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Autore: Betti    01/10/2010    3 recensioni
Questa è la storia di un viaggio. Un viaggio di lavoro per la precisione, il viaggio di Sara, che potrà durare poco tempo o tutta la vita.
Lei, durante il suo viaggio incontrerà delle persone speciali ed una, più speciale di tute le altre, che le farà battere il cuore... Non vi resta che leggere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nuvoloso

Muahahahahahahahah! Eccomi ancora qui con un altro capitoluzzo! (l'ho detto che non scomparisco tanto facilmente!!!!) Spero vi gusti anche questo... ovviamente aspetto con impazienza che mi facciate sapere che ve ne pare (A discapito delle mie unghie che ne risentiscono se non trovo commenti XD).... Non posso far altro che augurarvi buona lettura! Kiss kiss... BiEsSe (questa parte fa molto Gossip Girl XD)


Capitolo 2

Robert pov: “Nuvoloso”

 

Continuo a correre imperterrito sulla spiaggia, ripensando continuamente alla scena di ieri sera.

-Tanti… auguri a… teeee!- gli applausi mi invadono completamente e spengo le candeline con un soffio. Sorrido ai vari flash delle macchine fotografiche dei miei amici ed inizio a tagliare la torta.

- Robert, ti devo parlare- Kristen mi prende per la mano e, nonostante io cerchi in tutti i modi di divincolarmi e tornare alla festa per il mio ventitreesimo compleanno quando lei si volta verso di me,  mi ruba un bacio dal quale mi stacco subito:- Hey, ma che stai facendo?-

- Senti non posso vivere senza di te e tu mi piaci ancora tanto e…-

- Kristen, Kristen…- lei continua a parlare senza darmi minimamente retta:- Kris porco cane ascoltami!- si blocca per un momento guardandomi stranita, convinta come sempre che io le dia ragione:- Ci siamo lasciati per un motivo no? E’ successo ben due mesi e mezzo fa e, sinceramente, non intendo tornare indietro. Mi manca una ragazza con cui passare il tempo ma io e te non siamo compatibili… non credo che lo saremmo stati mai. Alla fine sei tu che te la sei spassata con tre camerieri finchè ero a Londra dai miei e per favore smettila di sparare cazzate-

I decibel della mia voce raggiungono un tono decisamente elevato e ringrazio che ci sia mia sorella a cantare sul palco del locale, per intrattenere gli invitati.

- Ma, io, te… noi-

Riprova a farmi cambiare idea, ma testardo come non lo sono mai stato ribatto:- Kristen, un noi probabilmente non c’è mai stato. Eravamo un io e te, basta, nient’altro. Possibile che tu non riesca a capirlo? Era un continuo tira e molla, non siamo mai stati davvero insieme. Per favore non complicare tutto, capiscimi tu per una buona volta… adesso, se non ti dispiace, devo tornare alla mia festa di compleanno-. La lascio lì in mezzo ai divanetti rossi del locale e, nonostante io mi accorga che qualche lacrima le righi le guance, torno alla torta e ai flash senza provare a compatirla per l’ultima volta.

 

Ma si può sapere che le è successo ieri sera? Forse le mancava qualcuno con cui divertirsi e ha pensato al primo idiota che ha trovato in giro, con cui però è stata insieme per almeno sei mesi. Però questa volta l’imbecille di turno non sarò di certo io, sono stanco di lei e delle sue scuse da quattro soldi con cui si è sempre giustificata. Sono stanco anche di me, che ero sempre lì ad aspettarla sveglio la sera, credendo davvero che a lei importasse qualcosa del sottoscritto.

La spiaggia bianca si stende per molti chilometri sotto i miei piedi, ma sebbene la voglia di scaricare sia ancora troppa, il fiatone mi impone si fermarmi per riprendere aria. Mi incammino lentamente verso la corte di casette basse e tutte uguali dove abito e, entrando dal cancelletto, noto Jackson e Kellan nella veranda di casa Greene così decido di unirmi a loro per quattro chiacchiere.

- Buongiorno! Come mai siamo così sportivi stamattina?- esordisce Kellan con un sorriso smagliante stampato sul muso.

- Niente di che, sono andato a correre sulla spiaggia per buttare giù qualche chilo che ho accumulato ultimamente.- Butto giù vago per non affrontare l’argomento “Kristen”.

 

- Beh ma ti sei alzato un po’ troppo presto questa mattina o no? Secondo me c’entra qualche ragazza… o sbaglio Robbino?-

Maledetto Jack. I pettegolezzi sono il punto forte di questi due trogloditi che considero come fratelli.

- Ehm… quale ragazza? E poi le sette e mezzo non è presto. Poi dipende dal tuo orologio biologico ovviamente.

- Dai lo sai meglio di me, non cercare di cambiare discorso. Quando ieri sera Kris ti ha rubato un bacio subito dopo aver tagliato la torta-.

- Si può sapere come cavolo fai a saperlo?- inizio ad innervosirmi un po’ e il viso mi si infiamma. Era meglio se nessuno sapesse di tutto questo, dannazione.

- Un bacio? Chi? Dove? Quando? Che bacio? Perché nessuno mi informa mai di queste cose qui?- Kellan salta sul sedere assumendo ormai il suo consolidato spirito pettegolo e si avvicina a noi per “assorbire”, da buona comare, tutte le informazioni più succulente. Sfortunatamente per noi, il Kellan pettegolo è sempre presente dietro qualsiasi conversazione, ma osservando i lati positivi, al massimo può raccontare quello che sente ad Ashley, la quale ci conosce meglio di chiunque altro e quindi si limita ad ascoltare e darci consigli.

Jackson, accendendosi una sigaretta, mi guarda con uno risolino sulle labbra e, con la sigaretta penzoloni risponde:- Ero vicino a te, anche non volendo vi ho visti… mi pare ovvio o no? A quanto pare la coppia “Robsten” si riavvicina; non sai quanto pagheranno i tabloid per vedervi ancora insieme-. Lo schiocco dell’accendino, e la fiamma brucia la parte iniziale della sigaretta, mentre Jack aspira con piacere dal piccolo bastoncino di tabacco.

- La vuoi capire o no che non me ne frega più niente di lei? Ieri sera mi ha preso il polso e finchè mi sono girato mi ha baciato.. tutto qui. Ma le ho detto che quando ci siamo lasciati più due mesi fa per me è finita definitivamente. E’ ora di andare avanti.-

- Aspettate perché qui sono un po’ lento…- Kellan si strofina la fronte un secondo e sbatte gli occhi un paio di volte.

- Sei sempre lento Kell..- ribatto io con un sorriso sulla faccia.

- Guarda, oggi non accetto provocazioni.. comunque stavamo dicendo…- il bestione mi guarda storto e riprende:- Ieri, alla tua festa, Kristen ti ha dato un bacio e tu le hai detto che è finita e che non ha più possibilità e che è ora di trovarsene una giusta eccetera?-

- La parte di quella giusta non mi sembra di averla detta però se vuoi che la mettiamo così… Sì…- Nonostante io odi confidare tutto nei minimi particolari ai miei compari, oggi, come sempre quando succede, mi sento davvero sollevato di essermi liberato da tutto quello che ho dentro.

- Amico mio sei un grande!- tuona Kellan alzandosi e venendo a darmi una pacca sulla schiena:- Adesso posso proprio dirlo… Kristen non mi è mai andata a genio, anzi! Finalmente! Adesso vedrai che sarai più felice! Guarda, mi congratulo con te perché non ne potevo proprio più di sentir parlare di quella la! Adesso colleghi e basta?- gli occhi gli brillano perfino per l’emozione.

- …e basta..- concludo, soddisfatto pienamente della mia scelta.

Per festeggiare brindiamo con delle birre e, all’una e mezza circa del pomeriggio propongo:- Che ne dite di una pizzetta e del baseball? Mi sembra ci siano Red Socks contro Yankees –

- Io dico che è un’idea grandiosa… ma a che ora è la partita?- Jackson scende dai gradini del porticato e si volta verso di noi, Kell risponde:- Alle sei e mezza penso. Ma possiamo anche fare le cose con calma.-

- Okay, io vado dalla mia topa a salutarla e le chiedo se le va. A dopo ragazzi!-

- Ciao!- salutiamo in coro io e Kellan.

- Aspetta guardo se Ash è vestita, stava ancora dormendo quando sono andato a prendere le birre…-

- Va bene non c’è problema… aspetto anche qui semmai, finchè non è pronta.-

- Grazie…-

Kellan apre la porta d’ingresso e urla:- Ash! Sei nuda?-

- Più o meno orsacchiotto perché?-

Orsacchiotto? Kellan che si fa chiamare “orsacchiotto?”

Me la rido sotto i baffi per non farmi notare da Kell finchè lui, ovviamente urlando, risponde:- Perché io, Rob, Jack e Lucy pensavamo di prendere qualche pizza e di guardarci la partita di baseball alla tv… per te va bene?-

- Okaaaay non c’è problema…. Aspettate un secondo che mi vesto… nel frattempo volete che chieda anche a Kris e Nikki?-

Io e Kellan, guardandoci spaventati, spalanchiamo gli occhi e le diciamo all’unisono:- NO!-

- Ah Robert ci sei anche tu! Ma… perché no?-

- Storia complicata Ash, storia complicata…- rispondo sorridendo a Kellan e facendogli l’occhiolino.

- Da te Rob ne ho sentite di storie complicate… una più, una meno non cambia niente…- Ashley esce sulla porta sorridente come sempre e dà un bacio a Kellan sulle labbra, molto, molto intenso.

Vengo preso da un qualcosa alla bocca dello stomaco detto anche vomito, ma mi trattengo perché fino a poco tempo fa anch’io ero così.

Ashley, dopo essersi ripresa dall’apnea si rivolge a me e con aria interrogativa mi fa capire che le devo raccontare tutto. Kell entra in casa per ordinare le pizze e così, io ed Ash ci accomodiamo di nuovo (io, non lei) sul divanetto nel piccolo porticato davanti a casa loro.

- Dimmi dai, anche se non ti vedo così preoccupato-. Lei mi sorride sedendosi vicino a me e raccogliendo i lunghi capelli in una coda.

- Infatti non lo sono. Sono felice, non preoccupato. Finalmente adesso non sono più incatenato a Kristen, e ne sono davvero soddisfatto -.

Ash mi mette una mano sul ginocchio e piega leggermente le testa da un lato, aspettando pazientemente che io continui con la storia:- Praticamente ieri sera, dopo aver spento le candeline, Kristen mi ha portato in un angolo appartato del locale e, dopo avermi baciato, mi ha detto che mi ama ancora e che non possiamo vivere separati e bla, bla, bla… ma le ho risposto che per me è finita del tutto ancora due mesi e mezzo fa. Adesso mi cerco quella giusta. Sono stanco di essere preso in giro -.

- Secondo me hai fatto bene, hai sofferto non poco per lei e ti meriti qualcuno si serio, che ti ami veramente. E’ ora di andare avanti-.

- Grazie Ash, sapevo che mi avresti capito. Ti adoro. Sei la ragazza migliore che io abbia mai potuto conoscere -.

- Sai che ci sarò sempre quando vorrai parlare. Ti voglio bene Rob. -

- Vale lo stesso per me, Ashley -.

Entrambi ci abbracciamo e Kellan esce di casa, rimproverandomi scherzosamente di non provarci con la sua ragazza.

- Tranquillo, non mi permetterei mai. Davvero.-

- Lo so, lo so. Le pizze arrivano tra mezz’ora circa. Possiamo rilassarci un po’.- si accomoda sul divano accanto ad Ash e la posiziona tra le sue braccia appoggiandole la guancia sui capelli corvini.

Credo che due persone come loro siano nate per stare assieme. Quando si guardano negli occhi non si può fare a meno di notare che nelle pupille di entrambi c’è un luccichio strano, come se fossero dei campi magnetici ad attirarli. Ultimamente inizio a credere nel destino; due persone, quando sono assieme, se non hanno quella luce negli occhi perennemente vuol dire che non sono stati scelti davvero. Probabilmente nella vita bisogna fare tante esperienze per trovare davvero chi ti stia accanto. Con Kristen non mi è successo questo, probabilmente non eravamo fatti davvero l’uno per l’altra. Ma la vita va avanti, e vado avanti anch’io con lei.

Dopo una mezz’ora passata a parlare e riflettere arrivano Jake e Lucy mano nella mano, anche loro con una strana luce negli occhi; il loro è stato amore a prima vista. Lucy non lavora con noi ma vive con Jake. Si sono conosciuti ad una festa di Halloween l’anno scorso, è un’amica di Nikki. E’ molto, molto carina: ha i capelli biondi lunghi e leggermente mossi, gli occhi azzurri e le labbra carnose e rosee. E’ molto magra e lavora come commessa da Prada, prima a New York ora, qui a Vancouver. Fino al momento di andare a recuperare il pranzo al cancello le coppie si scambiano volentieri alcune tenerezze, anche se non esagerano per non farmi stare male. Nonostante loro continuino a sforzarsi qualcosa nel petto mi provoca un vuoto strano, come se mi mancasse davvero qualcosa. Quando, dentro, suona il citofono, per liberarmi del peso che mi prende alla bocca dello stomaco, decido io di andare a prendere le pizze. Sono oramai le due e un quarto del pomeriggio ma, a dir la verità, non ho molta fame.

Quando raggiungo il cancelletto d’entrata un ragazzino in groppa ad un motorino un po’ scassato mi sorride imbarazzato e, appena apro, mi consegna le pizze a tutta velocità.

- quant’è?- apro il portafoglio in attesa di una risposta che tarda ad arrivare.

- eh?- il ragazzo mi guarda stranito, anche se non capisco il perché.

- quanto ti devo pagare?- cerco di essere il più chiaro possibile, anche se la domanda mi sembra ovvia.

- ah, scusa. Sono… 20 dollari.-

- okay… ecco a te. Ciao buona serata-. Recupero pizze e portafogli e mi volto per tornare dentro. Dopo circa quattro o cinque passi la voce appena udibile del ragazzo mi chiama:- Sc – scusa…-

Mi volto con un mezzo sorriso stampato in faccia e gli rispondo:- Si?-

Il ragazzo assume un colore grigio-pallido e inizio a preoccuparmi che si senta male:- Stai male è successo qualcosa?-

- no, no. Ma volevo chiederti.. sei tu quello che ha fatto il film sui vampiri? Edmund…-

- Edward - lo correggo immediatamente:- comunque si, sono io perché?-

- Ecco, mia sorella è una tua fan e… non è che mi firmeresti qualcosa? E… ultima richiesta, posso farti anche una foto?-

- Va bene… allora… come si chiama tua sorella?-

- Susan… grazie e scusa se ti stresso; immagino ti stresseranno tutti ma… scusa lo stesso. Mi dispiace farti perdere tempo, tu che sarai sempre impegnato e tutti che ti rompono per foto e autografi e…- finchè continua a scusarsi in ogni maniera possibile e immaginabile, tira fuori circa una quindicina di foto mie e poster vari.

- Allora… A Susan, un abbraccio.- Firmo la dedica con uno scarabocchio veloce e mi affretto ad autografare anche le altre carte. Quando sono tutto concentrato a ultimare il mio lavoro, manco dovessi fare la dichiarazione dei redditi con tutte queste firme, l’omino brufoloso che mi ritrovo davanti mi scatta svariate foto e, dopo tutta questa performance mi riconsegna le pizze e se ne va sorridente.

Pranziamo scherzando e parlando di tutti i ricordi che affiorano delle riprese dell’anno scorso, fino a quando non viene il momento di piazzarci davanti alla tv con una birra in mano per guardare la partita.

Prima del fischio d’inizio io, Kell, e Jack ci ritiriamo in camera per cambiarci le maglie e prepararci al tifo per i Red Socks.

La partita è sofferente ma, al termine del terzo inning ci alziamo esultando più che mai per incitare i giocatori e, grazie a qualche buona stella, vinciamo 7-5.

- Ragazzi si è fatto tardi, io me ne vado a casa!- esordisco alzandomi pigramente dal divano e salutando i presenti.

- Ma come, te ne vai già? Sono solo le nove!- Interviene Lucy guardandomi strano.

- Si, lo so che sono solamente le nove ma ieri c’è stata la festa e questa mattina mi sono alzato presto...-

- Voleva riflettere il ragazzo…- una voce fuori campo interviene che riconosco come quella di Jackson, il caro, vecchio Jackson. Lo fulmino con lo sguardo e gli impongo con gli occhi di stare zitto cosa che, se non vuole rischiare che mi arrabbi, gli conviene fare. Prontamente, al perché della sua ragazza cambia discorso ed io, salutando tutti, esco da casa Lutz.

Fuori l’aria è fredda e la mano con cui tengo la bottiglietta della birra mi fa male per il vento. Due fari accesi girano per il vialetto che porta alla corte e un taxi si ferma davanti al cancello dopo qualche secondo le portiere posteriori si aprono e ne scendono Chris e una ragazza. La ragazza è alta anche senza tacchi, mora e magra ma a causa della luce non riesco a vedere bene come è fatta. Dopo che ha tirato giù i bagagli il taxi fa inversione e noto meglio alcuni particolari. Dopo averla osservata bene la bottiglietta mi cade dalla mano infrangendosi con un rumore sordo sull’asfalto.

 

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Mi scuso con tutti quelli che mi leggono ma questa fanfiction è momentaneamente sospesa per un blocco d'ispirazione e la mancanza di voglia a proseguirla (almeno per il momento). 
Per quelli che hanno gradito la storia: vi ringrazio immensamente mandandovi un bacio ad uno a uno. Mi scuso ancora, con la speranza di tornare a scrivere la fic presto.  Tenetela d'occhio che non si sa mai.
Un bacio ancora, con affetto BiEsSe.

 

  
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