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Autore: Dean Lucas    04/10/2010    6 recensioni
Ian riabbraccia Isabeau ma scopre il prezzo del perdono di Ponthieu: i ragazzi si vedono costretti a ritornare con Isabeau nel presente in cerca dell'unico manufatto che può convincere Guillaume. Nel passato, una donna mette alla luce una bambina, senza sapere che avrebbe scritto alcune delle pagine più importanti della storia di Francia. Il suo destino si intreccerà con quello di Ian, Daniel, Isabeau e Ty, tra guerre e assedi, sconfitte e vittorie e soprattutto un nuovo amore più forte di ogni cosa. E quando tutto sembrerà ormai perduto, e la vita della misteriosa ragazza e il segreto stesso di Hyperversum saranno in grave pericolo, una donna dovrà prendere la decisione forse più importante nella storia dell'umanità. Chi c'è dietro Hyperversum? I ragazzi forse l'hanno sempre saputo, ma quando arrriverà finalmente il momento di conoscere la risposta, questa li sorprenderà più ancora delle loro incredibili avventure.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Phoenix, Arizona. Ai giorni nostri.

 

 

 

Bienvenue sur le menu de navigation vocale de Chatel-Argent dot com. S'il vous plaît choisissez votre langue.

Daniel Freeland impostò la propria lingua madre.

“Per favore, impostate ora la data di prenotazione della vostra conferenza d’affari,  quindi pronunciate la parola conference”.

La gradevole voce femminile attese un istante, quindi proseguì con la stessa asettica cordialità:

“Se preferite trascorrere un romantico week end cullati da ogni comfort, in un’atmosfera senza eguali, con personale di servizio altamente qualificato a vostra sola disposizione, ripetete week end. Se invece gradite prenotare il castello per una festa privata, scandite la parola party.”

La pausa che seguì fu leggermente più lunga e quando riprese, la voce elettronica completò il suo annuncio leggendo il resto della comunicazione molto velocemente:

“Per le prenotazioni di una settimana oppure oltre o per i viaggi di nozze, vi chiediamo cortesemente di consultare prima le nostre offerte speciali e inviare una mail al contatto evidenziato sullo schermo. Se preferite, potete contattarci al numero verde otto, uno, otto, sei...”

L’idea era di qualche settimana prima, ma solo ora Daniel aveva trovato qualche minuto da dedicare ad altro che non fosse lavoro o Ian Maayrkas. Né, aveva trovato il tempo di accennare qualcosa a Jodie Carson, sua moglie.

Chi avrebbe mai immaginato che il castello di Chatel-Argent non solo esistesse ancora, ma come i castelli medievali sulla Loira era stato completamente ristrutturato e adesso era in grado di ospitare eventi internazionali, congressi, feste private e anniversari.

Daniel scelse da un ricco menù a tendina l’opzione photogallery e con estrema curiosità si dilungò tra le numerose fotografie che ritraevano il castello dalle angolature più suggestive. Rivedere in quelle immagini Chatel-Argent fu un’emozione sorprendente e ben presto fu sopraffatto dal desiderio di tornarci.

 Il castello attuale era cambiato molto dal vecchio Chatel-Argent del XIII secolo che lui ben conosceva e tra i discutibili cambiamenti portati alla costruzione originale, un particolare attirò subito la sua attenzione: un’ala del castello, a vedere la galleria fotografica del sito, era stata riservata ad un eccentrico museo. Con ogni probabilità vi erano conservati manufatti che avrebbero fatto impazzire Ian.

 Daniel si sorprese a chiedersi, ghignando tra sé, se qualcuno stesse pagando l’affitto a Ian per il suo castello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggi. Saint Gilles, Canada.

 

 

Alla fine Daniel aveva dovuto ammetterlo, dopo aver discusso e ridiscusso a lungo insieme su quanto Ty pretendeva di scoperto con le sue ultime ricerche: il Falco d'Argento altro non era che un ragazzo come loro nato nel presente, che Hyperversum aveva prodigiosamente trasportato nel XIII secolo.

E lui non si era accorto mai di nulla!

Ma quella era un'altra tessera che mancava al suo mosaico e adesso si incastrava perfettamente con la sua teoria, o pazzia come invece preferibilmente la chiamava Daniel.

“Ma perchè Ian? Perchè io? Perchè nessun altro?“ Le domande su Hyperversum l'avevano ossessionato fin da quando Daniel l'aveva riportato dal XIII secolo a casa sua nel presente, salvandogli la vita, dopo che era stato avvelenato dai complici del barone Adolphe de Gant.

In cambio, per giustificare quei sintomi da avvelenamento mortale che solo la medicina moderna aveva potuto guarire, si era addossato una tutto sommato accettabile fama di tossicodipendente da droghe leggere e altre sostanze che i medici avevano catalogato come non ordinarie. In fondo, aver salva la pelle dopo quell'avventura, era stato un miracolo.

Ok, sua madre ne pensava tutto l'opposto, ma per Ty anche quello era un effetto collaterale che poteva sopportare: con sua madre i rapporti non erano idilliaci prima e non erano perfetti adesso, sebbene in cuor suo e lui lo sapeva, lei gli voleva lo stesso bene di sempre.

Le sue ricerche da allora, condotte con  una abnegazione che lui stesso non si riconosceva, lo avevano portato ad alcune conclusioni incredibili. Ma più si faceva le stesse domande  “Perchè Ian? Perchè io? Perchè nessun altro?“ più si dava le stesse risposte.

Perchè, si chiedeva, in nessun posto, in nessun libro, in nessun codice dell'epoca, aveva trovato la data di morte di Jean Marc de Ponthieu e di molti dei suoi primogeniti in linea di successione diretta?

Alcuni manoscritti si perdevano in dettagli sulla vita di molti dei suoi discendenti e poi il nulla riguardo la loro fine. Nemmeno una data. Spariti.

Lui stesso, Thierry Ponthieu - e la cosa lo terrorizzava e lo affascinava irresistibilmente - era legato da una parentela lontanissima nel tempo eppure innegabile col Falco d'Argento. Quale sarebbe stato il suo destino?

Sentiva che solo Daniel poteva aiutarlo a risolvere del tutto questo enigma. Doveva tornare nel Medioevo.

“Ma’? Ehi, mi senti?“ Lei si trovava in cucina intenta a cucinare qualcosa di vegetale e poco calorico che il suo fegato malandato e convalescente fosse in grado sopportare, mentre Ty lui era in camera sua, sdraiato sul letto davanti all’immenso poster dei Guns&Roses. Eppure preferiva parlarle nuovamente della sua intenzione di partire la settimana successiva per gli States senza doverne affrontare direttamente gli sguardi di fuoco.

“Allora, tra qualche giorno preparo le mie cose per partire, te l'avevo già detto, no?”

 Carol trasalì temendo di nuovo il peggio, dopo la sparizione del figlio di pochi mesi prima.

“Come ti dicevo, non so quanto starò via, ma non preoccuparti stavolta, prometto che ti chiamerò almeno un giorno sì e uno no e poi dai… vado a stare da Daniel! Di lui ti fidi, no?”

Carol si sentì sollevata a sentire il nome di quel ragazzo americano così serio e coscienzioso che si era tanto preoccupato per suo figlio durante quella che lei credeva una fuga con quei disgraziati dei suoi amici tossici.

Se solo Ty potesse assomigliare di più a Daniel, sospirò. Lei sapeva che mai Daniel avrebbe dato un simile dispiacere ai genitori, entrando in quei giri di amicizie pericolose in cui si era cacciato il suo Ty.

“Mi chiamerai tutti i giorni, non uno di meno“ pretese invece e poi, non potendo più resistere, “e cerca di imparare come ci si comporta da Daniel, è così un bravo ragazzo!”

Ty sorrise dentro di sé: sua madre non sospettava nemmeno quanto quel bravo ragazzo avesse persino più talento di lui nello sparire e nel cacciarsi nei guai fino al collo.

 

***

 

 

 

“ Basta Skip! Dannazione, adesso basta!

Chi lo può dire, forse anche lui sentiva aria di festa.

“Bel modo di svegliarmi, accidenti, mi hai quasi già lavato la faccia!“

Daniel si contrasse in una smorfia di disgusto sentendo la sua faccia completamente umida e cercò invano l'orologio sul comodino, doveva essere tardi comunque: Jodie doveva essere già a lavoro per il turno di sabato e Skip saltava e scendeva giù dal letto in continuazione, scodinzolando a più non posso.

Ancora con la mente annebbiata dal sonno, senza decidersi ad alzarsi completamente, Daniel si soffermò ad osservare distrattamente il cucciolo che tra un salto e l'altro, masticava con aria soddisfatta ora i bordi delle coperte ora le graziose ciabattine rosa di peluche di Jodie.

Fu all'improvviso che gli tornò in mente la telefonata della sera prima di Ty e gli stessi brividi che aveva sentito mentre il ragazzo gli accennava le sue teorie lo scossero ancora una volta, svegliandolo più di una doccia gelata. 

Lui aveva cercato le risposte a quelle stesse domande di certo non con meno impegno di Ty, scandagliando minuziosamente ogni riga di codice del gioco, esaminando le connessioni di rete, i server su cui si appoggiava la community per giocare online, qualunque componente hardware o software che riguardasse Hyperversum, aveva dedicato a quella ricerca i suoi studi universitari e persino il suo lavoro attuale di ricercatore. Ty invece era partito da tutt'altri presupposti.

“E' una pazzia!” quasi gridò involontariamente all'indirizzo di Skip che ricambiò allarmato il suo sguardo, immobilizzandosi e  abbassando goffamente le orecchie. Eppure quel ragazzo forse ha trovato la chiave di tutto, forse ha ragione, non può essere solo una coincidenza!

E come se non bastasse - si ricordò subito con smisurato rammarico - i giorni passano e io non ho ancora idea di come fare a portare qui Ian e Isabeau!

 Skip abbaiò, manifestando il suo incondizionato assenso a qualsiasi cosa il padrone gli avesse prima urlato contro, pur di avere presto la sua ciotola di latte e i suoi croccantini di pollo.

 Daniel si incamminò proprio verso la cucina subito seguito dal cucciolo, ma l'urgenza che gli saturava ogni pensiero era di dover trovare una soluzione al problema che l’aveva assillato ininterrottamente negli ultimi mesi.

 Si fermò quasi subito davanti allo specchio della sua camera da letto, soltanto per avere conferma, guardandosi in volto, che avrebbe avuto ancora bisogno di dormire e che il tempo non gli bastava mai dopo il lavoro.

Questa volta però, testone che non sei altro - annunciò a se stesso - troverai come portare tutti e due nel presente. Glielo devi, dannazione, dopo tutto quello che lui ha fatto per te.

Devi portarlo via da lì, lui e la sua famiglia! Soprattutto adesso che non ha più nessun motivo per restare, dopo che..., lo stomaco gli si strinse al solo pensiero di quanto il suo amico stesse soffrendo e completò la frase solo mentalmente, ...Ponthieu lo ha ripudiato, dopo avermi visto sparire – chissà con quale stregoneria, crede lui –  insieme a Ty.

Ma presto si sarebbero rivisti ancora, cosa aveva detto Ian?

Fatti trovare a Chatel-Argent il giorno della nascita del mio secondogenito Michel, la data la conosci.” 

Sì, lui non avrebbe mai abbandonato Ian al suo destino. E quando fosse giunto il momento di tornare da Ian, lo avrebbe sorpreso con la notizia che sapeva come fare per portare la sua famiglia con sé nel presente. Hyperversum era imprevedibile, ma se c’era una cosa che Daniel aveva compreso di quel gioco, era che niente era impossibile.

 Skip, intuendo che il padrone si era di nuovo distratto, abbaiò di nuovo.

 

 

***

 

 

Dopo aver servito distrattamente il pasto a Skip, non fece in tempo a preparare la sua colazione, che sentì suonare alla porta.

Sperò che fosse il corriere col materiale che aveva ordinato quasi due settimane prima e che sperava potesse aiutarlo a trovare la soluzione al problema di Ian, così restò quasi deluso quando si ritrovò davanti Jodie.

“Ma non dovevi essere al lavoro, questa mattina?”

Jodie lo guardò con un’espressione paziente e rassegnata, prima di entrare in casa, lasciare sul pavimento davanti all’ingresso due pesanti borse della spesa e ricordargli che il turno di sabato iniziava il pomeriggio ma che “qualcuno doveva pur sempre andare al supermercato se volevano mangiare ogni giorno, no?”

“Alex? Dorme ancora?” volle subito dopo sapere lei.

Daniel annuì con un cenno del capo, l’angioletto di nemmeno quattro mesi riposava serenamente dentro la culla nella sua camera, tranquilla – rimuginò il ragazzo – come Skip non avrebbe mai potuto essere, nemmeno sotto l’effetto di molti sedativi. Jodie si affacciò nella stanza di Alex per recapitarle un bacio e contemplarla per qualche istante. Sentiva il bisogno incontrollabile di guardarla a intervalli regolari anche quando era occupata con i mestieri di casa o guardava la tivù e naturalmente non appena rientrava a casa, anche se si era allontanata solo per gettare il sacco con l’immondizia. Ancora non credeva di essere la mamma di quella serafica e paffuta creatura. E ogni volta che i suoi occhi si distendevano su di lei, si sentiva colmare il petto da una sensazione di tenerezza così forte da sembrarle quasi dolorosa.

L’urlo che arrivò qualche istante dopo, non giunse inatteso alle orecchie di Daniel e lo sentì non appena Jodie entrò nella camera da letto per cambiarsi. Quel giorno, infatti, non aveva avuto la prontezza di fermare Skip prima che cercasse come ogni mattina di fare colazione con le pantofole Hello Kitty della moglie.

“DANIEL! Accidenti, lo sai che se non gli dai subito da mangiare se la prende con le mie cose!” lo rimproverò con un tono di voce subito soffocato dal timore di svegliare l’angioletto nell’altra stanza.

Il secondo urlo arrivò invece inaspettato. Lo raggiunse non appena Jodie arrivò in cucina e notò che al posto della ciotola, Daniel aveva servito la scatoletta di Skip dentro il piatto che avrebbe dovuto usare lui per la colazione.

“Bene, non importa.. non importa tesoro”, gli annunciò con uno sguardo che non ammetteva repliche, “vorrà dire che oggi pranzerai tu nella ciotola di Skip!”

Daniel sapeva che non scherzava.

“Scusa Jodie, scusami tanto... non ci sono proprio più con la testa... Poi ieri la telefonata di Ty... e io che penso giorno e notte a quel problema da settimane e non ho trovato ancora nessuna soluzione. E se non riuscirò io non ci riuscirà nessun altro e la vita di Ian sarà distrutta e…”

“Ehi...” gli impedì di continuare Jodie, mentre l’irritazione di poco prima l’abbandonava e scrutava suo marito con apprensione e affetto.  “Su, calmati adesso. So quanto ci tieni ad aiutare Ian e spiace tantissimo anche a me per la situazione sua e di Isabeau. Ho promesso di aiutarti, no? Ma se non ti riposi un po’ non sarai certo di aiuto a qualcuno in queste condizioni”.

Daniel non poté che annuire sconsolato.

“Se Ian può andare avanti e indietro, perché non potrebbe farlo anche Isabeau? Una soluzione ci dovrà pur essere!”

“Lo so, io lo so che c’è, con Hyperversum tutto sembra possibile... il problema è che ragiona e funziona solo come piace e pare a lui, maledetto gioco!” imprecò Daniel, “alla fine mi sfugge sempre qualcosa…”

“Però qualche progresso l’abbiamo fatto, no? Abbiamo capito cosa ci serve: innanzitutto un modo per aggiungere Isabeau alla partita tra i giocatori attivi e poi un modo per…”

“Un momento, cosa...” Daniel si voltò di scatto verso la moglie. “Cosa hai detto?”

Jodie lo osservò ancora una volta con quello sguardo rassegnato: “Tesoro? E’ da un mese ormai che mi ripetiti queste parole tutti i giorni come un mantra! Ho solo appena detto che una volta aggiunta Isabeau alla partita dobbiamo poi trovare il modo per portarla…”

”Un modo?”

“Sì Daniel, accidenti, un MODO! Si può sapere cosa ti prende, quando fai così mi fai paura!”

“Jodie… Sì!“ non aveva ancora finito di parlare che si lanciò ad abbracciarla e baciarla. “Sì, sì! Sei un genio!” urlò ancora mentre la stringeva e lei lo squadrava esterrefatta, cercando al tempo stesso di divincolarsi. “Ecco quello che ci serve! Un Mod!!”

“Un… cosa?”

“Ma certo, il Mod dei Mod! Premio dell’anno come Miglior Mod per Hyperversum, oltre diecimila endorsement nella Community di Nexus…” 

“Si può sapere di cosa diavolo stai parlando Daniel? Sei sicuro di stare bene questa mattina? Sei così strano e…”

“Sto parlando di Celebrity Skin, il Mod non ufficiale più  premiato e proibito della rete!”

“Premiato? Proibito?” Jodie era sempre più confusa.

“Bè, sì. Se quelli della community ufficiale di Hyperversum ti beccano con un Mod istallato, rischi come minimo che ti levano tutti i punti finora accumulati, se non addirittura il ban della tua utenza dal gioco.”

Jodie lo ascoltava ancora allibita, ma con la speranza crescente che le parole di Daniel avessero il senso che sperava.

Loro erano un forum nato per sviluppare modifiche sui vecchi giochi RPG di qualche anno fa, sai roba da antenati come Oblivion, Dragon Age, appassionati che programmavano nuovi add-on che trasformavano il gioco standard in tutto quello che loro desideravano o che la community richiedeva.” Jodie annotò mentalmente che quei nomi non le dicevano niente, come del resto la sigla RPG.

“Alcune di queste modifiche, o Mod come li chiamano loro, erano talmente complesse e riuscite che i migliori di loro furono assunti da quelle stesse software house per sviluppare i giochi della generazione successiva. Ma la maggior parte rimase comunque fedele alla community originale e continuò a sviluppare modifiche proibite ai giochi di ruolo di maggior successo.” La ragazza lo seguiva con attenzione adesso.

“Non potevano mancare quindi i Mod per Hyperversum.  Prendi ad esempio Better Bodies All In One che migliora l’aspetto del tuo alter ego virtuale e di tutti i personaggi che trovi nel gioco… ogni ragazza che incontri, ad esempio, sembra appena uscita da una sfilata di Victoria’s Secret!”

Jodie lo guardò sconcertata: “Chi diavolo può volere una cosa del genere, Daniel? Cioè, dico.. c’è davvero gente a cui piace questa roba?”

“Eccome! Questo Mod è attualmente secondo nella classifica dei riconoscimenti della community di quest’anno, quasi seimila endorsement!”

Notando l’espressione perplessa sul volto della ragazza, Daniel chiarì: “Quando i membri della community provano un Mod, in seguito possono rilasciare un giudizio. Se la valutazione è particolarmente positiva, gli iscritti concedono all’autore un endorsement, il riconoscimento più alto per aver condiviso gratuitamente il software con gli altri membri della community.

“Ma in questo modo il gioco non perde il suo realismo?”

“De gustibus….”, Daniel si strinse nelle spalle, “in ogni caso esistono così tanti Mod da soddisfare ogni utente, è possibile personalizzare ogni aspetto del gioco, dalla storia ai paesaggi”, proseguiva Daniel con visibile entusiasmo, “attraverso Skip the Fade, Improved Atmosphere… Oppure, prendi Extra Dog Slot, ad esempio! Puoi creare a partire da qualche foto, la copia virtuale perfetta del tuo cane e portartelo sempre appresso anche in Hyperversum!”

Jodie fissò uno Skip emozionato e scodinzolante mentre faceva la posta al mucchietto di peluche che aveva staccato a morsi dal resto della pantofola Hello Kitty e seppe che non avrebbe mai istallato quel Mod.

“Infine c’è il migliore: Celebrity Skin. Con questo Mod puoi diventare tu stesso un personaggio famoso del passato, ad esempio Alessandro Magno, Giulio Cesare…

“E io potrei essere Cleopatra! Questo sì che mi piacerebbe provare, Daniel”.

“Ma non solo! Le opzioni offerte sono pressoché infinite: ad esempio puoi essere te stesso e portarti dietro invece di Skip un vero personaggio del passato che ti aiuta nelle quest del gioco, ti fa compagnia, ti intrattiene quando hai voglia di una pausa, oppure..

“Oh cielo! Che genere di compagnia, Daniel? Adesso concepisco perché è il mod più votato!”

“Bè… ma non è che un’opzione marginale, chi ha programmato Celebrity Skin è senza dubbio un genio! Il Mod fa credere a Hyperversum che il compagno virtuale che hai scelto è un personaggio realmente giocante. Adesso capisci dove voglio arrivare?”

“Credo di capire: vuoi usare questo Mod per aggiungere alla nostra partita salvata un personaggio realmente esistito nel passato: Isabeau, vero?” Daniel annuì con un cenno, e attese in silenzio che il ragionamento ad alta voce di Jodie si concludesse.

“Poi, quando tu e l’Isabeau virtuale inizierete la partita, aspetterai che arrivi Ian… Oh cielo, in quel momento la partita si trasformerà nel reale Medioevo e Isabeau…” Jodie si portò una mano alla bocca, incredula.

“E Isabeau…” le venne in soccorso il ragazzo con un sorriso raggiante dipinto sulle labbra, “sarà una giocatrice attiva, esattamente come me e Ian”.

“Potresti sul serio, Daniel?”

“Ci proverò. E se tutto va secondo i piani…”, ricordiamoci che in Hyperversum niente va secondo i piani, si appuntò subito mentalmente.

 “E come sapremo se funzionerà? Se sarà pericoloso per lsabeau?

“Mi occuperò anche di questo, stanne certa”.

“E Isabeau non vorrà portarsi dietro anche Marc e il secondo figlio che sta per nascere?”

“Se funziona con lei funzionerà anche per i figli, immagino...”

“Ok Daniel, abbiamo forse risolto la prima parte del problema, ma mi hai sempre detto che la difficoltà era duplice! Anche se abbiamo un modo per aggiungere Isabeau alla partita, come facciamo poi a portarla nel presente, alla nostra epoca?”

“Quando noi ritorneremo a casa sulle nostre sedie, con un visore in testa e le mani infilate nei guanti 3D del gioco, lei dove sarà?” lo incalzò ancora Jodie.

“Hummm…. senza guanti e visore, senza un computer...” Credeva di avere appena risolto l’enigma più complesso che avesse mai affrontato ed era così euforico, che si sentiva pronto a rivelare una soluzione per ogni problema del pianeta.

“… a casa nostra hai detto….”

Si guardò intorno, osservando la stanza, con la sensazione esaltante che anche il secondo enigma avesse i minuti contati.

 “Ok, e poi tu prima di passare nel medioevo, apri una partita, selezioni una data precisa e un luogo di destinazione”, considerò la ragazza, “come farai a selezionare la destinazione di Isabeau, dal medioevo? Non si può!”

“Ma sì, sicuro… Non finirà di certo a Phoenix, Arizona”. Daniel si aggirava per la stanza, parlando più a se stesso che a Jodie.

“...E se non è possibile selezionare per lei alcuna destinazione, se non è possibile impostare alcuna coordinata geografica, se lei non ha mai lanciato il gioco da un computer, dopo il salto temporale dove si troverà?”

Gli sembrava di avere davanti un puzzle smisurato e impossibile e l’ultima minuscola tessera era lì, proprio sul palmo della sua mano.

“Ma certo.... Non si muoverà.”

“Non si muoverà? Cosa vuoi dire, Daniel?”

“Non si muoverà da dove è partita!”.

“Vuoi dire che tutti i nostri sforzi sono inutili, che non potrà mai venire con noi nel presente?”

“Al contrario. Hyperversum ha sempre trascinato con sé, nella stessa epoca, tutti i giocatori attivi di una partita in corso”.

 All’improvviso a Daniel sembrava di poter vedere le cose con una chiarezza e una sicurezza mai sperimentata, ogni pezzo si incastrava da solo, in automatico: Ian, Isabeau, Ponthieu, la Francia, il Medioevo, la sorpresa, la paura, le lacrime, il sangue, la guerra, le spade, i morti, il dolore...

E poi ancora un susseguirsi caotico di immagini e sensazioni: la gioia, la speranza, l’amicizia, l’amore, la vittoria, il ritorno, sua madre, suo padre, Jodie, il matrimonio, la casa, il ronzio del pc, lo schermo acceso, la stanchezza, le vacanze che aveva bisogno, Chatel-Argent... tutto scorreva vorticosamente nella sua mente, incastrandosi frammento dopo frammento. Come il puzzle che aveva immaginato di vedere prima.

 “Jodie! Dopo il salto temporale, Isabeau si troverà esattamente  nell’unico luogo possibile: a Chatel-Argent! Nello stesso identico luogo da cui è partita. Naturalmente non sarà più nel 1217 d.C. ma il gioco la proietterà con noi, ai giorni nostri!”

Per qualche istante Jodie soppesò mentalmente quelle informazioni.

“E come accidenti faremo allora, se noi saremo in Arizona?” osservò quasi subito con la consueta energia e lucidità, “Intendi abbandonarla lì in un castello che magari non esiste neanche più, da sola, senza nemmeno il passaporto, un vestito di ricambio e una carta di credito?”

“Avevi già in mente qualche posto per le vacanze, tesoro? ”

“Vacanze? Oh Daniel, per l’amor del cielo, come fai a scherzare in un momento come questo…”

“Non sto scherzando. Se non può essere Isabeau ad andare da noi, vorrà dire che saremo noi a recarci da lei:  lanceremo la partita da lì. Dal castello di Chatel-Argent dei giorni nostri.”

Interpretava ormai ogni passo seguente di quel piano così articolato e complesso, come fosse invece una prevedibile successione matematica, già scritta.

            “Quando chiuderò la partita torneremo tutti a Chatel-Argent: io, Ian e Isabeau. Tu invece ci starai aspettando già lì, con Skip, un prendisole e le creme abbronzanti per il solarium.  E comincio anche ad avere un’idea su come assicurarci che nessuno corra rischi inutili.”

“Se tutto funziona avremmo risolto il problema di Ian, altrimenti, al minimo segnale di pericolo ti giuro non se ne farà nulla, ti prometto che sarà solo una bella vacanza in Europa, cullati da ogni comfort, in un’atmosfera senza eguali, con personale altamente qualificato tutto a nostra disposizione.. e tu hai sempre desiderato visitare la Francia, no?”

 “Suppongo che visto che noi non ce lo possiamo permettere, pagherà Ian, vero? “

“Bè, Ian ha sempre detto che tutti quei soldi che ci ha lasciato erano per noi. Ma sarei più felice se potessimo usarli per fare qualcosa per lui, invece...”

Qualche minuto dopo, dal sito www.chatel-argent.com, Daniel e Jodie avevano ottenuto tutte le informazioni necessarie. La sala conferenze aveva tutte le attrezzature informatiche indispensabili, collegamento internet superveloce con fibra ottica, unità ridondanti di back up e persino gruppi di continuità elettrici che avrebbero consentito loro di giocare in tutta sicurezza.

Alla nascita del secondogenito di Ian, come convenuto, Daniel si sarebbe presentato all’appuntamento con l’amico. E avrebbe portato con sé l’Isabeau virtuale creata grazie al Mod.

Se la prima parte del piano avesse funzionato, aveva già studiato un semplice stratagemma per verificarne la seconda parte già in quel primo viaggio.

 “Oh Daniel,  sono così felice!”

“Lo sarò anch’io, tesoro, ma solo quando vedrò che funzionerà tutto per davvero, già troppe volte ci siamo illusi, mi sembra.”

“Ti confesso che sarà uno sbattimento, senza contare che dovrò lasciare almeno per una settimana Alex a casa di mamma, ma sono contenta di fare tutto questo per Ian. Non mi importa nulla delle vacanze, se ci tieni a saperlo. Spero davvero che tutto funzioni, per lui.”

Il ragazzo sorrise compiaciuto.

“Daniel?”

“Si?”

“Sei perdonato. Per questa volta non pranzerai nella ciotola di Skip.”

“Jodie.... “ prosegui Daniel ridacchiando, “se solo il conte Ponthieu fosse generoso come te e perdonasse Ian...”

“Scemo.”

“Bè, intanto che tu sterilizzi il piatto dove ha mangiato Skip, io recupero la foto della miniatura di Isabeau. Mi servirà per la modellazione del personaggio che dovrà usare il Mod. Ti ricordi esattamente quanto era alta la nostra contessina? E che taglia dovrebbe portare Isabeau?”

 

  
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