatamente che Victoire era il suo nome. Suo.

 

"Sei sicuro, mon amour? Non preferivi chiamarla come tua mamà?"

"No, lei è Victoire. E' nata per vincere sopra l'oscurità di questo giorno”.

Sorrisero, tutti e tre.

 

Già, fino a quel giorno la concezione della vita di Victorire Weasley era molto semplice, ma vuota. Adesso, nonostante il freddo, le urla ed il pianto, aveva una famiglia. E non si sarebbe mai aspettata niente di meglio.

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Quando rileggo questa flash, stento sempre a credere che sia opera mia. E' tutto così... vivo.

Nessuno morto o simili. Pochissimi punti.

Eppure credo che il mio tono si senta da subito. 

Lasciate perdere il finale, voi che leggete, ero sotto burritos e birra non pastorizzata artigianale quando l'ho scritto. -.-"

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Questa flash è stata scritta per il contest WE WANT... MISSING MOMENT indetto da Titti Granger, classficandosi nona.

Come avete capito "La nascita di Victorire" era il mio momento mancante.

Sinceramente non sono molto fiera della mia posizione. Per quanto consapevole della fluffata scritta, mi sembrava di aver ideato qualcosa di piuttosto originale e meritevole, ma forse sono ancora sotto l'effetto della cucina messicana.
Questa non vuol essere una critica al giuice, anzi, posso concordare ciò che ha scritto, ma solo una impressione.
Ditemi voi se ho preso un abbaglio o simili-che ci sta tutto-.

NONA CLASSIFICATA 
Remvsg
 

IC personaggi: 21\25. 
Grammatica- sintassi: 18\20 . 
Stile: 12\15 . 
Trattazione Missing Moment: 14\20. 
Originalità della trama:16\ 20. 
Elementi bonus: 3\6 
Totale: 84\106 

Mai, mai, mai mi sarei aspettata questa storia dal Pov della stessa Victoire. 
Sono rimasta davvero sorpresa quando mi sono resa conto che, a parlare, era la stessa bambina, ancora dentro la pancia della mamma. Davvero molto originale, come trovata, ma forse avresti avuto più spunti se avessi raccontato la situazione da un’altra angolazione. 
Per i personaggi, non ho potuto dare un punteggio più alto, sia perché il personaggio di Victoire è in un certo senso in bilico, sembra quasi che a parlare sia un personaggio esterno; sia perché quelli che invece conosciamo, Bill e Fleur, sono, diciamo, appena accennati: troppo poco per dare un punteggio più alto. Inoltre, non mi convince molto la proposta di Fleur di dare alla sua prima bambina il nome della suocera, considerando anche quanto le due donne vadano poco d’accordo. 
Hai un buonissimo stile, molto attento e accurato… talvolta, la lettura è ostacolata da un uso ingente di virgole che ne rallentano l’andamento. 
Ti ripeto… ho trovato davvero molto originale la scena del parto; forse un tantino troppo… quieta, tenendo conto del fatto, inoltre, che si tratta della nascita della prima nipote; quindi non riuscirei ad immaginare una situazione più caotica di quella! 
Avrai notato che ho tolto un punto per gli elementi bonus, invece di quattro ti ho dato tre: sebbene tu abbia trattato molto bene l’elemento del sentimento, nel tuo caso la commozione, ho trovato che invece, l’elemento del colore non abbia ricevuto la stessa attenzione; inserirlo in un’ espressione così generica come “vago alone arancione” , non è sufficiente. 
Ottimo il finale… penso che la frase di Bill sia una conclusione perfetta, che racchiude il vero significato di quella nascita: la vita sulla morte, la luce sull’oscurità, la consapevolezza dell’importanza della famiglia. Secondo me, questo concetto sarebbe stato ancora più palpabile e profondo se ne avessi reso parte davvero tutta la famiglia a quest’evento, lasciando passare la nascita di Victoire come una speranza, non solo metaforica, ma anche collettiva e concreta

   
 
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