Muahahahahahahahah! Eccomi ancora qui con un altro capitoluzzo! (l'ho detto che non scomparisco tanto facilmente!!!!) Spero vi gusti anche questo... ovviamente aspetto con impazienza che mi facciate sapere che ve ne pare (A discapito delle mie unghie che ne risentiscono se non trovo commenti XD).... Non posso far altro che augurarvi buona lettura! Kiss kiss... BiEsSe (questa parte fa molto Gossip Girl XD)
Capitolo 2
Robert pov:
“Nuvoloso”
Continuo
a correre imperterrito sulla spiaggia, ripensando continuamente alla
scena di
ieri sera.
-Tanti…
auguri a… teeee!- gli
applausi mi invadono completamente e spengo le candeline con un soffio.
Sorrido
ai vari flash delle macchine fotografiche dei miei amici ed inizio a
tagliare
la torta.
-
Robert, ti devo parlare- Kristen
mi prende per la mano e, nonostante io cerchi in tutti i modi di
divincolarmi e
tornare alla festa per il mio ventitreesimo compleanno quando lei si
volta
verso di me, mi
ruba un bacio dal quale
mi stacco subito:- Hey, ma che stai facendo?-
- Senti
non posso vivere senza di
te e tu mi piaci ancora tanto e…-
-
Kristen, Kristen…- lei continua
a parlare senza darmi minimamente retta:- Kris porco cane ascoltami!-
si blocca
per un momento guardandomi stranita, convinta come sempre che io le dia
ragione:- Ci siamo lasciati per un motivo no? E’ successo ben
due mesi e mezzo
fa e, sinceramente, non intendo tornare indietro. Mi manca una ragazza
con cui
passare il tempo ma io e te non siamo compatibili… non credo
che lo saremmo
stati mai. Alla fine sei tu che te la sei spassata con tre camerieri
finchè ero
a Londra dai miei e per favore smettila di sparare cazzate-
I
decibel della mia voce
raggiungono un tono decisamente elevato e ringrazio che ci sia mia
sorella a
cantare sul palco del locale, per intrattenere gli invitati.
- Ma,
io, te… noi-
Riprova
a farmi cambiare idea, ma
testardo come non lo sono mai stato ribatto:- Kristen, un noi
probabilmente non
c’è mai stato. Eravamo un io e te, basta,
nient’altro. Possibile che tu non
riesca a capirlo? Era un continuo tira e molla, non siamo mai stati
davvero
insieme. Per favore non complicare tutto, capiscimi tu per una buona
volta…
adesso, se non ti dispiace, devo tornare alla mia festa di compleanno-.
La
lascio lì in mezzo ai divanetti rossi del locale e,
nonostante io mi accorga
che qualche lacrima le righi le guance, torno alla torta e ai flash
senza
provare a compatirla per l’ultima volta.
Ma si può
sapere che le è successo ieri sera? Forse le mancava
qualcuno con cui
divertirsi e ha pensato al primo idiota che ha trovato in giro, con cui
però è
stata insieme per almeno sei mesi. Però questa volta
l’imbecille di turno non
sarò di certo io, sono stanco di lei e delle sue scuse da
quattro soldi con cui
si è sempre giustificata. Sono stanco anche di me, che ero
sempre lì ad
aspettarla sveglio la sera, credendo davvero che a lei importasse
qualcosa del
sottoscritto.
La
spiaggia bianca si stende per molti chilometri sotto i miei piedi, ma
sebbene
la voglia di scaricare sia ancora troppa, il fiatone mi impone si
fermarmi per
riprendere aria. Mi incammino lentamente verso la corte di casette
basse e
tutte uguali dove abito e, entrando dal cancelletto, noto Jackson e
Kellan
nella veranda di casa Greene così decido di unirmi a loro
per quattro
chiacchiere.
-
Buongiorno! Come mai siamo così sportivi stamattina?-
esordisce Kellan con un
sorriso smagliante stampato sul muso.
- Niente
di che, sono andato a correre sulla spiaggia per buttare giù
qualche chilo che
ho accumulato ultimamente.- Butto giù vago per non
affrontare l’argomento
“Kristen”.
- Beh ma
ti sei alzato un po’ troppo presto questa mattina o no?
Secondo me c’entra
qualche ragazza… o sbaglio Robbino?-
Maledetto
Jack. I pettegolezzi sono il punto forte di questi due trogloditi che
considero
come fratelli.
- Ehm…
quale ragazza? E poi le sette e mezzo non è presto. Poi
dipende dal tuo
orologio biologico ovviamente.
- Dai lo
sai meglio di me, non cercare di cambiare discorso. Quando ieri sera
Kris ti ha
rubato un bacio subito dopo aver tagliato la torta-.
- Si può
sapere come cavolo fai a saperlo?- inizio ad innervosirmi un
po’ e il viso mi
si infiamma. Era meglio se nessuno sapesse di tutto questo, dannazione.
- Un bacio?
Chi? Dove? Quando? Che bacio? Perché nessuno mi informa mai
di queste cose
qui?- Kellan salta sul sedere assumendo ormai il suo consolidato
spirito
pettegolo e si avvicina a noi per “assorbire”, da
buona comare, tutte le
informazioni più succulente. Sfortunatamente per noi, il
Kellan pettegolo è
sempre presente dietro qualsiasi conversazione, ma osservando i lati
positivi,
al massimo può raccontare quello che sente ad Ashley, la
quale ci conosce
meglio di chiunque altro e quindi si limita ad ascoltare e darci
consigli.
Jackson,
accendendosi una sigaretta, mi guarda con uno risolino sulle labbra e,
con la
sigaretta penzoloni risponde:- Ero vicino a te, anche non volendo vi ho
visti…
mi pare ovvio o no? A quanto pare la coppia
“Robsten” si riavvicina; non sai
quanto pagheranno i tabloid per vedervi ancora insieme-. Lo schiocco
dell’accendino, e la fiamma brucia la parte iniziale della
sigaretta, mentre
Jack aspira con piacere dal piccolo bastoncino di tabacco.
- La vuoi
capire o no che non me ne frega più niente di lei? Ieri sera
mi ha preso il
polso e finchè mi sono girato mi ha baciato.. tutto qui. Ma
le ho detto che
quando ci siamo lasciati più due mesi fa per me è
finita definitivamente. E’
ora di andare avanti.-
-
Aspettate perché qui sono un po’
lento…- Kellan si strofina la fronte un
secondo e sbatte gli occhi un paio di volte.
- Sei
sempre lento Kell..- ribatto io con un sorriso sulla faccia.
- Guarda,
oggi non accetto provocazioni.. comunque stavamo dicendo…-
il bestione mi
guarda storto e riprende:- Ieri, alla tua festa, Kristen ti ha dato un
bacio e
tu le hai detto che è finita e che non ha più
possibilità e che è ora di
trovarsene una giusta eccetera?-
- La
parte di quella giusta non mi sembra di averla detta però se
vuoi che la
mettiamo così… Sì…-
Nonostante io odi confidare tutto nei minimi particolari ai
miei compari, oggi, come sempre quando succede, mi sento davvero
sollevato di
essermi liberato da tutto quello che ho dentro.
- Amico
mio sei un grande!- tuona Kellan alzandosi e venendo a darmi una pacca
sulla
schiena:- Adesso posso proprio dirlo… Kristen non mi
è mai andata a genio,
anzi! Finalmente! Adesso vedrai che sarai più felice!
Guarda, mi congratulo con
te perché non ne potevo proprio più di sentir
parlare di quella la! Adesso
colleghi e basta?- gli occhi gli brillano perfino per
l’emozione.
- …e
basta..- concludo, soddisfatto pienamente della mia scelta.
Per
festeggiare brindiamo con delle birre e, all’una e mezza
circa del pomeriggio propongo:-
Che ne dite di una pizzetta e del baseball? Mi sembra ci siano Red
Socks contro
Yankees –
- Io dico
che è un’idea grandiosa… ma a che ora
è la partita?- Jackson scende dai gradini
del porticato e si volta verso di noi, Kell risponde:- Alle sei e mezza
penso.
Ma possiamo anche fare le cose con calma.-
- Okay,
io vado dalla mia topa a salutarla e le chiedo se le va. A dopo
ragazzi!-
- Ciao!-
salutiamo in coro io e Kellan.
- Aspetta
guardo se Ash è vestita, stava ancora dormendo quando sono
andato a prendere le
birre…-
- Va bene
non c’è problema… aspetto anche qui
semmai, finchè non è pronta.-
-
Grazie…-
Kellan
apre la porta d’ingresso e urla:- Ash! Sei nuda?-
- Più o
meno orsacchiotto perché?-
Orsacchiotto?
Kellan che si fa chiamare “orsacchiotto?”
Me la
rido sotto i baffi per non farmi notare da Kell finchè lui,
ovviamente urlando,
risponde:- Perché io, Rob, Jack e Lucy pensavamo di prendere
qualche pizza e di
guardarci la partita di baseball alla tv… per te va bene?-
- Okaaaay
non c’è problema…. Aspettate un secondo
che mi vesto… nel frattempo volete che
chieda anche a Kris e Nikki?-
Io e
Kellan, guardandoci spaventati, spalanchiamo gli occhi e le diciamo
all’unisono:- NO!-
- Ah
Robert ci sei anche tu! Ma… perché no?-
- Storia
complicata Ash, storia complicata…- rispondo sorridendo a
Kellan e facendogli
l’occhiolino.
- Da te
Rob ne ho sentite di storie complicate… una più,
una meno non cambia niente…-
Ashley esce sulla porta sorridente come sempre e dà un bacio
a Kellan sulle
labbra, molto, molto intenso.
Vengo
preso da un qualcosa alla bocca dello stomaco detto anche vomito, ma mi
trattengo perché fino a poco tempo fa anch’io ero
così.
Ashley,
dopo essersi ripresa dall’apnea si rivolge a me e con aria
interrogativa mi fa
capire che le devo raccontare tutto. Kell entra in casa per ordinare le
pizze e
così, io ed Ash ci accomodiamo di nuovo (io, non lei) sul
divanetto nel piccolo
porticato davanti a casa loro.
- Dimmi
dai, anche se non ti vedo così preoccupato-. Lei mi sorride
sedendosi vicino a
me e raccogliendo i lunghi capelli in una coda.
- Infatti
non lo sono. Sono felice, non preoccupato. Finalmente adesso non sono
più
incatenato a Kristen, e ne sono davvero soddisfatto -.
Ash mi
mette una mano sul ginocchio e piega leggermente le testa da un lato,
aspettando pazientemente che io continui con la storia:- Praticamente
ieri
sera, dopo aver spento le candeline, Kristen mi ha portato in un angolo
appartato del locale e, dopo avermi baciato, mi ha detto che mi ama
ancora e
che non possiamo vivere separati e bla, bla, bla… ma le ho
risposto che per me
è finita del tutto ancora due mesi e mezzo fa. Adesso mi
cerco quella giusta.
Sono stanco di essere preso in giro -.
- Secondo
me hai fatto bene, hai sofferto non poco per lei e ti meriti qualcuno
si serio,
che ti ami veramente. E’ ora di andare avanti-.
- Grazie
Ash, sapevo che mi avresti capito. Ti adoro. Sei la ragazza migliore
che io
abbia mai potuto conoscere -.
- Sai che
ci sarò sempre quando vorrai parlare. Ti voglio bene Rob. -
- Vale lo
stesso per me, Ashley -.
Entrambi
ci abbracciamo e Kellan esce di casa, rimproverandomi scherzosamente di
non
provarci con la sua ragazza.
-
Tranquillo, non mi permetterei mai. Davvero.-
- Lo so,
lo so. Le pizze arrivano tra mezz’ora circa. Possiamo
rilassarci un po’.- si
accomoda sul divano accanto ad Ash e la posiziona tra le sue braccia
appoggiandole la guancia sui capelli corvini.
Credo che
due persone come loro siano nate per stare assieme. Quando si guardano
negli
occhi non si può fare a meno di notare che nelle pupille di
entrambi c’è un
luccichio strano, come se fossero dei campi magnetici ad attirarli.
Ultimamente
inizio a credere nel destino; due persone, quando sono assieme, se non
hanno
quella luce negli occhi perennemente vuol dire che non sono stati
scelti
davvero. Probabilmente nella vita bisogna fare tante esperienze per
trovare
davvero chi ti stia accanto. Con Kristen non mi è successo
questo,
probabilmente non eravamo fatti davvero l’uno per
l’altra. Ma la vita va
avanti, e vado avanti anch’io con lei.
Dopo una
mezz’ora passata a parlare e riflettere arrivano Jake e Lucy
mano nella mano,
anche loro con una strana luce negli occhi; il loro è stato
amore a prima vista.
Lucy non lavora con noi ma vive con Jake. Si sono conosciuti ad una
festa di
Halloween l’anno scorso, è un’amica di
Nikki. E’ molto, molto carina: ha i
capelli biondi lunghi e leggermente mossi, gli occhi azzurri e le
labbra
carnose e rosee. E’ molto magra e lavora come commessa da
Prada, prima a New
York ora, qui a Vancouver. Fino al momento di andare a recuperare il
pranzo al
cancello le coppie si scambiano volentieri alcune tenerezze, anche se
non
esagerano per non farmi stare male. Nonostante loro continuino a
sforzarsi
qualcosa nel petto mi provoca un vuoto strano, come se mi mancasse
davvero
qualcosa. Quando, dentro, suona il citofono, per liberarmi del peso che
mi
prende alla bocca dello stomaco, decido io di andare a prendere le
pizze. Sono
oramai le due e un quarto del pomeriggio ma, a dir la
verità, non ho molta
fame.
Quando
raggiungo il cancelletto d’entrata un ragazzino in groppa ad
un motorino un po’
scassato mi sorride imbarazzato e, appena apro, mi consegna le pizze a
tutta
velocità.
-
quant’è?- apro il portafoglio in attesa di una
risposta che tarda ad arrivare.
- eh?- il
ragazzo mi guarda stranito, anche se non capisco il perché.
- quanto
ti devo pagare?- cerco di essere il più chiaro possibile,
anche se la domanda
mi sembra ovvia.
- ah,
scusa. Sono… 20 dollari.-
- okay…
ecco a te. Ciao buona serata-. Recupero pizze e portafogli e mi volto
per
tornare dentro. Dopo circa quattro o cinque passi la voce appena
udibile del
ragazzo mi chiama:- Sc – scusa…-
Mi volto
con un mezzo sorriso stampato in faccia e gli rispondo:- Si?-
Il
ragazzo assume un colore grigio-pallido e inizio a preoccuparmi che si
senta
male:- Stai male è successo qualcosa?-
- no, no.
Ma volevo chiederti.. sei tu quello che ha fatto il film sui vampiri?
Edmund…-
- Edward
- lo correggo immediatamente:- comunque si, sono io perché?-
- Ecco,
mia sorella è una tua fan e… non è che
mi firmeresti qualcosa? E… ultima
richiesta, posso farti anche una foto?-
- Va
bene… allora… come si chiama tua sorella?-
- Susan…
grazie e scusa se ti stresso; immagino ti stresseranno tutti
ma… scusa lo
stesso. Mi dispiace farti perdere tempo, tu che sarai sempre impegnato
e tutti
che ti rompono per foto e autografi e…- finchè
continua a scusarsi in ogni
maniera possibile e immaginabile, tira fuori circa una quindicina di
foto mie e
poster vari.
- Allora…
A Susan, un abbraccio.- Firmo la dedica con uno scarabocchio veloce e
mi
affretto ad autografare anche le altre carte. Quando sono tutto
concentrato a
ultimare il mio lavoro, manco dovessi fare la dichiarazione dei redditi
con
tutte queste firme, l’omino brufoloso che mi ritrovo davanti
mi scatta svariate
foto e, dopo tutta questa performance mi riconsegna le pizze e se ne va
sorridente.
Pranziamo
scherzando e parlando di tutti i ricordi che affiorano delle riprese
dell’anno
scorso, fino a quando non viene il momento di piazzarci davanti alla tv
con una
birra in mano per guardare la partita.
Prima del
fischio d’inizio io, Kell, e Jack ci ritiriamo in camera per
cambiarci le
maglie e prepararci al tifo per i Red Socks.
La
partita è sofferente ma, al termine del terzo inning ci
alziamo esultando più
che mai per incitare i giocatori e, grazie a qualche buona stella,
vinciamo
7-5.
- Ragazzi
si è fatto tardi, io me ne vado a casa!- esordisco alzandomi
pigramente dal
divano e salutando i presenti.
- Ma
come, te ne vai già? Sono solo le nove!- Interviene Lucy
guardandomi strano.
- Si, lo
so che sono solamente le nove ma ieri c’è stata la
festa e questa mattina mi
sono alzato presto...-
- Voleva
riflettere il ragazzo…- una voce fuori campo interviene che
riconosco come
quella di Jackson, il caro, vecchio Jackson. Lo fulmino con lo sguardo
e gli
impongo con gli occhi di stare zitto cosa che, se non vuole rischiare
che mi
arrabbi, gli conviene fare. Prontamente, al perché della sua
ragazza cambia
discorso ed io, salutando tutti, esco da casa Lutz.
Fuori l’aria è fredda e la mano con cui tengo la bottiglietta della birra mi fa male per il vento. Due fari accesi girano per il vialetto che porta alla corte e un taxi si ferma davanti al cancello dopo qualche secondo le portiere posteriori si aprono e ne scendono Chris e una ragazza. La ragazza è alta anche senza tacchi, mora e magra ma a causa della luce non riesco a vedere bene come è fatta. Dopo che ha tirato giù i bagagli il taxi fa inversione e noto meglio alcuni particolari. Dopo averla osservata bene la bottiglietta mi cade dalla mano infrangendosi con un rumore sordo sull’asfalto.
Campagna
di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona
l’8‰ del tuo tempo alla causa pro recensioni.
Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo
dove meglio crede)
© elyxyz
Mi scuso con tutti quelli che
mi leggono ma questa fanfiction è momentaneamente sospesa
per un blocco d'ispirazione e la mancanza di voglia a proseguirla
(almeno per il momento).
Per quelli che hanno
gradito la storia: vi ringrazio immensamente mandandovi un bacio ad uno
a uno. Mi scuso ancora, con la speranza di tornare a scrivere la fic
presto. Tenetela d'occhio che non si sa mai.
Un bacio ancora, con
affetto BiEsSe.