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Autore: Shingo_Chan    03/10/2010    4 recensioni
Harry credeva di essere un bravo ragazzo. Anzi no. Harry sapeva di essere un bravo ragazzo. Ne era fermamente convinto. Andava discretamente a scuola, sapeva cosa fare dopo i M.A.G.O: l’Auror. Più in là avrebbe voluto una moglie e anche degli adorabili mocciosi che gridavano e saltavano da tutte le parti della casa.
Rispettava i professori, forse Piton non tanto, però gli altri sì.
Non diceva mai parolacce. Okay. Qualche volta le diceva; e va bene un più spesso di qualche volta, ma era un ragazzo di diciassette anni. Chi non diceva parolacce a quell’età?
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Harry credeva di essere un bravo ragazzo. Anzi no. Harry sapeva di essere un bravo ragazzo. Ne era fermamente convinto. Andava discretamente a scuola, sapeva cosa fare dopo i M.A.G.O: l’Auror. Più in là avrebbe voluto una moglie  e anche degli adorabili mocciosi che gridavano e saltavano da tutte le parti della casa. 
Rispettava i professori, forse Piton non tanto, però gli altri sì. 
Non diceva mai parolacce. Okay. Qualche volta le diceva; e va bene un più spesso di qualche volta, ma era un ragazzo di diciassette anni. Chi non diceva parolacce a quell’età? 
Trattava abbastanza bene le ragazze con cui faceva della sana attività fisica. O perlomeno le scaricava gentilmente. Però questo non era tutta colpa sua. Un ragazzo vuole fare sesso. Si cerca una ragazza, fanno quello che devono fare e poi la donna non ti vuole più lasciare. Per fortuna non sono tutte così. Comunque. 
Tornando al discorso di prima, aveva dimenticato il piccolo dettaglio di aver sconfitto Lord Voldemort un paio di settimane prima e aveva salvato il culo a tutti i maghi e babbani presenti a Londra. Insomma era un bravo ragazzo e anche un bravo mago. Non aveva fatto niente di male, se non si contavano le volte che aveva fatto uno scherzo a Malfoy e i suoi Serpeverde. Doveva ammetterlo, un paio di quelli scherzi erano stati pesantucci. Ma Malfoy era Malfoy, se le meritava tutte. Lui gli faceva prudere le mani e venir voglia di chiudere la sua boccaccia sputasentenze a suon di pugni e…okay concentriamoci. 
Per arrivare alla conclusione, lui era bravo; e non sapeva cosa aveva fatto di male per meritarsi un idiota del genere, davanti a lui, che cercava di fargli capire che loro due erano fatti per stare insieme, partendo dall’odio reciproco che provavano l’uno per l’altro. 
‒ Senti Jones…- cominciò Harry. Quel venerdì non poteva andare peggio. 
‒ Mi chiamo Jimmy!- lo corresse con un sorriso che gli faceva venir voglia di vomitare. 
‒ Certo Johnny.- il moro prese un bel respiro –Che vuoi da me?- concluse esasperato. 
‒ Ma te l’ho ripetuto tre volte.- si lamentò sembrando un bambino, l’altezza era più o meno la stessa. 
‒ E io non ho capito tre volte.- gli fece eco –Ascolta. Facciamo così. Adesso, tu ti giri e prendi quella strada che vedi davanti a te. Così tornerai nella tua casa Tassorosso e sbatterai la testa su qualcosa, quello che vuoi, basta che sia qualcosa di duro. Tutto chiaro?- chiese sperando che se ne andasse. 
‒ Certo- rispose lui e restò esattamente dov’era. 
Harry sbuffò per la cinquantesima volta quella mattina e quasi si mise a piangere. 
‒ Tu mi odi vero?- chiese Jimmy sempre sorridendo 
‒ Non hai idea di quanto.- Potter si massaggiò le tempie con un movimento circolare delle dita. 
‒ Visto? Quindi avevo ragione. Sai c’è una sottile linea fra odio e amore, e noi due ne siamo la conferma. Ci odiamo e quindi ci amiamo.- prese fiato e poi continuò -Sono la persona che odi di più vero? Quindi quella che ami di più- 
‒ Veramente non sei la persona che odio di più.- Harry esultò, forse si sarebbe liberato di lui. 
‒ Non vale dire Colui-che-non-deve…Voldemort, mi scordo sempre che l’hai ucciso e quindi posso pronunciare il suo nome.- 
‒ Intendevo dire Malfoy.- Per una volta quel biondino inutile era servito a qualcosa. Anche se nel ragionamento di Jack quello implicava che lui amava Draco Malfoy e quella era assolutamente un’idiozia. 
‒ Cosa?- la sua voce era stridula – Odi quell’inutile Serpeverde più di me?- chiese sconvolto. Borbottò un po’ fra se e poi disse: 
‒ Allora devi provarmelo.- 
‒ Come? Vado a dire a Malfoy ti odio? Va bene.- Che bello liberarsi di quest’idiota e dire a Malfoy che lo odiava, la mattinata non poteva andare meglio. 
‒ No.- ecco il suo entusiasmo era finito nel cesso. –Voglio vedervi insieme. Secondo la mia teoria, visto che odi così tanto Malfoy, dovresti amarlo. Quindi vi devo vedere insieme felici.- 
Oh certo. Essere felice in compagnia di Malfoy, niente di più facile. 
‒ Okay, allora vai.- 
Finalmente. Sentiva il coro dell’alleluia. 
Adesso c’era solo un piccolo problema: come cavolo faceva a far credere a Cooper o come diavolo si chiamava che “amava” Malfoy? Come faceva a fasi vedere felice con Malfoy. 
Stava pensando questo, quando andò a sbattere proprio contro il serpeverde che lo aveva messo in quella situazione. Va bene forse non era stato proprio lui, ma comunque centrava sempre. 
‒ E sta attento Sfregiato.- disse con la sua bocca incurvata in quel modo irritante che gli faceva venir voglia di buttarlo a terra e ammazzarlo di botte. Prese un respiro profondo, se doveva fare quella cosa, era meglio trattare bene Malfoy. 
‒ Scusa.- sputò tra i denti –Non volevo.- 
Draco lo guardò strano e fece per andarsene. 
‒ Aspetta Malfoy!- gli corse dietro dopo un attimo di esitazione fino a raggiungerlo e prendergli il braccio facendolo voltare. 
‒ Sai..ehm… c’è questo Tassorosso…- venne interrotto dal biondo 
‒ Tassorosso? Che razza di gente frequenti?- disse chiaramente disgustato 
Potter fece un respiro profondo prima di rispondere 
‒ Non lo frequento, è solo che lui mi tormenta: non fa altro che dirmi che siamo fatti per stare insieme, solo perché ci odiamo. Io non lo capisco proprio perché non vuole lasciarmi in pace, mi da sui nervi e non riesco a liberarmi di lui!- sbuffò e alzò lo sguardo che aveva abbassato mentre parlava. 
‒ Mi hai scambiato per uno dei tuoi stupidi amichetti che ti stanno ad ascoltare mentre ti sfoghi?- Malfoy alzò un sopracciglio – Perché se è così è meglio che ti cambi gli occhiali.- Si girò sbuffando qualcosa che somigliava a patetico Griffondoro. 
Harry cercò di calmarsi contando fino a dieci e non funzionò, quindi decise di correre ancora piazzandosi davanti al Serpeverde e ignorando il suo sbuffo. 
‒ Senti Malfoy…- venne subito interrotto 
‒-No! Senti tu Potter. Io non ho tempo da perdere; non sono te che devi solo fare l’eroe anche quando ormai Voldemort è morto. Quindi adesso gira i tacchi e vattene perché vedere la tua faccia per più di cinque secondi al giorno mi irrita. Tutto chiaro?- concluse con un finto sorriso che, Harry notò, gli si addiceva molto. 
Comunque restò fermo a guardare la schiena di Malfoy mentre andava via. 
Bene! Si disse sarcastico. Sembrava essere andata bene, almeno non si erano picchiati. Sbuffando si diresse verso l’aula di Divinazione in cui sicuramente la Cooman gli avrebbe predetto la sua morte, che sarebbe avvenuta nei prossimi dieci minuti. 
  

Per tutto il giorno, quel Tassorosso lo aveva assillato, comparendo dal nulla mentre mangiava, parlava con i suoi amici, cercava un po’ di tranquillità e credette di vederlo anche quando era andato in bagno. 
‒ Basta non ne posso più.- piagnucolò all’ora di cena, seduto al suo tavolo con i suoi amici che se la ridevano. Che begli amici! 
‒ Scusa Harry ma gli hai detto che non hai quei gusti sessuali?- gli chiese Hermione, l’unica che non rideva. Immediatamente, come se lo avesse sentito, si mise a ridere. 
‒ Intendi dire se gli ho detto che non me la faccio con i ragazzi. Ah perché non ci ho pensato io. Certo che l’ho detto Hermione.- disse alzando un po’ la voce. 
‒ Scusa, scusa.- ghignò 
‒ Amico mio, mi dispiace per te. Come si chiama? Magari possiamo provare a farlo smettere.- cercò di consolarlo Seamus mentre il moro giocava con il cibo nel piatto depresso 
‒ Credo Johnny o Jimmy. Ma chi se lo ricorda.- sbuffò ancora. Alzò lo sguardo e vide parecchia gente che guardava nella loro direzione, anche il maledetto Tassorosso che sorrideva ebete. Sbuffando e roteando gli occhi vide che lo stavano guardando anche molti Serpeverde tra cui Malfoy che non si decideva ad abbassare lo sguardo. Allora Harry alzò un po’ il mento e lo guardò apertamente in segno di sfida. Per quasi un minuto si fissarono poi la ragazza seduta vicino al biondo, di cui non ricordava il nome, gli prese il volto fra le mani e lo girò dalla sua parte per baciarlo. Malfoy rispose al bacio per un po’, poi prendendola per i fianchi la fece sedere sulle sue ginocchia, così da essere tra lui e il tavolo. Sempre continuando a baciarla aprì lentamente gli occhi e vide Potter fissarlo. Aveva la testa un po’ inclinata verso sinistra e lo guardava, sembrava curioso. 
‒ Siamo a tavola per favore un po’ di contegno.- disse Blaise Zabini schifato 
‒ Come se tu non facessi di peggio.- ribatté la ragazza tornando al suo posto. 
Per fortuna che i loro tavoli non erano tanto distanti, quindi Harry riusciva a sentire quasi tutto. I due continuavano a fissarsi; fu Harry però a distogliere lo sguardo, perché Ron gli aveva tirato una gomitata. 
‒ Ahi Ron!- si lamentò 
‒ Tu non stai a sentirci.- si giustificò 
‒ Che c’è?- chiese portando ancora lo sguardo verso il tavolo del Serpeverde che però ormai aveva distolto lo sguardo. Decise di concentrarsi sui suoi amici 
‒ Perché non provi a farti vedere con una ragazza, magari ti lascerà stare.- suggerì Neville. 
‒ No. Dovrei cercare una ragazza che odio più di lui e di Malfoy, ma credo che non sia ancora nata.- scherzò. 
Vide di striscio una figura biondissima uscire dalla Sala Grande e decise di seguirla per ritentare. 
‒ Torno subito.- dichiarò e prima che qualcuno si offrisse di accompagnarlo, uscì di corsa. Si fermò quando vide i tre corridoi che portavano ognuno in un posto del castello, e si sentì come in quei film babbani in cui i protagonisti devono scegliere da che parte andare e sceglievano la strada sbagliata. Poi si ricordò che era a Hogwarts e quindi chiese a un quadro dove fosse andato Malfoy. 
‒ Senti ragazzo, non sono qua per bellezza o per fare favori.- Harry ci pensò due volte prima di dire che in effetti lui era là per bellezza –Comunque farò un’eccezione per te, perché sei Harry Potter. Ho visto che è andato verso le scale, non so altro.- ringraziandolo corse verso le scale e visto la sfiga che si portava dietro da quando aveva un anno, cambiarono direzione proprio quando lui le stava percorrendo ed era arrivato quasi alla fine. Imprecò e calcolò la distanza, era poca, si e no un metro o poco più. 
Sono un idiota! Pensò mentre si stava lanciando. Sono davvero un idiota! Rimarcò quando si trovò appeso con le mani al pavimento che però lo stavano tradendo lasciandolo cadere. 
‒ Potter non pensare che non ti voglia vedere morire…- gli prese un colpo sentendo la voce di Draco -… ma non credi che questa sia una fine indignitosa anche per te? Insomma, pensa i titoli sui giornali ”Harry Potter, Salvatore del Mondo Magico, morto per essere caduto dalle malefiche scale della scuola di Hogwarts” oppure “Harry Potter sconfitto il Signore Oscuro più potente di tutti i tempi, è stato sconfitto dalle scale che cambiano posizione”- Malfoy da tutta la sua altezza lo guardava ghignando con le braccia incrociate. 
‒ Tu si che potresti scrivere per il giornale, magari la cronaca rosa.- Harry si chiedeva come faceva a fare il sarcastico anche in quella situazione? Era davvero, davvero un idiota! 
‒ Che diavolo è la cronaca rosa?- chiese perplesso 
–Hai intenzione di aiutarmi?- gli chiese ignorandolo 
Ahm…non so. Fammi pensare un momento.- si mise in posizione di riflessione 
‒ Malfoy!- ringhiò Harry 
‒ Okay!- lo prese per una mano e cercò di tirarlo su 
‒ Dammi anche l’altra mano.- Harry tentennò –Non ti fidi?- chiese sarcastico 
‒ No!- rispose come se l’avesse preso sul serio, però gli diede lo stesso la mano e pensò che Malfoy, nonostante il suo fisico dicesse diversamente, era molto forte. 
Per un momento pensò di ringraziarlo, però subito si ricordò chi fosse e lui non avrebbe mai detto grazie a Malfoy. 
‒ Mi devi un favore Potter. Mai pensato di metterti a dieta?- 
‒ Guarda che questi sono tutti muscoli.- si tirò su la maglietta e scoprì la pancia e l’addome si diede un paio di colpetti. Malfoy si avvicinò e gli toccò la parte scoperta e sentì i muscoli tendersi li dove stava toccando. Percependo il disagio dell’altro, si tolse. 
‒ Mi dispiace deluderti ma… in realtà non mi dispiace affatto, comunque questi sono muscoli.- tirò su la manica della camicia e si toccò il braccio –Questi che ti hanno tirato su.- 
Per qualche secondo ci fu silenzio poi Malfoy parlo: 
‒ Io vado.- informò e si girò 
‒ Malfoy!- lo chiamò Potter e lui si volse –Ti dovrei chiedere un favore.- Harry si sorprese di come il biondo sopracciglio del Serpeverde scattò velocemente in su. 
‒ Un altro?- il moro si indignò 
‒ Io non ti ho mai chiesto favori.- 
‒ Ti ho tirato su. Questo per me è un favore.- spiegò 
‒ Allora io ti ho salvato la vita da Voldemort, questo vale più di dieci favori non credi?- 
‒ Come osi! La mia vita vale di più di un milione di favori. Cazzo!- imprecò accorgendosi dell’errore. 
‒ Aha. Quindi me ne devi più di un milione.- sorrise vittorioso il Griffondoro. 
‒ Ho bisogno che tu faccia finta di essere ecco… naturalmente per finta… diciamo – cominciò a balbettare e a mangiarsi le parole 
‒ Potter ti vuoi muovere non ho tutto il giorno.- si spazientì 
Harry fece un respiro profondo 
‒ Io vorrei che tu – si bloccò rendendosi conto dell’assurdità della cosa. Che doveva chiedere a Malfoy? Non lo sapeva. Come faceva a fare credere a Jason, cioè Jimmy, che amava Draco Malfoy? Insomma quella cosa era così assurda che era impossibile da fare. Magari dovevano camminare mano alla mano, o sorridersi a vicenda e fare cose sdolcinate, per esempio un bacio piccolo, piccolo. Però quello era Malfoy, non solo un ragazzo ma anche un Malfoy. Non sapeva proprio come uscire da quella situazione. 
Alzò lo sguardo e restò imbambolato, Malfoy non c’era più. Guardò più avanti e lo vide andare via. 
‒ Ehi!- si indignò. L’altro non si prese nemmeno la briga di girarsi. 
‒ Chiamami quando sarai capace di parlare correttamente.- detto questo girò l’angolo 
Sbuffando, guardò l’ora e si mise a correre verso la sua stanza. Sicuramente i suoi amici si stavano chiedendo dove fosse andato a finire, era passata mezz’ora.  
  

Il giorno seguente, dopo aver avuto due ore di trasfigurazione con i Corvonero, Harry aveva un’ora buca, al contrario di Hermione che invece aveva una materia che Potter non sapeva nemmeno esistesse. Ron invece era nella sala comune a giocare a scacchi magici con Dean. 
Quindi aveva deciso di fare una passeggiata nel cortile dove, a quell’ora non c’era mai nessuno. 
Come si dice? Le ultime parole famose? 
Gli si piazzò davanti Jimmy con la sua faccia sorridente che lui avrebbe tanto voluto prendere a pugni. 
‒ Allora?- chiese 
‒ Allora cosa?- fece finta di non capire per perdere tempo 
‒ Voglio vedere te e Malfoy insieme.- storse il naso quando pronunciò il nome del biondo 
‒ Okay, allora io, è vero che odio Malfoy, ma questo non significa che lo ami.- cercò di spiegargli. 
‒ Ma secondo la mia teoria dovresti.- 
Mi dispiace ma la tua teoria fa acqua da tutte le parti. Avrebbe voluto dirgli. 
‒ Quindi vuol dire che ami me?- chiese speranzoso 
‒ No!- fece brusco –Quello che voglio dire è che…- 
Non finì la frase poiché un braccio lo aveva preso dalla vita e attaccato al corpo posto dietro di lui. Guardò il braccio poi girò la testa e l’alzò visto che era più in alto della sua e riconobbe Malfoy. 
‒ Che diavolo stai facendo?- chiese stranito 
‒ Si. Che diavolo stai facendo?- fece eco Jimmy. Malfoy alzò un sopracciglio e si rivolse a Potter 
‒ E tu ti fai abbindolare da questo?- storse la bocca nel suo tipico modo che riusciva bene solo a lui. 
Jimmy stava per ribattere indignato, me si bloccò a bocca aperta. 
Malfoy, stanco di tutta questa situazione decise di passare all’azione, prese Potter, lo girò verso di lui e si abbasso per quella poca distanza che lo divideva dalle labbra del moro che fermo, aveva gli occhi spalancati; capendo poi il gioco del Serpeverde, gli mise le braccia intorno al collo e chiuse gli occhi rispondendo al bacio. Non era un bacio come quello a cui aveva pensato il giorno prima. Infatti non era per niente piccolo, ma era anche con tanto di lingua. Le labbra di Malfoy, lui le aveva notate tante volte, con tutte quelle smorfie che faceva Malfoy; erano rosa e sottili, me mai avrebbe pensato che il loro sapore fosse così buono, non riusciva a classificarlo, ma era il sapore molto diverso da quello delle ragazze, era il sapore di uomo, di Malfoy. E lui decise che l’adorava. 
Quando la sua lingua toccò quella del biondo, Harry sentì la terra mancare sotto i piedi. O Mio Dio. 
Malfoy baciava da Dio, lui… era indescrivibile. Non Malfoy, ovviamente.

Avrebbe voluto stare cosi tutto il giorno. Chiaramente non c’entrava nulla la persona in questione.

Non era un bacio dolce, anzi tutt’altro, però alla fine l’altro ragazzo si allontanò leggermente e poi gli diede un bacio a fior di labbra. 
Harry prese un bel respiro, prima di girarsi. 
Jimmy sembrava sul punto di piangere ed era imbronciato; due secondi dopo stava ridendo. 
‒ Okay. A quanto pare ami Malfoy. So accettare un rifiuto… credo.- si girò e se ne andò. 
‒ Come hai fatto a sapere…?- cominciò Potter 
‒ Come ho fatto a sapere quello che cercavi di chiedermi ieri, analfabeta?- sarcasticò il biondo mentre il moro annuiva – diciamo che ti ho sentito parlare con i tuoi amici e ti ho sentito lamentarti con praticamente tutti.
‒ Ehm..graz…‒ si rifiutò di continuare, era troppo strano – pessima idea.‒ disse fra sé 
‒ Già.‒ concordò Draco ‒ Allora… pensi che lo dirà a qualcuno?‒ 
‒ Ehm… no non credo, anche se è un idiota, penso che anche lui abbia un po’ di orgoglio.-  rispose guardando Malfoy negli occhi e volendo baciarlo ancora. Ovviamente, non perché fosse Malfoy, piuttosto perché lui… ecco, quella parte doveva ancora ripassarla.
‒ E poi, anche se lo dicesse a qualcuno, chi ci crederebbe?‒
‒ Già. Insomma Potter e Malfoy che si baciano? Assurdo. ‒ Il biondo annuì. 
‒ Io…vado.- quella situazione era imbarazzante per tutti 
‒ Ok!- rispose Harry – Ci vediamo in giro.- 
‒ Speriamo di no Potter.‒ ecco, era tornato il solito stronzo. 
I due andarono per la propria strada, Potter verso Hagrid, mentre Malfoy verso il suo dormitorio; ma prima che Malfoy girasse l’anglo, si girò di poco e vide Potter fare lo stesso. Si guardarono per un solo secondo e poi fecero entrambi la loro faccia schifata, che usavano sempre quando si incontravano, ma pensarono entrambi la stessa cosa. 
Per fortuna niente è cambiato!

 


  
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