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Autore: Chamomile    01/10/2010    9 recensioni
Uscita dalla Sala Grande, Hermione si diresse verso la scala che portava al terzo piano, dove si trovava l’aula di Rune. Il motivo per cui dovesse essere proprio al terzo piano era uno dei tanti misteri di Hogwarts destinati a non avere una risposta. Come del resto il perché nel mondo della Magia non esistessero le scale mobili. Le scalinate saltavano gradini, cambiavano destinazione quando uno meno se lo aspettava, ma non dimostravano di avere la benché minima intenzione di muoversi come quelle dei centri commerciali Babbani. E così, con le braccia doloranti sotto il peso dei libri, Hermione raggiunse ansimando l’aula e scaraventò i libri sul banco.[Storia partecipante al contest We want Missing moments di TittiGranger]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Viktor Krum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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            Dieci buoni motivi per cui portare i libri a una ragazza.

 

 Come tutte le mattine, la Sala Grande rimbombava di voci. Gli studenti riuniti intorno alle quattro tavolate erano impegnati in affari di vario genere, che era possibile accomunare sotto il titolo di "Preparativi per la giornata di studenti in piena crisi di nervi". In pratica solo i primini facevano colazione, beati e spensierati nella loro ingenuità; la maggior parte degli altri studenti era affaccendata e decisamente meno rilassata.

Per molte classi quello era il giorno delle verifiche di fine anno, e lungo i tavoli, tra i vasi di marmellata e le pile di pane tostato, era disseminata una quantità impressionante di libri e appunti. I loro proprietari contribuivano a rendere lo spettacolo ancora più curioso: un ragazzo ripeteva le date delle varie Rivolte dei Folletti con la bocca tanto piena di uova e bacon da rendere impossibile capire quello che diceva, e il suo vicino, che reggeva un enorme tomo di Storia della Magia, annuiva incoraggiante, ma con tutta l’aria di non avere idea di cosa l’altro stesse blaterando.

 Poco lontano un gruppo di ragazzini osservava con curiosità una ragazza che faceva levitare quattro piatti a venti centimetri di altezza. Due Tassorosso del terzo anno erano impegnate a ridacchiare e a lanciare occhiate provocanti a un tipo alto e robusto di Corvonero, che da parte sua ripeteva la lezione di Pozioni al suo vicino, stando ben attento ad apparire nello stesso tempo intelligente e strafottente.

Il tavolo dei Serpeverde era il più invidiato in assoluto: per loro come per i Tassorosso le verifiche sarebbero cominciate tra una settimana, e quindi potevano godere della propria libertà fino ad allora. Per la prima volta in vita sua, Hermione Granger desiderò di essere stata smistata nella Casa di Salazar. Nonostante avesse studiato fino a notte fonda negli ultimi due mesi, e nonostante anche quell’anno si fosse rivelata la prima in tutti i corsi, era comunque la più ansiosa della sua tavolata e probabilmente dell’intera Sala.

Con i capelli più selvaggi del solito e ben quattro libri davanti, offriva uno spettacolo insieme buffo e terrificante. Lo sguardo scorreva febbrile gli appunti di Incantesimi, mentre mormorava gli ingredienti della Pozione Invecchiante. Di fronte a lei e ai due lati i posti erano vuoti, chiaro segno del fatto che i compagni conoscevano fin troppo bene i rischi che comportava avvicinarla quando era di quell’umore.

 

A due posti di distanza un ragazzo con i capelli rossi scosse la testa "Te lo dico io, Harry: prima o poi darà fuori di matto, se non si da’ una calmata"

 

"Non dirglielo adesso" consigliò l’altro saggiamente "poco fa ha minacciato di tirare il dizionario di Rune in testa a chi proverà a rivolgerle la parola e non credo che stesse scherzando"

Proprio in quel momento la ragazza si alzò, prese i libri tra le braccia e marciò fuori dalla Sala Grande con fare battagliero. La prima ora aveva la verifica di Rune Antiche, e Harry e Ron incrociarono le dita sotto il tavolo per lei. Non che ce ne fosse stato bisogno: erano più che sicuri che l’amica avrebbe ottenuto come sempre il punteggio massimo, ma nutrivano una specie di timore reverenziale per quella materia.

 La prima volta che avevano visto Hermione tradurre una pagina in runico erano rimasti sconvolti, ma mentre Harry si era limitato a strabuzzare gli occhi, Ron aveva esclamato "Miseriaccia, Hermione, non potevi trovarti un corso meno da spostati?"

Uscita dalla Sala Grande, Hermione si diresse verso la scala che portava al terzo piano, dove si trovava l’aula di Rune. Il motivo per cui dovesse essere proprio al terzo piano era uno dei tanti misteri di Hogwarts destinati a non avere una risposta. Come del resto il perché nel mondo della Magia non esistessero le scale mobili.

 Possibile che tra tutti quegli Incantesimi strani non ce ne fosse nemmeno uno che trasportasse gli studenti direttamente nelle loro aule, risparmiando loro la fatica di fare quelle maledette scale? Le scalinate saltavano gradini, cambiavano destinazione quando uno meno se lo aspettava, ma non dimostravano di avere la benché minima intenzione di muoversi come quelle dei centri commerciali Babbani.

 E così, con le braccia doloranti sotto il peso dei libri, Hermione raggiunse ansimando l’aula e scaraventò i libri sul banco. La professoressa Babbling aveva già distribuito i fogli. Hermione si rimboccò le maniche della divisa: si cominciava.

 

 

Due ore dopo, con l’umore ancora più infiammabile e nervoso di prima, Hermione uscì a grandi passi dall’aula. Era andata malissimo. Anzi no, peggio. Era stato un vero disastro. Ne era certa, questa volta avrebbe preso una D. Per quanto avesse cercato e ricercato non era riuscita a trovare la traduzione esatta di un termine, e aveva l’assoluta certezza di aver sbagliato tutta la frase. Per di più, era proprio attorno a quella frase che ruotava tutto il significato della versione. Si sentiva morire.

"La professoressa Babbling mi boccerà" sospirò sconsolata, stringendo il vocabolario al petto e cominciando a scendere verso la biblioteca. Non aveva per niente fame, e quindi era del tutto inutile andare a pranzo. Tanto valeva portarsi avanti con le altre materie e salvare il salvabile. Merlino, che cosa deprimente da dire. Era quasi a metà rampa, quando un colpetto sulla spalla e un "Ciao, Hermioni" la costrinsero a fermarsi. Di fronte a lei, con la solita espressione truce e imbarazzata sul volto, c’era Viktor Krum.

"Ciao" mormorò Hemione depressa, con gli occhi bassi.

"E‘ successo qualcosa, Hermioni?" chiese Viktor, allarmato.

Hermione scosse il capo "Niente, a meno che tu non consideri qualcosa l’essere bocciata e costretta ad abbandonare per sempre gli studi"

Viktor sorrise sollevato "Tua verifica essere andata di sicuro benissimo, Hermioni"

"No, non è vero" borbottò Hermione "ho sbagliato tutto, prenderò una D e sarò costretta a lavorare come guardiana della scuola con Gazza e Mrs Purr"

Disse il tutto così seriamente, e con un’espressione tanto tragica che il ragazzo non osò ridere.

"Tu dofere fare solo due cose, ora" disse seriamente "antare a pranzo e dare a me tuoi lipri. Sono troppo grossi per strega piccola come te" E senza aspettare una risposta le tolse il dizionario e il libro di grammatica di mano.

Hermione sospirò sollevata e sorrise "Grazie mille" Si sorprendeva sempre per quei gesti di galanteria così spontanei, dato che da Harry e Ron non ne aveva mai ricevuti. Il punto era che i due amici le volevano bene e tutto, ma non era mai passato loro per la testa che lei era un ragazza e che qualche gentilezza una volta tanto avrebbe potuto farle piacere. Con tutta probabilità, si sarebbero offerti di portare i libri a Seamus Finnigan piuttosto che a lei.

"Allora, cosa vuoi manciare oggi? Ho visto delle braciole di maiale, prima, e sembravano puonissime" disse Viktor con un sorriso invitante.

"Se pensi che delle stupide braciole di maiale mi distrarranno dal mio destino, ti sbagli di grosso. Non ho fame, comunque. Grazie lo stesso" e Hemione sospirò tristemente.

"Hermioni, ti prego, non fare così" disse a quel punto Viktor guardandola negli occhi con grande serietà "non mi piace vedere te triste, e poi essere mia ultima settimana qui. Mi piacerebbe passarla con te, ma se tu stare triste noi non poterci divertire" E aveva un’espressione così desolata mentre diceva queste parole, che Hermione si sentì subito in colpa.

 Non ci aveva pensato. Era stata così impegnata a ripassare per gli esami che non le era venuto in mente che quella sarebbe stata l’ultima settimana. Tra pochi giorni quel ragazzo così strano e così gentile sarebbe partito, e lei sarebbe tornata ad essere solo Hermione Granger, la prima della classe. Improvvisamente sentì che i modi di Victor, così cerimoniosi e impacciati e il suo accento aspro le sarebbero mancati.

Nessuno le avrebbe più portato i libri dicendo che erano troppo pesanti per lei, nessuno l’avrebbe più trattata con quella particolare galanteria d’altri tempi. Avrebbe ricominciato a studiare da sola, senza più sentire la presenza di due occhi che la osservavano affascinati. Certo, all’inizio questa abitudine di Viktor le aveva dato sui nervi, e l’aveva messa terribilmente in imbarazzo, ma ora avrebbe dovuto abituarsi ad essere di nuovo sola in biblioteca. Niente più discussioni con un interlocutore serio e maturo che - straordinario a dirsi - non parlava mai di Quidditch.

"Non preoccuparti, Hermioni" rispose lui con gentilezza "non volevo rimproverare te. E comunque non importa. Tu mi piaci sempre, anche quando essere arrabbiata"

Hermione arrossì, ma non disse niente.

Viktor continuò "Non voglio mettere te in imbarazzo, ma defo dire quello che sento prima di antare via"

Hermione annuì, e si apprestò ad ascoltare.

"Io avere già detto che non avevo mai sentito niente così per altre. Mi sono innamorato di te da prima volta che ti ho vista in piplioteca. Tu eri diversa da altre racazze. Sei così intelligente e sveglia, e così carina, Hermioni"

Hemione non sapeva cosa rispondere. Cercò qualcosa di sensato da dire, ma Viktor la precedette, e prima che lei avesse il tempo di accorgersene l’aveva baciata. Un attimo dopo si allontanò da lei. "Porto qvesti per te in Sala" disse imbarazzato, e corse via. Hermione rimase per diversi secondi come pietrificata. Non era ancora riuscita a realizzare bene. Viktor l’aveva davvero baciata? Aveva davvero ricevuto il suo primo bacio? Adesso sì che non sarebbe riuscita a mandare giù un boccone. Riprendendosi improvvisamente corse in biblioteca.

 

 

Era passata più di una settimana da quando Viktor era partito, ed erano successe tante cose dall’ultima prova del Torneo Tremaghi. L’assassinio di Cedric Diggory e il ritorno di Voldemort avevano dato il via a tanti avvenimenti che il giorno della verifica di Rune sembrava appartenere ormai a un lontano passato.

Hermione uscì dalla sala comune del Grifondoro con il solito carico di libri tra le braccia e sospirò dando un’occhiata alla rampa di scale che aveva di fronte. Prima o poi avrebbe dovuto organizzare una raccolta di firme per introdurre le scale mobili ad Hogwarts. Era in momenti come quello che sentiva di più la mancanza di Viktor e della sua galanteria.

"Ehi, Hermione! Dove vai?" Dal buco del ritratto fece capolino Ron.

"Devo restituire questi in biblioteca" disse Hemione accennando ai libri. Ron si avvicinò e sorrise. Che avesse battuto la testa e volesse darle una mano?

"Per favore" disse porgendole un enorme tomo di Astronomia "visto che ci sei, porteresti questo giù per me?"

"Ma certo" rispose Hermione strappandogli il libro di mano. E pensare che per un momento si era illusa che lui avesse aperto gli occhi.

"Stavo scherzando, dài" Ron le tolse i libri dalle braccia e la precedette su per le scale "dalli a me, che per te sono troppo pesanti"

 

 

 Spazio Autrice

 Questa storia ha partecipato al contest We want missing moments di TittiGranger, classificandosi decima. Chi volesse leggere il giudizio può trovarlo qui http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9391645&p=13  Il momento assegnatomi era il bacio tra Viktor Krum ed Hermione Granger, che avviene durante il quarto anno. Ho spostato gli esami di fine anno a prima della terza prova del Torneo Tremaghi, per questioni di trama.

 La storia del portare i libri è, oltre che un desiderio di Hermione, anche un desiderio della sottoscritta. Tutte le mattine, salendo le scale per arrivare alla mia classe (che guarda caso è all'ultimo piano) prego che arrivi qualche cavaliere su un cavallo bianco che mi dica "Dalli a me, sono troppo pesanti". Credo che lo sposerei all'istante. Purtroppo, però, non è ancora apparso, e io continuo ad arrancare sotto il peso di libri e vocabolari XD Beata Hermione che ha ben due ragazzi ai suoi servigi. Spero che vorrete dirmi cosa pensate della shot <3 Alla prossima =)

 

 

  
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