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Autore: elipicci    02/10/2010    1 recensioni
A volte, le persone più scorbutiche e acide indossano una maschera. E alla fine si rivelano le più dolci e sensibili. Quando? Quando incontrano una persona diversa da loro, che non si accontenta ed esige un cambiamento. Quando incontrano un'amica vera. Un'amica per l'eternità...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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“E smettetela con questa confusione!” sgridai i miei fratelli, che urlavano davanti al televisore durante una partita di calcio. 
“Ma quanto rompi!” rispose seccato uno di loro. Non c’era nulla da fare, in questo sembravano proprio due umani. 
“Non capisco cosa ci troviate in ventidue uomini che corrono lentamente dietro ad un pallone… proprio non capisco” 
“Abbiamo una casa enorme, se hai problemi, esci da questa stanza” ribattè Alexandre, uno dei due. 
“Come se bastasse a non sentirvi!” 
“Hai mai sentito parlare di “spirito di sopportazione”?? Ma che ti prende?! Da quando Rafael è partito sei insopportabile.”
Feci una smorfia. Dopo quell’affermazione ero davvero furiosa. Avrei voluto scagliargli il pianoforte a coda del salotto in testa, ma mi trattenni per miracolo. Chiusi di colpo il portatile su cui stavo scrivendo e uscii dalla stanza sbattendo la porta. 
Odiavo l’Australia. O meglio, come posto era fantastico, ma per un essere umano. Per questo ci toccava vivere ai margini della foresta pluviale. Era perfetta per cacciare animali (io e la mia famiglia avevamo scelto di non bere sangue umano) e inoltre il fitto bosco ci permetteva di uscire senza problemi. Ma se ci spingevamo troppo oltre, presso le montagne, eravamo fregati. In tutti sensi: ne sarebbe derivata una serie di conseguenze disastrose. 
Avrei voluto prendermi una vacanza da qualche parte, come il mio compagno, che era andato nello Stato di Washington per fare visita ad una famiglia con abitudini molto simili alla nostra. Mi scriveva mail e messaggi ogni giorno, dicendomi che lì pioveva sempre, che era tutto fantastico eccetera, eccetera. In una delle sue mail mi descriveva la famiglia che lo ospitava: era formata da otto vampiri e “mezza” (quest’ultima era una ragazza nata dall’unione di un’umana e un vampiro) ed erano davvero molto uniti. Erano gli unici stati in grado di cogliere di sorpresa i famigerati Volturi, alleandosi con una specie di Figli della Luna. Così come questa, ogni cosa che mi raccontava di quella famiglia mi sorprendeva e incuriosiva sempre di più, tanto che iniziai a immaginare come sarebbe stato vivere con loro. Rafael mi parlava della loro storia, del loro passato e del loro presente, del loro aspetto e carattere, e perfino dei loro poteri extra. Passavano i giorni, e anche se non li conoscevo, mi stavo innamorando di quella famiglia e dello stile di vita di ognuno di loro, un modo di passare l’eternità sempre originale. Tanta era la voglia di conoscerli, che decisi di raggiungere il mio compagno. “Tu sei pazza!” mi disse al telefono. Era piuttosto agitato. “Niente affatto” risposi tranquilla “o forse non vuoi che venga lì?” 
“Ma amore… figurati se non voglio che tu venga, è solo che è pericoloso.. hai pensato che l’aeroporto più vicino è a nord, oltre le montagne?” Quelle stramaledette montagne. Lì abitava un clan con cui la mia famiglia aveva sempre avuto conflitti: il clan dei Rjun. Era un gruppo molto allargato di vampiri, tra cui si era formata una vera e propria gerarchia. Avevano severe leggi e fissazioni stupide. Erano perfino superstiziosi. E per di più, erano ottimi amici dei Volturi, tanto che Aro li aveva perdonati più di una volta per aver infranto le leggi. Oltre tutto, la mia storia e quella di Rafael erano molto legate a quel clan, e passare di lì sarebbe stata un’imprudenza. Fortunatamente avevo pensato anche a questo. “Non preoccuparti per me, ho i miei mezzi. E poi chi ti ha detto che andrò a nord?” 
“Sei diventata pazza sul serio? Vuoi andare a sud? Saranno almeno quattro giorni di viaggio in macchina, e sai che puoi arrivarci solo così.”
Amavo Rafael più di me stessa, ma quando faceva il pignolo mi metteva a dura prova. “Tu preoccupati solo di venirmi a prendere. Al resto ci penso io.”
Ora non mi restava che organizzarmi. 
=§=
Mentre preparavo la valigia, immaginai cosa avrei vissuto una volta arrivata lì. Avevo 200 anni, eppure non mi ero mai sentita così emozionata. Immaginai Esme e Carlisle, il grande Emmett e la piccola Alice, Edward il bello e la sua compagna Bella, l’aspra Rosalie e Jasper.
Quando fui pronta, composi un numero al telefono e aspettai una risposta. “Pronto… Queen, ciao, sono Meg… dovresti farmi un piccolo favore... mi servirebbe un passaggio in America… Grazie mille, sei la mia salvezza… a domani.” Queen era una vampira che avevo conosciuto 50 anni prima nella foresta. Allora era una neonata, e io le diedi una mano per sistemarsi e passare il resto della sua vita in modo tranquillo. Mi doveva un favore.
Decisi che sarei andata a caccia, dovevo rifocillarmi, e anche in fretta: avevo poche ore. Passai in salotto e avvertii i miei fratelli. Oltre ad Alexandre e Lucas, in salotto c’erano anche le mie sorelle Lucy ed Anne. Mi dissero di stare attenta, di non commettere imprudenze e bla, bla, bla. Ma insomma, ero una vampira o cosa?
Tra i rami degli alti alberi della foresta aspettavo una preda sufficientemente grande e succulenta da sfamarmi. Vidi un gruppo di babbuini che si arrampicavano su un albero non lontano. Di certo le scimmie non erano il mio piatto preferito, ma avrei dovuto accontentarmi. Rafael diceva che intorno a Forks c’erano puma, lupi, cervi e stambecchi. Mi piegai sulle gambe, e con un solo salto fui in mezzo a loro. Ne assalii prima uno, e poi velocemente altri due. Il sangue di babbuino faceva proprio schifo, ma saziava più di quello di un ghepardo. Ed era più facile da cacciare. 
Quando tornai a casa erano le tre di mattina, così ebbi tempo di chiudere le valige e chiamare Rafael. C’erano 18 ore di fuso, quindi lì erano le nove di sera. “Pronto?”
“Ciao amore, parto tra due ore”
“Perfetto, domani sarò all’aeroporto”
“Ti amo”
“Anche io”
Chiusi il telefono e mi sedetti sul letto. Non mi restava che aspettare.
Per una che ha vissuto 200 anni, due ore passano in fretta, e così poco dopo ero su un jet privato diretto in America, che atterrò “clandestinamente” a Port Angeles. Una volta scesa, ebbi una strana sorpresa. Per quanto mi sforzassi di cercarlo, Rafael non c’era. Non ne avvertivo l’odore, né ne vedevo la sagoma slanciata. Quando una voce che non conoscevo mi chiamò, sobbalzai. Mi voltai lentamente, allarmata. Non erano umani, erano dei vampiri… e dovevano avere un cane che puzzava parecchio. 
“Tu devi essere Meg!” disse una vampira esile, dalla voce acuta e dolce. 
“Già… e voi?” chiesi squadrandoli uno ad uno. Erano in cinque, e non c’era nessun cane. 
“La famiglia Cullen, o almeno una parte” disse un’altra ragazza, dai capelli castani e l’espressione dolcissima.
“Rafael ci ha chiesto di venirti a prendere perché è dovuto andare a caccia” aggiunse distaccata un’altra vampira. Era bionda e molto bella.
Gli altri due rimanevano in disparte, e si tenevano per mano. Ma non sembravano vampiri. Uno aveva la carnagione scura e il corpo muscoloso, ed era lui che puzzava. Storsi il naso. La ragazza che lo teneva per mano aveva l’odore di una vampira, eppure aveva le guance rosee e gli occhi color cioccolato. Doveva essere la mezza vampira di cui mi aveva parlato Rafael. Si presentarono. Erano Alice, Bella, Rosalie, Nessie e Jacob, il licantropo. 
Arrivati a casa mi mostrarono la stanza di Rafael, e approfittando del letto matrimoniale, mi sistemai anch’io lì. 
Sentivo che non avrei mai dimenticato un solo secondo di quel viaggio. “Non preoccuparti, ti divertirai qui con noi” disse Alice. E sembrava averne la certezza.P
Prologo
Ciao a tutti! Io sono Elizabeth, Meg per gli amici. Sono una vampira e la mia storia non è delle migliori... ma non sono qui per parlarvi di questo. In questa storia voglio raccontarvi di un'amica davvero speciale: per tutti era acida e scorbutica, ma si dimostrò una vera amica. La migliore amica che avessi mai avuto. Avete capito di chi sto parlando? Lei è... oops, non posso dirvelo! Se volete conoscere il nome di questa persona e la storia della nostra fantastica amicizia, leggete il seguito! 
Spero possa essere avvincente per voi che la leggete, come lo è per me ogni volta che la racconto. 
Allora che aspettate? Leggete, leggete!
Capitolo 1 - Partenza!
“E smettetela con questa confusione!” sgridai i miei fratelli, che urlavano davanti al televisore durante una partita di calcio. 
“Ma quanto rompi!” rispose seccato uno di loro. Non c’era nulla da fare, in questo sembravano proprio due umani. 
“Non capisco cosa ci troviate in ventidue uomini che corrono lentamente dietro ad un pallone… proprio non capisco” 
“Abbiamo una casa enorme, se hai problemi, esci da questa stanza” ribattè Alexandre, uno dei due. 
“Come se bastasse a non sentirvi!” “Hai mai sentito parlare di “spirito di sopportazione”?? Ma che ti prende?! Da quando Rafael è partito sei insopportabile.”
Feci una smorfia. Dopo quell’affermazione ero davvero furiosa. Avrei voluto scagliargli il pianoforte a coda del salotto in testa, ma mi trattenni per miracolo.
Chiusi di colpo il portatile su cui stavo scrivendo e uscii dalla stanza sbattendo la porta. Odiavo l’Australia. O meglio, come posto era fantastico, ma per un essere umano. Per questo ci toccava vivere ai margini della foresta pluviale. Era perfetta per cacciare animali (io e la mia famiglia avevamo scelto di non bere sangue umano) e inoltre il fitto bosco ci permetteva di uscire senza problemi. Ma se ci spingevamo troppo oltre, presso le montagne, eravamo fregati. In tutti sensi: ne sarebbe derivata una serie di conseguenze disastrose. Avrei voluto prendermi una vacanza da qualche parte, come il mio compagno, che era andato nello Stato di Washington per fare visita ad una famiglia con abitudini molto simili alla nostra. Mi scriveva mail e messaggi ogni giorno, dicendomi che lì pioveva sempre, che era tutto fantastico eccetera, eccetera.
In una delle sue mail mi descriveva la famiglia che lo ospitava: era formata da otto vampiri e “mezza” (quest’ultima era una ragazza nata dall’unione di un’umana e un vampiro) ed erano davvero molto uniti. Erano gli unici stati in grado di cogliere di sorpresa i famigerati Volturi, alleandosi con una specie di Figli della Luna. Così come questa, ogni cosa che mi raccontava di quella famiglia mi sorprendeva e incuriosiva sempre di più, tanto che iniziai a immaginare come sarebbe stato vivere con loro. Rafael mi parlava della loro storia, del loro passato e del loro presente, del loro aspetto e carattere, e perfino dei loro poteri extra. Passavano i giorni, e anche se non li conoscevo, mi stavo innamorando di quella famiglia e dello stile di vita di ognuno di loro, un modo di passare l’eternità sempre originale.
Tanta era la voglia di conoscerli, che decisi di raggiungere il mio compagno.
“Tu sei pazza!” mi disse al telefono. Era piuttosto agitato.
“Niente affatto” risposi tranquilla “o forse non vuoi che venga lì?” 
“Ma amore… figurati se non voglio che tu venga, è solo che è pericoloso.. hai pensato che l’aeroporto più vicino è a nord, oltre le montagne?”
Quelle stramaledette montagne. Lì abitava un clan con cui la mia famiglia aveva sempre avuto conflitti: il clan dei Rjun. Era un gruppo molto allargato di vampiri, tra cui si era formata una vera e propria gerarchia. Avevano severe leggi e fissazioni stupide. Erano perfino superstiziosi. E per di più, erano ottimi amici dei Volturi, tanto che Aro li aveva perdonati più di una volta per aver infranto le leggi. Oltre tutto, la mia storia e quella di Rafael erano molto legate a quel clan, e passare di lì sarebbe stata un’imprudenza. Fortunatamente avevo pensato anche a questo.
“Non preoccuparti per me, ho i miei mezzi. E poi chi ti ha detto che andrò a nord?” 
“Sei diventata pazza sul serio? Vuoi andare a sud? Saranno almeno quattro giorni di viaggio in macchina, e sai che puoi arrivarci solo così.”
Amavo Rafael più di me stessa, ma quando faceva il pignolo mi metteva a dura prova. “Tu preoccupati solo di venirmi a prendere. Al resto ci penso io.”Ora non mi restava che organizzarmi. 

=§=

Mentre preparavo la valigia, immaginai cosa avrei vissuto una volta arrivata lì. Avevo 200 anni, eppure non mi ero mai sentita così emozionata. Immaginai Esme e Carlisle, il grande Emmett e la piccola Alice, Edward il bello e la sua compagna Bella, l’aspra Rosalie e Jasper.
Quando fui pronta, composi un numero al telefono e aspettai una risposta. “Pronto… Queen, ciao, sono Meg… dovresti farmi un piccolo favore... mi servirebbe un passaggio in America… Grazie mille, sei la mia salvezza… a domani.”
Queen era una vampira che avevo conosciuto 50 anni prima nella foresta. Allora era una neonata, e io le diedi una mano per sistemarsi e passare il resto della sua vita in modo tranquillo. Mi doveva un favore.
Nel frattempo, decisi che sarei andata a caccia, dovevo rifocillarmi, e anche in fretta: avevo poche ore. Passai in salotto e avvertii i miei fratelli. Oltre ad Alexandre e Lucas, c’erano anche le mie sorelle Lucy ed Anne. Mi dissero di stare attenta, di non commettere imprudenze e bla, bla, bla. Ma insomma, ero una vampira o cosa?

Tra i rami degli alti alberi della foresta aspettavo una preda sufficientemente grande e succulenta da sfamarmi. Vidi un gruppo di babbuini che si arrampicavano su un albero non lontano. Di certo le scimmie non erano il mio piatto preferito, ma avrei dovuto accontentarmi. Rafael diceva che intorno a Forks c’erano puma, lupi, cervi e stambecchi. Mi piegai sulle gambe, e con un solo salto fui in mezzo a loro. Ne assalii prima uno, e poi velocemente altri due. Il sangue di babbuino faceva proprio schifo, ma era più denso e saziava più di quello di un ghepardo. Ed era più facile da cacciare. Quando tornai a casa erano le tre di mattina, così ebbi tempo di chiudere le valige e chiamare Rafael. C’erano 18 ore di fuso, quindi lì erano le nove di sera.
“Pronto?”
“Ciao amore, parto tra due ore”
“Perfetto, domani sarò all’aeroporto”
“Ti amo”
“Anche io”
Chiusi il telefono e mi sedetti sul letto. Non mi restava che aspettare.
Per una che ha vissuto 200 anni, due ore passano in fretta, e così poco dopo ero su un jet privato diretto in America, che atterrò “clandestinamente” a Port Angeles. Una volta scesa, ebbi una strana sorpresa. Per quanto mi sforzassi di cercarlo, Rafael non c’era. Non ne avvertivo l’odore, né ne vedevo la sagoma slanciata. Quando una voce che non conoscevo mi chiamò, sobbalzai. Mi voltai lentamente, allarmata. Non erano umani, erano dei vampiri… e dovevano avere un cane che puzzava parecchio. “Tu devi essere Meg!” disse una vampira esile, dalla voce acuta e dolce. “Già… e voi?” chiesi squadrandoli uno ad uno. Erano in cinque, e non c’era nessun cane. “La famiglia Cullen, o almeno una parte” disse un’altra ragazza, dai capelli castani e l’espressione dolcissima. “Rafael ci ha chiesto di venirti a prendere perché è dovuto andare a caccia” aggiunse distaccata un’altra vampira. Era bionda e molto bella.Gli altri due rimanevano in disparte, e si tenevano per mano. Ma non sembravano vampiri. Uno aveva la carnagione scura e il corpo muscoloso, ed era lui che puzzava. Storsi il naso. La ragazza che lo teneva per mano aveva l’odore di una vampira, eppure aveva le guance rosee e gli occhi color cioccolato. Doveva essere la mezza vampira di cui mi aveva parlato Rafael. Si presentarono. Erano Alice, Bella, Rosalie, Nessie e Jacob, il licantropo. Arrivati a casa mi mostrarono la stanza di Rafael, e approfittando del letto matrimoniale, mi sistemai anch’io lì. Sentivo che non avrei mai dimenticato un solo secondo di quel viaggio.
“Non preoccuparti, ti divertirai qui con noi” disse Alice. E sembrava averne la certezza.

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Spazio autrice. 
Ciao a tutti. Ho scritto questa ff un po' di tempo fa, ma rileggendola ci ho visto uno dei miei migliori e più spontanei scritti. Migliore, probabilmente perchè lo scrissi in un periodo di relativo relax, spontanea perchè parla di Twilight.
Spero vivamente che tutti ne apprezzerete il contenuto, più che la forma. Il titolo è molto chiaro, e da queste poche righe avete capito che la protagonista è Meg. Vorrete sapere chi è "l'amica per l'eternità"... ma non ve lo dico, perchè sono sicura che se ve lo dicessi non continuereste a leggerla. è una persona che non immaginereste mai, perchè infondo tutti ce l'abbiamo un po' con lei. Ops, ho detto troppo!
Se non avete capito chi è, e vi incuriosisce la storia, spero leggerete il prossimo capitolo... e lascerete un commento nell'attesa.
Grazie per avermi dedicato un pezzettino del vostro tempo,
con affetto,
Picci
  
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