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Autore: Ashly91    03/10/2010    0 recensioni
Un altro anno che passa, oggi è il nostro anniversario...chissà cos'avrai preparato stavolta...ogni anno mi stupisci sempre di più...
E mentre aspetta una telefonata, Lena dovrà prepararsi a un evento improvviso...che cambierà la sua vita per sempre...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per sempre


Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?

Eravamo all’Everst Bar, all’angolo della Great Street, dove si trova il mio hotel. Ai tempi ero solo una praticante in sala e avevo un orario decente. Ora al mattino non riesco neanche a vederti.

Sono in macchina, resto fuori a guardare dalla vetrina quello che otto anni fa era il tuo tavolo. Un ragazzo giovane, con il suo giornale, continua a fissare una ragazza immersa nella lettura di un libro. Da qui vedo delle illustrazioni, deve essere un libro sulla pittura.

Mi sembra di rivedere noi due. Che figura facesti quella volta!

Ti avvicinasti a me e mi chiedesti l’ora, io notai un orologio al tuo polso e sorrisi mentre te lo indicavo.

“Credo che sia la stessa che indica il suo” ti risposi. Tu ti scusasti e ti allontanasti, ma la mattina dopo ci provasti ancora. Non potrò mai dimenticare la tua sfacciataggine. Ti sedesti di fronte a me e mi guardasti dritto negli occhi. “D’accordo, ieri ho usato una scusa patetica, ma oggi non me ne andrò finchè non accetterai di uscire con me!”

Pensai che fossi un presuntuoso ma ammirai la tua determinazione e accettai. Per lasciarti in sospeso e con la voglia di vedermi, la mattina seguente non mi presentai al bar, cosa che tu mi facesti notare quella sera. “Ho avuto un imprevisto!” ti mentii. In realtà ero eccitata all’idea di vederti, tanto che al lavoro avevo un ‘irritante’ sorriso a trentadue denti.

Nella scena che sto guardando è, invece, la ragazza ad avvicinarsi a lui. Sorridono entrambi. Chissà da quanto tempo andavano avanti a guardarsi in silenzio. Fosse lo stesso nostro.

Squilla il telefono, è un tuo messaggio: << Stasera ti aspetto al parco, ci vediamo alle otto. Un bacio >>

Chissà cosa ti sei messo in testa questa volta. Ogni anno mi stupisci sempre di più. Ogni anno è l’anniversario ‘ più importante ’ della nostra vita, per te.

Rimetto in moto, svolto l’angolo e dopo circa dieci minuti sono a casa. Mi aspetto un “Ciao mamma” ma trovo il silenzio, poi noto un biglietto sul tavolo: << Richard è da Josh, dorme da lui stanotte. >>

Mi dirigo in camera e trovo un abito lungo disteso sul letto, un paio di scarpe abbinate e una scatola aperta. Dentro c’è una collana di Swaroski. Hai fatto le cose in grande stavolta!

Sono le sei, inizio a spogliarmi, mi faccio una doccia, mando via lo stress del lavoro. Sono Caposala ora, ma vagare per il ristorante dell’ hotel a controllare che tutto sia perfetto mi distrugge ancora di più che fare la cameriera.

Perdo la cognizione del tempo, mi preparo in tutta fretta, si fanno le sette e mezza e io ancora non sono vestita. Arriva una telefonata.

“Pronto?” un’aria gelida riempie la stanza. Sento come delle lame che i trafiggono il cuore. Mi infilo qualcosa, la prima che mi capita a tiro e corro verso la macchina. Parto in quarta per raggiungerti. Supero il limite di parecchio ma non m’importa, devo arrivare da te al più presto.

Svolto per l’ospedale, la mia destinazione. Lascio la macchina nel bel mezzo della via, scendo e corro alle emergenze. Alla reception c’è un’infermiera giovane che sta parlando al telefono. Disperata le chiedo dove sei, come stai, qualsiasi cosa.

“Un momento signora” mi risponde. Io le strappo di mano il telefono.

“Non ho ‘ un momento ’! Mio marito può morire in un dannatissimo momento!” grido, così che un dottore si avvicina.

“Signora, si calmi, dica pure a me” gli spiego tutto, lui mi guarda e mi fa cenno di sedermi “Signora, mi occupo io di suo marito” comincia a dirmi “Sarò sincero, è in condizioni molto gravi. L’auto lo ha investito in pieno, braccia e gambe, per non parlare del busto, sono in pessime condizioni.”

Sono confusa, non riesco più a seguirlo. Ho paura, troppa paura di perderti.

“Mi sta dicendo che non ce la farà?!” grido io. Sono furibonda. Non puoi lasciarmi così, non puoi lasciarmi proprio oggi!

“Ha la possibilità di salutarlo. Venga, l’accompagno…”

Mi porta da te, quasi non ti riconosco. Sei fasciato quasi completamente e una macchina segna il tuo battito cardiaco in diminuzione. Ti accorgi di me.

“Non hai messo il vestito” mi dici. Scoppio a piangere e mi avvicino. Ti stringo forte la mano.

“Non piangere, ti prego” fatichi a dire. Mi fissi. Conosco quello sguardo. E’ il solito sguardo che mi fai quando vuoi un bacio. Ti accontento.

“Pensa tu a Richard…al suo futuro…ti amo tesoro…ti amo Lena…”

“Ethan! Ethan ti prego non mi lasciare! Ethan, ti amo, ti prego non mi lasciare!”

La tua mano allenta la presa, il monitor ora mostra una linea retta ed emette un suono perenne.

Piango, stringo forte la tua mano, ti accarezzo i capelli. Le lacrime non si fermano.

Sul comodino della stanza noto una scatola, dentro trovo due anelli, due fedi simili alle nostre. Nella montatura leggo una frase: << Noi due per sempre, come la prima volta. Ti amo >> scoppio in un pianto ancora più forte e profondo. Ti metto la fede, io tengo la mia.

Per sempre, come la prima volta. Ripenso ancora al nostro primo appuntamento.

Quella sera, in quel parco, guardammo le stelle, poi ti voltasti e baciasti all’improvviso.

“Ti amo Lena White. Ti amo dal primo giorno.”


FINE
  
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